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Discussione: l'Indipendensa

  1. #71
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Per il "futuro progetto" ti auguro di avere maggior fortuna altrove.
    Sono certo che ad un "ricercatore" di risorse come te, non sarà sfuggito che questo è solo un forum di chiacchere in libertà.
    Auguri!
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  2. #72
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Dopo "L'Indipendenza" ora anche "La Repubblica".

    L'INTERVISTA
    Formentini in campo con Maroni
    "La Lega riconquisterà Milano"

    L’ex sindaco del Carroccio ricompare a una cena con i compagni degli anni Novanta

    "I contatti con il mio vecchio partito si sono accentuati dopo il varo del governo tecnico"
    di RODOLFO SALA

    Marco Formentini

    Ritorno a casa. Nella Lega targata Maroni. Marco Formentini sale di nuovo sul Carroccio, che aveva lasciato fra le polemiche più di dieci anni fa. L’ex sindaco l’altra sera era alla cena dei 'barbari sognanti', organizzata dall’ex ministro dell’Interno in un albergo della periferia milanese. E appuntato sulla giacca l’ex borgomastro sulla giacca aveva «un prezioso cimelio», come dice lui: la spilletta della Lega lombarda.

    Quattro anni da sindaco, dal 1993 al ‘97, poi la rottura con Bossi, l’approdo nella Margherita, un flirt con i neo-dc di Rotondi. Tanto girovagare per niente...
    «Ho risposto molto volentieri all’invito amichevole di Maroni. E di Matteo Salvini, che ho sostenuto in campagna elettorale sperando diventasse vicesindaco. È stata una rimpatriata, c’erano parecchi assessori della mia giunta».

    Solo una cena?
    «Certo che no. Da tempo avevo ripreso i contatti con la Lega, diciamo che si sono accentuati dopo il varo del governo tecnico».

    Perché?
    «L’unica cosa che ha fatto Monti è sopprimere il federalismo, a questo punto non rimane che indicare l’obiettivo dell’assoluta autonomia del Nord. È ciò che sta facendo la Lega»

    Da cui lei se n’era andato sbattendo la porta criticandone, tra le altre cose, la deriva secessionista...
    «Di secessione ormai non parla più nessuno.

    Ma l’economia è concentrata qui al Nord e bisogna assolutamente evitare che il salasso continui: ci portano via tutto».

    Ci voleva Maroni per ricondurla all’ovile?
    «Con lui ho sempre mantenuto un ottimo rapporto».

    Sta scalando la Lega, questo almeno sostengono i suoi nemici interni...
    «Nel movimento ci sono sensibilità diverse, questo è fuori di dubbio. Ma l’obiettivo dell’autonomia del Nord è condiviso da tutti. Lo stesso Maroni è attentissimo a non rompere con Bossi, che nella base rappresenta ancora, e giustamente, un punto di riferimento fortissimo. Certo, i leghisti si rendono conto che forse è ora di dare un po’ d’aria al locale».

    Bossi padre nobile, Maroni leader?
    «Credo che a questo si stia arrivando».

    E lei, a 81 anni, è pronto a dare un a mano.
    «Per ora ho suggerito alla Lega di lavorare a un progetto di governo per Milano, una città che in questi ultimi anni si è molto appannata».

    Parla della giunta Moratti?
    «Anche di quella guidata da Albertini».

    E Pisapia?
    «Sta mostrando segni di grande debolezza, la sua maggioranza è troppo eterogenea. Mi auguro che termini il mandato, ma la Lega si deve preparare».

    In che senso?
    «Presentarsi da sola alle prossime elezioni comunali, indicando ai milanesi il progetto autonomista al quale stiamo lavorando. La mia vittoria nel '93 fu solo la prova generale del successo vero che possiamo conseguire, ora che Berlusconi e il Pdl hanno sotterrato in cinque minuti il federalismo per sostenere Monti».

    E Formigoni? Davvero crede, come ha minacciato Bossi, che la Lega lo farà cadere?
    «È del Pdl, anche lui paga le conseguenze del declino di Berlusconi. Senza contare i guai giudiziari della Regione. Però non penso che la Lega aprirà la crisi. Certo che Formigoni non può stare fermo, aspettando che la situazione si evolva».

