Ci risiamo, o meglio nulla cambia.
Ogni giorno dictat, direttive, imperativi, ordini.
Per tutti.
E soprattutto contro il governo e pro-globalizzazione e pro cessione della sovranità all'Europa tanto unita.
A quanto pare qualcuno finalmente ne scrive.
Era ora.
ItaliaOggi
Il presidente esce dai suoi confini
di Marco Bertoncini
Ormai non ci si fa più caso, ma gli interventi del capo dello Stato si susseguono confermando un ruolo politico del presidente che non sempre si addice alla funzione ritagliata per lui dai costituenti e smentita, a volte pesantemente, dalle intromissioni di alcuni predecessori, da Gronchi, a Pertini, a Cossiga, a Scàlfaro. L'istituzione sembra spesso cedere il passo alla politica, magari senza connotati di partito o di schieramento, ma certo con interventi che vanno di là dell'autorevole persuasione che tutti riconoscono competere all'abitatore del Colle. Che la situazione internazionale non sia gradevole per il nostro Paese, è fuor di dubbio; ma proprio per la notorietà di tali condizioni non si vede quale bisogno ci fosse, ieri, di un sollecito così esplicito come quello apparso nel comunicato del Quirinale. È parso addirittura che i virgolettati utilizzati (sulle «nuove decisioni di grande importanza») volessero rimarcare la personale responsabilità di Silvio Berlusconi in quegli aggettivi «nuove» e «grande», per tacere del richiamo esplicito alla «dichiarazione ufficiale del presidente del Consiglio», che quasi celava una sorta di riserva o di scettico dubbio sulla concretezza delle decisioni già annunciate. Indiscutibilmente il Cav, inguaiato oltre ogni dire, di tutto aveva bisogno, fuor che di sentirsi il fiato sul collo anche da parte di Giorgio Napolitano, dopo i pungoli ripetuti e insistiti che svariati personaggi europei avevano lanciato. Similmente, le consultazioni informali che il presidente della Repubblica conduce di quando in quando, come in questi giorni, odorano di preconsultazioni per una precrisi. Paiono una sorta di ricevimento dei parenti in vista della prossima dipartita del caro (o discaro) congiunto. L'antica visione notarile del capo dello Stato finisce col cedere di fronte agli spunti chiaramente politici che la sua azione sovente fornisce.