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  1. #21
    God, Gold & Guns
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    La democrazia è due lupi e un agnello che votano su cosa mangiare a colazione. La libertà è un agnello ben armato che contesta il voto. (Benjamin Franlink)
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    Ridicoli cocomeri (verdi fuori e rossi dentro)

    Anni fa tutti a gridare "attenti all'Era Glaciale". Ieri tutti a gridare "attenti al Riscaldamento Globale". Oggi di nuovo col pericolo del Grande Freddo ?

    Cos'e' ?, che con questo insolito freddo di maggio la propaganda del Riscaldamento dovuto all'Effetto Serra aveva perso credibilita ?

  2. #22
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    In Origine Postato da sosunturzos
    Il WWF non compra con soldi suoi, ma con soldi raccolti dalla pubblica credulità e ... da altre elargizioni che non dico.
    Dille pure (è un invito sereno)...comunque finchè con quei soldi salvano interi appezzamenti di terreno mi rimane una cosa positiva.

    In Origine Postato da sosunturzos
    E' una business organization multinazionale che si procaccia soldi e potere con l'ambiente, avvalendosi peraltro anche di chissà quante migliaia di volontari che lo fanno disinteressatamente.
    Certo ma sono anche decenni che aiuta a sensibilizzare l'opinione pubblica sulla vita selvatica...mica le banane della LAV.

    In Origine Postato da sosunturzos
    Li avete sentiti dire qualcosa sull'inquinamento atomico delle acque della Maddalena? [...]
    Qualcosa sulle intenzioni del governo italiano di inviare le scorie nucleari in Sardegna?
    Per carità i problemi sono tantissimi e loro cercheranno di occuparsene di molti...non per questo mi sembra il caso di bacchettarli, se hai di meglio comunque parlacene.

    In Origine Postato da sosunturzos
    Cosa cazzo difendono dunque? Prima di tutto sé stessi, poi qualche animale "in via di estinzione" perché la pubblicità occorre: non per niente si dice che sia l'anima del commercio.
    La perdita di bidiversità è un problema concreto anche a livello ittico. Stiamo perdendo tre specie animali all'ora. Mica pizza e fichi.

    Ai sinceri.
    "Che l'uomo si concepisca come una creatura di Dio oppure come una scimmia che ha fatto carriera comporta una netta differenza nell'atteggiamento da tenere verso la realtà; nei due casi si obbedirà a imperativi interiori diversissimi."

    Arnold Gehlen

  3. #23
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    In Origine Postato da Il Condor
    Ridicoli cocomeri (verdi fuori e rossi dentro)

    Anni fa tutti a gridare "attenti all'Era Glaciale". Ieri tutti a gridare "attenti al Riscaldamento Globale". Oggi di nuovo col pericolo del Grande Freddo ?

    Cos'e' ?, che con questo insolito freddo di maggio la propaganda del Riscaldamento dovuto all'Effetto Serra aveva perso credibilita ?
    La tua semplicioneria è come al solito fuori luogo.

    Qualcuno qui ha forse parlato di Era Glaciale?

    Aspetta che arrivi anche quest anno il caldissimo poi vedi che risate.

    Agli ignoranti.
    "Che l'uomo si concepisca come una creatura di Dio oppure come una scimmia che ha fatto carriera comporta una netta differenza nell'atteggiamento da tenere verso la realtà; nei due casi si obbedirà a imperativi interiori diversissimi."

    Arnold Gehlen

  4. #24
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    Speriamo di no...l'anno scorso è stato un caldo INNATURALE, veramente tremendo, insopportabile.

  5. #25
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    Ma aggiungo, e ne faccio un punto di vanto, che nonostante il caldo atroce NON ho ceduto al martellamento pubblicitario e non ho, come invece hanno putroppo fatto tanti babbei poco lungimiranti, comprato quella merda che si chiama "condizionatore", che moltiplica all'inverosimile l'inquinamento e rovina pure la salute di chi se lo respira giorno e notte (dolori cervicali, raffreddori, bronchiti, ecc...).

  6. #26
    God, Gold & Guns
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    In Origine Postato da ScimmioneNudo
    La tua semplicioneria è come al solito fuori luogo.

    Qualcuno qui ha forse parlato di Era Glaciale?

