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Il governo Berlinguer ha ormai lanciato una vera campagna propagandistica della maggioranza, dopo aver occupato di fatto la televisione, consistente, come spiegato nel thread precedente, nel porre all'opinione l'equivalenza tra opposizioni politiche e mafie e terrorismo politico di ogni segno, equivalenza in effetti in qualche caso non del tutto infondata. Dopo qualche incertezza, dovuta alla prudenza del ministro Napolitano, la linea dura (quella dei cossuttiani del PCI e dell'Unione Laica anglofila e filofrancese) prevale e un contingente italiano è spedito in Afghanistan. E ovviamente, Italia, Gran Bretagna (e Francia, che già era un pezzo fuori) escono dalla NATO. L'Italia espelle i militari americani, che si concentrano in modo inquietante a Malta e in Spagna, La situazione afghana è a questo punto incredibile per densità di contingenti militari, da una parte quelli dell'URSS, della Francia, della Gran Bretagna, della DDR e dell'Italia, dall'altra quelli cinesi, americani, spagnoli, tedeschi dell'ovest. Tuttavia, ad eccezione dei cinesi, che si fanno ben pochi scrupoli, ci sono solo scaramucce occasionali. Si sente il terrore di quello che può accadere se le forze in campo mettessero in campo tutte le proprie forze. Muore intanto in Spagna, nel 1882, il colonnello Francisco Franco, che, data la posizione pacifista di Juan Carlos, non lascia la Spagna a lui ma ad un consiglio di militari scelti. Questo consiglio, debole nella popolazione, attua subito un piano di riforme in senso democratico, laico e innovatore, ma incarcera Juan Carlos, che peraltro si opponeva dentro di sé ad alcune di quelle riforme. Tuttavia, il popolo, compresi i comunisti, si ribella, schierandosi a fianco del principe ma è represso per la verità non barbaramente dai militari. La Francia di Mitterrand, agitando motivi umanitari, bombarda "intelligentemente" Madrid per scovare i militari, ma finisce solo per uccidere un civile. Hanno così buon gioco i militari a servirsi del conseguente esplodere del sentimento antifrancese, è solo una minoranza ora a stare con Juan Carlos, ormai visto come pupazzo dei francesi. Per difendere questa minoranza, la Francia invade la Spagna, col sostegno acritico di URSS, Gran Bretagna e Italia. Impaurito dalla situazione, e dovendo fronteggiare un forte movimento di protesta giovanile pacifista in patria, il presidente americano Carter cerca di mediare, dichiarandosi pronto a ritirare il contingente militare con qualche formale atto d'amicizia del governo afghano. Ma la Repubblica Popolare Cinese, delusa dalla timidezza di quell'America che l'aveva convinta a scendere in campo, non accetta. Con l'aiuto cinese i mujaheddin prendono così il controllo del Sud stabilendo un regime islamista formalmente democratico "dei contadini" filocinese alternativo a Kabul, con buoni rapporti con gli USA ed antisovietico. Parallelamente, la guerra sanguinosissima tra Iraq e Iran continua in modo sempre più preoccupante, con sempre più forti aiuti sovietici all'Iraq e americani all'Iran. Francia, Gran Bretagna, Italia e paesi del Patto di Varsavia, in un'alleanza ormai strettissima, impongono un embargo alla Repubblica Federale Tedesca, rea di aver riconosciuto, insieme all'America, l'Afghanistan del Sud come Afghanistan legittimo. Nel Sudtirolo è la rivolta e un gruppo collaterale all'SVP rivendica un attentato fallito a Roma. L'iperattiva e napoleonica Francia di Mitterrand manda i militari anche in Sudtirolo, reprimendo con successo in territorio italiano, le rivolte altoatesine filotedesche, con metodi ben discutibili. La Germania Federale allora schiera allora possente il suo esercito al confine francese, inglobando senza sangue due paesi dell'Alsazia. La maggior parte della Spagna intanto si riunisce contro gli invasori francesi e riesce a portare la guerra in Francia, col sostegno fortissimo degli americani, che non volevano perdere l'unico alleato rimasto in Europa oltre alla Germania. A questo punto la Francia è accerchiata, dai tedeschi e dagli spagnoli, mentre Juan Carlos riesce a fuggire a Roma. 1884, in America Carter ha una popolarità prossima allo 0, per via della pessima figura in Afghanistan, e accusato da tutti di essere una mammoletta incoerente, malgrado il suo sostegno possente all'Iran e alla Spagna. Il repubblicano George H. W. Bush, con un programma di politica estera ben più aggressivo, è lo scontato vincitore delle elezioni, con i democratici divisi tra i pacifisti contrari al nuovo sistema di alleanze internazionali di Ted Kennedy e Gary Hart e l'establishment legato al presidente Carter. Bush triplica il numero di militari a Malta e in Spagna. E' del tutto evidente che anche l'Italia è in pericolo. Il sindaco di Pantelleria consegna l'isola agli americani, che anche lì stabiliscono una base militare. Bush, su pressioni del governo di unità nazionale tedesco, dice che chi fa embargo alla Germania è una "dannata canaglia da castigare". Il funerale di Berlinguer morto molti mesi prima, viene posticipato e reso una spettacolare e oceanica manifestazione per ribadire la politica delle alleanze italiana, mostrare solidarietà alla Francia e proclamare lo stato d'assedio "morale" del paese, il nuovo premier Napolitano, il nuovo ministro degli Esteri Natta, Cossutta, Scalfari, La Malfa, Formigoni e De Mita scendono in piazza. Ma la Francia e l'Italia adesso rischiano grosso. Mitterrand chiede a Napolitano una fusione tra pari, quantomeno sotto forma confederativa, tra Francia e Italia, in una "Unione Europea" per fronteggiare più forti i grandi pericoli. La mossa è appoggiata anche da inglesi e sovietici. Napolitano, pur avendo giudicato troppo spregiudicata la politica mitterrandiana, accetta, spinto dai pasdaran filoalleati dell'ala cossuttiana del PCI e dell'Unione Laica. Ma per una tale mossa, approvata solo dalla maggioranza assoluta del Parlamento e non dai due terzi, come chiarificato dalla Consulta, è necessario tenere, alla vigilia delle elezioni politiche (si dice, perché nel caso di una bocciatura del referendum, la maggioranza con una legge elettorale ipermaggioritaria vorrebbe assicurarsi i due terzi in Parlamento con una vittoria alle successive elezioni) un referendum istituzionale. Il clima nel quale si va a questo referendum è al massimo della tensione. Le televisioni fanno chiaramente capire che la fusione con la Francia è l'unico modo per fronteggiare una possibile invasione americana o tedesca. La maggioranza è compatta a sostegno, le opposizioni tranne qualche eccezione, malgrado ci sia la convinzione che effettivamente potrebbe essere una scelta obbligata, vi si oppongono.