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Discussione: Dopo i ballottaggi

  1. #1
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Dopo i ballottaggi

    Il Carroccio: "A Milano il Pdl arranca, rivedere la giunta Moratti"
    Alla Provincia Bossi vuole tre assessori e la vicepresidenza


    Nord, la Lega esulta
    e prenota tre Regioni


    di RODOLFO SALA

    http://www.repubblica.it/2009/06/sez...a-regioni.html

    MILANO - Dalla Laguna fin sotto la Madonnina, passando per tutto il Nord. La Lega rivendica innanzitutto a se stessa le vittorie elettorali del centrodestra e va all'incasso. "Siamo determinanti, vogliamo di più", dicono i colonnelli bossiani. A Milano è assedio a Letizia Moratti, ritenuta tra i responsabili della performance poco brillante ottenuta in città dal nuovo presidente della Provincia Guido Podestà, che ha vinto solo grazie al traino dell'hinterland (dove la Lega è più forte). E in vista delle regionali dell'anno prossimo, la Lega torna ad alzare la voce: non le basta più la presidenza del Veneto, adesso è lo stesso Roberto Calderoli a prenotare la guida di almeno tre Regioni.

    A Milano il Pdl fa quadrato attorno al sindaco, e tenta come può di respingere l'assalto dei leghisti che vogliono più potere in giunta e la testa di alcuni assessori molto vicini alla Moratti. È una difesa d'ufficio resa indispensabile anche dal gelido commento di Bossi ai risultati delle provinciali: "A Milano non ha vinto nessuno". La replica della Moratti è secca: "L'analisi del voto, soprattutto nelle grandi città, va fatta sui risultati del primo turno, e due settimane fa Podestà ha vinto, anche in città; sarebbe meglio abolire i ballottaggi". E mentre Filippo Penati guarda alle comunali del 2011 ("Si é aperta la caccia alla Moratti, anzi adesso è lei a dover inseguire"), interviene il vicesindaco Riccardo De Corato, ex An. Ma per bacchettare gli alleati del Carroccio: "È comprensibile che il centrosinistra, colpito dalla sconfitta, cerchi un appiglio per consolarsi; ma non si capisce l'attacco della Lega, che spara a zero e in modo del tutto ingiustificato sul sindaco e sulla giunta comunale di cui peraltro fa parte". Poi la staffilata: "Nessuna preoccupazione per il Pdl, che a Milano, già alle europee, ha segnato una crescita dello 0,3 per cento, a differenza della Lega che invece ha perso lo 0,6".

    Che tra gli alleati di giunta stiano volando gli stracci lo conferma anche il comunicato a quattro mani diffuso dal capogruppo in Comune del Pdl Giulio Gallera e dal suo vice Carlo Fidanza: "Per la serenità degli amici della Lega, non c'è da giocare sul risultato di Milano città per richiedere spazi e ruoli, ma da condividere le responsabilità del governo cittadino". Poi Podestà: "Non addossiamo delle responsabilità alla Moratti, che si è anche molto spesa in campagna elettorale". Sarà un caso, però il primo incontro del neopresidente della Provincia, in vista della formazione della giunta, è stato proprio, ieri sera, con il plenipotenziario della Lega a Milano, Matteo Salvini. La richiesta a Podestà è secca: tre assessorati, la vicepresidenza della giunta e la presidenza del consiglio provinciale. Altrettanto quella al sindaco: "Se Berlusconi sta rifondando il Milan, la Moratti può rivedere la sua giunta, due o tre innesti non sarebbero male".

    Poi c'è il Veneto, dove i candidati leghisti hanno fatto scintille, più di quelli del Pdl (com'è successo a Padova con la sconfitta del pidiellino Marco Marin, tra l'altro alleato al secondo turno con l'Udc. "La valanga verde - taglia corto la neo parlamentare europea della Lega Mara Bizzotto - ha espugnato anche roccaforti rosse come Venezia e Belluno. Questo è sicuramente il viatico migliore per avere un governatore leghista in Veneto: come ama dire Bossi, il popolo apprezza i nostri uomini e le nostre donne". E li apprezzerà, come dice Calderoli, anche in Lombardia e in Piemonte.

