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  1. #1
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    Predefinito Sel : l'art.18 non si tocca!

    L’articolo 18 non si tocca
    lunedì 19 dicembre 2011 | Redazione | Un commento



    Dopo la manovra economica ecco che si ritorna a parlare di articolo 18. Tale argomento è da tempo un tema controverso su cui si combattono la politica, i sindacati e gli imprenditori. Dopo una manovra che, in misura maggiore, ha colpito i lavoratori torna di moda anche il tema dei licenziamenti facili. Nichi Vendola, Presidente di “Sinistra, ecologia e libertà”, chiude a qualsiasi ipotesi di riforma dell’articolo 18 sostenendo anche che se tale riforma prendesse piede la reazione sarebbe durissima.

    Affermazione dura e senza mezzi termini quella del leader di Sel che, a margine dell’incontro avuto con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil, ha continuato ad attaccare il nuovo Governo Monti sulla manovra definita iniqua che comunque, a suo giudizio, il Partito Democratico ha contribuito un po’ a migliorare.Tale articolo è un argomento tabu’ perche’ riguarda la carne viva dei lavoratori e i diritti delle persone e non si può pensare di dare lavoro con il licenziamento facile, sarebbe una perfidia inaccettabile togliere diritti.

    Vendola e i sindacati hanno intavolato una lotta comune che è stata confermata anche dal segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, dal segretario confederale della Uil, Domenico Proietti e dal rappresentante della Cisl, Maurizio Petriccioli.”Abbiamo riscontrato con Vendola convergenze importanti”, ha riferito Fammoni sottolineando che le iniziative sindacali continueranno anche dopo l’approvazione della manovra in Senato.

    In un periodo duro e critico come questo, dove si perdono migliaia di posti di lavoro proprio a causa della crisi, è sbagliato parlare di licenziamenti più facili; si dovrebbe lavorare per dare più diritti e sicurezze a chi, come i precari e i nostri giovani, queste sicurezze non le ha.Per Vendola combattere contro la crisi vuol dire dare piu’ diritti e giustizia sociale, non si possono intaccare i diritti frutto di decenni di lotta del mondo operaio; e’ una perfidia inaccettabile.

    L’articolo 18 non si tocca | Sinistra Ecologia Libert
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  2. #2
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    Lavoro/ Vendola: Se governo tocca art.18, reazione durissima “Confindustria dice che per noi è un tabù? Sì, lo è”
    lunedì 19 dicembre 2011 | Redazione | Nessun commento

    Roma, 19 dic. (TMNews) – L’articolo 18 non si può toccare, se il Governo si muovesse su questa strada la “risposta sarebbe durissima”. Il leader di Sel Nichi Vendola lo ha detto incontrando i giornalisti l termine di un incontro con una delegazione di Cgil-Cisl-Uil. “Con i sindacati – ha spiegato Vendola – abbiamo convenuto sulla necessità di cambiare musica, i tagli così sono controproducenti”. In particolare, ha spiegato Vendola, “non si può pensare di dare lavoro con il licenziamento facile, sarebbe una perfidia inaccettabile togliere diritti.
    Siamo uniti con i sindacati sul no all’attacco ai diritti: l’articolo 18 è un punto della civiltà del nostro Paese e se il governo dovesse mettere mano ad una riforma regressiva, la risposta non potrebbe che essere durissima. Per combattere contro la crisi, contro la prospettiva dell’impoverimento, bisogna dare più diritti”.
    Ha aggiunto Vendola: “L’articolo 18 non si tocca. Confindustria dice che lo consideriamo un argomento tabù? Sì, è un argomento tabù, perché tocca la carne viva dei lavoratori. Tutti devono stare molto in guardia rispetto alla possibilità di scardinare capisaldi nostra vita democratica. La reazione non potrà che essere determinata e durissima”.

