Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima
Risultati da 1 a 10 di 12
  1. #1
    brescianofobo
    Data Registrazione
    05 Mar 2002
    Località
    Bergamo, Italy
    Messaggi
    138,931
     Likes dati
    3,226
     Like avuti
    13,036
    Mentioned
    2604 Post(s)
    Tagged
    7 Thread(s)

    Predefinito Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011 - Corriere della Sera

    Aumento del 35,5% in due anni, edilizia e commercio pagano maggiormente il conto

    Il rapporto
    Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011
    Aumento del 35,5% in due anni, edilizia e commercio pagano maggiormente il conto
    MILANO – Lo scontrino della crisi nel 2011 fa registrare circa 9mila imprese fallite in nove mesi. Come dire: quasi mille al mese, poco più di 30 ogni giorno. Parlare di doppia spirale recessiva, dopo il biennio post-Lehman, sembra non più temerario (d'altronde anche la prima azione di Draghi alla Bce con l'abbassamento dei tassi di interesse interbancari di 25 punti base avvalora l'ipotesi di una “lieve recessione” in atto). Con l'inevitabile conseguenza dell'avvio di procedure di cassa integrazione per i dipendenti e l'aumento degli “incagli” e degli insoluti per le banche, che non vedono più restituirsi il denaro prestato. Senza contare il montante delle imprese in concordato preventivo, l'ultima ratio prima del default vero e proprio.
    LO STUDIO – Scrive Crisis D&B, la società del gruppo Crif specializzata nelle informazioni di carattere creditizio, che da gennaio a settembre 2011 sono state 8.566 le imprese che hanno portato i libri in tribunale, perché impossibilitate a pagare fornitori e dipendenti. Un aumento dell'8,7% rispetto allo stesso periodo del 2010, persino del 35,5% rispetto al 2009, quando la crisi sembrava aver toccato il suo apice. E non sorprende che a pagare il conto maggiore sia stata la Lombardia (1.872 procedure concorsuali), la cui vocazione imprenditoriale non ha eguali nel Paese ed è quindi quella deputata a soffrire di più in caso di avvitamento dell'economia. La seguono Lazio e Veneto con circa la metà dei casi, una principalmente orientata al mercato dei servizi, l'altra incentrata sulle pmi e sul manifatturiero.
    LE CAUSE – Dice Marco Preti, amministratore delegato di Crisis D&B, che il problema è anche di ordine culturale e riguarda una non adeguata strutturazione delle imprese sul fronte del risk management: «Sta diventando fondamentale – dice – che le imprese adottino efficaci politiche di gestione del rischio, consentendo loro di conoscere in maniera più approfondita i partner con i quali instaurano rapporti commerciali». Certo, spesso, l'affidabilità creditizia dei potenziali clienti dovrebbe essere accertata (per esempio la pubblica amministrazione locale e centrale) eppure è proprio qui che si gioca molta della competitività del sistema-Paese. È sul terreno della puntualità dei pagamenti (ormai dilatati anche tra privati e privati, per effetto di un perverso meccanismo di posticipazione dei crediti che ritarda anche l'ipotesi di investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle imprese) che si può almeno limitare un conto così amaro alla cassa.

    I SETTORI – A soffrire di più il comparto della costruzione di edifici (più di mille aziende edili hanno dichiarato default nel 2011). Non fa più da traino, evidentemente, anche tutto il mercato del sub-appalto. Non riducono l'entità dello smottamento neanche gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (che pur avevano attenuato la perdita di utili derivante dalla asfittica domanda di nuove abitazioni per colpa di un potere d'acquisto sempre minore da parte delle famiglie). Rimasto ai margini il piano-Casa presentato più volte dal governo per renderlo più appetibile, è forse giunta l'ora di interrogarsi su politiche di social housing capaci di far da volano al settore?
    lo rimpiangerete, Renzi, KOGLIONI

  2. #2
    Generalfeldmarschall
    Data Registrazione
    24 Dec 2010
    Messaggi
    16,814
     Likes dati
    2,899
     Like avuti
    2,731
    Mentioned
    609 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    però i ristoranti vanno a gonfie vele

  3. #3
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    12 Feb 2008
    Messaggi
    20,157
     Likes dati
    73
     Like avuti
    4,685
    Mentioned
    5 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Con questo livello di tasse.
    Dannato Barone Rosso.

  4. #4
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    04 Apr 2009
    Messaggi
    13,319
     Likes dati
    582
     Like avuti
    1,458
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Citazione Originariamente Scritto da morfeo Visualizza Messaggio
    Con questo livello di tasse.
    e come fai a mantenere le regioni a statuto speciale altrimenti?
    I "sud tirolesi":"Noi non ci sentiamo padani perché abbiamo un patrimonio genetico basato sulla legalità, sulla convivenza, sul rispetto delle diverse tradizioni culturali purché non lesive della libertà altrui..."

