Piazza pulita? Occupiamola!
Ieri a “Piazza Pulita” (La 7, Corrado Formigli), quando una compagna di quello strepitoso gruppo di incazzati che occupano il Teatro Valle, contro lo smantellamento a opera di speculatori edilizi, e l’ex-cinema Palazzo, che per questo Stato biscazziere dovrebbe diventare una bisca, ha accennato al diritto a resistere a forsennati picchiatori in divisa, c’è stato un sussulto di terrore. Tutti raccapricciati ad anatemizzare la “violenza”, con il soggettone squadrista Gasparri a latrare contro i violenti di piazza e solo l’alieno De Magistris, rara flor, a ricordare Genova 2001, Diaz e Bolzaneto, gli aguzzini condannati ma promossi, compreso il falsario che ora fa il capo dei servizi, per suggerire che un po’ di violenza sta anche dall’altra parte. Poteva anche dipanare il filo nero, rosso di sangue, che, collega, a forza di mazzate e gas venefici, arresti e pestaggi, ogni singola espressione del pensiero che si svolga all’aperto, sul territorio del padrone, cioè su tutto il territorio: terremotati, pensionati, donne, operai, studenti, immigrati, difensori del territorio, morituri delle discariche mafiogovernative, eutaniasiaci, manifestanti anti-guerra….Alt, manifestanti anti-guerra no, non c'era nessuno da picchiare.
Tutti i salmi finiscono in gloria e anche “Piazza Pulita” si è nettata, alla faccia di De Magistris, di ogni sospetto di complicità con gli “hooligans” giurando tutti in serie, con le dita incrociate sulle labbruzze, “la barricate no!” E scambiandosi poi il liturgico segno della pace. Chiudevano la cerimonia gli ululati del solito fenomeno da baraccone e tutti andavano a casa impettiti, contenti di aver rifilato ai manifestanti planetari del giorno dopo, 15 ottobre, l’input da salvare capra e cavoli. La loro capra e i loro cavoli. Ché lo sanno benissimo che senza barricate non c’è mai stato neanche l’allentamento di un buco nel collare a strozzo che stritola l’umanità degli imperi, dei feudalesimi, delle religioni, del protocapitalismo, della sua modernizzazione totalitaria. E che, senza barricate, non ci sarà mai collo fuori dal cappio, neanche al tempo della finanzcapitalismo dalla guerra perpetua interna ed esterna. A questo proposito, sono curioso di vedere se, magari copiando dai ragazzi e veterani di Wall Street e di 100 città Usa, visto che noi siamo dimentichini, nella rivolta di massa di sabato 15 ottobre 2011 ci sarà qualche vocina che accenni alla violenza genocida, fisica e sociale, non solo dei diktat di Wall Street e della BCE, ma anche dell’altra, che percuote i deboli del mondo, la guerra infinita. Qualche vocina che, rieccheggiando ciò che già suona tra Occupy Wall Street, indichi la zampa unica da cui partono gli artigli che lacerano la vita del 99%, il futuro dei giovani, i popoli da eliminare, i mondi da depredare.