L' Europa è finita ?

[John Orr]

io non sono né politico né economista (non ne capisco un emerito), ma ho l'impressione che quando NON eravamo in Europa era meglio.
La banca d'italia è una filiale della bce. L'italia è uno dei fanalini di coda degli stati più potenti, la NOSTRA policita e nostra vita è decisa a migliaia di kilometri dall'Italia!

Da Berlino è decisa. E' ormai evidente. Stanno ogni giorno a ribadire che la BCE è libera. Come mai? Evidentemente la gente sta iniziando a capire. Se fosse veramente libera Sarkozza e Merkel non romperebbero fisso con sta storia di Bini Smaghi. Invece rompono, cagano il cazzo. MA tenetevela la BCE. Torniamo alla Lira, alla faccia delle loro economie fasulle e pompate a bond e Bosh.

[John Orr]

L'europa del liberismo sfrenato,delle banche che fanno prestiti a cani e porci,del capitalismo all'americana senza controlli e senza limiti,l'Europa del duo Germania-Francia che pretende di avere il comando,mi auguro che abbia i secondi contati.

Quoto quasi completamente: l'unica cosa diversa è che è un europa socialista, non liberista. Fosse liberista non ci sarebbero le tasse oggi esistenti e la BCE, ma zero tasse e freebanking.

[dedelind]

EUROPA: ALL’ORIZZONTE UN CAMBIO DELLE ÉLITE AL POTERE
DI PYOTR ISKENDEROV
Strategic Culture

Mentre la marea delle manifestazioni di Occupy Wall Street si è allargata nelle città europee, sta crescendo l’impressione che il futuro riservi qualcosa di inaspettato per l’Unione Europea. Le proteste che sono state ben coordinate con i social media non possono fare a meno di evocare le recenti sollevazione in Nord Africa e in Medio Oriente, visto che anche i coordinatori hanno citato parallelismi tra gli assembrante di Piazza Tahrir e quelli di Times Square. Comunque, la posta in gioco è più alta in Europa che altrove, considerando che la rotazione delle élite al potere, resa imminente dalla crisi economica, si può tradurre in profonde trasformazione politiche nell’intero Occidente.

Il 23 ottobre in Svizzera ci saranno elezioni spartiacque, dove ci si aspetta un trionfo per il partito di destra Unione Democratica di Centro. Il risultato previsto – più del 30% - è senza precedenti per la destra europea e gli osservatori svizzeri evidenziano che questa prova di forza possa distruggere il bilanciamento dei poteri, presente da lungo tempo e fondamentalmente condiviso, tra le principali forze politiche svizzere. Al momento i sondaggi danno i socialisti sotto il 20%, dando modo al presidente dell’Unione Democratica, Toni Brunner, di offrire generosamente la formazione di una coalizione di governo. La popolarità crescente della destra in Svizzera rispecchia le tendenza dell’intera Europea e il programma pronunciato dall’Unione Democratica – che include il divieto di costruzione delle moschee, la deportazione automatica degli immigrati con precedenti penali e un appello a una più forte identità svizzera – rappresenta la risposta naturale degli europei ai problemi da cui sono assillati in modo sempre più pressante. In questo momento, gli immigrati rappresentano il 22,9% della popolazione della Svizzera e la richiesta fondamentale proposta da Brunner e dai suoi sostenitori è la revisione immediata degli accordi di libero transito con l’UE, oltre a limitare l’immigrazione. L’Unione Democratica di Centro ha in progetto di portare la Svizzera a un referendum nazionale sull’immigrazione che spera possa rafforzare gli argomenti a favore di una drastica riforma anti-immigrazione.

L’UE ha dovuto fare molta strada per riuscire a introdurre il Trattato di Lisbona, ma i benefici previsti, come una lenta crescita economica, la stabilità finanziaria o almeno una difesa e uno spazio di politica estera comuni non sono riusciti a materializzarsi prima dei duri colpi provocati dalla crisi economica e dei flussi dei rifugiati spinti dalle battaglie per la democrazia nei vicini paesi musulmani. Per questo, la fattibilità del progetto di unificazione europea è sempre più messo in discussione e queste prospettive sono tetre per le élite europee che hanno basato le loro carriere politiche sull’euro-integrazione.