    Se sta fermo cade?
    «Potrebbe indicare la strada di un deciso autonomismo, solo così con lui si potrebbe fare un pezzo di strada insieme. Una cosa è certa: anche in Regione alle prossime elezioni la Lega non potrà allearsi con nessun partito che ora fa parte della maggioranza bulgara di Monti».
    (29 febbraio 2012)

    Formentini in campo con Maroni "La Lega riconquisterà Milano" - Milano - Repubblica.it
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  3. #73
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    UN SOGNO: ROMPERE IL SORTILEGIO CHE CONDANNA I PADANI
    di GILBERTO ONETO

    I padani hanno tanti pregi e lo hanno dimostrato giocando un ruolo importante nella storia, nella cultura e nell’economia lungo un paio di migliaia di anni almeno. Ma hanno anche i loro bei difetti, i principali dei quali – nell’ambito della vita sociale e con le necessarie generalizzazioni – sono riassumibili in cupidigia, ignoranza e litigiosità.
    Sono dei gran lavoratori ma troppo spesso si fanno prendere dal demone del guadagno, dalla religione del fare i soldi: a volte viene il sospetto che il detto «il lavoro nobilita l’uomo» sia l’invenzione di qualche pistola nato a sud delle Alpi e a nord degli Appennini. Il lavoro perde la sua funzione di mezzo per diventare il fine stesso dell’esistenza: tutti conosciamo gente che fatica giorno e notte per vivere male e magari per farsi fregare da qualche foresto più furbo e meno preoccupato di quel genere di nobilitazione.
    Nonostante abbiano contribuito forse più di chiunque altro a costruire la cultura occidentale, troppi padani sono ignoranti come zappe e spesso vantano la loro scarsa conoscenza come un glorioso corollario della loro esclusiva dedizione al lavoro, di cui al punto precedente. Quante volte ci tocca sorbire il mantra «non ho potuto studiare perché dovevo lavorare» o roba del genere che riporta ad antiche atmosfere da orfanotrofio alla Dickens. Balle! Oggi tutti possono studiare, conoscere, leggere e informarsi anche senza aver frequentato costosi collegi svizzeri. E non è neppure un caso che chi vanta la propria ignoranza come salutare alternativa alla cultura di fannulloni e fighetti, non abbia la minima difficoltà a recitare a memoria la formazione di tutte le squadre degli ultimi dieci campionati o possa dissertare con straordinaria competenza su ogni singola parte di un motore Ferrari.
    Infine c’è la litigiosità, l’incapacità a rapportarsi col prossimo più vicino per raggiungere obiettivi comuni. C’è la demenziale vocazione a farsi togliere un occhio purché lo stesso capiti al dirimpettaio. C’è la sostanziale incapacità al confronto e al dialogo: tutto diventa tifoseria calcistica, tutto si trasforma in assemblea di condominio, in forum online. Va mai bene niente, si cavilla su tutto, si critica tanto per farlo e – soprattutto – per non assumersi responsabilità che non riguardino lo strettissimo ambito del proprio lavoro e del proprio portafoglio.
    Per tutte queste cose assieme, i padani sono incapaci di governarsi liberamente e da secoli hanno delegato la gestione della propria comunità ad altri. Miglio diceva con tristezza che hanno una inossidabile vocazione a essere servi di altri: per cupidigia si fanno rapinare, per ignoranza si fanno turlupinare, per litigiosità si fanno dominare.
