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    Predefinito Gabriel Garcia Moreno: la politica al servizio della Regalità sociale di Cristo

    Posto qui di seguito la Breve biografia di Gabriel Garcia Moreno di J.M. Villefranche che trovo nel sito dell'abbé Belmont. AMDG

    (Faccio precedere lo scritto dalle informazioni che si trovano su wikipedia).

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: Gabriel Garcia Moreno

    Gabriel García Moreno
    Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.


    Gabriel García MorenoGabriel Gregorio García y Moreno y Morán de Buitrón (24 dicembre 1821 – 6 agosto 1875) fu uno statista ecuadoriano, eletto due volte presidente dell'Ecuador (1859-1865 e 1869-1875). Fu assassinato il 6 agosto 1875, durante il suo secondo mandato, per mano dei sicari della Massoneria. Crivellato di colpi, al loro grido: «Muori, carnefice della libertà!», egli ebbe ancora la forza di rispondere: «Dios no muere!» (Dio non muore!).[1] È ricordato per il suo conservatorismo, la sua prospettiva di fede solidamente allineata con la tradizione della Chiesa cattolica e per la sua rivalità con il liberale Eloy Alfaro. Sotto la sua amministrazione, l'Ecuador divenne il leader nel campo della scienza e dell'educazione superiore nell'ambito dell'America Latina.


    Biografia [modifica]
    Gabriel Garcia Moreno nacque nel 1821, figlio di Gabriel García y Gómez, un mercante spagnolo, e di María de las Mercedes Moreno y Morán de Buitrón, discendente di una facoltosa famiglia aristocratica spagnola di Guayaquil. Fra i suoi parenti si annoverano José de la Cruz Ignacio Moreno y Maisonave, arcivescovo di Toledo e cardinale, primate di Spagna e suo fratello Teodoro Moreno y Maisonave, conte di Moreno e giudice della Corte Suprema spagnola.

    Garcia Moreno studiò teologia e giurisprudenza all'università di Quito. Pensano di avere una vocazione per il sacerdozio, ricevette gli ordini minori e la tonsura, ma i suoi amici più stretti e i suoi stessi interessi lo convinsero a intraprendere una carriera mondana. Laureatosi nel 1844, esercitò l'avvocatura e fu anche giornalista (opponendosi al governo liberale in carica). Nel 1849 intraprese un viaggoi di due anni in Europa per constatare in prima persona gli effetti della rivoluzione del 1848. Compì poi un secondo viaggio fra il 1854 e il 1856. Louis Veulliot descrisse l'importanza di questi viaggi per Garcia Moreno:

    « In una terra straniera, solitario e sconosciuto, García Moreno si preparava a governare. Apprese tutto ciò che gli era necessario per governare una nazione, originariamente cristiana ma ora rapidamente decadente verso una condizione quasi selvaggia...Parigi, che è ad un tempo città cristiana e pagana, è precisamente il luogo dove poté meglio imparare la lezione di cui aveva bisogno, giacché i due opposti elementi si affrontano colà in un perpetuo conflitto. Parigi è una scuola per preti e martiri, è anche una manifattura di anticristi e assassini. Il futuro presidente dell'Ecuador fissò il suo sguardo sul bene e sul male, e quando ripartì per la sua patria lontana, la sua scelta era matura. »


    Fece ritorno in patria nel 1856, dove trovò il paese in pugno agli anticlericali; fu eletto senatore e aderì all'opposizione. Sebbene fosse un monarchico (avrebbe voluto un principe spagnolo sul trono) s'inchinò alle circostanze e acconsentì a divenire presidente dopo una guerra civile l'anno successivo al suo ritorno, tanto grande era la fama del suo lavoro al Senato. Nel 1861 fu confermato alle elezioni per un mandato quadriennale. Il suo successore fu deposto dai liberali nel 1867. García Moreno fondò il Partito conservatore nel 1869. In quell'anno fu rieletto e ancora fu eletto nel 1875. Durante il suo secondo mandato, favorì il progresso della nazione, mantenendola al contempo in stretto legame con il Cattolicesimo.

