E poi, con il “futuro benessere” (= centinaia di migliaia di persone per strada, senza un soldo e senza lavoro, altroché!) che ci porterebbe il default, la ciliegina: introdurre di nuovo la lira. Pàgati pure i costi, tutti nostri, di un’operazione così (diciamo minimo un altro paio di miliardi … da prendere dove con il default non si sa visto che non si potrebbe più ricorrere ai BPT, e va be’…) e poi vai sul mercato, ma con quale cambio? 10.000, 15.000 lire per un euro o per un dollaro? Ma chi te le prende le lire per il petrolio o per le altre materie prime? Dovremmo venderci persino il lago di Garda e il Monviso …
E comunque, anche se non fossimo entrati nell’euro avremmo dovuto iniziare a tirare la cinghia diversi anni prima e forse molto di più.
E poi, quante scarpe, cravatte spaghetti e vino hai da vendere a prezzi concorrenziali ?
Chi lavora a costi ultraconcorrenziali nel mondo c’è già. Maglie, borse, biciclette p.e. : molti marchi italiani lavorano in Asia o in paesi simili dove il tipo di benessere è ancora ben diverso, per adesso, da quello italiano.