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Discussione: Addio a Lucio Magri

  1. #1
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    Predefinito Addio a Lucio Magri

    "Addio compagni", Magri ha deciso
    di morire. Fondò "il manifesto"




    Lucio Magri è morto ieri, a 79 anni. Fu tra gli animatori del gruppo di dirigenti comunisti dissidenti che diede vita nel 1969 alla rivista del "manifesto" e due anni dopo al nostro quotidiano.

    Lucio Magri si è spento ieri in Svizzera, dove si era recato per porre termine alla propria vita, di sua volontà. La notizia si è diffusa nella notte, tra gli amici; qualcuno, i più intimi, era stato da lui informato in precedenza della sua intenzione, senza riuscire a fargli cambiare idea.

    Il corpo rientrerà in Italia per essere sepolto a Recanati, la città dove era nato nel 1932.
    Magri era entrato nel Pci negli anni Cinquanta, poco più che ventenne, dopo un'esperienza nella gioventù democristiana a Bergamo. Venne accolto nella segreteria del partito di Bergamo, poi nel direttivo regionale lombardo, e di là passò poi a Botteghe Oscure.

    Nel 1969, dopo lo shock dell'invasione sovietica della Cecoslovacchia, in dissenso con le timidezze e le reticenze del Pci fu tra gli animatori del gruppo (con Rossana Rossanda, Luigi Pintor, Aldo Natoli, Valentino Parlato, Eliseo Milani, Luciana Castellina, Massimo Caprara e altri) che diede vita alla rivista "il manifesto", da lui diretta, e che successivamente venne radiato dal partito.

    Nel 1971 partecipò insieme agli altri alla trasformazione della rivista nel nostro quotidiano, da cui successivamente si distanziò, fondando il Partito di unità proletaria per il comunismo.

    Nel 1984 rientrò nel Pci, dove rimase fino alla dissoluzione e trasformazione nel Pds, nel 1991; in quel momento aderì al gruppo continuista e partecipò alla nascita del Partito della Rifondazione comunista, dove rimase fino al 1995 quando la sua corrente lasciò il partito e poi rientrò nei Democratici di sinistra. Una scelta che Magri non condivise, preferendo restare fuori dai partiti.

    Nel 2009 Lucio Magri ha pubblicato un libro importante, "Il sarto di Ulm" (Il Saggiatore), che ripercorre la storia del Partito comunista italiano nel dopoguerra e la sua personale.

    IL MANIFESTO - attualit

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  2. #2
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    Il suicidio assistito di Lucio Magri …

    L'addio ai compagni: "Ho deciso di morire"

    Il fondatore del Manifesto morto in Svizzera ha deciso tutto con lucidità; dalla fine alla sepoltura vicino alla sua Mara. Gli amici hanno tentato di dissuaderlo ma lui era depresso per la morte della moglie

    di SIMONETTA FIORI

    E ALLA FINE la telefonata è arrivata. Sì, tutto finito. Ora si rientra in Italia. Alle pompe funebri aveva provveduto lo stesso Lucio Magri, poco prima di partire per la Svizzera. Era il suo ultimo viaggio, così voleva che fosse. Non ce la faceva a morire da solo, così il suo amico medico l'avrebbe aiutato. Là il suicidio assistito è una pratica lecita, anche se poi bisogna vedere nei dettagli, se ci sono proprio le condizioni. Ma ora che importa? Che volete sapere? Non fate troppi pettegolezzi, l'aveva già detto qualcun altro ma in questi casi non conta l'originalità.

    S'era raccomandato con i suoi amici più cari, quelli d'una vita, i compagni del Manifesto. Non voglio funerali, per carità, tutte quelle inutili commemorazioni. Necrologi manco a parlarne. Luciana si occuperà della gestione editoriale dei miei scritti. Per gli amici e compagni lascio una lettera, ma dovete leggerla quando sarà tutto finito. Sì, ora è finito. La notizia può essere resa pubblica. Lucio Magri, fondatore del Manifesto, protagonista della sinistra eretica, è morto in Svizzera all'età di 79 anni. Morto per sua volontà, perché vivere gli era diventato intollerabile.
    A casa di Lucio Magri, in attesa della telefonata decisiva. È tutto in ordine, in piazza del Grillo, nel cuore della Roma papalina e misteriosa, a due passi dalla magione dove morì Guttuso, pittore amatissimo ma anche avversario
    sentimentale. Niente sembra fuori posto, il parquet chiaro, i divani bianchi, i libri sulla scrivania Impero, la collezione del Manifesto vicina a quella dei fascicoli di cucina, si sa che Lucio è un cuoco raffinato. Intorno al tavolo di legno chiaro siede la sua famiglia allargata, Famiano Crucianelli e Filippo Maone, amici sin dai tempi del Manifesto, Luciana Castellina, compagna di sentimenti e di politica per un quarto di secolo. No, Valentino non c'è, Valentino Parlato lo stiamo cercando, ma presto ci raggiungerà. In cucina Lalla, la cameriera sudamericana, prepara il Martini con cura, il bicchiere giusto, quello a cono, con la scorza di limone. Cosa stiamo aspettando? Che qualcuno telefoni, e ci dica che Lucio non c'è più.