    Personalmente devoto (frequentava la Messa e visitava il Santissimo Sacramento quotidianamente; si comunicava tutte le domeniche, pratiche abbastanza rare prima di papa Pio X), riteneva che il primo dovere dello Stato fosse quello di promuovere e sostenere il Cattolicesimo. La Chiesa e lo Stato erano uniti, ma secondo i termini del nuovo concordato, il diritto dello Stato di presentare i vescovi ereditato dal "Patronato reale" spagnolo fu abolito. La Costituzione del 1869 fece del Cattolicesimo la religione dello Stato e richiese che sia i candidati sia gli elettori fossero cattolici. Fu l'unico Capo di stato del mondo a protestare per la soppressione dello Stato Pontificio e due anni dopo consacrò l'Ecuador al Sacro Cuore di Gesù. Uno dei suoi biografi scrive che dopo questa consacrazione pubblica, fu condannato a morte dalla Massoneria tedesca.[2]

    Parte dell'animosità verso García Moreno fu generata dalla sua vicinanza alla Compagnia di Gesù. Durante un periodo di esilio, aiutò un gruppo di gesuiti a trovare rifugio in Ecuador. Quest'azione e molte altre simili lo resero inviso ai partiti anticattolici dell'Ecuador, specialmente alla Massoneria, che lo considerò un nemico inveterato.

    Mentre la politica del suo tempo era estremamente contorta e poco chiara, il fatto di essere eletto per un secondo mandato indica chiaramente il suo ascendente sul popolo. Il suo vigoroso sostegno all'alfabetizzazione universale e all'istruzione basata sul modello francese fu tenace e controverso.

    La sua rielezione nel 1875, fu considerata un certificato di morte. Egli scrisse immediatamente a papa Pio IX per richiedere la sua benedizione prima dell'inizio del suo terzo mandato il 30 agosto:

    « Vorrei ricevere la Vostra benedizione prima di quel giorno, perché io abbia la forza e la luce di cui ho tanto bisogno per essere fino alla fine un figlio fedele del nostro Redentore e un servo leale e obbediente del Suo Infallibile Vicario. Ora che le Logge Massoniche dei paesi vicini, istigate dalla Germania, stanno vomitando contro di me ogni sorta di atroce insulto e di orribile calunnia, ora che le Logge stanno segretamente cospirando per il mio assassinio, ho bisogno più che mai della divina protezione perché possa vivere e morire in difesa della nostra santa religione e dell'amata repubblica che sono chiamato ancora una volta a governare »


    Il pronostico di García Moreno si avverò; fu assassinato all'uscita della Cattedrale di Quito, colpito da coltelli e revolver. Le sue ultime parole furono: "¡Dios no muere!" ("Dio non muore!").

    Il 5 agosto,poco prima del suo assassinio, un sacerdote gli aveva fatto visita e l'aveva avvisato, "Siete stato avvisato che la Vostra morte è stata decretata dai massoni; ma non vi è stato detto quando. Ho appena sentito che gli assassini stanno mettendo in opera le loro trame. Per amor di Dio, prendete le Vostre precauzioni!" [3] García Moreno rispose che aveva già ricevuto simili avvertimenti e dopo calma riflessione concluse che l'unica precauzione da prendere era prepararsi ad apparire al cospetto di Dio. [4]

    «Pare che fu assassinato da membri di una società segreta» osservava una rivista contemporanea.[5]

    Gabriel García Moreno ricevette l'estrema Unzione appena prima di morire e fra i suoi effetti personali aveva una copia dell'Imitazione di Cristo. Papa Pio IX dichiarò che Gabriel García Moreno «morì vittima della Fede e della Carità cristiana per il suo amato paese». Dopo l'assassinio, la sua memoria ha continuato ad essere celebrata in Ecuador, sia come grande patriota ed educatore sia come amico della Chiesa.


