LA PARTITA PER LA "PACE"
di Pietro Ferrari
Gli ex atleti pacifisti e stramilionari, tutti cattolici devoti ed esemplari hanno incensato J.M. Bergoglio per l’iniziativa della Partita per la Pace. Radio Vaticana: "L'evento sportivo - ha aggiunto il Pontefice - è un gesto altamente simbolico per far capire che è possibile costruire una cultura dell'incontro e un mondo di pace dove i credenti di religioni diverse conservano la loro identità, vivendo nel reciproco rispetto".
Ci provate da secoli a costruire questo mondo ateizzato, sincretinista, in cui la Pace non è prodotta dalla Grazia ma dal conservare la qualsiasi opinione nel rispetto umano, che sempre è stato un ostacolo per l’Evangelo. Certo, perché fuggite ciò che per gli apostati neopagani e i post-cattolici giudaizzanti, è “follìa” e “scandalo”, ma siete eternamente sconfitti perché cercate nel posto sbagliato. Ebbene anche la cantante sexy, novella apologeta e catechista per minorenni di questa controchiesa, ha avuto l’onore di commuoversi per aver cantato il capolavoro di John Lennon, altro impareggiabile apostolo che esercitò con eroismo le virtù teologali e cardinali: "Nella sua popolarissima canzone Imagine (1971) Lennon canta: Immagina che non ci sia il paradiso[...] Nessun inferno sotto di noi, sopra di noi solo cielo [...] E neanche la religione [...] Potrai dire che sono un sognatore, ma non sono l'unico. Spero che un giorno ti unirai a noi, e il mondo vivrà unito".
Questa è una esplicita e blasfema negazione di Dio Onnipotente. Lennon e Yoko Ono vissero insieme per un anno mentre lui era ancora sposato con Cynthia e la Ono era ancora sposata con un regista americano. Quando Cynthia tornò da una vacanza in Grecia, trovò la Ono che viveva con il marito nella loro stessa casa. La Ono era ancora sposata con un altro uomo quando annunciò che aspettava un bambino da Lennon. La copertina, fronte e retro del beffardo album Two Virgins (Apple Records/Rykodisc 1968) ritraeva Lennon e la Ono nudi. La Ono era stata sposata più volte ed aveva avuto alcuni aborti procurati prima di unirsi a Lennon. Quest'ultimo affermò: «Intellettualmente sapevamo che il matrimonio era una stupida farsa, ma allo stesso tempo romantica. Vivemmo insieme per un anno prima di sposarci, perché eravamo legati ad altre persone da un pezzo di carta».
I due si sposarono nel marzo del 1969. Nella sua canzone del 1970 God, dal suo album Plastic Ono Band (Apple/EMI 1970), Lennon dichiarò che non credeva in Dio, nella Bibbia, in Gesù Cristo. Nel suo libro pubblicato nel 1965 da Simon & Schuster A Spaniard in the Works (pag. 14), Lennon definì Gesù Cristo come «Jesus El Pifico, a garlic eating, stinking, little, yellow, greasy, fascist, bastard, catholic spaniard» («Gesù El Pifico, mangiatore d'aglio, piccolo, giallo puzzolente, unto, fascista, bastardo, cattolico e spagnolo»). In questo orribile libro, Lennon bestemmia il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo ribattezzandoli «Father, Sock, and Mickey Most» («Padre, Calzino, e Mickey massimo»).
Anche negli ultimi giorni della sua vita, Lennon continuò a guidare i suoi seguaci all'eterna dannazione. In un'intervista concessa nel dicembre del 1980, poco prima della sua morte, si descrisse come «uno zen cristiano, uno zen pagano, uno zen marxista» o niente di tutto questo. Disse che non aveva mai incontrato un cristiano che non fosse un ipocrita bigotto.
I postcattolici amano tutto questo, ma, cari signori, non si è forse già realizzato il mondo senza patrie e religione, in cui la proprietà viene lentamente tolta, in cui è rimasta la degradazione immanentizzata dell’aldilà ed in cui quasi chiunque ha dimenticato il paterno insegnamento “Pax Christi in Regno Christi”?
