DI LEONARDO FACCO
Notizia ferale: “Il cavaliere pensa a misure choc. Tra le ipotesi, patrimoniale e prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani”. Tutto ciò, non è apparso su il “Taccuino di Vidigulfo”, ma sul “Corriere della Sera”.
Un brivido mi è corso lungo la schiena. Ho contato fino a dieci e poi ho deciso di scrivere queste quattro righe.
Facciamo un passo indietro. La storia ci insegna che un tale bandito di nome Giuliano Amato, nel non così lontano 1992, ci rapinò del 6 per mille di quanto possedevamo in banca. Era una notte di mezza estate. Il losco figuro che fu strettissimo collaboratore di Bettino Craxi – detto il cinghialone, pluricondannato e latitante (dimmi con chi vai e ti dirò chi sei) – da un annetto circa verga, sui giornali più “prestigiosi” d’Italia, articolesse in cui predica l’esproprio coatto della ricchezza che – a differenza di quanto fa lo Stato – abbiamo risparmiato negli anni. Il malfattore, che i leccapiedi italici chiamano rispettosamente “dottor sottile” – ritiene che fottere 30.000 euro ad ogni cittadino non sarebbe uno scandalo, anzi: riporterebbe il debito pubblico ben sotto la soglia del 100% (all’80% per l’esattezza), giusto per permettere ai suoi sodali di casta di tornare a sperperare. Una sequela di compari suoi (tutti parassiti) ha anche applaudito.
Amato e Berlusconi si sono sentiti ieri per una chiacchierata. La prova arriva da questa frase del Berlusca, riportata sempre sul “Corsera”: “Mi hanno detto di fare come Amato”. Faceva prima a dire che glielo aveva detto “sir biss” stesso…
Probabilmente, verso sera sapremo cosa uscirà dal gabinetto di Berlusconi. No, non dal cesso del cavaliere (dove se non Ruby non accedi), ma dal Consiglio dei ministri che sta decidendo quale altra legnata rifilarci per accontentare i colleghi parassiti dell’Unione europea.
Personalmente, ritengo che sia molto più probabile che il coniglio che estrarranno dal cilindro sia la “tassa sui patrimoni”. Qualora, dovesse – invece – trattarsi del prelievo forzoso dai nostri conti correnti (che sarà certamente retroattivo, come insegna l’esperienza del ’92) invito tutti alla mobilitazione.
Che fare? Oltre a scendere per strada con un cipiglio incazzoso e qualche cartello eloquente, sarei propenso ad organizzarci per:
1- Ritirare dai conti correnti tutta quella parte di denaro che non viene utilizzato per le spese quotidiane, siano esse aziendali o familiari
2- Attivarsi – magari insieme agli amici di “Veneto Stato”, che due settimane fa han portato 30 imprenditori in Slovenia ad aprire là i loro conti correnti, cosa del tutto legale e meno costosa – per contattare banche straniere al di fuori dai confini di questo paese di “pulcinella e mafiosi”;
3- Organizzare azioni di disubbidienza civile e resistenza fiscale corrispondenti all’importo che, eventualmente, deruberanno dai nostri conti.
Per ulteriori idee, qui sotto avete tutto lo spazio che volete per scrivere.
Coloro che rimarranno impassibili anche stavolta, che la miseria li colga!
ATTACCO AI CONTI CORRENTI | Movimento Libertario