    Aspetta che arrivi anche quest anno il caldissimo poi vedi che risate.

    Agli ignoranti.
    Il Pericolo Freddo era implicito nel tuo post iniziale, dove riporti di riduzione di raggi solari. Come anche Vikkk ha notato

    Quanto al caldissimo, anche se arriva, non cambia certo le mie convinzioni

  7. #27
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    In Origine postato da Il Condor
    Il Pericolo Freddo era implicito nel tuo post iniziale, dove riporti di riduzione di raggi solari. Come anche Vikkk ha notato
    Implicito? Stai male...
    Quello che nota Vikk è affar suo. Non ci vuole un genio per capire che in una serra c'è meno luce che non all'esterno della stessa...

    In Origine postato da Il Condor
    Quanto al caldissimo, anche se arriva, non cambia certo le mie convinzioni
    Lo so che sei cieco...ma prima o poi dovrai ragionare pure tu.

    Ai plapperi.
    "Che l'uomo si concepisca come una creatura di Dio oppure come una scimmia che ha fatto carriera comporta una netta differenza nell'atteggiamento da tenere verso la realtà; nei due casi si obbedirà a imperativi interiori diversissimi."

    Arnold Gehlen

  8. #28
    Silvioleo
    Ospite

    Predefinito Vi siete mai chiesti perché la Groenlandia si chiama così?

    Uno dei temi assolutamente centrali del dibattito ambientale, come è noto, è da tempo la questione dei cambiamenti climatici. Ed è altrettanto noto che la stragrande maggioranza delle organizzazioni ambientaliste tradizionali hanno fatto propria la teoria del «riscaldamento globale»: il pianeta avrebbe, come recita il titolo di una recente pubblicazione, «la febbre», andrebbe cioè incontro ad un drammatico innalzamento della temperatura, causato dall'eccessiva produzione di anidride carbonica (CO2) determinata dalle attività produttive dell'uomo e foriero, sempre secondo questi «apocalittici», di sconvolgimenti quali desertificazioni, epidemie, innalzamento degli oceani, alluvioni. In realtà, la teoria del riscaldamento globale di origine antropica è estremamente dubbia ed è oggetto, da più parti, di contestazioni sia di ordine scientifico sia di ordine storico.

    Dal punto di vista scientifico, il primo e più clamoroso dato è il fatto che, malgrado anni di studi, la reale influenza della CO2 sulla temperatura e sui cambiamenti climatici non è affatto chiara. Lo dimostra il clamoroso capovolgimento delle previsioni rispetto agli anni Settanta, quando era moneta corrente la teoria secondo cui l'aumento dell'anidride carbonica avrebbe determinato un drammatico abbassamento della temperatura, una pericolosa avanzata dei ghiacciai, insomma un progressivo congelamento del pianeta, che secondo alcuni si sarebbe trovato alle soglie nientemeno che di una nuova Era glaciale. Un'altra spia del carattere poco scientifico delle posizioni degli ambientalisti catastrofisti va individuata nel fatto che la loro propaganda ha finito per generare una grave confusione concettuale e semantica, con la sovrapposizione della teoria del riscaldamento globale e l'effetto serra, fenomeno assolutamente naturale e addirittura indispensabile all'esistenza della vita sul pianeta. L'espressione «effetto serra», infatti, sta ad indicare il fatto che l'atmosfera trattiene i raggi del sole, che diversamente, una volta colpita la superficie terrestre, rimbalzerebbero nello spazio. Conseguenza dell'effetto serra è che la temperatura globale sulla Terra è di circa +15°, mentre se l'atmosfera non trattenesse il calore che arriva dal sole la temperatura sarebbe di circa -18°, il che renderebbe impossibile la sopravvivenza di molte forme di vita, inclusa quella umana.

