Terrore a Firenze, fa strage di senegalesi
Due morti e tre feriti, poi si uccide
Sparatoria in due zone della città. Il killer, Gianluca Casseri, 50 anni, era vicino a Casa Pound. Rabbia e tensione al corteo della comunità africana. Estrema destra shock sul web: onore e rispetto
Terrore a Firenze, fa strage di senegalesi Due morti e tre feriti, poi si uccide - Il Gazzettino
ROMA - E' morto il killer che stamani ha seminato il terrore a Firenze, uccidendo due senegalesi e ferendone altri tre, in due sparatorie avvenute in zone diverse del capoluogo toscano. L'uomo, Gianluca Casseri, 50 anni, militante di Casa Pound, si è sparato al termine del secondo conflitto a fuoco. Era già conosciuto alle forze di polizia per essere stato identificato due volte durante cortei di estrema destra. I tre feriti sono gravissimi.
Il suicidio. Il killer si è tolto la vita dopo essersi rifugiato con la sua auto nel parcheggio sotterraneo del mercato del quartiere San Lorenzo, in pieno centro storico. L'uomo avrebbe rivolto verso di sé la pistola all'arrivo degli agenti. La prima sparatoria risale a circa due ore prima, intorno alle 12,30, quando il killer ha ucciso due extracomunitari, anche questi originari del Senegal, nella centrale piazza Dalmazia.
«Un'esecuzione». Un raid che i testimoni hanno descritto come «un'esecuzione». Arrivato con un'auto, forse una Polo grigia, ha inchiodato davanti all'edicola della piazza ed è sceso dirigendosi tra le bancarelle del mercato rionale. Qui ha sparato tre colpi di pistola contro tre extracomunitari. E' risalito in macchina ed è scappato..
Le testimonianze. «Abbiamo sentito tre colpi, forse anche quattro - raccontano i testimoni - L'edicolante, Gabriele, ha cercato di bloccarlo, anche per disarmarlo, mentre scappava, ma lui ha mostrato la pistola, e gli ha detto qualcosa tipo "se non ti scansi, faccio fuori anche te". Allora l'ha dovuto lasciare andare, e quello è risalito sull'auto ed è scappato».
Al momento della sparatoria, la piazza era particolarmente affollata. Molti passanti hanno cercato rifugio nei negozi.
Senegalesi in corteo. Dopo la prima sparatoria un gruppo di circa 250 senegalesi ha improvvisato un corteo partito da piazza Dalmazia, il luogo del duplice omicidio. Attimi di tensione e rabbia, con motorini buttati a terra a calci, cori contro l'«Italia Razzista» e i «Maledetti italiani». Poi il gruppo di manifestanti ha raggiunto la prefettura e un esponente della comunità, Pap Diaw, è stato ricevuto dal prefetto Paolo Padoin, raggiunto poco dopo anche dal sindaco, Matteo Renzi, e dal presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi.
Martedì 13 Dicembre 2011 - 13:08 Ultimo aggiornamento: 178
UN ALTRO EPISODIO CHE I MEDIA DEFINISCONO DI RAZZISMO che vede l'uccisione di due giovani senegalesi ambulanti.
L'omicida si dice, essendo un simpatizzante della destra radicale, essere un filonazista che ha agito per odio razziale.
I negri senegalesi animati da un forte senso etnico razziale sono scesi nelle strade a dare vita a violenze inaudite contro l'ITAGLIA e gli ITAGLIANI, i quali vengono definiti razzisti.
QUALCHE GIORNO prima a torino un gruppo di sconosciuti con pretese estremiste diede fuoco al campo nomadi per esasperazione, in seguito al racconto di una giovane bugiardella che accuso' i rom di averla violentata.
Dopo questo ennesimo affronto, la comunità autoctona, ha così deciso di passare ai fatti perché esasperata e non razzista, compiendo il misfatto.
Torino: finge stupro, bruciato campo rom
Finto stupro, bruciato campo rom - DireDonna
Torino: la fiaccolata organizzata sabato per il presunto stupro di una sedicenne nel quartiere delle Vallette è degenerata in un attacco di stampo razzista al campo rom della Continassa, incendiato e distrutto dalla folla.
Solo quando era ormai troppo tardi la ragazzina ha confessato di aver inventato tutto, di aver denunciato uno stupro mai avvenuto a opera di due rom per non dover ammettere coi genitori di aver avuto un rapporto sessuale con il suo ragazzo.
Per l’assalto sono stati finora arrestati un uomo di 59 anni e un ragazzo di 20 con l’accusa di danneggiamento aggravato, altri sono stati identificati e le indagini continuano nell’ambiente del tifo organizzato: la presenza di ultras juventini tra i partecipanti all’assalto ha infatti fatto pensare che il raid fosse organizzato dai tifosi, che si riuniscono presso il poco distante nuovo stadio della Juventus; per il momento, però, non c’è ancora niente di verificato in proposito.
Preoccupazione e condanna sono state espresse dal sindaco Piero Fassino, che aveva recentemente affrontato la spinosa questione della presenza dei rom a Torino
«Il raid è la spia di una situazione di grande difficoltà e disagio. Bisogna affrontare le ragioni che hanno provocato questo scoppio d’ira».
Condanna anche da parte del ministro degli Interni Annamaria Cancellieri, che giudica inammissibile il giustizialismo e la vendetta fai-da-te. Particolarmente scossi i rappresentanti dell’ambiente ecclesiastico e parrocchiale della zona, primo fra tutti mons. Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino. Sconvolti dalla furia razzista anche don Fredo Olivero, direttore della pastorale Migranti del Piemonte, e don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera, che hanno visitato oggi il campo rom distrutto.