Avete avuto finalmente la “pace” o essa è introvabile? Non volete proprio capirlo che se la “pace” non è più il Dono della Verità, diventa solo uno metodo che distoglie gli sguardi dalla Verità?
Pertanto smarrite l’una e non trovate l’altra. Ancora insistete però a cercarla eppure non la trovate mai, con le ‘preghiere interreligiose’ nei giardini vaticani o col Culto dell’Uomo, che invece offendendo proprio Colui che solo può donarla. Tornate negli spogliatoi, questa partita è persa.
La partita per la ?pace? | Radio Spada
Caro papa Bergoglio, mentre massacrano i nostri fratelli cristiani per la loro fede e i loro vescovi implorano aiuto, non si fanno allegre partite di calcio con Maradona (con il contorno di canzoni assai profane), ma si fanno novene, digiuni e penitenze, offrendo a Dio le nostre lacrime e i nostri cuori
Antonio Socci
Raccogliendo i vostri inviti propongo nove giorni di preghiere per i cristiani perseguitati e massacrati. Un Rosario ogni giorno dal 4 settembre al 12 settembre, festa del Santo Nome di Maria. Per i perseguitati e per i pastori che, mentre imperversa la persecuzione, organizzano partite di calcio, invece di proteggere il gregge dal lupo, magari facendo fare novene a tutta la cristianità, giorni di digiuno e penitenza. Il Signore tocchi i loro cuori.
PS Mi dicono che durante quella partita “benedetta” dal Papa sono state cantate canzonette contro la religione (and no religion too). Immagino come si sentirebbero quei poveretti che, per non rinnegare Cristo, sono stati pronti a perdere tutto e a mettere a rischio la propria vita, in tanti casi anche al martirio…
PREGHIERA DI SAN BERNARDO PER IL NOME DI MARIA
Chiunque tu sia,
che nel flusso di questo tempo ti accorgi che,
più che camminare sulla terra,
stai come ondeggiando tra burrasche e tempeste,
non distogliere gli occhi dallo splendore di questa stella,
se non vuoi essere sopraffatto dalla burrasca!
Se sei sbattuto dalle onde della superbia,
dell’ambizione, della calunnia, della gelosia,
guarda la stella, invoca Maria.
Se l’ira o l’avarizia, o le lusinghe della carne
hanno scosso la navicella del tuo animo, guarda Maria.
Se turbato dalla enormità dei peccati,
se confuso per l’indegnità della coscienza,
cominci ad essere inghiottito dal baratro della tristezza
e dall’abisso della disperazione, pensa a Maria.
Non si allontani dalla tua bocca e dal tuo cuore,
e per ottenere l’aiuto della sua preghiera,
non dimenticare l’esempio della sua vita.
Seguendo lei non puoi smarrirti,
pregando lei non puoi disperare.
Se lei ti sorregge non cadi,
se lei ti protegge non cedi alla paura,
se lei ti è propizia raggiungi la mèta.
