Libertà di licenziare vuol dire libertà di assumere.

[FK AZIONE SOLARE]

Indipendente da ogni ingerenza statale-ideologica il lavoro deve tornare ad essere un rapporto fra due libertà : libertà di troncare il rapporto e libertà di CERCARE ALTRI RAPPORTI con individui più affini.

Amicizia,alleanza,amore si basano tutti sul libero potere di interrompere o di riconfermare in ogni momento il rapporto, una libertà di accettazione o rifiuto o troncamento è riconosciuta a ciascun componente di ogni accordo stipulato.

Se ciò vale per il matrimonio o per l’amicizia o per l’adesione ideologica e politica, perché non dovrebbe valere nei rapporti economici.

Se si diventa liberi di licenziare (entro regole eque stabilite e riconosciute ) si diventa spontaneamente cercatori di talenti da assumere.

Ed allora accadrà che infine l’economia sarà popolata da persone che si trovano in sintonia fra loro poiché dopo molte assunzioni (e relativi troncamenti) I SIMILI SI TROVERANNO FRA LORO ed il lavoro diventerà una moltitudine di scuole d’arte e di eccellenza i cui singoli componenti saranno anche militanti convinti che amano ciò che producono.

Basterebbe trovare regole giuste che lasciano liberi ma tutelati contro ogni sfruttamento.

Ma la miglior tutela deriverebbe dal fatto che una immensa offerta di lavoro dilagherebbe inarrestabile e permetterebbe a ciascuno di trovare il lavoro più affine fra le persone più affini.

[José Frasquelo]

sì, sì come no...

[DEESNIDER]

schiavismo legalizzato. in pratica dovresti stare perennemente precario,e accettare lavoro e riduzioni sulle basi di chi te li propone,altrimenti con una scusa ti lasciano a piedi e ne prendono un'altro. ogni riferimento all'immigrazione nn è casuale.

[globulonero]

Libertà di licenziare vuol dire accettare condizioni di sfruttamento a discrezione del "padrone". E se non ti garba vieni licenziato e ne viene assunto un'altro che , scaduto uno dei contratti temporanei inventati (tipo il contratto di apprendistato con relativi vantaggi fiscali per il datore di lavoro) ti sbattono fuori e ne assumono un altro.
La libertà di licenziare esiste già con la "giusta causa", non serve inselvatichire il mercato del lavoro a tutto vantaggio dei pescicani ncav:
Ma porca vacca troia, si stanno annullando tutte le conquiste sociali raggiunte in 70/80 anni di storia .ECCHECCAZZO !iango:

PS- e se avrai la fortuna di lavoricchiare nel corso di una vita, andrai in pensione (salvo ulteriori "miglioramenti") a 67 anni
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[José Frasquelo]

Che poi libertà di licenziare non c'entra niente con la tanto agognata flessibilità, perché ci pensano già la durata e le condizioni del contratto a sancirla.

[Il Dandi]

A me tutta sta libertà mi lascia perplesso. La libertà (nel lavoro, nei rapporti umani, nella società in generale) è l'alibi per creare il caos in molte situazioni.
Non vedo nulla di positivo nel liberalizzare i licenziamenti, tanto più che non mi pare si sia in un momento in cui l'occupazione è alle stelle e assumono quintalate di persone ogni giorno. Perdere un lavoro significa con molta probabilità rimanere a casa per mesi, addirittura per anni.

[Antonio]

La leggenda che in Italia nessuno viene licenziato va smascherata.
Capisco che magari nella Pubblica Amministrazione è più difficile, ma nel privato si licenzia a rotta di collo.
Certo, se i padroni vogliono licenziare gratis et amore dei...

La tanto agognata (dalle aziende) flessibilità dovrebbe essere declinata secondo il seguente paradigma:
il lavoratore flessibile deve costare di più e guadagnare di più rispetto ad un lavoratore a tempo indeterminato.
Perchè? Perchè il lavoratore deve avere la possibilità di scegliere se guadagnare di più, rischiando di più... e la azienda deve avere la libertà di assumere personale magari per un periodo ristretto, pagandole però di più dei lavoratori abituali.

Perchè i padroni non accettano questo semplicissimo ragionamento di buonsenso?

[José Frasquelo]

sono d'accordo con te Antonio, però questa terminologia veteromarxista non si può leggere. Se stiamo ancora ai padroni e ai proletari vuol dire che non si è capito nulla.

[eq...]

Secondo me, in questo contesto, le scelte si collocano sempre nella dicotomia fra:

- prolungare l'agonia del sistema con il rischio di non riuscire a ripartire alla sua morte;
- uccidere il sistema e tentare di salvare il salvabile.

I licenziamenti facili vanno nella direzione dell'uccidere il sistema, ma con una morte violenta, rendendo improbabile la possibilità di salvare qualcosa, in questo senso quindi come prospettiva per il futuro la scelta è indifferente.

Cmq sia vi faccio notare che la retorica del padrone cattivo è un prodotto di questo sistema.

[eq...]

Perdere un lavoro significa con molta probabilità rimanere a casa per mesi, addirittura per anni.

Penso che questo sia dovuto al fatto che l'economia va male.

Ritengo che in condizioni normali, rendere più facili i licenziamenti farebbe andare meglio l'economia, ma purtroppo non siamo in condizioni normali, quindi questo provvedimento sarà ininfluente sul nostro andare a rotoli, al massimo sposterà un po' modalità e tempistica.