    Da questa casa Magri s'è mosso venerdì sera diretto in Svizzera, dal suo amico medico. Non è la prima volta, l'aveva già fatto una volta, forse due. Però era sempre tornato, non convinto fino in fondo. Ora però è diverso. Domenica mattina rassicura gli amici: "Ma no, non preoccupatevi, torno domani". La sera il tono cambia, si fa più affannato, indecifrabile, chissà. Il lunedì mattina appare sereno, lucido, determinato. Ha scelto, e dunque il più è fatto. Bisogna solo decidere, e poi basta chiudere gli occhi. L'ultima telefonata nel pomeriggio, verso le sedici. Poi il silenzio.

    Una depressione vera, incurabile. Un lento scivolare nel buio provocato da un intreccio di ragioni, pubbliche e private. Sul fallimento politico - conclamato, evidentissimo - s'era innestato il dolore privato per la perdita di una moglie molto amata, Mara, che era il suo filtro con il mondo. "Lucio non sapeva usare il bancomat né il cellulare", racconta una giovane amica. Mara che oggi sorride dalle tante fotografie sugli scaffali, vestita color ciclamino nel giorno delle nozze. Un vuoto che Magri riempie in questi anni con le ricerche per il suo ultimo libro, una possibile storia del Pci che certo non a caso titola Il sarto di Ulm, il sarto di Brecht che si sfracella a terra perché non sa volare. Ucciso da un'ambizione troppo grande, così almeno appare ai suoi contemporanei. Anche Magri voleva volare, voleva cambiare il mondo, e il mondo degli ultimi anni gli appariva un'insopportabile smentita della sua utopia, il segno intollerabile di un fallimento, la constatazione amarissima della separazione tra sé e la realtà. Così le ali ha deciso di tagliarsele da sé, ma evitando agli amici lo spettacolo del sangue sul selciato.

    Aspettando l'ultima telefonata, a casa Magri. Lalla, la cameriera peruviana, va a fare la spesa per il pranzo, vi fermate vero a colazione? E' affettuosa, Lalla, ha ricevuto tutte le ultime disposizioni dal padrone di casa. No, non ha bisogno di soldi per il pranzo, ci sono ancora quelli vecchi che lui le ha lasciato. È stata lei ad assistere Mara nei tre anni di agonia per il brutto tumore, e poi ha visto spegnersi lui, sempre più malinconico, quasi blindato in casa. Ogni tanto qualche amico, compagno della prima ora. Ma dai, reagisci, che fai, ti lasci andare proprio ora? Ora che esce l'edizione inglese del tuo libro? E poi quella argentina, e quella spagnola? Dai, ripensaci, c'è ancora da fare. Ma lui non era convinto. Non poteva fare più nulla. Lucido e razionale, fino alla fine. E poi s'era spenta la sua stella, così scrive anche nell'ultima lettera ai compagni.

    Sembra tutto surreale, qui in piazza del Grillo, tra squilli di telefono e porte che si aprono. Arriva Valentino, invecchiato improvvisamente di dieci anni. Lo accolgono con calore. No, non sappiamo ancora niente. Aspettiamo. Ricordi privati e ricordi pubblici, lui grande giocatore di scacchi, lui grande sciatore, lui politico generoso che preparava i documenti e nascondeva la sua firma. Ma attenzione a come ne scrivete, non era un vanesio, non era un mondano. Dalle fotografie sui ripiani occhieggia lui, bellissimo e ancora giovane, un'espressione tra il malinconico e il maledetto. Dietro la foto più seducente, una dedica asciutta. "A Emma, il suo nonno". Neppure Emma, la bambina di sua figlia Jessica, è riuscito a fermarlo.