(San Bernardo da Chiaravalle)
Caro papa Bergoglio, mentre massacrano i nostri fratelli cristiani per la loro fede e i loro vescovi implorano aiuto, non si fanno allegre partite di calcio con Maradona (con il contorno di canzoni assai profane), ma si fanno novene, digiuni e penite
Risposte in breve
Gentilissimo Alessandro Gnocchi
ho letto la lettera circa la visita del Papa al pastore pentecostale di Caserta e la sua risposta. Sinceramente aiutano, ma nello stesso mi sconcertano e sconfortano. Il punto è che non riesco a capire come noi semplici fedeli possiamo a questo punto riconoscere la strada giusta. Ognuno di noi ha un riferimento preciso nella fede e nella dottrina. I più anziani hanno anche avuto la fortuna di avere pastori che si attenevano scrupolosamente alla dottrina cattolica. Ma se oggi i nuovi pastori, anche nelle posizioni più alte, ci indicano strade diverse, che dobbiamo fare? Fare di testa nostra? Affidarci a loro? La fedeltà al Magistero è fondamentale per un Cattolico. Io sono smarrito e lei? Grazie della risposta,
Giuseppe
Egr. dott. Gnocchi,
in mezzo all’attuale sfacelo della Chiesa, di fronte al quale non si può tacere e bisogna pregare, pregare e ancora pregare, come se non bastasse tutto ciò che ogni giorno con dolore apprendiamo, leggo su Corrispondenza Romana che il card. Hummes, alla domanda se Cristo, vivendo oggi, approverebbe le nozze gay, ha risposto di non saperlo e di non voler formulare ipotesi! Secondo me avrebbe dovuto dire: “Guardi, Gesù non è un uomo qualunque, condizionato dalle idee correnti del tempo in cui è vissuto, un uomo che, se fosse vissuto oggi, avrebbe detto cose diverse. Egli è il Verbo di Dio incarnato, è la Seconda Persona della Santissima Trinità, e le cose che ha detto valgono per sempre, fino alla fine dei tempi. Egli ha parlato agli uomini del suo tempo e a tutti quelli futuri e le sue parole non possono essere cambiate col mutare delle mode, a seconda delle tendenze dei vari periodi storici”. Le parole potevano essere diverse, ma il senso della risposta di un cardinale di S. R. Chiesa doveva essere questo. Sbaglio? Mi farebbe piacere una sua risposta, perché lo smarrimento è veramente grande.
La ringrazio per tutto quello che fa e dice e la saluto,
Stefano Pannocchi.
Caro Pannocchi, caro Giuseppe
accorpo le risposte alle vostre lettere per questioni di spazio, ma, soprattutto, perché pongono lo stesso quesito, che del resto è simile a quello del signor Maltoni.
Come può stupirsi, caro Pannocchi, di quanto detto dal cardinale Hummes se, a proposito di omosessuali, il “Chi sono io per giudicare?” di papa Bergoglio è divenuto un mantra universale? Lei potrà pure ribattere che le intenzioni del Papa erano altre, ma il risultato è precisamente questo: che dentro la Chiesa, e non nel mondo, questo pensiero sta dilagando senza che il vertice vi ponga rimedio.
Ciò mi fa pensare che la mens di quell’affermazione fosse il tentativo di sdoganare un nuovo atteggiamento nei confronti dell’omosessualità. Smettiamola con la favoletta del povero Papa strumentalizzato da Enzo Bianchi, da Scalfari, dalla stampa in generale, da prelati e prelatoni in particolare. È di ieri la notizia della riabilitazione di padre Miguel d’Escoto Brockmann, esponente di punta della teologia della liberazione che fece parte del governo sandinista del Nicaragua: Giovanni Paolo II lo punì, Francesco lo riabilita. Strumentalizzazione anche questa?
Tutto questo per dire che il perfetto discorso cattolico da lei ipotizzato, caro Pannocchi, prima che al cardinale Hummes, lo si dovrebbe suggerire a Papa Bergoglio. Salvo poi venire querelati per eresia.
Come orientarsi in questo sfacelo? chiede lei, caro Giuseppe. Esiste uno strumento che si chiama Tradizione e tramanda ciò che la Chiesa ha sempre insegnato per rendere gloria a Dio e salvare l’anima. Il cattolico può essere addolorato ma non smarrito, può faticare ma non cedere. Quindi, non è necessario, come si chiede lei, “fare di testa nostra”, facciamo con la testa della Chiesa di sempre. Ma per farlo non bisogna affidarsi ai lupi travestititi da pastori. Non sto dicendo che tutti i pastori siano lupi. Ci sono molti sacerdoti che continuano a essere cattolici nonostante tutto e a tenere viva la Chiesa vera, ma non sono quelli che vanno per la maggiore.
Quando, mi chiedo, almeno un vescovo, avrà il coraggio di fare ciò che fanno tanti preti di trincea?
?FUORI MODA?. La posta di Alessandro Gnocchi ? rubrica del martedì | Riscossa Cristiana
Cose mai viste - né udite - dal Soglio Petrino nella storia della Chiesa
Sintetizzo da recenti puntuali commenti di lettori e aggiungo, in fondo, due immagini molto eloquenti.
Sono ricominciati da "Casa Santa Marta", che non può certo essere definita la Santa Sede, non solo i giudizi manichei e tranchant, senza adeguati approfondimenti, che dividono i cattolici in due gruppi ma anche le letture molto personali del Vangelo di papa Bergoglio. E gli addetti ai lavori hanno ripreso a diffondere dal sito del Vaticano le "meditazioni quotidiane", addirittura con risalto al non detto o al detto errato.
Il caso più recente è attribuire a San Paolo: "io mi vanto dei miei peccati", senza precisare che San Paolo al cap. 12 della seconda Lettera ai Corinti non parla di peccati, bensì di debolezze. La parola greca usata da lui Paolo è ἀσθένεια (asthéneia), che appunto significa 'debolezza', e non 'peccato'. Inoltre è lo stesso San Paolo a spiegare bene in che consistono queste sue 'debolezze': "Ed Egli [Gesù] mi ha detto: «Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si manifesta pienamente nella debolezza». Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte." (2Cor 12, 9-10).
Le debolezze sono dunque i patimenti fisici e spirituali che San Paolo stesso elenca, non certo i peccati. Sarebbe al limite del grottesco se non ci fosse l'impatto dato alle parole papali e l'assenza=silenzio di chi dovrebbe avere il coraggio e la responsabilità di rettificare quando e se necessario.
Questo blog è il diario in diretta di denunce, di grida di dolore, di interrogativi, di costernazione, di insegnamenti cattolici a fronte di eventi inediti e seriamente dissolutori e ad affermazioni simili a quella recente sopra ricordata. Ma dove sono i sacerdoti, i vescovi, i cardinali che dovrebbero tuonare e non emettono neppure un belato? Con le pecore che stanno assumendo l'afrore dei lupi invece del profumo di Cristo Signore? Sono forse tutti nascosti in fondo alle sacrestie trasformate in latrine? E, purtroppo, non è una battuta: vedi immagine qui sotto. (M.G.)
Chiesa e post concilio: Cose mai viste - né udite - dal Soglio Petrino nella storia della Chiesa
SHIMON PERES A PAPA FRANCESCO: FONDIAMO L'ONU DELLE RELIGIONI
Siamo oltre l'inedito, che di per sé potrebbe anche esser positivo; siamo all'assurdo, spacciato per normalità o 'continuità' che dir si voglia. Non conosciamo ancora la risposta del papa; staremo a vedere se finalmente sarà Pietro - e non Simone - a parlare in nome di Cristo e della Sua Chiesa...
04/09/2014 - Incontro riservato in Vaticano: l'ex presidente israeliano Shimon Peres ha proposto al Pontefice un organismo che raggruppi le principali confessioni e agisca come forza di interposizione nei conflitti. In questa intervista esclusiva a Famiglia Cristiana, Shimon Peres spiega perché, dopo il fallimento della diplomazia internazionale, questa è l'unica via per costruire la pace. E perché a presiederla deve essere proprio Francesco.
«In passato, la maggior parte delle guerre erano motivate dall’idea di nazione. Oggi, invece, le guerre vengono scatenate soprattutto con la scusa della religione. Nello stesso tempo, però, se mi guardo intorno noto una cosa: forse per la prima volta nella storia, il Santo Padre è un leader rispettato come tale non solo da tante persone ma anche dalle più diverse religioni e dai loro esponenti. Anzi: forse l’unico leader davvero rispettato. Per questo mi è venuta l’idea che ho proposto a papa Francesco…».
In questa intervista, concessa in esclusiva a Famiglia Cristiana, Shimon Peres, 91 anni, protagonista della fondazione e poi della vita dello Stato di Israele di cui è stato presidente fino al 24 luglio di quest’anno, illustra il progetto di cui ha fatto partecipe il Papa nell’incontro di stamattina in Vaticano.