    24 giugno 2009
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  2. #2
    Mé rèste ü bergamàsch
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    Predefinito Riferimento: Dopo i ballottaggi

    Deserto rosso dal Ticino a Trieste

    Lombardia e Nordest che producono il 34% del Pil diventano zona «no left»

    http://www.corriere.it/politica/09_g...4f02aabc.shtml

    Già dal nome si capisce che Ivan Malavasi fa parte dell'album di famiglia della sinistra. Iscritto per la prima volta al Pci nel 1967, quando aveva 19 anni, oggi è il presidente degli artigiani della Cna. Quegli artigiani che erano «rossi» e oggi «votano indifferentemente Pdl, Le*ga e Pd decidendo volta per volta». Dai sondaggi interni, che Malavasi e i suoi fanno di tanto in tanto, viene fuori, infat*ti, che il voto d’appartenenza non esiste più e gli artigiani della Cna non si sento*no in dovere di votare Pd. Anzi. A Varese tra i sette vice-presidenti della Cna me*no della metà vota centro-sinistra e grosso modo le stesse proporzioni si ri*trovano tra i membri del consiglio pro*vinciale.

    La débâcle elettorale dei Democratici nel Lombardo-Veneto si spiega anche così con la diaspora dei «suoi» artigiani che segue la fascinazione leghista sulla classe operaia. Se non ci fossero le am*ministrazioni di Mantova, Padova e alla Provincia di Rovigo per i progressisti sa*rebbe un deserto politico, un’immensa zona no left dal Ticino a Trieste. «In que*ste terre oggi c’è disagio, quasi rabbia, verso la politica e la sinistra paga il prez*zo più salato per l’ormai cronica incapa*cità di interpretare bisogni e aspettative dei ceti produttivi» sostiene Malavasi. Lo scollamento si percepisce anche tra gli otto milioni di iscritti alla Lega Coop. Una volta il voto rosso andava in auto*matico, oggi non più. Il mondo della co*operazione si sente trascurato dal Pd e i dirigenti della Lega Coop hanno sotto*scritto con il governo la riforma del siste*ma contrattuale, quella avversata con ogni forza dalla Cgil e da tanti dirigenti del partito. Un’indagine realizzata in Ve*neto già qualche anno fa dalla Coop Adriatica è arrivata alla conclusione che il 40% dei soci coop potevano essere con*siderati elettori piuttosto fedeli del cen*tro- destra. Alle cooperative rosse ora ci si iscrive perché danno buoni servizi e offrono prezzi bassi ma poi la separazio*ne con le scelte politiche è nettissima.

    Le organizzazioni economiche che rappresentavano il retroterra della sini*stra ora camminano per conto proprio, fanno e disfano le alleanze e non hanno bisogno di parenti ingombranti e per di più con le idee annebbiate. Le imprese di costruzioni della Lega Coop, come la Cmb di Carpi, sono apprezzate anche fuori dall’Emilia, in Lombardia per esem*pio, e sono presenti nei lavori per il Tea*tro alla Scala o per le infrastrutture di ter*ritorio. Nel mercato dell’interinale Lega Coop e Compagnia delle Opere hanno costruito una società comune, Obiettivo Lavoro. La grande crisi non ha spazzato via le coop abituate da sempre a fare da ammortizzatore sociale e così rinuncian*do agli utili e stringendo la cinghia sono riuscite ad evitare i licenziamenti di mas*sa. A Varese, dove pure opera la più com*patta Confartigianato d’Italia, attorno al*la Cna girano circa 5 mila imprese. «Più siamo distanti dalla politica più siamo credibili» sostiene il presidente provin*ciale Davide Parolo, titolare di un’autoffi*cina. La lontananza dai partiti è così pa*gante che Malavasi pensa che si debba dar vita ad una grande Federazione dei Piccoli che unisca tutte le rappresentan*ze dei piccoli imprenditori, degli artigia*ni, dei commercianti e della cooperazio*ne, anche se è evidente che scaverebbe un solco ancora più ampio con il Pd. Ognuno per la sua strada e addio al colla*teralismo. «La sinistra politica ha sba*gliato a snobbare i piccoli, è stato un er*rore storico privilegiare la Cgil, la Cisl o la Confindustria. La concertazione roma*na non rappresenta l’interesse genera*le » dichiara Laura Puppato, sindaco Pd (con partita Iva) di Montebelluna e neo-eletta al Parlamento europeo.

    La Puppato è una delle poche eccezio*ni perché in quasi tutti gli altri distretti industriali il centro-destra prevale. Uno studio fatto lo scorso anno dalla Fonda*zione Edison ne aveva elencati ben 46 nei quali la coalizione capeggiata da Sil*vio Berlusconi aveva vinto. Anzi stravin*to, visto che in 33 casi la percentuale era stata fra il 73 e il 60%. L’unica eccezione del campione era rappresentata dal di*stretto delle piastrelle di Sassuolo (caro a Romano Prodi) dove il centro-destra alle politiche si era fermato al 43,4%. Ma ieri nonostante la costante presenza e at*tenzione di due ex ministri come Pierlui*gi Bersani ed Enrico Letta, il Comune ha cambiato di segno ed è passato alla de*stra. «Gli uomini e le donne del Pd non conoscono la realtà della piccola impre*sa, anzi la disprezzano e quando è l’ora delle urne sono ricambiati con eguale moneta» sostiene il deputato del Pd Ni*cola Rossi. «È inutile imbarcare i Cola*ninno e i Calearo quando tutti ricordano le scelte del ministro Visco, la rappresen*tazione di un fisco totalmente sordo. Ha abbassato l’aliquota dell’Ires e l’ha finan*ziata riducendo la deducibilità degli inte*ressi passivi. Una mazzata per le piccole imprese che si erano indebitate per fare investimenti. Al momento del voto non si dimentica».