    Note [modifica]
    ^ Gabriel García Moreno in Catholic Encyclopedia. URL consultato il 02-18-2007.
    ^ Maxwell-Scott, Mary Monica, Gabriel Garcia Moreno, Regenerator of Ecuador, Londra 1914, p. 152
    ^ Berthe, P. Augustine, Garcia Moreno, President of Ecuador, 1821-1875 p. 297 ,1889 Burns and Oates
    ^ Berthe, P. Augustine, "Garcia Moreno, President of Ecuador, 1821-1875" p. 297-298 ,1889 Burns and Oates
    ^ Burke, Edmund Annual Register: A Review of Public Events at Home and Abroad, for the year 1875 p.323 1876 Rivingtons

    Link:http://it.wikipedia.org/wiki/Gabriel_Garc%C3%ADa_Moreno

  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Gabriel Garcia Moreno


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    Predefinito Gabriel Garcia Moreno: Dios no muere

    GABRIEL GARCIA MORENO
    “Diòs no muére”

    Di antica e illustre famiglia spagnola, ultimo di otto figli, Garcia Moreno nacque a Guayaquil il 24 dicembre 1821. Venuto a mancare il padre, proprio nel periodo d’inizio scuola, Gabriele ricevette lezioni di grammatica dal religioso di un vicino convento, che in seguito, lo aiutò a frequentare l’università di Quito. Compiuti gli studi liceali, prese la decisione di ricevere la tonsura e gli Ordini minori; ma il suo carattere, le sue attitudini, i suoi presentimenti lo spinsero ad una vita più militante. Orientò i suoi studi di specializzazione verso il diritto e ottenne la laurea, con voti brillanti, nel 1845.
    L’Ecuador era sorto nel 1830, dallo smembramento della Colombia di Bolivar. Il presidente, il Generale Flores, fedele di Bolivar, aveva imposto al paese una costituzione ultra-liberale e anticattolica (come sempre la tolleranza di tutti i culti venne decretata insieme all’intolleranza nei confronti della religione di Cristo e del clero cattolico). Legato alla massoneria della Nuova Granada tentò invano, con il pretesto della beneficenza, di istituire delle logge di confratelli nel paese. Nel 1845, con un paese in preda alla corruzione e alla violenza sulla popolazione, si scatenò una guerra civile che, nel giro di due mesi si concluse con la schiacciante sconfitta di Flores. Sotto il nuovo presidente Roca la situazione economica e sociale non dava alcun cenno di miglioramento e nell’aprile 1846 nacque “La frusta”, un settimanale satirico fondato da Garcia Moreno che contribuì notevolmente a screditare il nuovo incapace e governo. Mentre la crisi nel paese si accentuava, giunsero notizie del tentativo da parte di Flores di voler riprendere il potere con la forza. Moreno allora mise da parte la propria ostilità nei confronti di Roca e fondò il “vendicatore” che contribuì, con la proposta d’interdizione dei rapporti commerciali con le nazioni europee che avessero sostenuto il tentativo di invasione, a far fallire il bellicoso progetto di Flores (progetto che non verrà mai abbandonato ed anzi, negli anni successivi assisteremo ancora a vari tentativi del generale di riconquistare il potere, fortunatamente tutti falliti). Scongiurato il pericolo, la fondazione del nuovo giornale “El diablo” turbò alquanto la dolce quiete del presidente Roca, dei suoi ministri e dei suoi funzionari, ma senza impedire tuttavia le loro speculazioni a danno del paese. Fino alla conclusione del mandato essi continuarono a sfruttare l’Ecuador, condannando alla deportazione chiunque osasse lamentarsi e protestare. Con l’elezione del nuovo presidente Naboa, a cui la massoneria non aveva perdonato il fallito allontanamento dei gesuiti dall’Ecuador, Gabriel Garcia Moreno continuò la sua campagna politica contro i liberali corrotti, pubblicando anche un libello in difesa dei gesuiti (“Defensa de los Jesuitsas”). Nel 1851, il colpo di stato del generale Urbina, liberale radicale vicino alla massoneria, scacciò Noboa dalla presidenza e lo esiliò in Perù. Urbina inaugurò un vero e proprio regno del terrore; per soddisfare il suo odio si accanì contro i Gesuiti e votò la loro deportazione nonostante le proteste del popolo. Garcia Moreno, in mezzo ad un popolo terrorizzato, quando la stampa era proibita e la tribuna rimaneva muta, non esitò ad inchiodare alla gogna l’onnipotente dittatore sulle colonne del suo nuovo giornale “La Nacion”. Impossibile da eliminare fisicamente a causa della sua notorietà tra il popolo, Garcia Moreno fu esiliato a Parigi nel 1853.
