Originariamente Scritto da
maxbar
Nel 2008 avevo inserito questo post sul blog di Panorama.
Un post che per i berluscòidi va sempre bene. Anzi, come il vino, migliora con il passare del tempo.
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Prima delle elezioni, il Cav. ha rispolverato lo spottone elettorale sullo stretto.
Un'opera enorme, grandiosa, gigantesca. Peccato che... non si farà.
Lo scrivo apposta, adesso, su questo blog, perchè salverò la pagina e la rispolvererò tra 5 anni, prima delle prossime elezioni (a meno che il senatùr non faccia andare a casa il governo prima).
Perchè non si farà?
Per delle ragioni sia tecniche che economiche.
Quelle tecniche:
1) In una puntata di Gaia, trasmessa su Rai3 (l'emittente bolscevica), Mario Tozzi ha mostrato un ponte costruito on Giappone. Stava camminando su un ponte sospeso, sulla parte inferiore dell'impalcato.
"Quì" - spiegava Tozzi - "era previsto che passassero i treni. Che non ci passano e non ci passeranno, perchè hanno detto i tecnici giapponesi che su un impalcato così lungo non è prevedibile l'effetto del passaggio di un treno".
Stava camminando sull'arcata lunga 1.900 metri di un ponte sospeso.
Evidentemente, noi siamo convinti che i tecnici giapponesi non capiscano un tubo, visto che pensiamo di far passare i treni su di una arcata sospesa lunga 3.100 metri.
E se non ci possono passare i treni, viene a ridursi la convenienza a costruire il ponte.
2) Ho letto su di un libro (ma non ricordo quale), che tutte le imprese estere (anche quelle specializzate nella costruzione di ponti sospesi) hanno rinunciato all'impresa, perchè ritenuta irrealizzabile.
Sono rimaste due imprese italiane a concorrere: l'Impregilo ed un'altra.
Ora, visti i notevoli risultati ottenuti dall'Impregilo nel risolvere (con le eco-balle) il problema dei rifiuti in Campania (commissario straordinario ai rifiuti Bassolino nominato dal governo Berlusconi), sarà senz'altro in grado di costruire un ponte solido, mirabile, robusto. Un vero miraggio.
Questioni economiche.
3) Costruire il ponte costa. Manutenerlo, costa.
Secondo quando esternato, a suo tempo, dai berluscòidi, il costo verrà sostenuto per il 50% dallo Stato, per il rimanente 50% dal capitale privato.
Problemino: con costi così alti, o si mettono delle tariffe da strozzini per passare il ponte (e allora uno lo passa con il vecchio sistema), o si rimanda alle calende greche il break-even-point (il momento in cui l'opera si ripaga delle spese ed inizia a rendere).
In tale prospettiva, secondo voi, chi saranno quei pazzi che vorranno arrischiare del capitale in una opera del genere?
Sapete cosa succederà, secondo il sottoscritto?
Si faranno progetti, commissionati lavori, studi, ecc. per centinaia di milioni di Euro, dopo di chè per un qualunque motivo (rischio di terrorismo internazionale, infiltrazioni mafiose, allarme meteoriti, ecc.) si troverà una scusa per dire: "il ponte noi l'avremmo fatto, ma cause di forza maggiore ce lo hanno impedito".
E tanti saluti ai soldi buttati. Anzi, spesi.