    Poi la telefonata, quella che nessuno avrebbe voluto mai ricevere. Ora davvero è finita. Le pompe funebri andranno a prelevarlo in Svizzera, tutto era stato deciso nel dettaglio. L'ultimo viaggio, questo sì davvero l'ultimo, è verso Recanati, dove sarà seppellito vicino alla sua Mara, nella tomba che lui con cura aveva predisposto dopo la morte della moglie. Luciana Castellina s'appoggia allo stipite della porta, tramortita: "Non avrei mai immaginato che finisse così". Il tempo dell'attesa è concluso, comincia quello del dolore.

    (29 novembre 2011)

    Il suicidio assistito di Lucio Magri l'addio ai compagni: "Ho deciso di morire" - Repubblica.it

    Teniamoci stretti, che c'è vento forte.

    Io sono per la chirurgia etica: bisogna rifarsi il senno.

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  3. #3
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    "Se n’è andato Lucio Magri, suicidio assistito in Svizzera. A 79 anni. Tramortito dal dolore per la morte di una moglie molto amata, logorato dalle miserie di un paese che non ama i sogni e nemmeno le sfide. Io che l’ho conosciuto appena, e che non ho titolo per parlarne, scrivo solo del gesto silenzioso e dignitoso, del diritto di dire basta, del coraggio di farlo senza parole di troppo. Finisce l’attesa, comincia il dolore. Ecco, c’è un dolore che unisce anche chi non s’è conosciuto, non s’è frequentato, ma sta dentro l’immensa fatica di vivere. Che ci rende tutti fratelli."

    Claudio Fava

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  4. #4
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    Lucio Magri, una vita appassionata e bella
    martedì 29 novembre 2011 | Francesco Forgione | Nessun commento



    Lucio Magri ci ha lasciati. Lo ha deciso lui, andando in Svizzera per il suo ultimo viaggio. Sentire la notizia, anche se da tempo sussurrata come possibile tra i compagni e gli amici a lui più vicini, ci ha provocato un dolore profondo e lacerante. In molti, in queste ore, stiamo vivendo uno schock di ricordi e di emozioni.

    Lucio per tanti di noi è stato un maestro rigoroso e difficile e un amico caro. Anche quando le strade politiche si sono divise e lui scelse di non avere più un partito, non è venuto meno il bisogno di sentirlo, incontrarlo al transatlantico, e poi prendersi i rimbrotti e farsi interrogare, come solo lui sapeva fare, su tutti gli aspetti di una scelta politica, sui perché di una analisi, sulle contraddizioni di una iniziativa. E sempre con una voglia di capire che non tollerava mai la superficie delle cose.

    Non nascondo che, nonostante l’affetto e l’ormai lunga conoscenza, ogni volta che lo incontravo provavo la stessa timorosa soggezione dell’allievo col maestro di quando, poco più che ventenne, lo incontrai la prima volta nella storica sede del manifesto e del Pdup di Via Tomacelli. Non ho mai incontrato una persona con lo stesso rigore intellettuale, sempre infastidito per l’uso facile degli aggettivi , sempre aperto e pronto a capire le ragioni delle tesi opposte alle sue, quanto determinato a difendere le proprie.

    Il suo libro, “il sarto di Ulm”, credo rappresenti la storia più rigorosa del comunismo italiano, anche per il l’oggettività della messa a confronto delle tesi che si sono espresse e combattute nella vicenda storica del Pci, di cui Lucio non è certo stato spettatore o protagonista neutrale. Anzi, la sua vita, sia per la parte vissuta all’interno del partito, che per quella vissuta fuori, si è identificata totalmente con la vita e la storia del Pci.

    La politica di oggi gli era estranea. Un mondo non più suo. Ricordo come rifiutava la spettacolarizzazione nascente, il mostrarsi quotidianamente, le telecamere. Quando, lui capogruppo di Rifondazione alla Camera e io caporedattore di Liberazione settimanale diretto da Luciana Castellina, lo chiamavo per avere una dichiarazione, la risposta era sempre la stessa: “io una cosa intelligente diversa da quella che ho detto due giorni fa non riesco a dirla, chiedi a ad altri”. Era così, disarmante nel rifiuto di una deriva che sapeva stesse cambiando anche il modo d’essere della sinistra.

    Quando Rifondazione comunista andò subito in crisi al suo primo congresso, il coordinamento politico chiese a me di scrivere l’editoriale per il giornale. Naturalmente, vista la drammaticità del momento che poteva uccidere sul nascere la nuova impresa politica, chiesi a Lucio come impostarlo. Mi promise due appunti e, dopo due ore, mi mandò nove pagine scritte con la sua calligrafia minuta di una editoriale perfetto. Lo copiai soltanto, senza cambiare una virgola, ma lui volle che la firma fosse mia. Oggi, caro Lucio, sveliamo in nostro piccolo segreto: l’articolo più bello che io ho mai scritto su Liberazione, l’hai scritto tu. Come quel “Praga è sola”, pubblicato sul primo numero del Manifesto, le cui analisi cambiavano la ricerca politica e la storia della sinistra comunista in Italia, pubblicato senza firma.