    Lavoro/ Vendola: Se governo tocca art.18, reazione durissima “Confindustria dice che per noi è un tabù? Sì, lo è” | Sinistra Ecologia Libert

    Lavoro: Vendola, ART.18 non si tocca, reazione sarà durissima
    lunedì 19 dicembre 2011 | Redazione | Nessun commento

    (AGI) – Roma, 19 dic. – Nichi Vendola chiude a qualsiasi ipotesi di riforma dell’art.18. “L’art.18 non si tocca”, ha chiarito il leader di Sel al termine di un incontro con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil.
    “E’ un argomento tabu’ perche’ riguarda la carne viva dei lavoratori e i diritti delle persone – ha insistito – se il governo pensa di mettere mano ad una riforma regressiva e di destra la risposta sara’ durissima. Tutti devono stare molto in guardia sulla possibilita’ di scardinare i diritti, la reazione non potra’ che essere determinata e durissima”. Per Vendola, “per combattere contro la crisi servono piu’ diritti e giustizia sociale, non si possono intaccare i diritti frutto di decenni di lotta del mondo operaio, e’ una perfidia inaccettabile. Servono piu’ diritti per tutti, non si puo’ pensare di dare forza a chi chiede lavoro attraverso i licenziamenti facili”.

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    Manovra: Vendola, è iniqua e rischia accelerare precipizio
    lunedì 19 dicembre 2011 | Redazione | Nessun commento

    (AGI) – Roma, 19 dic. – Nichi Vendola ha ribadito il suo giudizio negativo sulla manovra ed e’ tornato a chiedere correzioni. “Con i sindacati c’e’ una grande sintonia su un giudizio critico verso una manovra iniqua”, ha spiegato il leader di Sel al termine di un incontro con i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. “E’ necessario cambiare musica – ha spiegato – questi tagli cosi’ pesanti sono controproducenti e la manovra rischia di accelerare il precipizio e portare alla recessione”.
    Vendola ha dato atto al Pd di aver convinto il Governo a modificare alcuni punti. “Credo che abbia combattuto per provare a migliorare la manovra e ha ottenuto qualche parziale correzione”, ha spiegato. “Ci sono stati timidi passi in avanti, ma e’ inaccettabile che siano solo timidi. Ce’ un Paese che crepa di fame e ci sono generazioni senza futuro – ha ammonito – non si possono avere timidezze, ma il coraggio della giustizia sociale che invece puo’ aiutare ad uscire dalla crisi”.
    La sintonia con Vendola e’ stata confermata anche dal segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, dal segretario confederale della Uil, Domenico Proietti, e dal rappresentante della Cisl, Maurizio Petriccioli.
    “Abbiamo riscontrato con Vendola convergenze importanti”, ha riferito Fammoni. Ora, ha sottolineato, “e’ un punto di democrazia oltre che di merito che il governo rispetti l’ordine del giorno che il Parlamento ha approvato. Abbiamo poi ribadito come organizzazioni sindacali che la nostra iniziativa continuera’ anche dopo l’approvazione della manovra in Senato”.
    Nel corso dell’incontro si e’ parlato nel dettaglio dei punti piu’ critici della piattaforma del governo, compreso l’art.18. “E’ sbagliato parlare di licenziamenti piu’ facili in una fase cosi’ drammatica in cui si perdono migliaia di posti di lavoro”, ha proseguito il rappresentante della Cgil, “la lotta al precariato la si fa anche rendendo questo lavoro piu’ costoso di quello stabile”. Dalla Uil e’ arrivata la richiesta “di una riforma fiscale”, come ha spiegato Proietti.
    Petriccioli ha insistito invece su una “patrimoniale vera, ordinaria e strutturale”.

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  3. #3
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    I tabù della ragione
    martedì 20 dicembre 2011 | Titti Di Salvo | Nessun commento



    Il dizionario italiano definisce tabù “tutto ciò che è oggetto di un divieto senza fondamento oggettivo”. Ora alla luce del vocabolario, tutti coloro che dicono che eliminare l’art.18 non è un tabù devono aggionare il linguaggio ,scegliendo parole più appropriate per dire la loro sull’argomento. E devono rispondere ad almeno 10 domande dettate dal buon senso e dalla realtà,appunto domande “oggettivamente fondate”.

    1. Di fronte alla previsione di recessione, l’abolizione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori, cioè del divieto di licenziare senza giusta causa e giustificato motivo, è la misura urgente e necessaria per far crescere il paese, sostenere le imprese e superare la crisi?

    2. Di fronte alla previsione legata alla recessione di 800.000 posti di lavoro in meno per il 2012, il governo Monti deve occuparsi, senza guardare in faccia nessuno, di come si licenziano le persone o di come si creano posti di lavoro?