«Oggi ci confrontiamo con centinaia, forse migliaia di movimenti terroristici che pretendono di uccidere in nome di Dio. E’ una guerra del tutto nuova rispetto a quelle del passato, sia nelle tecniche sia soprattutto nelle motivazioni. Per opporci a questa deriva abbiamo l’Organizzazione delle Nazioni Unite. E’ un organismo politico ma non ha né gli eserciti che avevano le nazioni né la convinzione che producono le religioni. E lo si vede bene: quando l’Onu manda in Medio Oriente dei peace keepers che vengono dalle Isole Fiji o dalle Filippine e questi vengono sequestrati dai terroristi, che può fare il segretario generale dell’Onu? Una bella dichiarazione. Che non ha né la forza né l’efficacia di una qualunque omelia del Papa, che nella sola piazza San Pietro raduna mezzo milione di persone».
«E allora, preso atto che l’Onu ha fatto il suo tempo, quello che ci serve è un’Organizzazione delle Religioni Unite, un’Onu delle religioni. Sarebbe il modo migliore per contrastare questi terroristi che uccidono in nome della fede, perché la maggioranza delle persone non è come loro, pratica la propria religione senza uccidere nessuno, senza nemmeno pensarci. E penso che dovrebbe esserci anche una Carta delle Religioni Unite, esattamente come c’è la Carta dell’Onu».
- Lei vedrebbe bene papa Francesco alla guida delle Religioni Unite?
«Sì, per le ragioni che dicevo prima e anche perché lui comunque ci ha già provato, invitando Abu Mazen, il patriarca di Costantinopoli e me a pregare in Vaticano».
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Aggiornamento, ore 17:
Il regno del kitsch, l'ONU delle religioni, al posto del Regno di Cristo.
1. Ora lo sappiamo: "Il Papa - ha detto il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi - aveva preso molto tempo per stare con Peres che come è noto considera un uomo di pace e anche se non ci sono comunicati ufficiali, non essendo udienze a capi di stato o di governo, la lunghezza dei colloqui testimonia che il Pontefice ha accolto con interesse le proposte di Peres". [Vatican Insider]
E sappiamo anche di più: [da Radio Vaticana] Altrettanto importante è stata l’udienza con il principe hashemita bin Tala... Un'udienza analoga come tipo di impostazione, perché il principe giordano ha presentato al Papa l’attività della Fondazione, dell’Istituto che egli ha fondato e condotto e che è appunto anch’esso tutto nella direzione del dialogo e dell’impegno interreligioso in favore della pace; l’importanza del dialogo fra le religioni per la dignità umana e la pace, l’aiuto ai poveri nel tempo della globalizzazione, l’educazione dei giovani alla fratellanza, l’insistenza sul rispetto della dignità delle persone [sociologia, non salvezza in Cristo!].
Chiesa e post concilio: SHIMON PERES A PAPA FRANCESCO: FONDIAMO L'ONU DELLE RELIGIONI
IL “CASO D’ESCOTO” E DINTORNI. CHI VUOLE SPAZZAR VIA L’OPERA DI GIOVANNI PAOLO II E DI BENEDETTO XVI
Antonio Socci
Nell’epoca Bergoglio, il Vaticano ha praticamente riabilitato la Teologia della liberazione che, nata negli anni Sessanta, molti disastri ha combinato, soprattutto in America latina, per aver alimentato la subalternità della Chiesa al pensiero marxista.
Nei mesi scorsi ci sono stati eventi clamorosi, come lo “sbarco” trionfale in Vaticano di Gustavo Gutierrez, “padre” della Tdl. Un anno fa “L’Osservatore romano” pubblicò ampi stralci di un suo libro. Questa estate è arrivato un altro gesto altamente simbolico, passato quasi inosservato, che riguarda Miguel d’Escoto Brockmann.
PROFONDO ROSSO
D’Escoto era il figlio dell’ambasciatore del Nicaragua negli Stati Uniti. Ordinato prete nel 1961 si coinvolse nella Tdl e nell’ottobre 1977 si pronunciò pubblicamente a favore del Fronte Sandinista, un gruppo rivoluzionario d’ispirazione marxista che nel 1979 prese il potere in Nicaragua.