    Con il responso delle urne «è stata di*sarcionata anche la strategia imperniata sul ruolo degli amministratori come Chiamparino, Penati e Cacciari» com*menta Carlo Cerami, coordinatore lom*bardo della Fondazione Italianieuropei che sta per organizzare il 30 a Milano il primo appuntamento pubblico della si*nistra dopo il voto. Si parlerà del futuro delle banche italiane e saranno presenti i big del credito e dell’impresa. Ma così non rischiate di avvalorare la tesi leghi*sta che vi presenta come banco-centrici e filo-confindustriali? «Non sarà una passerella per banchieri, cercheremo di costruire un ponte tra finanza e territo*ri. Se imprese e credito non si parlano i piccoli vanno in ulteriore sofferenza» as*sicura Cerami, ma è cosciente del ri*schio. Il Pd nei grandi alberghi e la Lega per strada.

    In termini di Pil la Lombardia e il Nord Est rappresentano 530 miliardi di euro, il 34% del Pil nazionale, una quota quasi interamente composta da ricchez*za prodotta dai privati. Su questa ma*cro- regione dal Ticino a Trieste sventola*no le bandiere del centro-destra che si considera tanto forte da poter mettere in calendario per il prossimo anno un derby tra Pdl e Lega per la supremazia in Lombardia e Veneto. Tanto la sinistra non prenderà palla comunque.
    L’egemo*nia della destra è così forte da reggere anche agli scossoni dello scontento dei piccoli imprenditori. La crisi, secondo i modelli della scienza politica, dovrebbe avvantaggiare le opposizioni, specie se di sinistra. Invece sta succedendo il con*trario, il Pdl non paga dazio e la Lega cre*sce sullo scontento degli operai che pre*sidiano i cancelli e dei commercianti che rischiano di chiudere.

    Annota Rossi: «Chi si stupisce do*vrebbe sentir parlare in Parlamento i le*ghisti. Sui problemi della piccola im*presa sono preparatissimi. Pdl e Pd in*vece in questo si assomigliano, parla*no per sentito dire». Secondo Parolo (Cna) la rabbia dei piccoli imprendito*ri non segna ancora un divorzio dal centro-destra perché comunque «pen*sano che a palazzo Chigi ci sia un gover*no amico», nonostante che «sugli stu*di di settore il governo li abbia lasciati a terra». Ma la spiegazione più tran*chant viene da Nicola Rossi: «Non pro*muovo il governo, tutt’altro. Ma se un artigiano deve scegliere tra Sacconi e Damiano, tra Brunetta e Nicolais che pensate che faccia? Sacconi ha comun*que semplificato il regime di assunzio*ni e licenziamenti e Brunetta a modo suo sta lottando contro la pubblica am*ministrazione inefficiente. Il Nord a queste cose è attento».

    Dario Di Vico

    24 giugno 2009
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Dopo i ballottaggi

    PERO' IN BERGAMASCA COS'E' SUCCESSO ????? hefico:


    http://www.bergamonews.it/bergamo/articolo.php?id=12552

    L'intervista - il segretario provinciale della Lega Nord (e candidato sindaco sconfitto ad Arcene) fa il punto della situazione all'indomani dei ballottaggi. "Abbiamo conquistato 29 Comuni e ne governiamo 55. E' una sconfitta?". E ora si prepara all'incarico di assessore alla Sicurezza a Bergamo.

    "Albino e Arcene casi isolati
    La Lega è l'unica vera
    vincitrice di queste elezioni"


    Bene a Romano, male ad Albino e ad Arcene. Un bilancio non esaltante?

    "Non esageriamo - ribatte Cristian Invernizzi, segretario provinciale della Lega Nord e candidato sindaco sconfitto nel suo paese natale, Arcene appunto - Ad Albino c'era una situazione di spaccatura con il primo cittadino uscente che conoscevamo e che sapevamo poteva costarci cara. Ad Arcene ci sono 15 schede contestate. Alla fine abbiamo perso per soli due voti.

