Il papà de "I 3 moschettieri" 150 anni fa:
«Camorra, eclatante manifestazione
di arretramento mentale»
Il papà de "I 3 moschettieri" 150 anni fa: «Camorra, eclatante manifestazione di arretramento mentale»*-*Il Mattino
PARIGI - Nel 1860 Alexandre Dumas (1802-1870) si stabilisce a Napoli per tre anni sulla scia della spedizione dei Mille di Giuseppe Garibaldi. Lo scrittore francese crea il giornale «L'Indipendente», con il quale intende contribuire alla causa dell'unificazione dell'Italia e denunciare l'assolutismo borbonico con i suoi 'scagnozzi', in particolare i briganti e i camorristi. Questa battaglia politica ispirò a Dumas numerosi scritti, alcuni dei quali finirono dispersi in varie parti d'Europa, rimanendo finora inediti.
Ora questi testi, in francese e in italiano, sono stati raccolti e pubblicati per la prima volta in Francia nel volume «La Camorra et autres recits de brigandage» (La camorra ed altre notizie sul brigantaggio) a cura di Claude Schopp, massimo specialista dell'opera dell'autore dei «Tre moschettieri» e scopritore di numerosi di manoscritti del grande romanziere. Edito da La Librairie Vuibert, il libro (416 pagine, euro 19) è il frutto dell'intuizione e del talento di investigatore di Schopp, che ha rintracciato i frammenti dei testi di Dumas negli archivi della Biblioteca dell'Istituto di Francia a Parigi, a Napoli e a Praga.
«Dumas accenna a questi articoli e racconti in alcuni suoi scritti e quindi io sapevo dell'esistenza di questi testi perduti. Così mi sono messo a investigare e grazie anche alla collaborazione di un amico di Napoli ho potuto avviare la ricerca che mi ha condotto al primo troncone - ha raccontato Schopp - Altri manoscritti sono riuscito a ritrovarli nella Biblioteca Nazionale di Praga, dopo aver appreso che là erano arrivati per donazione della figlia di Dumas».
Quell'osservatore lucido che fu Dumas analizza chiaramente le cause del brigantaggio, descrive il fenomeno della camorra, che considera «la più eclatante manifestazione di arretramento mentale» del Regno delle Due Sicilie. Scrive tra l'altro Dumas: «Il Re Ferdinando II era il vero capo della camorra. Sotto il suo regno, tutti rubavano. Il Re Borbone lasciava rubare e lui stesso dava l'esempio, in certi casi, rubando a piene mani». Ma da romanziere provetto, amante degli intrighi, Dumas si sofferma anche su piccoli e grandi episodi di cui in parte era stato anche testimone a Napoli, descrivendo abbuffate a tavola, razzie, imboscate, casi di corruzione e assassini.
Venerdì 14 Ottobre 2011 - 16:17 Ultimo aggiornamento: 17:09
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