    Questo era Lucio: il “noi”, per lui era un’idea della politica, una pratica, un modo d’essere collettivo. Anche una storia, quella del manifesto e del Pdup, che è stata anche quella di una famiglia allargata, di un’amicizia durevole. Come quando, per festeggiare il matrimonio con Mara, ci ritrovammo gli amici si, ma solo quelli del Pdup! E’ stata proprio la perdita di Mara a mettere la parola fine ad un mondo che non era più suo. Per questo ha deciso di abbandonarlo.

    Ciao Lucio, ci lasci la forza e il coraggio dei tuoi insegnamenti, la tua passione politica e soprattutto il tuo rigore nell’essere sempre stato un comunista libero.

    La tua è stata una vita appassionata e bella. Continueremo a volerti bene.

    Francesco Forgione (Sinistra ecologia e libertà)

    Lucio Magri, una vita appassionata e bella | Sinistra Ecologia Libert
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    Lucio, ciao
    di Alfonso Gianni



    Lucio Magri se ne è andato. Una delle intelligenze più vivaci e creative che io abbia mai incontrato non è più con noi. In queste ore saranno in molti a ricordarlo. Anche chi ha qualcosa da farsi perdonare, come è giusto che sia

    Lucio ha lasciato scritto che non vuole commemorazioni, specie se ufficiali. Ne conosco la ragione. Tempo addietro, ma non molto, a conclusione della cerimonia funebre per la scomparsa di un famoso e autorevole compagno, Lucio commentò con alcuni di noi che sentire certi discorsi è come assistere a una doppia sepoltura. Oltre quella fisica, anche quella intellettuale. Nessuno, egli diceva, ha il coraggio di raccontare la vita di chi se ne è andato, di dire veramente che cosa ha rappresentato, quali sono state le sue caratteristiche, quale il suo apporto specifico, quali i suoi punti deboli. Così di ognuno si ha una immagine sfocata, menzognera, che non rende merito né alla storia dell'individuo né a quella della comunità cui ha appartenuto. Nella melassa tutto è insapore.

    La tua vita, Lucio, no. Non è stata così. Ha avuto il sapore invidiabile di una spericolata avventura intellettuale. Hai attraversato il tuo secolo con la consapevolezza di vivere la storia come presente. Ti sei sempre sforzato di guardare oltre e di comprendere tutto ciò che ti aveva preceduto. Il tuo ultimo libro, quello che ti ha trattenuto in vita un poco di più, quello che ora ci parla con le diverse lingue nelle quali è stato tradotto, "Il sarto di Ulm" insomma, ce la racconta quella storia.

    So quale era il tuo intento. Ce lo hai ripetuto diverse volte, un po' perché non ti fidavi che ci arrivassimo da soli, un po' per studiare le nostre reazioni. Volevi dimostrare che la storia del comunismo italiano - e non solo - non era stata quella che gli stereotipi postottantanoveschi avrebbero preferito consegnarci. Non era fatta solo di errori e di orrori. Volevi preservare quel filo rosso che si annodava attorno ad un nocciolo fatto di ragione, di analisi, di critica dell'esistente, di fiducia in un'alternativa possibile oltre che necessaria. Vedevi i nuovi movimenti nascere e infrangersi contro la dura scorza di un capitalismo che sa rinnovare sé stesso, ora frantumando le intelligenze che gli si ergono contro, ora curvandole verso di sé. Sapevi perfettamente che senza un pensiero forte, senza il recupero e l'innovazione di un progetto generale, senza la spinta e il rovello - perché essa non è mai interamente realizzabile - di un'idea altra e alta di vita e di società, la nuova battaglia contro il nuovo capitalismo sarebbe stata nuovamente perduta. Non sopportavi perciò che nella sinistra che pur con generosità voleva mantenersi e innovarsi come tale, la retorica facesse agio sulla persuasione.

    Per te così minuzioso nell'analisi, determinato nella costruzione politica, ironico e realista, quel certo conformismo dell'alternativa risultava insopportabile. E perciò non perdevi occasione, con tenacia e lucidità, con chi ti capitava a tiro, a condizione che meritasse la tua attenzione, di riaprire la discussione sul cosa e sul come fare.