    Lo vediamo oggi: una delle regioni più ricche d’Europa si fa derubare le proprie ricchezze, si fa governare da foresti, si fa mettere sotto da stranieri di ogni provenienza e finisce per vivere male, peggio che se fosse povera.
    Per una breve stagione – ci aveva creduto anche Miglio – la Lega è sembrata essere la giusta reazione a questi effetti e il ribaltamento ai comportamenti che li hanno generati. Bossi ha avuto il grande merito di raccogliere la tradizione del vecchio mondo autonomista e di stemperarne la litigiosità, e di affidarsi alle straordinarie intuizioni e capacità di produzione progettuale del Professore comasco. La Lega è stata la prima vera risposta politica al Risorgimento: un movimento liberista, identitario e misuratamente giustizialista.
    Ma è durato poco. È prevalsa la granitica amoralità del suo capo, la sua straordinaria intuizione nel cercare e circondarsi della gente peggiore e – col tempo – di immorali puri. Sono affiorate di nuovo – come una antica maledizione che perseguita questa terra – le peggiori pulsioni: la cupidigia di denaro, posti e potere; l’ignoranza eretta a orgogliosa bandiera del nulla; il sospetto, la litigiosità e la prepotenza declinati ai livelli più squallidi.
    Oggi ci troviamo con una Lega composta da milioni di persone per bene guidate da un combriccola di gente impresentabile, senza ideali e spesso anche poco padana. E attorno a essa un campo di detriti nel quale tante persone di buona volontà cercano di ricostruire strutture e speranze, ma vengono frustrate da rancori e divisionismo, che sono il più mortifero lascito della Lega. La deriva leghista rischia di trascinare con sé anche tutto un patrimonio che è stato costruito nonostante Bossi, nonostante la sua combriccola di lacchè. Si è creato un solido sentimento di comunanza, si è verificata la forza di una aggregazione pacifica, si è costruito un repertorio di speranze e consapevolezze, si sono affermati una coscienza padanista e una cultura federalista, si sono gettati i semi dell’autodeterminazione. Sono tutte cose che sopravvivono e potranno germogliare anche sotto uno strato di ipocrisie, furbizie, compromessi, inganni e schifezze varie. Non è anche questa la funzione del letame?
    Il compito che ci aspetta è duro ma affascinante: trovare un comune denominatore che serva a ricompattare tutti gli autonomisti veri e dabbene, fuori e dentro la Lega, in gruppi organizzati e cani sciolti. Questo giornale vuole alimentare la speranza che almeno una volta cupidigia, ignoranza e litigiosità saltino una generazione e lascino i padani finalmente liberi di fare esplodere questo enorme foruncolo rappresentato dallo Stato italiano, dalle sue falangi di centralisti e di finti federalisti. Abbiamo un sogno nel cuore (oltre a quello – liberatorio – di una popolare strofetta in rima baciata): spezzare un antico sortilegio che condanna un popolo laborioso e intelligente a essere ciula, litigioso, povero e servo.
    2 Marzo 2012

