Pagina 27 di 27 PrimaPrima ... 172627
Risultati da 261 a 262 di 262
  1. #261
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,747
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,097
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Rif: La Grecia indice il REFERENDUM

    Citazione Originariamente Scritto da Midìl Visualizza Messaggio
    Ovviamente non era mia intenzione dipingere gli svizzeri come un popolo di sanguinari, ed infatti ho citato la Guerra del Sonderbund non come esempio della bellicosità elvetica, ma come passaggio attraverso cui si è giunti all'attuale Svizzera, che non è nata improvvisamente, così come la vediamo oggi, ma attraverso un lungo e talvolta sofferto percorso storico.
    Mi è stato però fatto notare, in risposta, che l'Europa ha conosciuto molte più guerre e molto più cruente di quelle vissute dalla Svizzera. Questo è vero, ma il punto non è quanti morti o quanti conflitti, ma il fatto che la Guerra del Sonderbund è parte integrante del cammino elvetico da confederazione (o quello che era) a federazione. Cammino che l'Europa, in modo incerto e lentissimo, sta tentando, da oltre sessant'anni, di compiere.
    Peraltro, non mi sembra molto sensato valutare la storia della UE da 1847, quasi come se già esistesse, e poi contare le guerre successive, perché l'UE all'epoca non c'era (anche se c'erano già gli europeisti), e la guerra franco-prussiana o le guerre balcaniche, sono parte della storia continentale, ma non parte diretta del processo di "federazione" europea, cosa che invece è stata la Guerra del Sonderbund per la Svizzera.
    Che poi io sarei a favore di una resa dei conti molto civile (cioè puramente politica), tra stati europei federalisti e sovranisti. Un pacifico e risolutivo chiarimento, una volta per tutte, con i primi lasciati liberi di proseguire la strada verso la federazione, mentre i sovranisti potrebbero proseguire su una strada diversa, autonoma, senza essere assolutamente obbligati a far parte della federazione, a cui potrebbero sempre unirsi in un secondo momento.

    Saluti.

    Midìl
    L'avevo capito. La mia intenzione, invece, era far notare come la situazione fosse decisamente mutata, e che se una volta certe questioni venivano decise anche con le armi, oggi si preferisce far capo ad altri metodi.
    Certo è che, se nell'UE si verificasse una situazione simile a quella del Sonderbund (una lega separata di Stati che cerca l'alleanza di una Potenza esterna per rovesciare i processi politici interni) la guerra potrebbe esplodere lo stesso. Ma non credo ci si arriverebbe, specialmente vedendo gli avvenimenti delle ultime settimane.

  2. #262
    Forumista storico
    Data Registrazione
    08 Sep 2009
    Messaggi
    35,747
     Likes dati
    0
     Like avuti
    19,097
    Mentioned
    316 Post(s)
    Tagged
    8 Thread(s)