    3. Di fronte all’evidenza che l’art.18 non si applica al 95 % delle imprese italiane perché sotto la soglia dell’applicazione dello Statuto dei lavoratori, poter licenziare è decisivo per poter assumere?

    4. Di fronte al fatto che la maggior parte delle imprese è molto lontana da quella soglia (dai 3 ai 9 dipendenti), quelle imprese aumenterebbero la loro dimensione che oggi ,secondo i sostenitori della cancellazione dell’art.18, viene tenuta al di sotto dei 15 dipendenti per non applicare lo Statuto dei lavoratori?

    5. Di fronte alla possibilità dei licenziamenti collettivi per crisi già prevista dalle attuali norme,di fronte al licenziamento individuale già possibile per atti gravi, di quali situazioni si parla quando si pone il tema della libertà di licenziamento?

    6. Di fronte a quell’85 percento di assunzioni precarie che caratterizzano oggi il mercato del lavoro,di fronte alle finte cococo e ai finti stage,la soluzione al dramma esistenziale,generazionale e quindi generale della precarietà, è l’estensione della precarietà a tutte le nuove assunzioni, visto che nel contratto unico a tempo indeterminato ,citato dal Ministro Fornero, non ci sarebbe vincolo alcuno alla libertà di licenziamento?

    7. Di fronte al decreto ancora in itinere che modifica pesantemente la vita di moltissimi,sposta in avanti il tempo della loro pensione per fare cassa e lascia tante persone espulse dai processi produttivi,s enza salario e senza pensione; di fronte a tutto ciò, a chi giova riproporre l’ossessione del precedente governo, l’art.18, come biglietto da visita della riforma del mercato del lavoro?

    8. Di fronte alla crisi che investe settori e persone non protette o non protette a sufficienza da ammortizzatori sociali ,per equità e anche per sostenere la domanda interna la priorità è l’art.18 o la riforma degli ammortizzatori sociali?

    9. Di fronte alla natura del governo d’emergenza,certamente legittimo,ma sempre d’emergenza,come si concilia tale natura con la modifica dell’impianto del welfare italiano contenuta nel decreto e con lo snaturamento dei fondamenti dei diritti del lavoro in Italia ,visto che l’art.18 ne è l’architrave: messo lì apposta, come dice la Costituzione, per riequilibrare rapporti di forza che pari non sono tra lavoratori e datori di lavoro?

    10. Di fronte al fatto che contendono opinioni diverse tre donne,che c’entra soffermarsi su questo piuttosto che sulla rappresentanza che sia Susanna Camusso, Elsa Fornero o Emma Marcegaglia esercitano?

    Sinistra Ecologia Libertà ha già presentato le sue proposte per la crescita sostenibile e presenterà presto anche quelle per combattere la precarietà e ridare valore al lavoro: ma quelle 10 domande meriterebbero delle risposte, senza tabù.

    Titti Di Salvo

    I tabù della ragione | Sinistra Ecologia Libert
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  4. #4
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    Sorrisi e licenziamenti