    L’incontro con l’Europa fu l’occasione per approfondire gli studi sul diritto cristiano, leggere la famosa opera dell’abate Rohrbacher “La storia universale della Chiesa Cattolica” e riscoprire una fede autenticamente vissuta (riscoperta resa necessaria da anni di politica militante che ne avevano parzialmente ostacolato la pratica). L’esilio così, lo aveva reso grande e maturo, pronto all’imminente rivincita cattolica e sociale dell’Ecuador.
    Nel 1856, grazie ad una proposta parlamentare di amnistia, gli amici di Garcia Moreno chiesero un salvacondotto per questo grande e famoso cittadino e per accattivarsi le simpatie della popolazione, il nuovo presidente Roblez acconsentì. Riaccolto in patria Moreno fu eletto al senato nel 1857 e si distinse per interventi a favore della riduzione delle imposte, per il miglioramento dell’istruzione pubblica e tentò di far approvare invano una legge che richiedeva la chiusura di tutte le logge massoniche del paese. Negli anni tra il 1959 e il 1860 l’ennesimo colpo di stato militare portò a capo del governo il generale Franco che, dopo aver soppiantato gli avversari Roblez e Urbina, deteneva tutto il potere nelle sue mani e meditava di cedere parte del territorio nazionale al Perù che lo aveva aiutato nella conquista del potere. Anche questa ennesima minaccia fu sventata da Garcia Moreno che presiedeva un governo provvisorio a cui aderivano tutte le province dell’interno: la vittoria riportata sul traditore fu un trionfo non solo per la nazione ma anche per tutti i buoni cattolici che ebbero così in pugno l’occasione di forgiare un nuovo stato secondo i principi della regalità sociale di Cristo. Il progetto di costituzione, discusso nei mesi dopo la vittoria e promosso in prima linea da Garcia Moreno (nel frattempo eletto presidente dell’Ecuador), oltre a importanti riforme sul piano elettorale e amministrativo proponeva la religione cattolica come unica religione dello stato, escludendone ogni altra e si decise di stipulare al più presto un concordato con la Chiesa. Furono questi anni fondamentali in cui tutto il paese fu investito da una grande riforma sociale, politica ed economica che non si esaurì solo sul piano materiale ma fu saggiamente accompagnata da una più lodevole riforma spirituale che grazie al concordato, permetteva alla Chiesa di proseguire la propria missione evangelizzatrice in Ecuador, solo pochi anni prima osteggiata dai massoni liberali. Sola, circondata da stati ormai caduti vittime del virus della rivoluzione, questa piccola nazione del sud america riconobbe quale fosse lo stato normale della società e la vera libertà restituendosi al “governo di Dio”. Di pari passo con queste importanti riforme cresceva l’odio settario dei liberali, che non si lasciavano sfuggire occasione per insultare Moreno dalle colonne dei propri giornali, accusandolo di connivenza con la Chiesa e di essere cieco innanzi al nuovo spirito della libertà e dei diritti umani, che da Parigi ormai aveva invaso tutto il mondo. Dopo essere sfuggito ad un attentato nel 1864, ordito dai massoni innanzi ad un rivale impossibile da sconfiggere con le armi della politica, il 15 maggio 1865 Garcia Moreno fece eleggere alla presidenza Carron, un suo sodale (la costituzione vietava di candidarsi per due mandati consecutivi). Il