Genova, la pioggia uccide sei donne.
Le colpe del sindaco PD e della Protezione civile
" Vergogna, vergogna, vattene a casa, dimissioni",
poi "Qui non sei su Facebook , qui siamo nel tempo reale" e ancora "
È offensiva e vergognosa la mancanza della benchè minima autocritica da parte del sindaco".
L'acqua non cade più a Genova ma, al suo posto, piovono urla, insulti e polemiche al sindaco della città messa in ginocchio da un violento nubifragio che ha provocato sei vittime. All'indomani della tragedia è tempo di polemiche nel capoluogo ligure. Tutti contro il sindaco Marta Vincenzi. Perchè, secondo i genovesi, "si trattava di una catastrofe annunziata" e non riescono a perdonare al primo cittadino la leggerezza con cui è stata affrontata la situazione. Primo fra tutti la responsabilità di aver lasciato aperte scuole e uffici: e infatti due delle sei vittime - una mamma e una sorella - sono morte proprio perchè si stavano recando presso gli istituti scolastici a prendere i loro bimbi.
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Ma i dubbi e le responsabilità si estendono anche sulla protezione civile. Se le accuse mosse al sindaco sono per aver sottovalutato il pericolo, a maggior ragione ci si domanda dove fosse, in tutto questo, la protezione civile. Non ci voleva un indovino per capire che la zona era altamente a rischio. Eppure, nonostante quello che la scorsa settimana era accaduto alle Cinque Terre e in Lunigiana, il pericolo è stato sottovalutato.
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