DI LEONARDO FACCO
Marco Rizzo, a Radio24, ha sentenziato: “Se fossi un operaio preferirei vivere in Corea del Nord, anziché nella Corea del Sud”.
Cruciani e Parenzo ci hanno sgignazzato sopra, fors’anche giustamente. A me ha fatto ribollire il sangue. Non mi va di metterla sul ridere perché quelli come Rizzo (e ce ne sono tanti in questo paese, basti pensare alla CGIL e ai tanti futuri aspiranti al governo che stanno nel PD) son quelli che amano gli “Stati di polizia tributaria”, la strada verso l’inferno sociale e civile. I Rizzo plaudono quando i Monti usano Equitalia e l’Agenzia delle Entrate per tracciare le nostre vite, per attaccare i nostri risparmi, per derubare chi ha di più solo perché ha onestamente guadagnato di più. Il controllo fiscale morboso è, per i Rizzo, lo strumento perfetto nelle società che loro pomposamente chiamano “democratiche”, uno strumento funzionale alla costruzione della agognata società di “prolet”, del paradiso comunista in stile Kim-Jong-Il, che – guarda caso – ha mostrato ai “suoi” operai (e quando scrivo suoi intendo di proprietà dello Stato) il sol dell’Avvenire.
Ora, senza farla tanto lunga, come stiamo a stipendi medi nel mondo? Ha ragione Rizzo?
Ecco la classifica stilata dall’Ocse: “Tra i paesi con il maggior salario medio netto annuo per un lavoratore senza carichi familiari si collocano tra i primi dieci: Corea del Sud (39.931 dollari), Regno Unito (38.147), Svizzera (36.063), Lussemburgo (36.035), Giappone (34.445), Norvegia (33.413), Australia (31.762), Irlanda (31.337), Paesi Bassi (30.796) e Usa (30.774) – continua l’Eurispes – Il nostro Paese con 21.374 dollari occupa invece la ventitreesima posizione. «Volendo fare un paragone con gli altri cittadini europei, il lavoratore italiano percepisce un compenso salariale che è inferiore del 44% rispetto al dipendente inglese, guadagna il 32% in meno di quello irlandese, il 28% in meno di un tedesco, il 19% in meno di un greco, il 18% in meno del cittadino francese e il 14% in meno di quello spagnolo. I lavoratori italiani incassano dunque ogni anno retribuzioni medie tra le più basse dei paesi industrializzati, mediamente il 17% in meno della media Ocse, il cui valore è pari a 25.739 dollari».
Letto bene? (Sotto trovate la tabella completa, dove non appare la Corea del Nord)
I salari più alti al mondo li percepiscono quelli la cui capitale sta nella “Terronia” coreana, dove – guarda caso – c’è più libero mercato che socialismo. Non diteglielo, però, al comunista italiano, potrebbe partirgli un embolo. A lui ricordate soltanto una massima mai tramontata: “I comunisti amano talmente i poveri che li creano” (la Corea del Nord è un esempio mirabolante). Ma quando non riescono a crearli li ammazzano, considerato che l’ideologia di Marco Rizzo è la più criminale che la storia abbia mai conosciuto, con oltre 100 milioni di morti “accatastati”. Il Führer gli fa ‘na pippa!
RIZZO, L’OPERAIO COREANO | Movimento Libertario