il Riformista 16.12.11
Inchiesta
Ecco i cattivi maestri della destra estrema travestiti da intellettuali
Il mondo di Casseri e Boccacci si rifà a un pensiero negazionista di cui si trova traccia anche in riviste autorevoli e nelle università
di Sonia Oranges
Gianluca Casseri era «un povero pazzo» (almeno secondo Casapound che pure lo annoverava tra i suoi simpatizzanti) e infatti la scorsa settimana ha sparato ad alzo zero contro qualsiasi senegalese gli si parasse davanti, prima di suicidarsi; Maurizio Boccacci è considerato figura di spicco della destra extraparlamentare italiana, transitato per il Fuan, il Msi, Avanguardia nazionale, i gruppi naziskin, il Movimento politico occidentale, Militia e ora le patrie galere: era compagno di scuola di Valerio Fioravanti, ha organizzato manifestazioni in solidarietà con Priebke, e dichiarato: «Ammiro quello che Hitler ha fatto. Gli ebrei erano dei nemici che si opponevano ai suoi disegni». Casseri e Boccacci sono personaggi dalla grana e dallo spessore assai diversi, ma gravitano nella stessa galassia fortemente ideologizzata, i cui cattivi maestri sono lontani dalle adunate clandestine dei «camerati» come dai raid contro centri sociali e immigrati. Anche perché spesso l’estremismo di destra, sui temi come quello dell’antisemitismo, si salda con quello di sinistra. E si annida in un universo intellettuale che, in virtù della pur legittima libertà di pensiero ed espressione, trova spazio in case editrici e riviste di alto profilo.
È il caso di Eurasia, rivista di studi geopolitici, che vede nel suo comitato scientifico firme autorevoli come Alfredo Canavero (docente di storia contemporanea della Statale di Milano), Fabio Mini (generale già a capo dello stato maggiore dell’Afsouth e comandante della Kfor) e lo storico ed ex diplomatico Sergio Romano. Eppure, a pubblicare la rivista sono le Edizioni all’Insegna del Veltro, fondate da Claudio Mutti, di formazione maoista prima e stretto collaboratore di Franco Freda poi, ha insegnato a lungo in uno dei licei più prestigiosi di Parma, si è convertito all’islam e per primo ha tradotto e ripubblicato in Italia i (falsi) Protocolli dei Savi di Sion (che non erano stati più stampati dagli anni Quaranta del secolo scorso). E ai quali si rifaceva lo stesso Casseri, pubblicando un anno un lungo articolo postato su un sito dal titolo agghiacciante: Olodogma, biblioteca revisionista su Olocash e truffa Sterminazionista.
Prolifico saggista, Mutti si firma anche con lo pseudonimo di Omar Amin, che era il nome islamico di Johannes Von Leers, braccio destro di Joseph Goebbels e ispiratore delle campagne antisemite dell’Egitto nasseriano. E sfogliando i contributors della sua rivista brillano nomi ideologicamente in linea con questa vague. Come Claudio Moffa, negli anni Settanta divulgatore di scritti palestinesi, nei Novanta segnalatosi per aver dedicato un numero della rivista La lente di Marx, che gli costò l’allontanamento da Rifondazione comunista. A maggio del 2007 ha invitato il negazionista francese Robert Faurissen a tenere una lezione all’interno del suo master universitario all’università di Teramo, dove si svolgono anche le lezioni del master Enrico Mattei, promossi in collaborazione con la stessa Eurasia.
Nell’edizione del 2010, Moffa ha tenuto banco su un argomento che poi fu contestato: «Il tema-tabù del mondo accademico, la questione della Shoah, della difesa del suo dogma da parte della Inquisizione del III millennio». Roba da far venire i capelli bianchi, non fosse che l’esimio docente è convinto che financo Monica Lewinsky sia parte di un complotto ebraico.
La pensa come lui, Dagoberto Bellucci che su Eurasia ha trovato spazio soltanto una volta: amico di Eva Henger prima di convertirsi (pure lui) all’islam. Collaboratore storica alla rivista Avanguardia, ispirata all’ideologia nazifascista e al fondamentalismo islamico, diretta da Leonardo Forte, processato nel 2008 dal tribunale di Trapani con l’accusa di «discriminazione razziale nei confonti della stirpe ebraica e dello stato di Israele», e condannato due anni dopo a nove mesi di carcere (i suoi collaboratori ne beccarono soltanto tre). Tramontata Avanguardia, Bellucci pubblica sul sito di Italia sociale, e dal Libano (dove vive e dirige un’agenzia di stampa in ottimi rapporti con Hezbollah) cura un blog dove periodicamente ospita delle black list di personalità ebraiche: dai giornalisti alle aziende. Tutti, naturalmente, da boicottare.
Sempre su Eurasia è anche Luigi Copertino, pure lui docente del master Mattei, cattolico integralista e preconciliare, firma fissa anche di Effedieffe, il quotidiano online dell’omonima casa editrice (fondata nel 1991 e diretta da fabio De Fina, ex dirigente di Forza Nuova, che pubblica un ampio catalogo del pensiero antisemita), diretto dal giornalista Maurizio Blondet che ospita spesso e volentieri articoli di ispirazione antiebraica, e si fregia di essere stato il primo ad accusare gli ebrei sionisti di essere i principali artefici del traffico di organi a livello planetario. Oltre la macchina del fango, insomma.
D’altra parte, sempre Eurasia ha ospitato contributi di Aleksandr Dugin, teorico del pensiero eurasiatico, consigliere di Putin e, soprattutto, principale traduttore dei testi di Evola in russo.Come quelli di Israel Shamir, russo di origine ebraica, noto per essere stato ospite nel parlamento britannico dove si è fatto notare, paradossalmente, per le sue convinzioni ferocemente antisemite. Le Edizioni all’Insegna del Veltro, d’altra parte, lo hanno ampiamente pubblicato. E la prefazione dei suoi lavori era affidata a Serge Thion. Francese e negazionista.