  5. #5
    Forumista esperto
    Data Registrazione
    03 Dec 2010
    Messaggi
    25,106
     Likes dati
    55
     Like avuti
    7,880
    Mentioned
    88 Post(s)
    Tagged
    1 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Citazione Originariamente Scritto da morfeo Visualizza Messaggio
    Con questo livello di tasse.
    Già ...infatti falliscono soprattutto quelle edili e commerciali dove notoriamente abbiamo al maggiore evasione ..
    L'idea che falliscano perchè la gente ha sempre meno soldi in tasca per acquistare (riforma fiscale annunciata nel 1994 e MAI attuata) e posti di lavoro sicuri in modo da poter fare investimenti a lungo termine (revisione art 8 e continuo martellamento sull'art 18) non vi passa neanche dall'anticamera del cervello vero?... su andate avanti a legger le balle del "il giornale" e a credere ai proclami in cui per decreto la gente è sempre ricca .. vi aspetto al risveglio fra qui e poco :sofico:

  6. #6
    Forumista storico
    Data Registrazione
    09 Feb 2005
    Messaggi
    35,527
     Likes dati
    32
     Like avuti
    2,766
    Mentioned
    20 Post(s)
    Tagged
    2 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    se il pdl+lega sono ancora al 35% vuol dire 11 mila fallimenti sono niente

    dovevano fallire almeno 200 mila

  7. #7
    Moderatore
    Data Registrazione
    05 Apr 2009
    Località
    Portovenere e La Spezia
    Messaggi
    53,793
     Likes dati
    10,785
     Like avuti
    7,247
    Mentioned
    204 Post(s)
    Tagged
    4 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    La situazione è complessa e servono nuovi modelli matematici.

    Non ideologici ma matematici.

    L'economia come l'abbiamo vista fino a adesso è essenzialmente di due tipo :

    * stabile cioè un sistema immutato che produce cio che gli serve
    * espansiva un sistema che vive sembra conquistando nuovi mercati

    Nel primo caso è stata l'econmia cinese per millenni, cioè un sistema abbastanza stabile in cui una nazione enorme viveva sul suo immenso territorio senza grandi sconvolgimenti, e rivoluzioni tecnologiche.

    Solo cicliche guerre civili o invasioni straniere riducevano la popolazione anche di un fattore 2 o 3, per poi ripartire con la solita crescita lenta ma costante.

    L'economia espansiva è invece un economia in cui ogni generazione se non addirittura ogni decade trova una rivoluzione tecnologica e quindi la necessità di espandere nuovi mercati.

    L'economia occidentale del XX secolo è stata molto espansiva, le nazioni europee dovevano aggredire nuovi mercati, allora hanno fatto cio, prima con la corsa coloniale, poi con due guerre mondiali e infine con il mercato del consumo, dagli anni 60 ad oggi.

    Cio che è accaduto è che l'industria europea ha finalmente prodotto per il consumo interno, per le case degli europei (e americani).

    Altre al consumo un'altro grande spazio di crescita era lo stato, il new deal roosveldiano, lo stato spendeva per fare opere pubbliche e dava da lavorare.

    Oggi con i debiti pubblici arrivati a livelli da paura cio non è più possibile, e la crisi del consumo e la crisi del pubblico, hanno tolto fiato alle nostre aziende.

    A mettere la ciliegina sulla torta è arrivato il capitalismo asiatico.

    Un capitalismo che tendeva ad esportare, tenere basse le paghe e concorere con le industrie europee e americane, ma dando meno importanza al mercato interno.

    Cosa può accadere ora ?

    Che ci vengono tolti i mercati interni dalla concorrenza asiatica e allo stesso tempo esportiamo estremamente meno in Asia, diveniamo più poveri e non sosteniamo la domanda.

    L'unica soluzione è che l'Asia alzi i salari consentendo ai suoi operai di sostenere la domanda, permettendo agli europei di uscire dalla crisi.


    Soviet made shit


  8. #8
    Giusnaturalista
    Data Registrazione
    04 Apr 2009
    Località
    Giudicato di Cagliari
    Messaggi
    15,648
     Likes dati
    4,698
     Like avuti
    3,818
    Mentioned
    6 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Citazione Originariamente Scritto da brunik Visualizza Messaggio
    Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011 - Corriere della Sera