    Tutt'altro che scontato, al contrario di ciò che pensa la maggior parte degli ambientalisti, è poi il fatto che il riscaldamento globale in cui essi vedono unicamente un apportatore di catastrofi sia conseguenza delle attività lavorative dell'uomo: dalla metà del XIX Secolo la temperatura è aumentata di circa 0,8°C (circa 0,6°C nell'arco del XX Secolo). Ora, è indubbio che le emissioni antropogeniche siano andate aumentando fin dai tempi della Rivoluzione industriale, ma quello che si omette sistematicamente di specificare è che, negli ultimi cento anni, il riscaldamento globale si è quasi interamente concentrato in due precisi lassi di tempo, dal 1910 al 1945 e dal 1975 ad oggi: una discontinuità che contraddice le tesi sull'origine antropica del riscaldamento globale. Questa variazione sembrerebbe piuttosto parte di un più ampio processo cui l'uomo è del tutto estraneo.

    La storia del pianeta ci rivela, infatti, che il clima è sempre stato soggetto a variazioni, con un'alternanza di periodi caldi e periodi freddi determinata da fenomeni assolutamente estranei alla presenza e al comportamento dell'uomo. Lo scienziato Antonino Zichichi ha ricordato che «nell'ultimo mezzo miliardo di anni la Terra ha perso per ben quattro volte le due calotte polari: niente ghiacci al Polo Nord e niente al Polo Sud. E per quattro volte le ha rifatte. E l'uomo non c'era». Inoltre, «140 milioni di anni fa le calotte polari ingigantirono estendendosi fino a latitudini molto basse. Oslo e San Pietroburgo erano parte della calotta polare. 280 milioni di anni fa i ghiacciai del Polo Nord arrivarono a toccare Suez in Africa, Lhasa in Tibet e Houston negli Usa. 420 milioni di anni fa Praga e Vancouver erano parte della calotta polare».

    D'altra parte, la Terra ha avuto periodi climatici molto più caldi di quello attuale, in nessun modo attribuibili a cause antropiche, dal momento che le attività umane erano irrilevanti, e che non hanno determinato, a dispetto degli eco-apocalittici, alcuno sconvolgimento catastrofico. «Nel 218 a.C. - scrivono Riccardo Calcioli e Antonio Gaspari - Annibale attraversò le Alpi con gli elefanti e con un esercito abituato alle temperature africane, per invadere l'Italia. Ề certo che non c'era neve sulle Alpi. Secondo i paleontologi che hanno studiato la civiltà camuna, giunta al suo massimo sviluppo attorno al 300 a.C., in quell'epoca il clima della Val Camonica era subtropicale umido. In una valle laterale della Val d'Aosta esistono i ruderi di un mulino, risalente almeno al 2000 a.C., alla quota di oltre 2000 metri sul livello del mare dove oggi, al massimo, si scia. Il cosiddetto "uomo di Similaun" (5500 a.C. circa) ritrovato da escursionisti in un ghiacciaio in fase di retrogradazione, era, in base all'abbigliamento leggero, un personaggio di rango appartenuto a una popolazione di cacciatori e pastori che viveva a quote comprese tra i 2.000-3.000 metri di altitudine. [...] I ritrovamenti di resti di animali e piante, testimoniano che circa 5.000 anni fa in Italia vivevano elefanti, gazzelle, antilopi e una vegetazione che oggi esiste nella zona subtropicale in prossimità delle savane. Il record degli anni più caldi spetterebbe ai cinque secoli medioevali compresi tra l'800 e il 1300». Per parte sua, Philip Scott, professore emerito di bio-geography all'Università di Londra, ha osservato che «epidemie, carestie e collasso economico si susseguirono in occasione della piccola glaciazione. Quando la temperatura cominciò a scendere i raccolti diminuirono e l'attività vinicola in Inghilterra morì. Non capisco perché ci sono tante persone che hanno paura di un clima più mite».

    Lo scorso agosto Richard Hollingham, giornalista della rete TV della BBC, ha diffuso un reportage sul viaggio da lui compiuto in Groenlandia per documentare gli effetti dei cambiamenti climatici causati dall'uomo: «La Groenlandia - racconta - è una massiccia isola serrata dal ghiaccio [...] è solo avvicinandosi alla base dei ghiacciai che ci si rende conto di come il paesaggio stia cambiando. Pochi metri sopra, la roccia è totalmente nuda». Il tanto temuto riscaldamento globale sta determinando una graduale ritirata dei ghiacci, e la vegetazione ricomincia a comparire: «questa terra vede il sole per la prima volta da milioni di anni». In realtà, quest'isola di 2,16 milioni di chilometri quadrati (la più grande del mondo), popolata da 57mila abitanti e coperta all'81% da ghiacci, è tornata da circa due decenni a coltivare patate nella zona meridionale. Sempre nel Sud è stata piantata nel 1988 la prima moderna foresta groenlandese, il Greenlandic Arboretum, a Narsarsuaq, con centomila piante di specie diverse.