La sconfitta dell’Unione Cristiano Democratica di A. Merkel nelle elezioni di marzo dello stato tedesco del Baden-Württemberg, dove la CDU è rimasta al timone per 58 anni, e il successo dell’opposizione dei verdi possono essere interpretata come un avvertimento di seri cambiamenti che stanno maturando in Europa. A novembre nella Spagna in piena difficoltà economica ci saranno elezioni anticipate che, dopo i recenti scioperi di massa, possono facilmente presagire che l’opposizione salirà al potere. Le elezioni locali e regionali tenute a maggio hanno già messo i socialisti al governo fuori dai giochi. Il rinnovo del governo è un fatto compiuto in Slovacchia, l’ultimo dei paesi dell’UE ad acconsentire al piano di salvataggio noto come European Stability Facility.

L’Europa affronterà un crash test elettorale nel 2012-2013, quando si avranno le consultazioni in Francia, Germania e Italia. In tutti i casi, i partiti di opposizione costruiranno le loro campagne su un insieme prevedibile di argomenti, tra cui l’incapacità delle vecchie élite di prevedere la crisi o di intraprendere in tempo le misure necessarie per risolverle, il collasso del multiculturalismo e l’erosione dell’identità europea e, al di sopra di tutto, la mancanza di una politica coerente nel trattare con i vicini europei, dalla Libia e i Balcani, alla Russia e all’Ucraina. I problemi potranno forse essere tollerati se presi separatamente, ma tutti insieme potranno provocare una totale trasformazione politica in Europa.

Alla fine degli anni ’90 Z. Brzezinski scrisse che, avendo assorbito gran parte dell’Europa centrale e orientale, la formalmente integrata Unione Europea si sarebbe potuta inavvertitamente evolvere in un conglomerato di nazioni-stato in perenne litigio. Giudicando dalle accese dispute tra Parigi e Roma sui rifugiati nordafricani o gli alterchi furiosi tra Ungheria, Slovacchia e Romania le cui antipatie sono evidentemente incardinate nella storia e riguardano distinte componenti nazionaliste, la previsione di Brzezinski dovrebbe essere ritenuta davvero accurata. È interessante notare che in questi giorni ci sono conflitti di intensità comparabile – che coinvolgono le fasce più attive della popolazione e sono promossi dai pervasivi social media – che si verificano all’interno dei singoli paesi. Tendenze allarmanti come la scarsa partecipazione alle urne, il radicalismo indomito e il notevole numero di euro-scettici sono venute a galla nel 2009 durante le elezioni per il Parlamento Europeo. Le conseguenti elezioni nazionali, specialmente quelle nelle nazioni scandinàve, hanno sottolineato l’ascesa del radicalismo in Europa.

Il sistema finanziario europeo, che si era ripreso a malapena dalle proteste allargate e talvolta violente, ha dovuto patire un nuovo colpo. È strano, ma questa volta non sono le agenzie di rating a creare il problema: lo shock è stato indotto dalle dichiarazioni di A. Merkel fatte in seguito alla riunione del 23 ottobre per il bail-out dell’UE. In un chiaro tentativo di raffreddare le alte aspettative dei potenziali beneficiari degli aiuti, la Merkel ne ha parlato come di sogni che non potranno mai realizzarsi. Un crollo dei mercati – iniziato in Asia, poi diffusosi in Europa – ha fatto la sua comparsa poco dopo.

La Merkel ha riferito che la ricerca per le soluzioni alla crisi del debito proseguiranno il prossimo anno, ma è probabile che col tempo questa missione verrà interrotta dai nuovi governi che non saranno obbligati a seguire gli accordi sottoscritti dai loro predecessori.

