Bonifichiamo l’Italia dal berlusconismo
martedì 18 ottobre 2011 | Carlo Fusi | 4 commenti


Nichi Vendola (leader SEL)

Sulle conclusioni di Todi, con la richiesta di un nuovo governo con dentro tutte le principali forze politiche, il no di Nichi Vendola E’ netto: «Chiunque lo proponga, lo considero un errore. Noi dobbiamo bonificare l’Italia dal berlusconismo, come e’ pensabile un’alleanza con il partito che lo rappresenta?». Sul resto, invece, e segnatamente sulle considerazioni del cardinal Angelo Bagnasco, il giudizio del leader di Sel e’ assai più dialogante: «Dobbiamo ragionare delle cose che dice la Chiesa rifuggendo dalle banalizzazioni e schematizzazioni politiche».

Rifuggiamo. Per sottolineare cosa, governatore?
«La positiva provocazione che arriva dal presidente della Cei. A mio avviso, e’ figlia della consapevolezza che si sta chiudendo il ciclo berlusconiano e che questo ciclo ci consegna una devastante crisi economica e sociale ma anche il profilo di una vera e propria rottura antropologica».

Tradotto?
«Beh basta pensare al depotenziamento dell’istruzione pubblica, al trash iperconsumista che ha sostituito i legami sociali come ben hanno percepito il circuito delle parrocchie e la Caritas. La paradossalita’ di questa stagione e’ stata ben rappresentata dalla scomparsa della Dc e la scena e’ stata abitata da ingredienti caricaturali: i cosiddetti atei devoti; un clericalismo trasversale e cosi’ via. Io invece sono uno che non rinuncia all’idea che nel mondo cattolico non si possa discutere di nuovi diritti, di riconoscimento di diritti maturati nel cuore della società e che riguardano la vita in carne delle persone».

Ma quella di Bagnasco lei la considera un’ingerenza o riconosce il diritto della Chiesa di esprimersi su tematiche sociali, etiche e morali?
«Non penso proprio che cio’ che da tanto tempo e’ acquisito nella societa’ italiana abbia bisogno di furbesca legittimazione. La Chiesa si legittima benissimo da sola. E ritengo un fatto positivo che contribuisca a far crescere pezzi di nuova classe dirigente. Non penso che Bagnasco chiami all’arruolamento; non credo che nel suo ragionamento prevalga un aspetto tattico. Di piu’. Ritengo che in un’epoca come l’attuale di smarrimento e crisi, la Chiesa e il reticolo delle sue postazioni soprattutto nelle periferie urbane, rappresenta un punto di coesione sociale, di difesa rispetto allo smembramento delle forme di comunita’. Il manifesto della nuova destra, che dice che non esiste la societa’ bensi’ gli individui, sia profondamente anti-evangelico».

Secondo lei la cosiddetta fotografia di Vasto – Pd, Sel e Idv a fare maggioranza – e’ la strada da seguire oppure ha ragione D’Alema quando dice che bisogna assemblare il 60 per cento degli italiani che quell’istantanea ovviamente non racchiude?
«E’ un punto di partenza. Quella foto ha molti difetti, intanto perchè e’ una foto di tre maschi. Il cantiere dell’alternativa non esiste e non prevede la presenza femminile a tutti i livelli. Il cuore del berlusconismo e’ stato il maschilismo al potere: dobbiamo rovesciare quella prospettiva».

Le donne va bene. Ma in quella foto mancano i moderati. Anche quello e’ un difetto o no?
«Come e’ noto non ho mai posto veti. Pero’ mi sono seccato di subirli. Guardi, l’astrattezza non paga. Abbiamo discusso per mesi di Fini come se fosse un nuovo protagonista del centrosinistra e non come uno che intende rifondare la destra. Quanto a Casini, la domanda che gli rivolgo e’ : tu che sei stato uno che si è riconosciuto nel popolo del Family day, chi ha scorticate vive quelle famiglie, il Gay Pride o Giulio Tremonti? Non possiamo rispondere alle necessita’ e ai bisogni della gente con schemi politici che sembrano degli abracadabra. Io non dico: a sinistra si vince, ma non capisco cosa significhi dire al centro si vince. Si vince se si costruisce una grande speranza, concreta, di cambiamento. Che non puo’ essere quella di Confindustria».

E a Beppe Fioroni che dice: facciamo subito l’alleanza col Terzo Polo, poi Sel e Idv saranno costrette a seguirci, cosa replica?
«E’ una visione solitaria, una delle tante piroette da Transatlantico. Non ha un grande significato nelle realta’ . Ricordo che mentre io e lei parliamo, stanno contando i voti nel Molise, dove l’Udc sta col centrodestra».

da Il Messaggero

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