"Non discutere mai con un idiota: ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza" (firma valida per tutte le stagioni)
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Kosovo: un morto nelle violenze tra serbi e albanesi
I Balcani sono ancora in fiamme e ancora una volta c’è stato un morto. La settimana scorsa, i militari della KFOR, la forza militare di peacekeeping guidata dalla NATO in Kosovo, hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere centinaia di serbi kosovari ad un posto di frontiera nel nord del Kosovo.Soldati austriaci e tedeschi della KFOR e di EULEX, la forza di peacekeeping dell’Unione Europea, sono intervenuti con blindati e con truppe in tenuta antisommossa per rimuovere i blocchi stradali eretti dai serbi kosovari vicino a Jagnjenica, un piccolo centro abitato a pochi chilometri dalla cittadina di Zubin Potok. Gli altoparlanti montati sui mezzi della KFOR hanno invitato a sgomberare la zona delle centinaia di persone che si sono radunate per impedire lo sgombero, ma la folla ha rifiutato di farlo. Ci sono stati momenti di tensione e scontri. Secondo quanto riportato dall’agenzia Reuters, 22 serbi hanno avuto bisogno di cure mediche a causa dei gas lacrimogeni, mentre la KFOR ha dichiarato che otto soldati sono rimasti feriti. Tre civili, colpiti dai lacrimogeni scagliati dai soldati della Kfor, sono dovuti andare in ospedale.La NATO ha deciso di procedere alla sgombero forzato dopo che il giorno precedente erano fallite le trattative con la comunità locale serba per raggiungere un accordo sui blocchi stradali.Nel Kosovo settentrionale, dallo scorso luglio, i serbi del Kosovo avevano eretto sedici barricate con camion, pietre e tronchi lungo le strade che portano a due posti di confine tra la Serbia e il Kosovo, dopo che il governo di Pristina aveva dichiarato di voler sostituire le guardie di confine, che attualmente sono serbe, con altre kosovare. I serbi, la maggioranza nella regione di confine, protestano per l'espansione dell'area sotto il controllo dei kosovari albanesi.Il presidente Boris Tadic, oggi come nei giorni passati, ha invitato la popolazione alla calma. Mentre a Pristina il presidente della repubblica del Kosovo, Hashim Thaci, ha definito "strutture criminali" le forze che hanno resistito all'intervento Nato.Nell'ovest del Paese, a Dobrusa, un serbo è stato ucciso e altri due sono rimasti feriti a seguito di una lite. Secondo l’agenzia di stampa Tanjug, infatti, i tre serbi si erano recati su un terreno di proprietà di un altro serbo, ma sul posto hanno trovato un albanese che l'aveva occupato. Ne è nato un diverbio finito a colpi di pistola, in cui è stato colpito a morte un uomo di 64 anni.Gli ultimi aggiornamenti dal nord Kosovo raccontano di una situazione di calma apparente. Le forze Nato hanno smantellato anche le barricate di Brnjak, mentre nell'altra dogana, a Jarninje, il traffico è ancora chiuso. I manifestanti serbi non cedono ancora il passo ai militari e chiedono che le dogane tornino sotto il loro controllo.La Commissione europea ha presentato il 12 ottobre scorso i rapporti annuali sul progresso compiuto dai Paesi che aspirano ad entrare nell'Ue, molti di questi nati dalla divisione della Jugoslavia. La Croazia tra due anni sarà il ventottesimo Paese membro dell'Unione. Per la Serbia il responso è caratterizzato da luci ed ombre. Da un lato, la Commissione dell’Ue ha riconosciuto a Belgrado di avere assecondato la giustizia internazionale ponendo fine alla latitanza di Ratko Mladić e Goran Hadžić. Dall’altra, la Commissione ha avvertito che lo status arriverà solo a patto di ritornare al dialogo euro-mediato con Pristina, che Belgrado ha abbandonato a fine settembre dopo gli scontri nel nord del Kosovo. I negoziati di adesione partiranno solo quando Belgrado sottoscriverà nuovi accordi nell’ambito di quello stesso dialogo. Un aut aut che pone fine alle illusioni serbe di poter conciliare il revanscismo verso il Kosovo con una politica filoeuropea.Il Kosovo può essere soddisfatto del diktat posto a Belgrado ma il giudizio nei suoi confronti non è confortante. Mesi di caos politico a seguito delle elezioni parlamentari del dicembre scorso hanno distratto l’attenzione dalle riforme richieste dall’Ue, portando la Commissione a concludere che rispetto ad un anno fa i progressi sono stati “limitati”. Inoltre, al governo kosovaro è arrivato l’invito a rispettare la minoranza serba che vive a nord di Mitrovica, sul confine con la Serbia, sviluppando “una strategia globale - spiega un alto funzionario - che punti a conquistare i loro cuori e le loro menti.” Da quando il Kosovo si è autoproclamato indipendente, nel febbraio del 2008, solo 80 nazioni l’hanno riconosciuto, Usa e Ue davanti a tutti, non ancora la Serbia.La strada per una pace definitiva e duratura in Kosovo è ancora lunga.
Kosovo: un morto nelle violenze tra serbi e albanesi
Direi proprio di si.
Comunque in Kosovo gli atlantici devono stare attenti: c'è un odio represso che potrebbe scoppiare in incidenti, scontri e nuovi conflitti in qualsiasi momento.
Non c'è nulla da fare: quando sono messi in discussione i confini degli Stati e le tradizioni dei popoli la gente finisce che s'incazza prima o poi :giagia:
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