    Dopo avere distrutto le pensioni di anzianità e deindicizzato quelle al di sopra dei 1.200 euro netti (ma nel 2013 torneranno sotto la tagliola anche le rendite superiori a 700 euro), la signora Elsa Fornero, titolare del ministero che senza senso umoristico continua a chiamarsi del welfare, è passata alla fase due, nella quale il nuovo obiettivo del terrificante tiro a segno contro il lavoro è lo Statuto dei lavoratori o, per meglio dire, il suo architrave portante, quell’articolo 18 che tutela i prestatori d’opera dai licenziamenti intimati senza giusta causa.
    Come per la crociata contro il regime pensionistico, di cui si è falsamente invocata l’insostenibilità economica, anche in questo caso, per dare alla crociata contro i diritti una parvenza di legittimità si ricorre alla menzogna. Che si regge sulla seguente premessa: le aziende vedrebbero compromesse le proprie chances competitive a causa dell’impossibilità di privarsi del personale eccedentario, mentre una maggiore flessibilità in uscita (quella in entrata si avvale già di un profluvio di regimi precari e a termine) restituirebbe elasticità ad un mercato del lavoro ingessato da troppi vincoli e rigidità.
    Il ministro, sulle orme di Pietro Ichino, ripropone la bizzarra tesi secondo cui chi gode del “privilegio” di potersi opporre ad un sopruso, sarebbe responsabile di privare le nuove leve del diritto ad una occupazione. Insomma, il diritto al lavoro verrebbe garantito non già da una politica imprenditoriale rivolta all’investimento e ad una resuscitata propensione al rischio industriale, bensì dalla possibilità di cacciare chi si voglia, quando si voglia e per qualsivoglia motivo. Non certo, dunque, per ragioni legate a crisi aziendali, nei quali casi la facoltà di licenziare è già, come ognuno sa, ampiamente normata e praticata.
    L’impianto che la coppia Fornero-Ichino vorrebbe tramutare in legge si propone, in apparenza, come un modello capace di superare il carattere duale della legislazione vigente, in base alla quale nelle imprese con meno di 16 dipendenti non si applicano le norme dello Statuto che operano soltanto al di sopra di tale soglia. In realtà, se questo fosse davvero l’obiettivo del governo, basterebbe estendere le tutele della legge 300/70 a tutti i lavoratori ed eliminare la stupefacente proliferazione di contratti “aticipici” che hanno trasformato il diritto del lavoro in un colabrodo e il mercato del lavoro in un supermercato delle braccia. Ma l’obiettivo è un altro, benché mascherato da nobili intenti. Fornero parla di un «contratto unico a tutele crescenti». Cosa significa? Il ministro spiega: un contratto uguale per tutti i lavoratori, dove si inizia facendo la gavetta con un salario basso e senza diritti, per poi vedere gradualmente crescere l’uno e gli altri. E per ammorbidire la botta Fornero, esattamente come Ichino, propone che i lavoratori in forza (i padri) mantengano la normativa in essere (ivi compreso l’articolo 18), mentre ai nuovi assunti (i figli) si applichi il nuovo regime, alla faccia della dichiarata intenzione di superare il dualismo normativo.
    In realtà, come è facile intuire, la fase, diciamo così, di transizione, servirebbe a svuotare progressivamente la sacca dei lavoratori che portano “in dote” la tutela forte, per arrivare in rapide tappe all’estinzione del diritto per tutti. Sì, perché la parte più sconcia (e fraudolenta) del progetto sta proprio in quell’illusione di «tutele crescenti» a cui, nel nuovo regime, si accederebbe dopo un certo numero di anni trascorsi in balia del padrone. Infatti, ove il lavoratore fosse licenziato e trovasse occupazione presso un’altra azienda, il suo “tirocinio” precedente verrebbe azzerato, ed egli dovrebbe nuovamente passare sotto le forche caudine di una moratoria dei diritti: un periodo che potrebbe dunque protrarsi per sempre, in ragione delle vicissitudini lavorative di ciascuno.
    Insomma, quello che stanno costruendo è un percorso ad handicap, un gioco dell’oca truccato, dove ad ogni intoppo si torna al punto di partenza ed al traguardo non si arriva mai, dove la sola certezza è l’unilateralità del comando d’impresa.
    Questo è il colossale “pacco” in gestazione.
    Pensate: contratti dettati dal padrone, espulsione dei sindacati sgraditi (secondo il modello applicato da Marchionne negli stabilimenti Fiat) e, dulcis in fundo, libertà di licenziare secondo gusto e capriccio.
    Se il Pd si beve anche questa sarà difficile immaginarne una resurrezione politica domani. Sembra averlo capito la Cgil, a cui ora spetta il compito di guidare la lotta con mano sicura. Perché non c’è emergenza più grave di quella che sta portando alla sopraffazione del mondo del lavoro. Abbattere il totem intorno a cui danzano Elsa Fornero e il suo governo è divenuto una priorià assoluta per il Paese e la democrazia.

    Dino Greco - Liberazione

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  5. #5
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    Bell'articolo :giagia:
    Citazione Originariamente Scritto da Con la Fiom Visualizza Messaggio
    Sembra averlo capito la Cgil, a cui ora spetta il compito di guidare la lotta con mano sicura.
    sono particolarmente d'accordo su questo passaggio e devo dire che come avevo scritto in precedenza, temevo un atteggiamento della Camusso e della Cgil di subalternità alle scelte del Governo.

