Liberalizzare le droghe leggere ferma quelle pesanti? No. California docet
Contro tutte le illusioni dei democratici, radical chic, convinti che la repressione dell’uso di droga ne alimenta la diffusione, la recente liberalizzazione della Cannabis in California ha dimostrato l’esatto contrario. I narcos messicani, responsabili dei traffici di droga verso gli Usa, a fronte del mancato guadagno derivante dalla fine del traffico di Cannabis hanno ragionato da imprenditori e, quindi, hanno semplicemente potenziato il traffico di droghe pesanti decidendo di diversificare gli investimenti e puntare sull’esportazione dell’eroina per recuperare i profitti della cannabis.
Grazie democratici, ora il mondo è un posto migliore!
(La Stampa) – 15/01/2018 – Cosa pensano i cartelli messicani della legalizzazione della marijuana in California? Più in generale, possiamo prevedere il futuro di questo mercato alla luce dell’esperienza accumulata sino ad oggi in altri stati Usa, dove la cannabis è legale dal 2012?
I cartelli sono stati colpiti nel portafoglio dalla legalizzazione. L’esportazione verso gli Usa della marijuana messicana – la quale è di qualità inferiore – si è ridotta di almeno il 40 per cento, secondo fonti americane. Un trafficante di primo piano che ha accettato di farsi intervistare da Rio Doce, il quotidiano locale dello Stato di Sinaloa in Messico, concorda.
«Continuiamo a mandare chiva (eroina), perico (cocaina) e cristal (metanfetamine). L’unica merce che è calata è la mota (marijuana)» ha detto durante un’intervista in un ranch, circondato da una ventina di uomini armati.
Un chilo di marijuana in Messico vale oggi un quarto di quanto valeva sette anni fa. I dati della Drugs Enforcement Agency (Dea) confermano che le confische di marijuana al confine tra i due Paesi sono crollate dal 2014.
I nuovi equilibri
Il cartello più potente, quello di Sinaloa, si è riorganizzato dopo l’arresto e l’estradizione di Joaquin “El Chapo” Guzman. Oggi il nuovo boss, Ismael “El Mayo” Zambada, ha il rispetto degli affiliati ed è riuscito a siglare una tregua armata col rivale cartello di Jalisco. Soprattutto, la nuova leadership ha deciso di diversificare gli investimenti e puntare sull’esportazione dell’eroina per recuperare i profitti della cannabis. Un «cuoco» che lavora per Sinaloa ha detto al Rio Doce: «Qualche tempo fa cucinavo 40 chili l’anno (di eroina), oggi ne faccio 30 al mese». Un rapporto ufficiale della Dea ha concluso che vi è più eroina in ogni regione degli Usa oggi rispetto al 2008, soprattutto nel Sud Ovest del Paese. Tragicamente, le morti per overdose sono triplicate nel 2014 rispetto al 2010 (per un totale di 10.574). La popolarità del fentanil, una sostanza più letale dell’eroina prodotta nella regione di Sinaloa e meno costosa di altri oppiacei chimici, è considerata responsabile di questa tragedia.
Sarebbe stato naïve credere che i trafficanti messicani non avrebbero cambiato la loro strategia di marketing dopo la legalizzazione. Per certi versi questo dimostra l’efficacia della politica, ma anche l’illusione di credere che legalizzare un solo prodotto avrebbe impensierito il crimine organizzato.
Le grandi aziende
Vi sono alcuni sviluppi che preoccupano studiosi e attivisti: il modello industriale adottato negli Usa porta all’emergere di pochi produttori, in grado di investire grosse somme di denaro nei derivati della cannabis, invece di promuovere piccoli coltivatori. Queste dinamiche possono essere estrapolate dai dati sulle transazioni legali dal 2014 al 2017 messi a disposizione dallo stato di Washington sul sito Topshelfdata.com, che contiene 45 gigabyte di informazioni.
Il crollo del mercato
Il primo elemento che salta agli occhi è il crollo dei prezzi. Nel 2014 non vi erano buoni motivi per comprare marijuana legale: un grammo al dettaglio costava 32,48 dollari nel luglio del 2014 e 35,67 dollari il mese successivo, mentre al mercato nero (nello stesso Stato) si poteva acquistare per 4 dollari. Un anno dopo il prezzo legale era già sceso a 12,32 dollari, grazie anche alla riduzione delle tasse. Nel settembre 2017 un grammo di ottima qualità si comprava per 7,45 dollari. Il prezzo all’ingrosso è oggi di 2,53 dollari (nel 2014 era di 9 dollari). L’industria si sta consolidando attorno ad aziende di medie e grandi dimensioni, che possono investire in infrastrutture e tecniche avanzate di produzione. I dati di Topshelfdata.com confermano che i 500 più piccoli produttori coprono appena il 13% del mercato. Secondo una stima, basterebbero dieci fattorie per coprire l’intero fabbisogno di cannabis del Paese.