D’Escoto fu ministro degli Esteri nel governo sandinista dal 1979 al 1990. Nello stesso governo-regime il gesuita Fernando Cardenal fu ministro dell’educazione e suo fratello Ernesto fu ministro della cultura. Giovanni Paolo II bocciò duramente il coinvolgimento dei tre religiosi nel governo sandinista.
Già subito dopo la sua elezione papa Wojtyla aveva tuonato contro la Tdl. Nel suo viaggio in Messico del 1979 affermò: “la concezione di Cristo come politico, rivoluzionario, come il sovversivo di Nazaret, non si compagina con la catechesi della Chiesa”.
Nel 1983 Giovanni Paolo II andò in visita pastorale proprio in Nicaragua dove già all’aeroporto rimproverò pubblicamente padre Ernesto Cardenal per il suo coinvolgimento nel governo.
Il fatto fece scalpore e il regime sandinista organizzò una contestazione pubblica del papa durante la celebrazione della messa. Ma papa Wojtyla non era tipo da farsi intimidire e, dall’altare, urlò più dei contestatori sollevando il alto il crocifisso, come l’unico vero Re dell’universo.
Nonostante il richiamo pubblico i tre religiosi risposero picche e D’Escoto nel 1984 fu sospeso a divinis con gli altri. Il governo sandinista cadde nel 1990, ma D’Escoto continuò a far politica. Nel 2008 addirittura lo ritroviamo a presiedere la sessione annuale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite
Eletto Bergoglio, D’Escoto fiuta l’aria e scrive al nuovo papa chiedendo il ritiro della sospensione “a divinis” per poter tornare a celebrare la messa. Richiesta subito accolta.
Il 1° agosto di quest’anno Bergoglio firma la revoca. Perché “sono mutate le epoche, i contesti e soprattutto è cambiato lui”, spiegavano in Curia il 4 agosto 2014. D’Escoto – a loro dire – “ha capito di aver sbagliato e il Pontefice ha compreso la sincerità del ravvedimento”. Infatti l’indomani, 5 agosto, “La Prensa” di Managua riporta alcune bombastiche dichiarazioni rese in quelle ore dallo stesso D’Escoto alla tv governativa Canal 4. Titolo dell’articolo: “D’Escoto: Fidel Castro è eletto da Dio”. Il religioso ed ex ministro, appena riammesso alla celebrazione eucaristica da Bergoglio, ha affermato: “Il Vaticano può mettere a tacere tutto il mondo, (ma) allora Dio farà in modo che le pietre parlino e che trasmettano il Suo messaggio. Tuttavia (Dio) non ha fatto questo, ha scelto il più grande latinoamericano di quasi tutti i tempi: Fidel Castro”.
D’Escoto che – dice “La Prensa” – è “attuale consigliere per gli affari di frontiera e per le relazioni internazionali del Governo, del presidente del Nicaragua, il sandinista Daniel Ortega” (ma non aveva abbandonato la politica?), ha anche aggiunto: “E’ attraverso Fidel Castro che lo Spirito Santo ci trasmette il messaggio, questo messaggio di Gesù sulla necessità di lottare per stabilire con forza e in maniera irreversibile il Regno di Dio in terra, che è la Sua alternativa al potere”. Dopo questa esaltazione teologica del tiranno di Cuba, che opprime da decenni un intero popolo con la dittatura comunista, D’Escoto si è rallegrato per il provvedimento di revoca della sospensione da parte di papa Francesco.
ANNIENTARE I BUONI
Il guanto di velluto usato da Bergoglio verso il potente e famoso “compagno” D’Escoto contrasta col pugno di ferro che ha usato per colpire un bravo e umile religioso dalla vita santa, padre Stefano Manelli, figlio spirituale di padre Pio e fondatore dei Francescani dell’Immacolata. Anche padre Manelli aveva scritto al papa, ma la sua lettera non è stata nemmeno presa in considerazione. La sua famiglia religiosa, ortodossa, disciplinata e piena di vocazioni è stata annientata per volere di Bergoglio, in quanto applicava il motu proprio di Benedetto XVI sulla liturgia. Ed era troppo ortodossa.