    Dopotutto la Camusso è iscritta al Pd ed è bersaniana (anche se, amo ricordare, all'ultimo congresso dei Ds da segretaria Cgil Lombardia era nella mozione Mussi-Salvi) però bisogna riconoscere che sta conducendo bene la confederazione in un periodo terribile come questo.
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  6. #6
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    Citazione Originariamente Scritto da SteCompagno Visualizza Messaggio
    Dopotutto la Camusso è iscritta al Pd ed è bersaniana (anche se, amo ricordare, all'ultimo congresso dei Ds da segretaria Cgil Lombardia era nella mozione Mussi-Salvi) però bisogna riconoscere che sta conducendo bene la confederazione in un periodo terribile come questo.
    Ancora non abbiamo visto niente, se non una tiepida e inutile reazione alla immensa controriforma delle pensioni. La forza del sindacato la vedremo allorché si parlerà concretamente di art.18 e mercato del lavoro. Quella sarà la svolta, da moltissimi punti di vista.

  7. #7
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    Beh le reazioni alla Fornero sono state molto dure, sulle pensioni cosi come il governo ha approntato tutto in pochi giorni anche il Sindacato non ha avuto modo di fare le giuste mobilitazioni, però io temevo molto peggio, temevo subalternità e timidezza.

    Invece ad oggi la linea della Cgil è che la manovra è recessiva e l'intervento sulle pensioni è brutale e che è una ricetta sbagliata, che il governo non può durare tutta la legislatura (in una intervista la Camusso dice giustamente che se è di emergenza nel breve periodo bisogna ridare la parola ai cittadini) e che sul mercato del lavoro non si accettano riduzione dei diritti.

    Nel solco dei sindacati europei.
    Ultima modifica di SteCompagno; 21-12-11 alle 23:51
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    ART.18, Nichi Vendola (SEL) : IDEA CHE UN GOVERNO TECNICO POSSA SQUASSARE CONQUISTE LAVORATORI E’ IRRICEVIBILE
    giovedì 22 dicembre 2011 | Redazione | Nessun commento

    Credo che sia assolutamente fondamentale definire le soglie invalicabili dal punto di vista della civilta’ democratica di questo Paese.
    Lo afferma Nichi Vendola, presidente di Sinistra Ecologia Liberta’.
    L’idea che un governo tecnico – prosegue il leader di Sel – possa squassare i pezzi pregiati delle conquiste che il movimento operaio ha realizzato nel corso di una storia lunga un secolo, e’ politicamente irricevibile.
    E quindi sono molto contento – conclude Vendola – che Bersani abbia posto i paletti ad una discussione, che al contrario di quello che pensa il ministro Fornero, ha bisogno di molti paletti, molti paletti.

    Lo rende noto l’ufficio stampa nazionale di Sel.

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  9. #9
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    Predefinito Rif: Sel : l'art.18 non si tocca!

    Lavoro: Governo Monti come Sacconi
    mercoledì 04 gennaio 2012 | Massimiliano Smeriglio | Nessun commento



    “Siamo a fianco della CGIL nel chiedere al Governo chiarezza sia per quanto riguarda le riforme sia per quanto concerne il metodo di confronto con l’intero mondo del lavoro”.

    Lo dichiara Massimiliano Smeriglio, responsabile nazionale economia e lavoro di Sinistra, Ecologia e Libertà.

    “Siamo per l’estensione dell’articolo 18, per una riforma del mercato del lavoro che sappia superare la precarietà a partire dal reddito minimo garantito e per la difesa dei diritti di chi è più colpito dalla crisi occupazionale. Siamo inoltre – continua l’esponente di Sel – per il ripristino della legge contro le dimissioni in bianco istituita nel 2007 grazie al lavoro di Titti Di Salvo e Marisa Nicchi e abrogata nel 2008″.

    “Ci preoccupa lo stile “sacconiano” del Governo Monti e crediamo che sia necessario ripartire dalla concertazione con tutte le forze sindacali, tenendo insieme i diritti dei padri e quelli dei figli”.

    Massimiliano Smeriglio (responsabile nazionale Economia e Lavoro Sel)

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