Quando si è voluto giungere ad una definizione accettabile di genocidio, si sono cercati compromessi, fino a quando
Il 9 dicembre 1948 fu adottata, con la risoluzione 260 A (III), la Convenzione per la prevenzione e la repressione del delitto di genocidio che, all'articolo II, definisce il genocidio come:
Uno dei seguenti atti effettuato con l'intento di distruggere, totalmente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale:

Uccidere membri del gruppo;
Causare seri danni fisici o mentali a membri del gruppo;
Influenzare deliberatamente le condizioni di vita del gruppo con lo scopo di portare alla sua distruzione fisica totale o parziale;
Imporre misure tese a prevenire le nascite all'interno del gruppo;
Trasferire forzatamente bambini del gruppo in un altro gruppo.
da Wikipedia
Una definizione che lascia scontenti molti storici e sociologi, che hanno proposto molte definizioni, senza esito.
Oltretutto vi sono molte eventi storici che ricadrebbero sotto tale definizione, eppure non vengono considerati genocidio:
l'Holodomor (carestia pianificata) in Ucraina, 7.000.000 di morti;
i massacri degli Khmer Rossi in Cambogia;
se si vuole restare nel XX secolo, non si può parlare dell'Africa solo in riferimento ad Hutu e Tutsi:
Costa d'avorio - tra il 1900 e il 1911, la popolazione si è ridotta da 1,5 milioni a 160.000
Sudan - sotto il dominio inglese (1882 - 1903) la popolazione si è ridotta da 9 a 3 milioni.
Herero - fra il 1904 e il 1906 i tedeschi sono stati responsabili, nella regione dell'attuale Namibia, di uno sterminio che è oggi considerato da molti come un vero e proprio genocidio: dal 50 all'80% degli Herero e il 50% dei Nama sono stati uccisi o fatti morire, per un totale che varia da 24.000 a 75.000 vittime.
e non dimentichiamoci l'altro gruppo che si tentò di sterminare nei campi di concentramento: gli zingari.