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Fonte: Europe: Change of Ruling Elites on the Horizon

23.10.2011

Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di SUPERVICE

[Dick Dastardly]

io non sono né politico né economista (non ne capisco un emerito), ma ho l'impressione che quando NON eravamo in Europa era meglio.
La banca d'italia è una filiale della bce. L'italia è uno dei fanalini di coda degli stati più potenti, la NOSTRA policita e nostra vita è decisa a migliaia di kilometri dall'Italia!

l'euro fu deciso nel 1992,siamo rientrati nei parametri nel 1997 e entrati nell'euro nel 2002.
negli ultimi vent'anni non siamo stati in grado di fare nulla per mantenerci al passo con i tempi,se cresciamo poco è perchè l'economia viene gestita in base alle stesse regole che avevamo negli anni ottanta.
da allora il mondo è cambiato ma i governi che si sono succeduti hanno pensato solo ai consensi finanziandoli con soldi pubblici e incrementando il debito,le associazioni di categoria e i sindacati passano il tempo a difendere i loro privilegi così non si è rinnovato niente.
se oggi stiamo peggio è colpa dell'incapacità della classe politica,non dell'ue o dell'euro.

[Guy Fawkes]

se oggi stiamo peggio è colpa dell'incapacità della classe politica,non dell'ue o dell'euro.

Purtroppo è così. Il peggio è che non vedo in giro politici competenti capaci di prendere in mano il timone dello Stato con una visione d'insieme della rotta, cioè del presente e del futuro: solo gente che naviga a vista, pensando al proprio consenso e quindi all'immediato della propria parte, o individui capacissimi di segnalare gli errori di rotta e di contestare i timonieri, ma incapaci di proporre una soluzione per uscire da scogli e secche.

[Dick Dastardly]

Purtroppo è così. Il peggio è che non vedo in giro politici competenti capaci di prendere in mano il timone dello Stato con una visione d'insieme della rotta, cioè del presente e del futuro: solo gente che naviga a vista, pensando al proprio consenso e quindi all'immediato della propria parte, o individui capacissimi di segnalare gli errori di rotta e di contestare i timonieri, ma incapaci di proporre una soluzione per uscire da scogli e secche.

vero.
siamo una nave nella tempesta non solo senza capitano,ma senza tutto l'equipaggio.

[Ivan]

L' Euro non è altro che il marco tedesco travestito.
Fu pensato dalla Francia mitterrandiana con la velleitaria intenzione di imbrigliare la potenza economica della Germania appena riunificata : i parametri per farne parte furono tagliati su misura per i Francesi e la loro economia, la dottrina che avrebbe sostenuto l'Euro sarebbe stata quella rigida e antinflattiva della Deutsche Bank.
Dopo circa venti anni credo si possa dire che è stato un progetto creato su fondamenta di argilla, i famosi "mercati" sono troppo crudeli per avere pietà di una moneta che non ha dietro alcun reale e decisionale potere politico ma solo il chiacchericcio di una dozzina soci male assortiti, tra loro troppo diversi o persino incompatibili.
Non è solo questione di classi politiche inadeguate.

[Grifo]

L' Euro non è altro che il marco tedesco travestito.
Fu pensato dalla Francia mitterrandiana con la velleitaria intenzione di imbrigliare la potenza economica della Germania appena riunificata : i parametri per farne parte furono tagliati su misura per i Francesi e la loro economia, la dottrina che avrebbe sostenuto l'Euro sarebbe stata quella rigida e antinflattiva della Deutsche Bank.
Dopo circa venti anni credo si possa dire che è stato un progetto creato su fondamenta di argilla, i famosi "mercati" sono troppo crudeli per avere pietà di una moneta che non ha dietro alcun reale e decisionale potere politico ma solo il chiacchericcio di una dozzina soci male assortiti, tra loro troppo diversi o persino incompatibili.
Non è solo questione di classi politiche inadeguate.

Non è solo questo.
Sull'euro si è innescata nell'89 la caduta del Muro, e quindi tutta l'ideologia mondialista partita dagli USA che si sentivano "unica superpotenza", recepita a pappagallo anche in europa. La finanza creativa, le banche sovrane, Stati e Parlamenti messi in soggezione, in sostanza "il pensiero unico".

E come ogni coalizione può anche reggere quando più o meno si va avanti, quasi impossibile quando si va indietro, perchè i più forti pretendono di mantenere le loro posizioni a danno dei soci meno forti.

