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  1. #1
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    Predefinito Argentina, 10 anni dopo

    20/12/2011 - Buenos Aires, 2001 - 2011, cronaca di un paese diverso.

    Argentina, a dieci anni dalla crisi



    Il paese cresce a ritmi cinesi, grazie soprattutto alla soia, ma ha rotto da tempo con FMI e credito internazionale.


    Ve la ricordate sicuramente la grande crisi argentina del 2001. Gli scontri in piazza di Maggio, il presidente Fernando de la Rua che se scappava dalla Casa Rosada in elicottero, i correntisti in piazza con pentole e coperchi per protestare contro il governo che aveva bloccato i loro risparmi. Un tracollo sociale, economica, istituzionale, un paese allo sbando, un'economia in default. Ho vissuto quei giorni seguendo le mille vicissitudini legate alla crisi, dalle periferie poverissime dove non arrivava nemmeno l'assistenzialismo (oggi molti sostengono che ce n'è fin troppo) i mercatini del Trueque, il baratto, i cartoneros, le banche blindate, i politici barricati dentro il Parlamento. Que se vayan todos, andate via tutti gridava la piazza. Non se ne sono andati. I politici, peronisti e non, sono ancora in pista, le banche fanno ancora affari d'oro, ma qualcosa a Buenos Aires è decisamente cambiato. Non c'è più il Fondo Monetario, le visite con scadenza mensili dell'equipe di tecnici che consigliavano sempre, inevitabilmente, la stessa ricetta. Tagli, licenziamenti, ritocchi alle pensioni. Da quando al potere ci sono i Kirchner, Nestor dal 2003 al 2007, la moglie Cristina dal 2007 ad oggi e fino al 2015, l'Argentina ha tagliato i ponti con gli organismi di credito internazionali. Ha ristrutturato il suo debito come le conveniva causano la giustificata protesta dei creditori, ha iniziato ad attuare una politica protezionista e semi autarchica. La bonanza economica è innegabile. Il paese cresce a ritmi del 7-8% all'anno, secondo solo alla Cina fra i paesi del G20. I poveri e i disoccupati sono la metà rispetto a 10 anni fa, nuove industrie crescono. Molto di questo dipende però da un fattore indipendente rispetto alle scelte del Governo, l'alto prezzo delle materie prime agricole, soprattutto la soia che si esporta in Asia. Ma una cosa è certo. Le politiche di tagli non ci sono più, nè i ditkat esterni. Per chi ha vissuto come me l'anitcamera della crisi argentina le notizie italiane sono molto preoccupanti, così come le similitudini fra ricette (quasi sempre sbagliate) e conti che non tornano. A proposito, quando arriva a Roma la prossima missione del FMI ?

    stampa.it

  2. #2
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    La crescita argentina si basa su materie prime che non abbiamo, sull'aumento dei prezzi e sul truccare i conti.

    Proprio un bell'esempio da seguire.
    Ultima modifica di eq...; 20-12-11 alle 22:31
    Dio scrive dritto anche sulle righe storte degli uomini.

  3. #3
    Viva la piadina!!!
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Citazione Originariamente Scritto da Enri Visualizza Messaggio
    20/12/2011 - Buenos Aires, 2001 - 2011, cronaca di un paese diverso.

    Argentina, a dieci anni dalla crisi



    Il paese cresce a ritmi cinesi, grazie soprattutto alla soia, ma ha rotto da tempo con FMI e credito internazionale.