    Fosse stato solo per questo, non ci avresti abbandonato anzitempo. Chi attribuisce la tua scelta al senso di sconfitta, non ti ha conosciuto ed ha perso l'occasione di farlo anche in questa suprema occasione. No. La tua dipartita è un atto d'amore, non di rassegnazione. Non è sempre così. A volte il tempo rende le persone impermeabili. Nel caso tuo è successo il contrario. E' come se il tempo ti avesse reso più accogliente, avesse scavato in te aumentando la capacità d'accogliere sentimenti, affetti, emozioni, amore. Credo - ma qui mi sporgo con cautela - che questa sia stata la tua vita con Mara. Per questo hai concluso non ci fosse modo di sopravviverle, malgrado gli sforzi delle compagne, dei compagni e degli amici di una vita, se non per ultimare ciò che anche a lei, soprattutto a lei, avevi promesso. Così facendo hai restituito a noi che viviamo nella e di politica, la nostra dimensione perduta di persone.

    Hai voluto morire da vivo. E anche questo lo hai fatto nel modo migliore, non lasciando nulla al caso o al furore. Quindi continuerai a vivere con noi, nei nostri cuori e nelle nostre menti. Vogliamo tenerti con noi, per sempre.

    Pane e Acqua : Lucio, ciao
    Ultima modifica di SteCompagno; 29-11-11 alle 18:03
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    MAGRI: VENDOLA, CON LUI VIENE A MANCARE UN BEL PEZZO DI NOI STESSI

    (ASCA) - Roma, 29 nov - ''La scomparsa di Lucio Magri e' una notizia che ci colpisce duramente e ci addolora. Difficile inseguire parole che appaiano adeguate a dire di questo lutto. A Lucio si era spezzato il cuore ed e' uscito volontariamente di scena. Con lui ci viene a mancare un bel pezzo di noi stessi e della nostra storia. Ci manchera'''. Lo afferma Nichi Vendola, Presidente di Sinistra Ecologia Liberta'.

    MAGRI VENDOLA CON LUI VIENE A MANCARE UN BEL PEZZO DI NOI STESSI - Agenzia di stampa Asca

    MAGRI: VELTRONI, ADDIO A POLITICO FUORI DAL COMUNE

    (ASCA) - Roma, 29 nov - ''Ho appreso con profonda commozione e tristezza della scomparsa di Lucio Magri, una delle menti piu' brillanti e originali della politica italiana. Lucio, che ho incontrato per l'ultima volta a Montecitorio solo pochi giorni fa in compagnia di Aldo Garzia, ha voluto lasciare nel suo ultimo libro il suo testamento intellettuale per poi ritirarsi per sempre dal dolore per la tragica e prematura scomparsa di sua moglie Mara''. Cosi' Walter Veltroni ricorda la figura del fondatore del 'Manifesto'.

    ''Di lui ricordo un politico fuori dal comune, un uomo di sinistra coraggioso e curioso del mondo e dei suoi cambiamenti. Il mio pensiero commosso, in una circostanza drammatica come questa, va a tutti coloro che gli hanno voluto bene, a tutti quelli che hanno speso con lui energie e passioni, nella ricerca e nella battaglia delle idee e della politica'', conclude Veltroni.

    MAGRI VELTRONI ADDIO A POLITICO FUORI DAL COMUNE - Agenzia di stampa Asca

    MAGRI: DILIBERTO, INTELLETTUALE DI ENOME VALORE. CRITICO, MAI SCONTATO

    (ASCA) - Roma, 29 nov - ''Lucio Magri e' stato un intellettuale e un dirigente di enorme valore per il movimento comunista e la sinistra italiana''.

    Lo ricorda cosi' Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Pdci, che prosegue: ''Critico attento, severo e mai scontato, il suo contributo alla discussione, dal Pci, alla fondazione del Manifesto, ai primi anni di Rifondazione dei quali conservo un affettuoso ricordo personale, fino all'ultimo suo libro 'Il sarto di Ulm', era una vera boccata d'ossigeno. Ne sentiremo tutti la mancanza. Esprimo il piu' sentito cordoglio a nome mio e di tutto il Partito''.

    MAGRI DILIBERTO INTELLETTUALE DI ENOME VALORE CRITICO MAI SCONTATO - Agenzia di stampa Asca
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  7. #7
    Canaglia
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    Morire con dignità è un diritto. In Italia questo diritto non si può esercitare.

    Rispetto per la scelta di Lucio Magri.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Addio a Lucio Magri

    rispetto..anche se secondo me ciò denota una profonda solitudine. ma se era lucido e ahimè questa è stata la sua scelta, non si può che rispettare. RIP
    -Ma dai, sarà la bora..
    -Ma non siamo a Trieste!

 

 

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