Dopo la fuoriuscita dalla maggioranza di diversi deputati, il Governo Berlusconi è ufficialmente finito.
Per molti è una liberazione e una gioia, per altri, come il sottoscritto, è l'amara conclusione di una parabola politica che doveva finire diversamente.
Tuttavia, bisogna ammetterlo: Berlusconi se l'è cercata.
Ieri sera poteva approvare un decreto urgente contenente tutte le norme necessarie per una Svolta con la "s" maiuscola.
Poteva varare un Manifesto di liberalizzazioni e privatizzazioni.
Il tutto si è ridotto a un minuscolo e patetico emendamento alla Legge di stabilità.
Insomma, sia pure bloccato da veti e condizionato dai numeri, Berlusconi aveva la possibilità di concludere la sua carriera con un colpo d'ala, un estremo tentativo di modernizzazione dell'Italia.
Non lo ha fatto - forse voleva, ma non ci è riuscito ed è questo che conta - e ora ne subirà le conseguenze: una fine ingloriosa fra la polvere.
Ahimè, Berlusconi per il sottoscritto ha rappresentato assieme la Speranza (tradita) e la Delusione.
Peccato, davvero un gran peccato.
Cinicamente parlando, ora al PDL (o quello che ne rimarrà dopo la grande fuga dei deputati pronti a salire sul carro del Terzo Polo) conviene non già chiedere nuove elezioni - pura follia nel momento economico attuale, e a Finanziaria non ancora approvata - ma assistere alla nascita di un esecutivo composto da PD, IDV, UDC, FLI ed ex-PDL.
Cinicamente parlando, al PDL conviene gridare al ribaltone, opporsi strenuamente nelle Aule ad un governo tecnico o di transizione formato da chi ha perso le elezioni.