    Ve la ricordate sicuramente la grande crisi argentina del 2001. Gli scontri in piazza di Maggio, il presidente Fernando de la Rua che se scappava dalla Casa Rosada in elicottero, i correntisti in piazza con pentole e coperchi per protestare contro il governo che aveva bloccato i loro risparmi. Un tracollo sociale, economica, istituzionale, un paese allo sbando, un'economia in default. Ho vissuto quei giorni seguendo le mille vicissitudini legate alla crisi, dalle periferie poverissime dove non arrivava nemmeno l'assistenzialismo (oggi molti sostengono che ce n'è fin troppo) i mercatini del Trueque, il baratto, i cartoneros, le banche blindate, i politici barricati dentro il Parlamento. Que se vayan todos, andate via tutti gridava la piazza. Non se ne sono andati. I politici, peronisti e non, sono ancora in pista, le banche fanno ancora affari d'oro, ma qualcosa a Buenos Aires è decisamente cambiato. Non c'è più il Fondo Monetario, le visite con scadenza mensili dell'equipe di tecnici che consigliavano sempre, inevitabilmente, la stessa ricetta. Tagli, licenziamenti, ritocchi alle pensioni. Da quando al potere ci sono i Kirchner, Nestor dal 2003 al 2007, la moglie Cristina dal 2007 ad oggi e fino al 2015, l'Argentina ha tagliato i ponti con gli organismi di credito internazionali. Ha ristrutturato il suo debito come le conveniva causano la giustificata protesta dei creditori, ha iniziato ad attuare una politica protezionista e semi autarchica. La bonanza economica è innegabile. Il paese cresce a ritmi del 7-8% all'anno, secondo solo alla Cina fra i paesi del G20. I poveri e i disoccupati sono la metà rispetto a 10 anni fa, nuove industrie crescono. Molto di questo dipende però da un fattore indipendente rispetto alle scelte del Governo, l'alto prezzo delle materie prime agricole, soprattutto la soia che si esporta in Asia. Ma una cosa è certo. Le politiche di tagli non ci sono più, nè i ditkat esterni. Per chi ha vissuto come me l'anitcamera della crisi argentina le notizie italiane sono molto preoccupanti, così come le similitudini fra ricette (quasi sempre sbagliate) e conti che non tornano. A proposito, quando arriva a Roma la prossima missione del FMI ?

    stampa.it
    Cmpararela situazoine dell' Argentina con quella Italiana sa tanyto di superifcialita'.

    L' Aregetina aveva il debito con creditori esteri, l' Italia lo ha con, e per la maggiorparte, creditori nazionali.
    Il default dell' Argentina l'han pagato i correntisti esteri, il default Italiano lo pagherebbero i correntisti Italiani, tanto per far notare la principale differenza.

    Quello che l'autore dell'articolo dimentica e' che quando un paese ricorre al FMI e' perche' gia' alla canna del gas... difatti l' Argentina pur avendo all'epoca un debvito/pil basso (45/48%) fece dafault dato che non aveva flussi finanziari interni per pagare il debito.
    L'evasione era qualcosa di normalissimo (si calcola che solo l 4% della popolazione pagasse effetivamente le tasse), le materie prima cosavano poco e quindi si finanxziava con le privatizzazioni.
    Ovvero dagli incassi di queste invece di investirli in infrastrutture, educazione o quello che volete, li usava per la spesa corrente, finiti quelli e no avendo flussi sufficenti il default era inevitabile.

    Come sempre e' sempre utile dare colpa al FMI, a apunto un aese che ricorre al FMI e' perche' ha finito tutte le poossibili opzioni, e' gia' alal canna del gas.

    Quindi l' Argentina, 10 anni dopo, e' il risultato di aver preso prestito soldi all'estero e poi dicendo, ora vi attaccate al tram... cosi come appunto l'alto prezzo delle materie prime agricole della quale e' una gran produttrice (aspetto che , almeno quello lo dice giustamente, centra nulla con le politiche governative).

    Prenderla ad esempio pero' cosi superficialmente come fa quel giornalista mi fa rabbrividire.
    Globalizzazione..... si grazie.

