Leggo con piacere la presa di posizione da parte dei vertici della SVIMEZ (ricordo anche l'intervento del prof. Giannola, che si può leggere qui) in favore di una vera strategia di sviluppo, che potrebbe rendere le prossime manovre meno salate. A prescindere dal fatto che si tratti solo di parole, maggiore è la consapevolezza da parte degli esperti che il cosiddetto Mezzogiorno può sopravvivere da solo, avendo potenzialità di sviluppo enormi, maggiore è la probabilità che questo messaggio arrivi anche alle persone comuni. :giagia:
PADOVANI: SENZA SUD L'ITALIA NON CRESCE.
Se dimentichiamo il Sud non ci sarà crescita per l'Italia. Riccardo Padovani, direttore della Svimez sottolinea la centralità del Mezzogiorno, individua nel discorso programmatico del nuovo Premier le linee di politica economica che dovranno aiutare il paese a superare l'empasse di una crisi che ormai sta investendo l'intera eurozona, non solo l'Italia.
••• Dott. Padovani la creazione di un nuovo ministero della Coesione territoriale cui si aggiunge il dicastero sull'Integrazione dà una connotazione molto precisa all'Esecutivo Monti. Che significato assume questa scelta politica in un momento particolarmente delicato per tutti paesi dell`Eurozona?
«Non è possibile nessuna crescita senza coesione, senza ricostruire un tessuto economico e sociale che tenga insieme i territori. Il premier appena insediato ha ribadito quanto sia necessario lo sviluppo armonico deL Nord e del Sud del Paese, altrimenti siamo destinati al declino. L'ìnstabilità del quadro politico-economico del Paese, sempre più esposto alle intemperie dei mercati finanziari, spinge la SVIMEZ a un costante sforzo di aggiornamento. I nostri studi relativi agli anni 2008-2011, presentati alle Giornate dell'Economia del Mezzogiorno che si sono tenute a Palermo nei giorni scorsi, dimostrano come il Mezzogiorno abbia subìto più del Centro-Nord gli effetti della crisi: una caduta maggiore del prodotto, una minore crescita, una riduzione continua e ancora più pesante dell'occupazione».
••• A quali condizioni si può invertire un trend che penalizza le regioni del Sud?
«Una fuoriuscita dalla crisi e una ripresa della crescita non sono per il Mezzogiorno cose impossibili.
Sono però indispensabili azioni compensative, secondo una duplice tipologia: da un lato, vanno sperimentate a breve termine forme di sostegno ai redditi in grado di ridurre l'impatto sociale della crisi; dall'altro, vanno promosse politiche dì rigore selettive (spending review) per un rilancio della spesa in conto capitale destinata allo sviluppo».
••• Quali passi di politica economica deve compiere subito il nuovo esecutivo?
«Serve una strategia nazionale complessiva, non affidata esclusivamente ai liberi movimenti del mercato, con privatizzazioni, liberalizzazioni e flessibilizzazioni, ma centrata su interventi di "politica attiva dell'offerta" in campo infrastrutturale, industriale e dell' innovazione. In questo senso ricopre un ruolo di primo piano il rafforzamento della politica regionale di sviluppo, da riformare in senso "strategico", ben sapendo che il punto di debolezza del meccanismo attuale è il passaggio dalla programmazione di obbiettívi e criteri alla progettazione degli interventi».
••• Questo errore di impostazione a che cosa è dovuto?
«Da anni la SVIMEZ denuncia la carenza di coordinamento tra interventi regionali, la scarsa capacità di progettare interventi interregionali, e la mancanza di strutture- tecniche in grado di progettare o valutare gli interventi, sia al centro che in periferia. Vorrei però ribadire che in questa fase così difficile della nostra vita economica e finanziaria, dobbiamo sostenere a gran voce che nel nostro Paese si può tornare a crescere se si affrontano i problemi a partire da Sud, anche utilizzando meglio la leva delle politiche aggiuntive. Dobbiamo quindi fare delle scelte che portino a concentrarsi su precise priorità, attivando alcune leve dell'azione pubblica, che possano avere una ricaduta immediata anticiclica, senza smarrire una prospettiva di sviluppo di più ampio respiro».
••• La Lega e le forze centrate sugli interessi del Nord hanno manifestato già delle perplessità rispetto a un'idea di coesione che loro giudizio intende mascherate vecchie liturgie stataliste. Cosa pensa in proposito?
«In questo quadro è urgente convincere il Centro-Nord che il Mezzogiorno è effettivamente l'opportunità per il rilancio dell'economia nazionale, sul versante delle politiche energetiche, delle politiche ambientali, della logistica e delle politiche per il Mediterraneo; facendo pesare i molti motivi per cui oggi è nelle regioni del Sud che si trova la strada per uscire dalla crisi.
Tuttavia bisogna dire che è al Sud che oggi si manifesta un'acuta emergenza sociale: la cui risposta va trovata in uno sforzo di intelligenza comune che si traduca nella scelta di priorità da concordare e da realizzare.
In questo modo il Piano per il Sud dovrebbe diventare un piano strategico non solo per Mezzogiorno, ma per l'Italia, da considerare anche nelle prossime manovre quale elemento di sviluppo e di crescita per l'intero Paese».
Da "Il Giornale di Sicilia" del 21 Novembre 2011. Qui.