    Ma la novità più importante, come ci informava il Sole 24 Ore qualche giorno fa, sta nel fatto che, come anticipato dalle prospezioni iniziate nel 1992 dal Servizio geologico danese, nei fondali marini della zona di Disko Bay, nello Stretto di Davis, fra Groenlandia e Canada, potrebbero celarsi bacini petroliferi in grado, se la loro presenza fosse confermata dalle trivellazioni, di garantire prosperità e una vera indipendenza, anche politica, a questo enorme e quasi deserto territorio, dal 1979 dotato di un Governo autonomo sotto la Corona danese. Per questo, i geologi danesi ed il Bureau of Minerals and Petroleum Groenlandese, apriranno nel 2006 alla ricerca petrolifera una zona di mare di oltre 66mila chilometri quadrati nello Stretto di Davis: l'operazione, che prenderà il nome di Disko Bay Project, ha già suscitato interesse in tutte le prime dieci compagnie petrolifere mondiali.

    Le prospezioni sismiche e satellitari hanno dato segnali positivi, che tuttavia potranno essere confermati soltanto dalle trivellazioni; per questo, se a Copenaghen sono convinti che il petrolio ci sia, e in abbondanza, in Groenlandia vi è chi mantiene un atteggiamento di maggiore prudenza. Una cosa è certa: le trivellazioni e l'eventuale estrazione saranno possibili solo grazie all'arretramento dei ghiacci causato dal tanto demonizzato riscaldamento globale: «i cambiamenti climatici - ha dichiarato Flemming G. Christiansen, direttore del dipartimento stratigrafico del servizio geologico di Danimarca e Groenlandia (Geus) - che per vari aspetti preoccupano, hanno favorito il nostro lavoro e sono rilevanti. Zone difficili sono diventate, dal '92 a oggi, del tutto accessibili».

    Per parte sua, Joseph Motzfeldt, ministro groenlandese delle Finanze e degli esteri, ha rammentato che, sebbene i cambiamenti climatici in corso possano generare oggi qualche inquietudine, il clima era decisamente più caldo tra il 100 e il 1400 dell'èra cristiana, quando i Vichinghi della cultura Norse, con insediamenti di circa tremila persone, allevavano bestiame, praticavano l'agricoltura, e c'erano gli alberi. Il tutto scomparso a partire dal XVI Secolo. Se n'è accorto anche Hollingham, il giornalista della BBC: «I resti di una chiesa sulla sponda di un fiordo segnano quel che rimane degli agricoltori vichinghi. Il sole proietta ombre tra le finestre ad arco fino al punto dove stava l'altare, usato per la prima volta nel Quindicesimo secolo, prima che l'area fosse abbandonata perché diventava troppo fredda per essere abitabile». E dire che nello stesso reportage Hollingham, come si è visto, afferma con clamorosa contraddizione che la terra della Groenlandia «non vede il sole da milioni di anni»! In realtà, quando circa un millennio fa i Vichinghi raggiunsero con le loro navi l'enorme isola oggi in gran parte coperta dai ghiacci, trovarono una terra allora fertile e ricoperta di vegetazione. E per questo la chiamarono «terra verde».

    Ancora oggi, se il significato del nome di questa terra può sfuggire a chi ha per madrelingua un idioma romanzo, esso è perfettamente chiaro a che ne coglie la radice scandinava. Detto in italiano, «la Groenlandia sta tornando verde» può essere significativo fino a un certo punto. Ma detto in inglese, «Greenland is turning green» non è soltanto un gioco di parole, bensì una constatazione che dovrebbe far riflettere, soprattutto coloro che si stracciano le vesti di fronte alle presunte iatture e catastrofi che al loro modo di vedere saranno l'unica conseguenza del «riscaldamento globale».



    di Giorgio Bianco

  9. #29
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    Interessantissimo! Sarà il caso di emigrare in Groenlandia?
    Minou

  10. #30
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