  4. #4
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Qualcuno dovrebbe spiegargli che l'Italia non ha la Patagonia e non vive di export come l'Argentina.
    Ecco i drammi del giornalismo pagato con denaro pubblico.....
    L'abolizione del denaro in origine era legata alle necessità urgenti della nostra guerra di liberazione....Nel futuro...Dipenderà dal nostro popolo...Ma finora il nostro popolo non ha ancora visto la necessità di tornare all'uso del denaro.
    Pol Pot

  5. #5
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Loro hanno un gran sottosuolo certo. Ma noi siamo i n 1 nel sovrasuolo... Solo col turismo e una moneta debole l'economia tornerebbe più florida che mai. E non dimentichiamoci il know how e le possibilità di energia rinnovabile che in futuro potrebbero proiettarci in vetta al mondo

  6. #6
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Citazione Originariamente Scritto da Amati75 Visualizza Messaggio
    Cmpararela situazoine dell' Argentina con quella Italiana sa tanyto di superifcialita'.

    L' Aregetina aveva il debito con creditori esteri, l' Italia lo ha con, e per la maggiorparte, creditori nazionali.
    Il default dell' Argentina l'han pagato i correntisti esteri, il default Italiano lo pagherebbero i correntisti Italiani, tanto per far notare la principale differenza.
    A settembre 2011 circa il 50% del debito italiano era detenuto da banche, assicurazioni e istituti stranieri...
    Questo è il mio caposaldo. Da qui non mi schiodo.

  7. #7
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Bè ma l'argentina cmq ha rinegoziato ed è rientrata in gran parte. Cmq pure noi ora abbiamo un gran debito estero, dal momento che la bce ha continuato a comprare btp. Ora si può fare un default controllato, che poi è una rinegoziazione del debito, mantenendo la ricchezza rimasta. A breve non sarà più possibile e li si che saranno lacrime e sangue. Anche perchè ciò che toglie credibilità ai "mercati" (in pratica le BANCHE) è proprio il fatto che non possiamo emettere moneta ed essere solvibili sempre e cmq. L'argentina non aveva manco lei una moneta realmente sua, perchè era agganciata in tutto e per tutto al dollaro...

  8. #8
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Citazione Originariamente Scritto da Enri Visualizza Messaggio
    Loro hanno un gran sottosuolo certo. Ma noi siamo i n 1 nel sovrasuolo... Solo col turismo e una moneta debole l'economia tornerebbe più florida che mai. E non dimentichiamoci il know how e le possibilità di energia rinnovabile che in futuro potrebbero proiettarci in vetta al mondo
    E con quest'ultima frase abbiamo raggiunto l'apogeo delle cazzate.
    Dannato Barone Rosso.

  9. #9
    Viva la piadina!!!
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Citazione Originariamente Scritto da Simone.org Visualizza Messaggio
    A settembre 2011 circa il 50% del debito italiano era detenuto da banche, assicurazioni e istituti stranieri...
    I detentori esteri nel 2011 sono al 46.2%, ergo come affermato prima:

    "..l' Italia lo ha con, e per la maggiorparte, creditori nazionali (53.8%)..."

    Il tuo punto sarebbe? :gratgrat:

    L' Argentina aveva tale percentuale pressoche' totalmente a favore dell'estero.
    Globalizzazione..... si grazie.

  10. #10
    Viva la piadina!!!
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    Predefinito Rif: Argentina, 10 anni dopo

    Citazione Originariamente Scritto da Enri Visualizza Messaggio
    Bè ma l'argentina cmq ha rinegoziato ed è rientrata in gran parte. Cmq pure noi ora abbiamo un gran debito estero, dal momento che la bce ha continuato a comprare btp. Ora si può fare un default controllato, che poi è una rinegoziazione del debito, mantenendo la ricchezza rimasta. A breve non sarà più possibile e li si che saranno lacrime e sangue. Anche perchè ciò che toglie credibilità ai "mercati" (in pratica le BANCHE) è proprio il fatto che non possiamo emettere moneta ed essere solvibili sempre e cmq. L'argentina non aveva manco lei una moneta realmente sua, perchè era agganciata in tutto e per tutto al dollaro...
    La quota di debito in mani estere e' minoritaria rispetto a quella in mano Italiane.

    La BI e' la terza azionista della BCE.
    La BEC passa ogni anno parte degli utili alle rispettive banche Centrali nazionali e queste ai governi dei paesi (dopo averci pure pagato le tasse).
    Globalizzazione..... si grazie.

 

 
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