Tel Aviv. Tombe di due cimiteri arabi di Jaffa, alle porte di Tel Aviv, sono state profanate nelle scorse ore con scritte minatorie e slogan razzisti, nell’ambito di un episodio che ha riacceso i sospetti nei confronti di gruppi nazionalisti ebraici ultrà legati all’ideologia del movimento dei coloni e ha innescato fibrillazioni nel cuore d’Israele. Le scritte, tracciate in ebraico con lo spray, hanno imbrattato alcune tombe sia del camposanto cristiano ortodosso locale, sia d’uno storico cimitero musulmano: riecheggiando slogan come “morte agli arabi”, accompagnati da insulti. L’agenzia palestinese Maan ha riferito di un atto compiuto da persone non ancora identificate. Ma eseguito - in concomitanza con l’odierna giornata del Kippur, la ricorrenza penitenziale più sentita dagli ebrei, trascorsa per il resto in una clima di sostanziale calma - secondo lo stile dei coloni estremisti teorizzatori della strategia del cosiddetto “prezzo da pagare”: vale a dire dell’intimidazione e delle vendette trasversali.
Il presidente Shimon Peres si è affrettato a condannare l’accaduto come un’azione che «disonora» Israele, sollecitando indagini severe. Mentre la polizia ha assicurato d’aver avviato subito accertamenti approfonditi. Ibrahim Sarsour, deputato arabo-israeliano alla Knesset, ha tuttavia accusato il governo Netanyahu, a forte impronta di destra, di «non compiere alcuno sforzo concreto» contro le frange estremiste animate da «razzismo nei riguardi dei palestinesi». Frange a cui anzi - ha sostenuto Sarsour - viene spesso «garantita protezione». In serata alcune centinaia di abitanti arabi di Jaffa e di attivisti della sinistra pacifista israeliana si sono riuniti nel centro della storica cittadina portuale per protestare contro l’incursione nei cimiteri e «le provocazioni dell’estremismo di destra». Il corteo si è svolto pacificamente, all’ombra dello sventolio di diverse bandiere palestinesi, mentre in precedenza un aggressore isolato aveva lanciato una bottiglia molotov contro una sinagoga vicina - senza provocare danni - in un gesto d’apparente rappresaglia. L’episodio di oggi s’iscrive in una più generale fase di rinnovata tensione fra coloni e popolazione palestinese, allargatasi negli ultimi giorni dai territori occupati della Cisgiordania a località popolate dalla minoranza araba interna ai confini d’Israele come Tuba Zangaria, in Galilea: teatro proprio questa settimana d’un attacco incendiario a una moschea attribuito dalla polizia a ultranazionalisti ebrei. Esso giunge inoltre a due giorni dalla denunciata profanazione con svastiche naziste del muro della Tomba di Giuseppe, luogo santo caro agli ebrei religiosi presso la città palestinese di Nablus.
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