Padre Manelli non ha mai disobbedito alla Chiesa, mai ha deviato dalla retta dottrina, mai si è buttato in politica come D’Escoto e mai ha esaltato dei tiranni comunisti. Così è stato duramente punito. E non a caso a firmare il provvedimento punitivo è stato il cardinale Braz de Aviz, prefetto della Congregazione vaticana di competenza. Questo cardinale brasiliano, guarda caso, viene proprio – lui stesso – dalla Teologia della liberazione e nelle interviste che ha rilasciato, a proposito della Tdl, ha dichiarato essa è non solo “utile”, ma addirittura “necessaria”. Ha aggiunto: “rimango convinto che in quella vicenda è passato qualcosa di grande per tutta la Chiesa”.
Sì, un grande disastro. Ma certi “compagni” in rosso porpora oggi stanno ai vertici in Vaticano e puniscono coloro che sono stati sempre fedeli alla Chiesa. Il cardinale Braz de Aviz in quell’intervista ha allegramente snobbato le memorabili condanne della Tdl firmate da Joseph Ratzinger (e Giovanni Paolo II) con la “Libertatis Nuntius” (1984) e la “Libertatis Conscientia” (1986). Ormai si sentono i trionfatori: Wojtyla è morto e ritengono che Ratzinger abbia perso.
I DUE GRANDI
Proprio Benedetto XVI, di recente, ricordando Giovanni Paolo II, ha scritto: “La prima grande sfida che affrontammo fu la Teologia della liberazione che si stava diffondendo in America latina. Sia in Europa che in America del Nord era opinione comune che si trattasse di un sostegno ai poveri e dunque di una causa che si doveva approvare senz’altro. Ma era un errore. La fede cristiana veniva usata come motore per questo movimento rivoluzionario, trasformandola così in una forza di tipo politico (…). A una simile falsificazione della fede cristiana bisognava opporsi anche proprio per amore dei poveri e a pro del servizio che va reso loro”.
Nel 2013 uno dei fondatori della Tdl, Clodoveo Boff (fratello dell’altro Boff), uno dei pochi che ha veramente capito la lezione (non così D’Escoto), ha dato ragione a Ratzinger per quello che (a nome di papa Wojtyla) fece trent’anni fa: “Egli ha difeso il progetto essenziale della teologia della liberazione: l’impegno per i poveri a causa della fede. Allo stesso tempo, ha criticato l’influenza marxista. La Chiesa” osservava Clodoveo Boff “non può avviare negoziati per quanto riguarda l’essenza della fede: non è come la società civile dove la gente può dire quello che vuole. Siamo legati ad una fede e se qualcuno professa una fede diversa si autoesclude dalla Chiesa. Fin dall’inizio ha avuto chiara l’importanza di mettere Cristo come il fondamento di tutta la teologia (…). Nel discorso egemonico della teologia della liberazione ho avvertito che la fede in Cristo appariva solo in background. Il ‘cristianesimo anonimo’ di Karl Rahner era una grande scusa per trascurare Cristo, la preghiera, i sacramenti e la missione, concentrandosi sulla trasformazione delle strutture sociali”.
Oggi, nell’epoca Bergoglio, si torna indietro proprio a Rahner, a quella filosofia che già tanti danni ha fatto fra i gesuiti e nella Chiesa. E in questo vuoto abissale i cattolici tornano ad essere sballottati qua e là “da ogni vento di dottrina”.
Subalterni ad ogni ideologia e inquinati da qualunque eresia. Una grande tenebra avvolge Roma.
IL ?CASO D?ESCOTO? E DINTORNI. CHI VUOLE SPAZZAR VIA L?OPERA DI GIOVANNI PAOLO II E DI BENEDETTO XVI ? lo Straniero