Ciò che rimane il giorno dopo, è lo shock in una città come Torino, che fa vanto delle proprie politiche di accoglienza e tolleranza, e in cui invece covano razzismo, odio e violenza, alimentate dal disagio sociale delle zone periferiche. Allo shock si accompagna la paura di rappresaglie da parte dei nomadi, che si sono visti aggredire senza motivo e che ora non hanno più nulla.
Resta anche l’assoluta gravità dell’attacco indiscriminato al diverso, che non sarebbe stato meno odioso se lo stupro fosse avvenuto davvero; oltretutto è necessario interrogarsi su che tipo di ambiente familiare oppressivo possa portare oggigiorno una ragazzina a preferire di inventare uno stupro piuttosto che ammettere di aver fatto l’amore contro la volontà della famiglia.
Fonte: La Stampa
Caserta, professoressa le abbassa il voto: “Non sei come le altre, sei
nera”
Caserta, professoressa le abbassa il voto: “Non sei come le altre, sei nera” | Vesuvius
Una scena normale, di quella che accadono spesso nella classi italiane: i voti di un compito, qualche alunno scontento, la richiesta di spiegazioni al professore di turno. Non ha nulla di normale invece la reazione che avrebbe avuto una professoressa della scuola Pietro Giannone di Caserta alle spiegazioni chieste da una ragazzina sul voto ricevuto a un compito: “Tu non sei come le altre, tu sei nera“.
Parole scioccanti, che hanno lasciato un segno sulla ragazzina e sui suoi compagni di classe; parole che non dovrebbero essere pronunciate da nessuno, figurarsi poi da chi ha il compito di fungere da esempio per degli alunni. Invece è proprio la frase che ha pronunciato la professoressa di geografia di una seconda media di una delle scuole più rinomate di Caserta. La ragazzina, una dodicenne italiana con la pelle nera, non è contenta del voto che ha ricevuto al suo elaborato di geografia: perché io sette – si chiede – e la mia compagna nove , nonostante i compiti siano praticamente uguali?
La ragazzina non ci sta e va a chiedere spiegazioni alla professoressa e si vede rispondere come mai avrebbe immaginato: “Tu non sei come le altre, tu sei nera”. La frase non lascia indifferente la dodicenne che torna turbata a casa; la madre capisce che qualcosa è successo e si fa dire tutto: il giorno dopo chiede un appuntamento alla preside e le racconta la storia. La dirigente scolastica va nella classe della ragazzina e chiede agli altri compagni di confermare la vicenda: conferma che arriva impietosa. A quel punto la preside non può fare altro che chiamare la professoressa e intimarle di lasciare la scuola: cosa che in effetti è avvenuta, visto che dal giorno dopo la frase incriminata, la professoressa non si è più presentata in classe. Nessun provvedimento al momento contro di lei però: ufficialmente è in malattia. La sua storia racconta di un rapporto non facile all’interno della scuola, di una difficoltà di relazionarsi con alunni e genitori che va avanti da anni.
Ora la vicenda è arrivata sul tavolo dell’Ufficio scolastico provinciale, mentre il dirigente scolastico della Campania, Diego Bouchè parla di “fatto gravissimo” e afferma: “Mi chiedo come sia possibile, oggi, nella società multirazziale, che accadano episodi simili: insopportabile.” Per la professoressa possibili provvedimenti in arrivo, per la ragazzina invece c’è stato subito il ritorno alla normalità: purtroppo è stata costretta ad abituarsi presto a una realtà dove si è giudicati diversi per il colore della pelle.
UN ALTRO ENNESIMO FATTO che riguarda sempre il razzismo, il terzo nel giro di neppure una settimana, riguarda un'insegnante del tacco bruttina e antipatica e strafottente, basta guardare l'intervista che le è stata fatta e anche razzistella, accusata di avere dato un brutto voto alla ragazzina nera solo perché nera.
RIPORTO COSA E' STATO DICHIARATO:
Nessun provvedimento al momento contro di lei però: ufficialmente è in malattia. TI PAREVA SE QUESTI LEVANTINI psichici non si mettessero in malattia con una facilità estrema senza dare nessuna risposta e negando con strafottenza l'evidenza.
Comunque al di là di questo, questo fatto è strumentalizzato dalla stampa, perché si la donna può avere fatto un discorso razzista, ma non in quel mod dipinto. Magari ha solo detto che i bambini neri, termine poi vago, riescono solo meno bene negli studi, e che magari la ragazzina rientra, forse in questa categoria. Ovviamante su queste cose non si può scherzare, quindi sono scattate le proteste. Devo dire che dopo tutto sono state contenute dato che sono capitate in una parte d'itaglia figli del politicamente corretto. Non dico se la cosa fosse capitata a nord.
Nel nord abbiamo, secondo i media, l'odio razziale contro i rom, sfociato da esasperazione, a prescindere della bugia della giovane. Difficile dire se la ragazzina sia già una ragazzina con idee razziste in crescita, oppure magari l'abbia fatto con l'intento di screditare la comunità rom per motivi esclusivamente personali, e non razziali.
Nel caso di firenze il killer e' una sorta di breivik, e adesso ne parleranno a lungo. Gli identitari bianchi di stormy non sono mai stati così cliccati come oggi. Hanno raggiunto le 1611 visite Stormfront - White Nationalist Community
come volevano.
A firenze adesso è battaglia.