nuovo presidente iniziò la sua carriera con un solenne messaggio di completa adesione alla politica sino ad allora adottata da Garcia Moreno, ma circondatosi di uomini d’estrazione liberale, finì ben presto col governare in modo opposto al programma dichiarato. Inviato nel 1866 in Cile per negoziare un trattato commerciale, Garcia Moreno sfuggì all’ennesimo attentato massonico e riuscì a ritornare in patria. Sbarazzatisi di Carron, i liberali promossero a presidente Espinosa, un uomo timido e scrupoloso che divenne ben presto schiavo delle funzioni parlamentari e legali con grave danno del partito conservatore. Espinosa era dunque troppo debole per poter rappresentare una valida alternativa a Garcia Moreno, candidato e nuovamente eletto presidente nel 1869. Il suo secondo mandato rimane caratterizzato ancora una volta dalla forte carica cristiana e sociale, che gli permise non solo di ristabilire pienamente il concordato, ma anche di varare una costituzione veramente cattolica, che comprendeva anche la consacrazione della nazione al Sacro Cuore di Gesù. Non solo, Garcia Moreno si adoperò anche per riformare l’istruzione, risollevare economicamente le casse dello stato, ristrutturare carceri e ospedali e donare al paese una rete infrastrutturale moderna. In questa apoteosi dello stato cristiano c’erano però ancora alcune zone d’ombra dove i liberali e i massoni covavano la loro vendetta nei confronti del presidente cattolico. Fu deciso che Garcia Moreno doveva morire. Il 6 agosto 1875 il presidente, mentre usciva dalla cattedrale di Quito, dove era andato ad adorare il Santissimo Sacramento, fu accoltellato da un gruppo di facinorosi, giovani e debosciati liberali prestati al gioco massonico. Il capo del gruppo, un certo Rayo, colpendolo ferocemente gli gridò «Muori, carnefice della libertà!» e Garcia Moreno ebbe ancora qualche istante per pronunciare una breve ma significativa frase: «Dio non muore!». Era la fine dell’Ecuador simbolo per eccellenza del moderno stato cattolico, senza la guida singolarmente illuminante del proprio presidente il paese ripiombò nel giogo del liberalismo e della rivoluzione nel giro di pochi anni. La storia di Garcia Moreno, il più grande presidente cattolico della storia moderna, è la storia di una delle molte sconfitte che hanno caratterizzato la Chiesa negli ultimi due secoli. Distrutto, dilaniato e consunto il mondo cattolico sembra essere indirizzato sul proverbiale viale del tramonto. Innanzi a questi anni ferrigni è facile lasciarci scoraggiare, ma proprio la voce del grande presidente dell’Ecuador si eleva a monito per ricordarci che comunque andrà noi non perderemo mai perché, anche se noi mortali possiamo essere sconfitti, Dio non muore!

    Luca Fumagalli

    Fonte: Il Cinghiale Corazzato, foglio di informazione e cultura a cura della CAP dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, numero 29, agosto 2009
    Ultima modifica di Guelfo Nero; 31-07-09 alle 13:46

  5. #5
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    Predefinito Rif: Gabriel Garcia Moreno: Dios no muere

    Una nota di speranza in questa situazione tragica.E Dio non solo non muore,ma se anche morisse,risorgerebbe.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Gabriel Garcia Moreno

    Ho unificato due thread analoghi. Buona lettura.
    Ultima modifica di Guelfo Nero; 14-08-09 alle 19:46

  7. #7
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    Predefinito Rif: Gabriel Garcia Moreno



    Assassinato il 6 agosto 1875



    Presiede, da morto, ai propri funerali


  9. #9
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    Predefinito Rif: Gabriel Garcia Moreno



    L'immagine del Sacro Cuore intronizzata nel Parlamento dell'Equatore

  10. #10
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