    Predefinito Rif: La Grecia indice il REFERENDUM

    Se l'UE ha paura della democrazia
    Moreno Bernasconi

    Dopo la nomina a primo ministro greco di Lucas Papademos, ex vicedirettore della Banca centrale europea, c'è chi è convinto che governi tecnici diretti da ex burocrati dell'UE nei Paesi della zona euro gravati da debiti stratosferici siano un valido rimedio. Oggi in Grecia Papademos, domani Mario Monti in Italia e via di questo passo. Se questa soluzione può forse sembrare giustificata a breve termine, in forza del principio «a mali estremi estremi rimedi», non può sfuggire il fatto che tutto ciò rappresenta un brutto segnale per la democrazia e la sovranità degli Stati all'interno dell'Unione europea. Un segnale che mette a nudo errori e lacune dell'UE che non possono essere colmati mettendo la testa sotto la sabbia e rafforzando per l'ennesima volta la governance di tipo burocratico e senza legittimazione democratica che regge da sempre l'UE. Gli errori sono sostanzialmente due:
    1. Aver creduto che il cosiddetto modello Monnet (l'approfondimento dell'Unione si fa a marce forzate tra le locomotive, gli altri seguono comunque o per forza) potesse funzionare anche in un'Unione europea allargata
    2. Aver creduto che anticipare l'Unione monetaria avrebbe automaticamente favorito la nascita di un'Unione politicoistituzionale e finanziaria.
    Ci voleva la crisi acuta del debito (non solo in Grecia e in Italia) per accorgersi delle conseguenze di questi errori. Per capire che l'Unione monetaria comporta certo grandi vantaggi per tutti i membri quando le cose vanno bene, ma anche alti costi per tutti quando le cose vanno male. Costi il cui pagamento può seriamente rimettere in discussione le basi stesse su cui poggia il sistema e la solidarietà fra partner in seno all'UE. Senza gli errori summenzionati, se i cittadini europei avessero avuto la possibilità di pronunciarsi secondo modalità democratiche estese su quale modello di Unione volevano (un compiuto Stato federale oppure una Confederazione di Stati e con quali - eventuali - limitazioni della sovranità fiscale e finanziaria nazionale) oggi gli Stati e i cittadini europei non si troverebbero confrontati con la prospettiva di una governance burocratica rafforzata priva di un'adeguata legittimazione politica.
    Qualcuno commenterà: «Chi è fonte del suo mal pianga se stesso». Dirà che il problema riguarda soprattutto i Paesi che non hanno fatto i compiti, che hanno truccato le carte prima e dopo l'entrata nell'euro, che non sanno prelevare le tasse (o non vogliono o non sanno pagarle per retrivi retaggi culturali). E benvengano quindi commissariamenti, tutele e limitazioni dall'alto della sovranità. Un'osservazione inaccettabile per principio, poiché una limitazione di sovranità è legittima soltanto se basata su regole condivise e approvate da istituzioni democratiche compiute. Inaccettabile anche perché oggi a dover pagare gli errori passati dell'UE e dell'Eurozona non sono solo quelli che non hanno fatto i compiti, bensì anche quelli che li hanno fatti (Germania in primis). Nei giorni scorsi, praticamente tutti si sono stracciati le vesti quando Papandreou ha chiesto un referendum, vale a dire la legittimazione popolare, sul piano di salvataggio deciso al vertice dell'Eurozona. Ma qualcuno ha riflettuto su cosa significa per i cittadini tedeschi, francesi, olandesi e via di seguito, che devono por mano al portafoglio? Non credo che basti agitare lo spauracchio di una crisi devastante per tutti per rabbonire cittadini che hanno lavorato duro e pagato le tasse per anni nei loro Paesi.
    Chi vagheggia da sempre un'Unione europea fortemente centralizzata dirà che non tutti i mali vengono per nuocere: specula sul fatto che l'Unione fiscale europea e una perdita sostanziale della sovranità finanziaria (vale a dire della sovranità tout court) potrà finalmente essere raggiunta sotto la pressione-ricatto della crisi (in tempo di guerra le limitazioni della democrazia sono più facili da far digerire).
    La crisi del debito evidenzia ancora una volta il peccato originale di questa Unione europea, vale a dire il suo deficit democratico. A dispetto dei proclami iscritti nei trattati fondatori e anche dei suoi aggiornamenti - che evocano principi come quello della sussidiarietà - l'UE resta un'entità monca di istituzioni politiche compiutamente democratiche, cui supplisce la burocrazia della Commissione e dei suoi Commis nei diversi gremi della governance. A questo si aggiunge un'Unione monetaria fra buona parte degli Stati membri i cui meccanismi e organi si sono dimostrati incapaci di prevenire e reggere l'urto di crisi finanziarie acute. I nodi del deficit democratico vengono quindi al pettine e appaiono alla luce del sole anche le modalità con cui l'aggiornamento dei trattati e i meccanismi di governance dell'UE promossi negli ultimi anni hanno tentato non già di superarlo ma di obliterarlo. Il nodo finanziario e fiscale è sempre una cartina di tornasole del rispetto della sovranità degli Stati (non per nulla è essenziale per il funzionamento anche del federalismo elvetico). Quando l'autonomia finanziaria e fiscale di un Paese viene messa sotto tutela, la sovranità tout court del Paese ne risente e i Governi nazionali diventano semplici cinghie di trasmissione delle burocrazie centrali.
    Ciò che deve far riflettere non è tanto il fatto che un modello di stampo più centralistico (assolutamente legittimo) potrebbe eventualmente imporsi su un altro modello di stampo più confederale (altrettanto legittimo). E non sta certamente alla Svizzera calare sentenze, visto che ha preferito starsene fuori. Non si può tuttavia non essere dispiaciuti del fatto che le strutture politico-istituzionali e finanziarie dell'UE rischiano di imporsi sotto il diktat di una crisi senza che i cittadini europei abbiano scelto e approvato con ampia legittimazione democratica le compiute strutture politico-istituzionali che preferiscono.
    Comunque, a giudicare da quanto avviene nelle piazze non solo di Atene e di Roma ma di tutta Europa, non si può certo dire che «Tout va très bien, Madame la Marquise...».
    CdT.ch - Corriere del Ticino

 

 
Pagina 27 di 27 PrimaPrima ... 172627

Discussioni Simili

  1. Referendum Grecia in Italia
    Di Gualerz nel forum Il Termometro Politico
    Risposte: 11
    Ultimo Messaggio: 04-11-11, 15:18
  2. Grecia: sarà referendum
    Di Rasputin nel forum MoVimento 5 Stelle
    Risposte: 23
    Ultimo Messaggio: 04-11-11, 13:54
  3. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-01-09, 20:09
  4. Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 01-01-09, 20:08
  5. Risposte: 12
    Ultimo Messaggio: 28-06-08, 14:41

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito