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Obama riforma la finanza
Super fed e stretta sui derivati
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17 giugno 2009
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama (Reuters)
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Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha varato il suo piano per la riforma della finanza. Una riforma che sarà, a suo dire, la più imponente mai realizzata dal periodo della Grande Depressione e che ha come obiettivo quello di modernizzare e proteggere l'integrità del sistema finanziario nord americano per evitare nuove crisi finanziarie. Il tutto con la premessa, ha spiegato Obama, che «il libero mercato è la forza generatrice della prosperità», tuttavia questo «non deve essere un alibi per ignorare le conseguenze delle nostre azioni».
Una visione, ha aggiunto Obama a mo' di richiamo, «che deve essere chiara da Wall Street fino a Main Street», cioè dalla sede della Borsa statunitense fino al Governo, naturalmente passando attraverso l'economia reale e i semplici cittadini. In questa ottica, il presidente Usa ha proposto che la Federal Reserve «garantisca questo processo attraverso un potenziamento della sua autorità e delle sue responsabilità», in modo da regolare gli enti finanziari del paese e le grandi imprese. «Così da evitare ulteriori rischi in caso di crac dell'economia».
L'obiettivo principale della riforma presentata da Obama è aumentare il livello di supervisione sulle grandi istituzioni finanziarie. Non è prevista l'unificazione della Sec, l'autorità di controllo sulla borsa Usa, con il Cftc, la Commodity Futures Trading Commission, a causa dei problemi politici che sorgerebbero. Le proposte della Casa Bianca, allo studio da sei mesi, prevedono l'inserimento tra le competenze della Fed della vigilanza sulle grandi banche e le istituzioni finanziarie per i pericoli derivanti dall'eccessiva assunzione di rischio. Su questo punto, la Fed sarà affiancata da un nuovo Consiglio per la vigilanza finanziaria, con rappresentanti da tutte le autorità del settore e presieduto da un rappresentante del Tesoro. Sono queste le stesse linee sulle quali si stanno muovendo l'Unione Europea e la Bce, con tempi, per alcuni aspetti, anche già più avanzati rispetto agli Stati Uniti.
Nuovi poteri alla Federal Reserve
In futuro, la Fed avrà maggiori poteri di vigilanza sui sistemi di regolamento e di pagamento, e potrà monitorare tutte le istituzioni finanziarie attive negli Usa, comprese le filiali di gruppi esteri nonché le società commerciali che svolgono attività bancarie. Il piano Obama, una novantina di pagine in tutto, prevede «standard più rigorosi e prudenti» a livello di requisiti patrimoniali, liquidità e gestione dei rischi per tutte le entità sottoposte alla nuova vigilanza.
I poteri della Fed si estenderanno anche su quei comparti finora scoperti, come i derivati Cds (Credit Default Swaps) e altri tipi di titoli di finanza strutturata che sono stati alla base della crisi finanziaria globale. Saranno, inoltre, inasprite le regole per la vendita di questo tipo di prodotti al grande pubblico. Gli advisor degli hedge fund attivi a Wall Street, ma non gli hedge fund stessi, avranno l'obbligo di registrazione presso la Sec come consulenti all'investimento. Previsto anche lo smantellamento dell'Office of Thrift Supervision, un'unità del Dipartimento del Tesoro con compiti di vigilanza bancaria.
In passato, le autorità di controllo chiamate a vigilare sul sistema finanziario degli Stati Uniti «avevano guardato ai singoli alberi e non all'intera foresta. Nessuno, (inoltre), era responsabile della tutela dell'intero sistema», ha spiegato Obama. Ora, «le autorità di controllo guarderanno alla stabilità del sistema finanziario come a un tutto» e il governo «chiederà alle istituzioni finanziarie di presentare maggiori standard di capitale e di liquidità». Nell'intento di snellire l'intera rete dei controlli, inoltre, «smantelleremo l'Office of Thrift Supervision», ovvero l'agenzia che controlla l'attività delle casse di risparmio e delle associazioni dei prestiti.
Protezione ai consumatori
Non è tutto. Obama ha riferito anche di voler creare una Agenzia per la protezione finanziaria dei consumatori per permettere loro di avere sempre «informazioni semplici, trasparenti e precise» sui prodotti finanziari. Insomma, ha concluso il presidente, basta con questi «ridicoli contratti composti da una infinità di pagine scritte piccolissime e che nessuno comprende e che hanno portanto alla rovina tantissimi cittadini americani. Vogliamo un mercato in cui siano presenti l'innovazione e la responsabilità, e in cui manchino invece le azioni sconsiderate e l'avidità». La riforma di Obama che ridisegna l'architettura del sistema di controllo sul settore finanziario ora andrà all'esame del Congresso. (Riccardo Barlaam)
17 giugno 2009 http://www.ilsole24ore.com/art/SoleO...lesView=Libero