Qui non è questione di pensioni a 67 anni, è questione che i famosi PIIGS devono accettare un progressivo decadimento economico e sociale, mentre le ultime ruote del carretto sono chiamate anche loro in "soccorso" dei potenti (vedi la Slovacchia che ha dovuto votare un contributo al fondo salva banche pari al 10% del proprio PIL, o la Grecia che deve tagliare gli stipendi e pensioni del 60% o l'Italia che è parametrizzata meglio di tutti ma deve abbozzare i diktat dei due sceriffi)

Quello che si è voluto dimenticare è che le economie europee sono interconnesse fin dal 1951 (CECA), se non dagli anni '30, e che chiunque è chiamato a deprimersi inevitabilmente deprime tutti gli altri.
Se lo avessero ben chiaro non si sarebbe ridotta la Grecia in questa condizione, e non si tenterebbe di ripetere l'operazione con l'Italia (è da matti, la Germania esporta più in Italia che in Cina)

Ma, come si dice, Dio acceca chi vuole perdere.

[occidentale]

l'euro fu deciso nel 1992,siamo rientrati nei parametri nel 1997 e entrati nell'euro nel 2002.
negli ultimi vent'anni non siamo stati in grado di fare nulla per mantenerci al passo con i tempi,se cresciamo poco è perchè l'economia viene gestita in base alle stesse regole che avevamo negli anni ottanta.
da allora il mondo è cambiato ma i governi che si sono succeduti hanno pensato solo ai consensi finanziandoli con soldi pubblici e incrementando il debito,le associazioni di categoria e i sindacati passano il tempo a difendere i loro privilegi così non si è rinnovato niente.
se oggi stiamo peggio è colpa dell'incapacità della classe politica,non dell'ue o dell'euro.

Vero, ma non completamente. Francia e Germania stanno meglio di noi solo apparentemente, e secondo me stanno in piedi per il momento solo grazie al fatto che nei dieci terribili anni in cui noi ci siamo svenati per entrare nell'Euro, loro hanno potuto fare riforme importanti, innestate su strutture amministrative piu' salde delle nostre. Ma adesso mostrano le prime debolezze anche le forti in apparenza, e hanno bisogno di mettere in luce le debolezze altrui per meglio occultare le loro.
E i tanto sicuri Merkel e Sarkozy lo hanno dimostrato cancellando il vertice alla notizia dell'assenza di Berlusconi. Un segnale protocollare importante.

[occidentale]

Non è solo questo.
Sull'euro si è innescata nell'89 la caduta del Muro, e quindi tutta l'ideologia mondialista partita dagli USA che si sentivano "unica superpotenza", recepita a pappagallo anche in europa. La finanza creativa, le banche sovrane, Stati e Parlamenti messi in soggezione, in sostanza "il pensiero unico".

E come ogni coalizione può anche reggere quando più o meno si va avanti, quasi impossibile quando si va indietro, perchè i più forti pretendono di mantenere le loro posizioni a danno dei soci meno forti.

Qui non è questione di pensioni a 67 anni, è questione che i famosi PIIGS devono accettare un progressivo decadimento economico e sociale, mentre le ultime ruote del carretto sono chiamate anche loro in "soccorso" dei potenti (vedi la Slovacchia che ha dovuto votare un contributo al fondo salva banche pari al 10% del proprio PIL, o la Grecia che deve tagliare gli stipendi e pensioni del 60% o l'Italia che è parametrizzata meglio di tutti ma deve abbozzare i diktat dei due sceriffi)

Quello che si è voluto dimenticare è che le economie europee sono interconnesse fin dal 1951 (CECA), se non dagli anni '30, e che chiunque è chiamato a deprimersi inevitabilmente deprime tutti gli altri.
Se lo avessero ben chiaro non si sarebbe ridotta la Grecia in questa condizione, e non si tenterebbe di ripetere l'operazione con l'Italia (è da matti, la Germania esporta più in Italia che in Cina)

Ma, come si dice, Dio acceca chi vuole perdere.

Io mi sono convinto del fatto che il decadimento dell'Europa non sia un fatto ineluttabile, ma la diretta conseguenza del nostro collegamento con la malsicura potenza americana in politica estera e delle contrastanti necessita' e aspirazioni di tutti i soci partecipanti all'Euro.