    UN SOGNO: ROMPERE IL SORTILEGIO CHE CONDANNA I PADANI | L'Indipendenza
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  4. #74
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    NO TAV, LA RIVOLUZIONE CHE PREPARA LA DITTATURA
    di ROMANO BRACALINI

    Che differenza c’è tra la protesta violenta dei No Tav e le cosiddette “Primavere” africane?”. Nessuna! Entrambe pretendono di abbattere i vecchi sistemi “corrotti e illiberali” per sostituirli con regimi ancora più oppressivi. E’ successo ovunque la rivoluzione abbia trionfato. La Libia sta peggio di prima e in Egitto prevale l’integralismo di peggior conio. Dice Albert Camus che ogni rivoluzione si conclude sempre col rafforzamento dello Stato. Il fascismo andò al potere in vagone-letto, Lenin con un bagno di sangue, Hitler con una regolare vittoria elettorale perché i tedeschi, tutto sommato, sono più ligi e disciplinati. Vincessero i guerriglieri-contadini della Val Susa instaurerebbero un regime di sangue.Va di moda l’eroe proletario, come quel tale folgorato sul traliccio, ma gli incolti rivoluzionari di casa nostra hanno dimenticato che i contadini, i kulaki, furono sterminati da Stalin, come una sopravvivenza di proprietà privata, come un avanzo di eresia borghese.
    Leggendo le cronache dalla Val Susa mi chiedevo se esiste un paese che, come l’Italia, non riesce a fare una riforma senza che inciampi in qualche insurrezione, protesta, divieto che fa di questo paese una contraddizione che sfida ogni regola di buon senso. Se la democrazia che è, volenti o no, la volontà della maggioranza, la minoranza che vorrebbe sostituirsi ad essa è solo degna di chiamarsi “fascista”. Credo che, senza ingenerare equivoci, il Paese, questo paese, sia palesamente impreparato a ciò che si chiama democrazia e rispetto delle regole. Non si capirebbe, altrimenti, come il fascismo non solo è andato al potere con il permesso della della monarchia, che avrebbe dovuto addomesticarlo, ma con il consenso crescente del popolo, che finalmente vedeva un governo che non si fermava davanti a un branco di pagliacci e di scansafatiche. Abolita la democrazia e la libertà, di cui in Italia si è sempre fatto felicemente a meno, il fascismo senza opposizione parlamentare e il plauso dei proletari e dei borghesi rinnovò la rete ferroviaria italiana, fece le autostrade, potenziò la flotta, varò la carta del lavoro e disciplinò la carta dei diritti sindacali e sanitari. Cose, si dirà, che avrebbe potuto fare un qualunque governo liberale, ma che nessun governo liberale fece perché perché ogni pur piccola riforma aveva contro ora la destra ora la sinistra e così non si riusciva a far nulla. Perchè il particulare, come insegna il Guicciadini, prevale sempre sugli interessi generali, che essendo generali sono troppi per essere riconosciuti a apprezzati da qualcuno.
    Cosa voglio dire? Ciò che questa considerazioni induce a pensare e cioè che se un paese è inadatto alla democrazia, come lo è l’Italia, e a seguire tutto il Terzo Mondo fallito, si dovrebbe prendere atto che un simile Paese, come ci insegna il triste caso della Val Susa, è pronto per un governo che sospenda questa falsa democrazia che è soltanto una ipocrita finzione. Del resto il governo Monti è sulla strada giusta. Solo che a capo di un governo di salute pubblica ci vorrebbe un uomo diverso capace di parlare ai “rivoluzionari” della Val Susa col solo linguaggio che essi sono in grado di intendere. Avete mai visto nulla di simile in Francia, in Germania, in Austria? Viva Radetzky

    2 Marzo 2012

    NO TAV, LA RIVOLUZIONE CHE PREPARA LA DITTATURA | L'Indipendenza
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
    Tacito, Agricola, 30/32.

  5. #75
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    Ultima modifica di Eridano; 02-03-12 alle 12:40
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  6. #76
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    NO TAV, LA RIVOLUZIONE CHE PREPARA LA DITTATURA
    di ROMANO BRACALINI

    Che differenza c’è tra la protesta violenta dei No Tav e le cosiddette “Primavere” africane?”. Nessuna! Entrambe pretendono di abbattere i vecchi sistemi “corrotti e illiberali” per sostituirli con regimi ancora più oppressivi. E’ successo ovunque la rivoluzione abbia trionfato. La Libia sta peggio di prima e in Egitto prevale l’integralismo di peggior conio. Dice Albert Camus che ogni rivoluzione si conclude sempre col rafforzamento dello Stato. Il fascismo andò al potere in vagone-letto, Lenin con un bagno di sangue, Hitler con una regolare vittoria elettorale perché i tedeschi, tutto sommato, sono più ligi e disciplinati. Vincessero i guerriglieri-contadini della Val Susa instaurerebbero un regime di sangue.Va di moda l’eroe proletario, come quel tale folgorato sul traliccio, ma gli incolti rivoluzionari di casa nostra hanno dimenticato che i contadini, i kulaki, furono sterminati da Stalin, come una sopravvivenza di proprietà privata, come un avanzo di eresia borghese.
    Leggendo le cronache dalla Val Susa mi chiedevo se esiste un paese che, come l’Italia, non riesce a fare una riforma senza che inciampi in qualche insurrezione, protesta, divieto che fa di questo paese una contraddizione che sfida ogni regola di buon senso. Se la democrazia che è, volenti o no, la volontà della maggioranza, la minoranza che vorrebbe sostituirsi ad essa è solo degna di chiamarsi “fascista”. Credo che, senza ingenerare equivoci, il Paese, questo paese, sia palesamente impreparato a ciò che si chiama democrazia e rispetto delle regole. Non si capirebbe, altrimenti, come il fascismo non solo è andato al potere con il permesso della della monarchia, che avrebbe dovuto addomesticarlo, ma con il consenso crescente del popolo, che finalmente vedeva un governo che non si fermava davanti a un branco di pagliacci e di scansafatiche. Abolita la democrazia e la libertà, di cui in Italia si è sempre fatto felicemente a meno, il fascismo senza opposizione parlamentare e il plauso dei proletari e dei borghesi rinnovò la rete ferroviaria italiana, fece le autostrade, potenziò la flotta, varò la carta del lavoro e disciplinò la carta dei diritti sindacali e sanitari. Cose, si dirà, che avrebbe potuto fare un qualunque governo liberale, ma che nessun governo liberale fece perché perché ogni pur piccola riforma aveva contro ora la destra ora la sinistra e così non si riusciva a far nulla. Perchè il particulare, come insegna il Guicciadini, prevale sempre sugli interessi generali, che essendo generali sono troppi per essere riconosciuti a apprezzati da qualcuno.
    Cosa voglio dire? Ciò che questa considerazioni induce a pensare e cioè che se un paese è inadatto alla democrazia, come lo è l’Italia, e a seguire tutto il Terzo Mondo fallito, si dovrebbe prendere atto che un simile Paese, come ci insegna il triste caso della Val Susa, è pronto per un governo che sospenda questa falsa democrazia che è soltanto una ipocrita finzione. Del resto il governo Monti è sulla strada giusta. Solo che a capo di un governo di salute pubblica ci vorrebbe un uomo diverso capace di parlare ai “rivoluzionari” della Val Susa col solo linguaggio che essi sono in grado di intendere. Avete mai visto nulla di simile in Francia, in Germania, in Austria? Viva Radetzky

    2 Marzo 2012

    NO TAV, LA RIVOLUZIONE CHE PREPARA LA DITTATURA | L'Indipendenza
    Questo o è in estrema malafede o è pazzo da legare!
    La sua prima frase, la sua prima affermazione è da manicomio immediato!
    La valsusa non pretende di abbattere un bel niente!
    Tranne il progetto di un'opera faraonica che è inutile, costosissima e che serve unicamente alla partitocrazia perchè sarebbe la madre di tutte le tangenti. E che, nel caso specifico, inoltre danneggia i loro territori, le loro famiglie, mette a repentaglio la loro stessa vita.
    Stop.
    Se poi la democrazia in itaglia non c'è più non è colpa dei valsusini, che semmai di questo sono le vittime, come tutti noi per altre ragioni, ed il buon Bracalini, se vuole scrivere, analizzi i motivi e le cause di questo perchè, lasciando ai loro problemi i valsusini.
    La democrazia in itaglia non esiste più, se mai è esistita, semplicemente perchè la partitocrazia e le istituzioni si sono appropriate del potere togliendo completamente lo spazio ai cittadini: sono dei veri delinquenti da corte dell'Aja.
    E analizzi il perchè ed il come ci troviamo uno come Monti.
    Leggere quest'articolo, sinceramente, mi da il voltastomaco.
    Ultima modifica di ventunsettembre; 02-03-12 alle 13:25
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