    Nessuna responsabilità per la sconfitta di Albino?

    Quando si perde si hanno sempre delle responsabilità, sarebbe sciocco negarlo. Però ci sono situazioni che sfuggono di mano e che non si riescono a recuperare.E' successo anche a Montichiari, nel Bresciano.

    Sicuro che non si potevano ricucire i rapporti?

    Impossibile. La situazione si era incancrenita da anni.

    Per la Lega perdere Albino è un brutto colpo sul piano dell'immagine.

    Abbiamo perso anche Dalmine 10 anni fa e ora lo abbiamo riconquistato. Capita di vincere e di perdere. Non mi sembra che la situazione sia così devastante.

    Non avete sbagliato candidato ad Albino? Davide Carrara non è parso all'altezza.

    Era una persona con il profilo giusto, che avrebbe saputo essere un ottimo sindaco. Ma è andata male.

    In Valle Seriana è stata una campagna elettorale piena di veleni. Perchè?

    Mi è sembrata una campagna elettorale normale. Da parte nostra non si è mai andati sopra le righe. Se altri lo hanno fatto è stato un errore.
    Ad Arcene bisogna ricordare che nessuno è profeta in patria.
    Cinque anni fa abbiamo perso di 20 voti. Stavolta al primo turno, che è quello che conta, abbiamo pareggiato. Lunedì siamo usciti sconfitti per un pugno di voti. Non mi sembra che sia andata così male.

    Tuttavia, alle Europee il centrodestra va molto meglio. Perchè alle comunali i cittadini votano diversamente?

    Le Amministrative sono una storia a parte. Bisogna vedere come hanno governato gli uscenti, quale squadra presentano, e valutare tanti altri aspetti. Io penso che per una lista uscente non raggiungere il 50 per cento non sia una vittoria.

    Sarà, ma di sicuro siete voi che avete perso.

    Arrivare al pareggio per noi è un risultato storico.

    Uscito sconfitto da Arcene, si profila l'incarico di assessore alla Sicurezza al Comune di Bergamo. Quanto c'è di vero?

    E' una ipotesi. Non abbiamo ancora affrontato l'argomento.

    Ma se fosse vero, è giusto passare da una sconfitta ad un incarico?

    Guardate che non è un modo di recuperarmi. Io sono segretario provinciale da tre anni, se avessi voluto un incarico importante non credo che avrei avuto difficoltà a trovarlo. Né mi sarei candidato a sindaco ad Arcene in una sfida che tutti sapevamo essere difficile.

    Che c'azzecca uno di Arcene come assessore a Bergamo?

    Mah, mi pare che anche nella Giunta uscente ci fossero assessori non di Bergamo. Non è che viviamo sulla Luna. Conosciamo la città e i suoi problemi. Quelli sulla sicurezza in particolare.

    Un ruolo prevalentemente politico.

    Sì. Ribadisco, è prematuro parlarne riferito alla mia persona. Certo, la Lega punta molto su questo fronte. E' una delle ragioni della nostra vittoria e ci faremo valere. Non ho dubbi.

    Quindi, per concludere, non si sente uno sconfitto?

    Se vogliamo ridurre tutto a tre paesi... Ricordatevi che la Lega ha conquistato 29 Comune e ora ne governa direttamente 55. Vi pare poco?
    LOMBARDIA LIBERA IN LIBERA EUROPA

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Dopo i ballottaggi

    Citazione Originariamente Scritto da Lancelot Visualizza Messaggio
    PERO' IN BERGAMASCA COS'E' SUCCESSO ????? hefico:
    C'erano tre ballottaggi domenica:

    - Ramera, dopo 36 anni di csx conquistato da Lega-Pdl
    - Albino, roccaforte Lega che passa a una Lista Civica grazie soprattutto al fatto che il sindaco uscente Rizzi (ex Lega) si sia candidato sottraendo voti a Lega-Pdl
    - Arcene, dopo dieci anni di Lista Civica di csx ha rivinto la stessa lista con sindaco un assessore della giunta uscente; particolarità han dovuto rifare il voto perchè al primo turno i due sfidanti avevano preso lo stesso numero di voti (ma anche le tornate precedenti è sempre stata una battaglia per pochissimi voti in quel paese); probabilmente il segretario provinciale Invernizzi non è molto amato al suo paese... dato che lo stesso giorno alle Europee e Provinciali la Lega ha preso nello stesso paese % bulgare e ad oggi ha il numero più alto di sindaci di sempre.
    Dato che questa è una Magnum 44, cioè la pistola più precisa del mondo, che con un colpo ti spappolerebbe il cranio, devi decidere se è il caso. Dì, ne vale la pena? ("Dirty" Harry Callahan)

 

 

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