Prodotti collaterali
Chi entrasse oggi in un rivenditore autorizzato si renderebbe conto che sono in vendita una miriade di prodotti, come cibi, bibite, alcolici e dolci. Esiste anche un’acqua minerale a base di cannabis, la Pearl 2O2. I prodotti lavorati assicurano maggiori profitti per le aziende. Infatti, mentre 2014 le vendite del prodotto base costituivano quasi la totalità del mercato, nel 2017 il 50% circa delle vendite è di derivati, come gli infusi e i commestibili.
Gli Usa hanno adottato un modello for profit della produzione della cannabis che favorisce la formazione di grandi aziende, come nel caso del tabacco, e la diversificazione del prodotto. Il trafficante messicano di Sinaloa intervistato da Rio Doce rifletteva: «Gli americani comprano, noi vendiamo». Molti, al di là del confine, la pensano allo stesso modo.
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Danimarca, 1.000 giovani incriminati per un video hot su Fb
I giovani sono stati denunciati per aver diffuso su Messenger un video che mostra due 15enni mentre fanno sesso. Rischiano fino a 6 anni di carcere
Marianna Di Piazza
Oltre 1.000 persone, la maggior parte minorenni, rischiano il carcere in Danimarca per aver diffuso un filmato hot in cui due 15enni fanno sesso.
Lo scandalo riguarda 800 ragazzini e 200 ragazzine, di età compresa tra i 15 e i 20 anni, che sono stati denunciati per aver diffuso attraverso Messenger, l'applicazione di messaggistica di Facebook, un video che mostra due minorenni mentre hanno un rapporto sessuale.
Il materiale a luci rosse, due video e una foto, risale al 2015 ed è stato disponibile su Facebook fino all’autunno dello scorso anno. I maggiorenni sono stati convocati direttamente dalla polizia danese, mentre i minori sono stati contattati attraverso i genitori. "Si è trattato di un caso complesso e le indagini hanno richiesto tempo a causa dell’alto numero di persone coinvolte", ha dichiarato Lau Thygesen della polizia danese.
La vittima
Come riporta il Corriere, la ragazza ripresa nel video, ha raccontato al quotidiano danese Information, di aver fatto sesso in modo consenziente ma di non essere mai stata a conoscenza del video. Quando il filmato ha iniziato a circolare qualcuno ha anche cercato di ricattarla. "Mi hanno contattato dicendo che avevano un mio video e mi hanno chiesto di mandare altre immagini di me nuda, altrimenti avrebbero diffuso il filmato", ha raccontato la giovane.
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Il regresso culturale e l'illusione di sapere tutto con un clic
Siamo in una fase di decadenza dell'alta cultura e magari anche della scienza? È un'affermazione eretica.
Eppure potrebbe essere vero. La sera spesso sono stanco e guardo la televisione. Mostra un livello culturale molto basso. La maggior parte dei film sono gialli, polizieschi con droga, spionaggio, serial killer e sparatorie. Io leggo molto e ho l'impressione che da circa trent'anni siano scomparse la grande filosofia e la grande letteratura. L'altra sera, dopo avere lasciato due film mediocri e due bestseller banali ho aperto Le notti bianche di Dostoevskij e, fin dalle prime pagine, sono rimasto incantato, annichilito, è stato come rivedere il sole. Che meraviglioso linguaggio che incredibile fantasia, che emozioni sublimi! E mi sono detto: ma come siamo caduti in basso, dove stiamo andando? Cosa guarda, cosa legge la gente oggi, cosa impara? Le chiacchiere di Facebook, i dibattiti politici, le notizie dei telegiornali, ricette di cucina, film come cinquanta sfumature di qualcosa. Basta? Tutti mi rispondono che però c'è un grande progresso scientifico. Ma c'è davvero? Le ultime grandi scoperte in fisica le abbiamo fatte all'epoca di Einstein e di Planck e in biologia all'epoca di Watson e Crick.
Ma, mi rispondono, abbiamo fatto straordinari progressi tecnici. Certo in chirurgia, nella robotica e sappiamo comperare tutto con un clic. Ma i nostri scienziati ormai sono tutti specialisti e non hanno più un sapere generale, non c'è più una scienza dagli ampi orizzonti che domini la tecnica e ci consenta di governare i suoi effetti prima che abbiano creato catastrofi. Non controlliamo le migrazioni, la speculazione finanziaria, le droghe, l'impoverimento di intere popolazioni, il crollo della democrazia, il predominio dei potenti e le catastrofi ecologiche scatenate dagli interessi politici ed economici lasciati liberi come cavalli impazziti. No, la tecnica non basta. Aveva ragione Heidegger, la tecnica non guidata ci porterà alla rovina. Occorre un sapere più alto, una scienza più alta, una capacità di ragionare più diffusa e più alta, un'intelligenza morale che ponga un freno e dia una direzione alla volontà di potenza e al selvaggio interesse economico.
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