  7. #77
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Questo o è in estrema malafede o è pazzo da legare!
    La sua prima frase, la sua prima affermazione è da manicomio immediato!
    La valsusa non pretende di abbattere un bel niente!
    Tranne il progetto di un'opera faraonica che è inutile, costosissima e che serve unicamente alla partitocrazia perchè sarebbe la madre di tutte le tangenti. E che, nel caso specifico, inoltre danneggia i loro territori, le loro famiglie, mette a repentaglio la loro stessa vita.
    Stop.
    Se poi la democrazia in itaglia non c'è più non è colpa dei valsusini, che semmai di questo sono le vittime, come tutti noi per altre ragioni, ed il buon Bracalini, se vuole scrivere, analizzi i motivi e le cause di questo perchè, lasciando ai loro problemi i valsusini.
    La democrazia in itaglia non esiste più, se mai è esistita, semplicemente perchè la partitocrazia e le istituzioni si sono appropriate del potere togliendo completamente lo spazio ai cittadini: sono dei veri delinquenti da corte dell'Aja.
    E analizzi il perchè ed il come ci troviamo uno come Monti.
    Leggere quest'articolo, sinceramente, mi da il voltastomaco.
    Bracalini è libertario.
    Rubano, massacrano, rapinano e, con falso nome, lo chiamano impero; infine, dove fanno il deserto dicono che è la pace.
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  8. #78
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Citazione Originariamente Scritto da Eridano Visualizza Messaggio
    Bracalini è libertario.
    ma anche no

  9. #79
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Citazione Originariamente Scritto da ventunsettembre Visualizza Messaggio
    Questo o è in estrema malafede o è pazzo da legare!
    La sua prima frase, la sua prima affermazione è da manicomio immediato!
    La valsusa non pretende di abbattere un bel niente!
    Tranne il progetto di un'opera faraonica che è inutile, costosissima e che serve unicamente alla partitocrazia perchè sarebbe la madre di tutte le tangenti. E che, nel caso specifico, inoltre danneggia i loro territori, le loro famiglie, mette a repentaglio la loro stessa vita.
    Stop.
    Se poi la democrazia in itaglia non c'è più non è colpa dei valsusini, che semmai di questo sono le vittime, come tutti noi per altre ragioni, ed il buon Bracalini, se vuole scrivere, analizzi i motivi e le cause di questo perchè, lasciando ai loro problemi i valsusini.
    La democrazia in itaglia non esiste più, se mai è esistita, semplicemente perchè la partitocrazia e le istituzioni si sono appropriate del potere togliendo completamente lo spazio ai cittadini: sono dei veri delinquenti da corte dell'Aja.
    E analizzi il perchè ed il come ci troviamo uno come Monti.
    Leggere quest'articolo, sinceramente, mi da il voltastomaco.

    l'articolo è una schifezza ...

    poi danno tutti per scontato che la "maggioranza" voglia la TAV ... se avessero fatto come in Svizzera che, su opere anche meno importanti, fanno appositi referendum (locali e federali) per approvare l'opera e relativo finanziamento, con eventuali ulteriori consultazioni popolari in caso di aumento di pressione fiscale ... allora potrebbero parlare di DEMOCRAZIA...
    ma visto che qui ci si riferisce ad un vecchio progetto approvato solo dagli stessi politici (alcuni anche successivamente trombati) che hanno rovinato un intera economica e di una infrastruttura che probabilmente non è nemmeno più attuale per costi, per pay back period e per funzionalità
    Ultima modifica di sciadurel; 02-03-12 alle 14:57

  10. #80
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    Predefinito Re: Rif: l'Indipendensa

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    l'articolo è una schifezza ...

    poi danno tutti per scontato che la "maggioranza" voglia la TAV ... se avessero fatto come in Svizzera che, su opere anche meno importanti, fanno appositi referendum (locali e federali) per approvare l'opera e relativo finanziamento, con eventuali ulteriori consultazioni popolari in caso di aumento di pressione fiscale ... allora potrebbero parlare di DEMOCRAZIA...
    ma visto che qui ci si riferisce ad un vecchio progetto approvato solo dagli stessi politici (alcuni anche successivamente trombati) che hanno rovinato un intera economica e di una infrastruttura che probabilmente non è nemmeno più attuale per costi, per pay back period e per funzionalità
    Infatti da noi la democrazia non esiste assolutamente. Occorre prendersela o andarsene.
    Se il popolo permetterà alle banche private di controllare l’emissione della valuta, con l’inflazione, la deflazione e le corporazioni che cresceranno intorno, lo priveranno di ogni proprietà, finché i figli si sveglieranno senza casa.

 

 
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