    Aumento del 35,5% in due anni, edilizia e commercio pagano maggiormente il conto

    Il rapporto
    Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011
    Aumento del 35,5% in due anni, edilizia e commercio pagano maggiormente il conto
    MILANO – Lo scontrino della crisi nel 2011 fa registrare circa 9mila imprese fallite in nove mesi. Come dire: quasi mille al mese, poco più di 30 ogni giorno. Parlare di doppia spirale recessiva, dopo il biennio post-Lehman, sembra non più temerario (d'altronde anche la prima azione di Draghi alla Bce con l'abbassamento dei tassi di interesse interbancari di 25 punti base avvalora l'ipotesi di una “lieve recessione” in atto). Con l'inevitabile conseguenza dell'avvio di procedure di cassa integrazione per i dipendenti e l'aumento degli “incagli” e degli insoluti per le banche, che non vedono più restituirsi il denaro prestato. Senza contare il montante delle imprese in concordato preventivo, l'ultima ratio prima del default vero e proprio.
    LO STUDIO – Scrive Crisis D&B, la società del gruppo Crif specializzata nelle informazioni di carattere creditizio, che da gennaio a settembre 2011 sono state 8.566 le imprese che hanno portato i libri in tribunale, perché impossibilitate a pagare fornitori e dipendenti. Un aumento dell'8,7% rispetto allo stesso periodo del 2010, persino del 35,5% rispetto al 2009, quando la crisi sembrava aver toccato il suo apice. E non sorprende che a pagare il conto maggiore sia stata la Lombardia (1.872 procedure concorsuali), la cui vocazione imprenditoriale non ha eguali nel Paese ed è quindi quella deputata a soffrire di più in caso di avvitamento dell'economia. La seguono Lazio e Veneto con circa la metà dei casi, una principalmente orientata al mercato dei servizi, l'altra incentrata sulle pmi e sul manifatturiero.
    LE CAUSE – Dice Marco Preti, amministratore delegato di Crisis D&B, che il problema è anche di ordine culturale e riguarda una non adeguata strutturazione delle imprese sul fronte del risk management: «Sta diventando fondamentale – dice – che le imprese adottino efficaci politiche di gestione del rischio, consentendo loro di conoscere in maniera più approfondita i partner con i quali instaurano rapporti commerciali». Certo, spesso, l'affidabilità creditizia dei potenziali clienti dovrebbe essere accertata (per esempio la pubblica amministrazione locale e centrale) eppure è proprio qui che si gioca molta della competitività del sistema-Paese. È sul terreno della puntualità dei pagamenti (ormai dilatati anche tra privati e privati, per effetto di un perverso meccanismo di posticipazione dei crediti che ritarda anche l'ipotesi di investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle imprese) che si può almeno limitare un conto così amaro alla cassa.

    I SETTORI – A soffrire di più il comparto della costruzione di edifici (più di mille aziende edili hanno dichiarato default nel 2011). Non fa più da traino, evidentemente, anche tutto il mercato del sub-appalto. Non riducono l'entità dello smottamento neanche gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici (che pur avevano attenuato la perdita di utili derivante dalla asfittica domanda di nuove abitazioni per colpa di un potere d'acquisto sempre minore da parte delle famiglie). Rimasto ai margini il piano-Casa presentato più volte dal governo per renderlo più appetibile, è forse giunta l'ora di interrogarsi su politiche di social housing capaci di far da volano al settore?


    Già, un troiaio sto governo. Ma vedrete che gol governo Vendola, che durerà 5 anni si sicuro, ci sarà una rinascita nazionale senza precedenti e il PIL aumenterà ogni anno del 6/7 per cento.
    Tu ne cede malis, sed contra audentior ito, quam tua te Fortuna sinet.


  9. #9
    email non funzionante
    Data Registrazione
    15 Jul 2011
    Località
    vicino Parma
    Messaggi
    750
     Likes dati
    0
     Like avuti
    3
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Citazione Originariamente Scritto da Milanista Visualizza Messaggio
    però i ristoranti vanno a gonfie vele
    Quelli che frequenta lui sicuramente, mica va in pizzeria.
    E' chiaro che nei ristoranti per ricconi non c'è crisi. I ricconi sono rimasti ricconi.

  10. #10
    email non funzionante
    Data Registrazione
    15 Jul 2011
    Località
    vicino Parma
    Messaggi
    750
     Likes dati
    0
     Like avuti
    3
    Mentioned
    1 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Rif: Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011

    Citazione Originariamente Scritto da JohnPollock Visualizza Messaggio
    Già, un troiaio sto governo. Ma vedrete che gol governo Vendola, che durerà 5 anni si sicuro, ci sarà una rinascita nazionale senza precedenti e il PIL aumenterà ogni anno del 6/7 per cento.
    Un minimo sindacale di buonsenso e coscienza critica mai vero?
    Basta nascondersi dietro ad un dito, tirando fuori i comunisti cattivi dal cilindro per nascondere le malefatte di Berlusconi.
    Mi sembra di sentire Feltri ieri sera dalla Gruber.
    I comunisti al governo non li vorrei nemmeno io, ma affermo senza problemi che questo governo è stato uno dei peggiori della storia repubblicana.
    Questo doveva essere un governo liberale, che doveva fare grandi riforme che non ha fatto.
    E' dal 2008 che si occupa dei casi giudiziari personali del premier. Non ha fatto riforme, non ha fatto innovazione, non ha fatto una benemerita mazza, e i risultati sono che stiamo fallendo.

 

 
Pagina 1 di 2 12 UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Crisi di governo e pagamenti PA alle imprese
    Di Occam nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 3
    Ultimo Messaggio: 14-03-13, 10:15
  2. Con la ricerca, per le imprese, contro la crisi
    Di MaRcO88 nel forum Sinistra Italiana
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 05-02-13, 18:32
  3. Crisi, quasi 9mila imprese fallite nel 2011
    Di Zeitgeist nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 08-11-11, 12:15
  4. Risposte: 87
    Ultimo Messaggio: 04-05-10, 21:29
  5. Crisi aviaria e aiuti alle imprese
    Di Silvioleo nel forum Politica Nazionale
    Risposte: 31
    Ultimo Messaggio: 26-02-06, 19:04

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito