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    Predefinito Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Luca Negri

    Ci vuole ancora poco a finire etichettati come “clericofascisti”. Basta dichiararsi di destra e al contempo cattolici perché scatti l’automatismo della poco simpatica definizione da parte di chi è in possesso di una conoscenza superficiale della storia del Ventennio. Non sono in pochi a dare per scontata una indubbia complicità del Vaticano con il regime, un legame stretto ed una precisa identità di vedute e scopi fra Pio XI, Pio XII e Mussolini. Poi c’è la prova inconfutabile: la frase tramandata dai libri di scuola ed attribuita a papa Ratti che salutava Mussolini come “uomo della Provvidenza”. Ebbene quella frase è un falso, una distorsione. Pio XI disse che “forse ci voleva un uomo come quello che la Provvidenza ci ha fatto incontrare” per arrivare alla conciliazione fra Stato e Chiesa dopo sessant’anni di guerra nemmeno tanto sotterranea. Non proprio la stessa cosa, considerando poi quel “forse” che sparì del tutto nella stampa fascista. La riflessione del Papa, più un sospiro di sollievo che un’acclamazione del Duce, fu strumentalizzata dal regime e nacque la leggenda del pontefice pronto ad ungere con olio santo l’uomo di Predappio neanche fosse Carlo Magno nella notte di Natale dell’800 dopo Cristo.

    Gran parte delle leggende e delle comode superficialità su quelle vicende sono smentite da un volume appena edito da Rizzoli, La Chiesa di Mussolini. I rapporti tra fascismo e religione. La firma è già una garanzia, dato che è quella di Giovanni Sale, padre gesuita con cattedra di Storia della Chiesa contemporanea nella Pontificia Università Gregoriana di Roma, redattore de “La Civiltà Cattolica” ed autore del fondamentale Hitler, la Santa Sede e gli ebrei (Jaka Book): poderoso volume che, basandosi su documenti inediti dell’archivio vaticano, ha demolito la “leggenda nera” che vuole Pio XII troppo tiepido nell’aiutare gli ebrei se non addirittura simpatizzante nazista. Con questo nuovo lavoro Sale, sempre con l’ausilio di documenti e non di preconcetti, analizza i rapporti fra la Chiesa cattolica e il fascismo dal primo dopoguerra fino al fatidico 1929, anno del Concordato. Le sorprese sono molte. Il soglio pontificio, infallibile sul piano dottrinale ma non su quella politico – come ogni istituzione umana – commise certo degli errori, ma non può certo essere accusato di complicità.

    Chi ne esce peggio, tanto per cambiare, è proprio il preteso uomo della Provvidenza. Mussolini non ebbe mai una visione coerente sulla questione religiosa. Come suo solito, ricorda Sale, “si lasciò guidare dal fiuto politico astuto e opportunista”. Non era cristiano e tanto meno cattolico, professava una vaga spiritualità che si voleva un po’ nicciana e un po’ hegeliana. Era convinto in cuor suo che la fede nella Chiesa e in Cristo, come tutte le altre religioni, fosse una fase storicamente e psicologicamente immatura della coscienza umana. Il XX secolo avrebbe finalmente sotterrato quelle superstizioni per fare spazio al culto dello Stato forgiatore dell’Uomo Nuovo. Nell’attesa non si poteva prescindere dalla forza rappresentata dal Vaticano, soprattutto se si era intenzionati a governare l’Italia. Non potendo rivaleggiare con la Chiesa sul suo stesso campo, ritenendo gli italioti non ancora maturi per la verità, decise di venire a patti, con gran delusione di tutti i fascisti anticlericali, dei massoni che lo avevano aiutato nella conquista del potere e dei futuristi entusiasti “svaticanatori” d’Italia.

    Fu così che il primitivo programma dei Fasci di combattimento, targato 1919, che pretendeva la confisca dei beni delle congregazioni religiose, fu ben presto accantonato. Mussolini era stato fin dalla gioventù un accanito mangiapreti, autore socialista di pamphlet ateistici ed eretici e di un romanzetto scandalistico di stampo anticlericale; ma quei testi diventarono quasi introvabili durante il Ventennio, fatti sparite per ordine dell’autore. Non che avesse cambiato idee, semplicemente c’erano milioni di compatrioti cattolici da non scandalizzare troppo. Se è vero che durante la sua unica visita in Vaticano, nel febbraio del 1932, non si inginocchiò né baciò la mano del pontefice, decise per mero calcolo di mettere ordine all’ingarbugliata situazione famigliare: fece battezzare moglie e figli e portò all’altare donna Rachele nel 1925, dopo vent’anni di unione civile. Per prendere le distanze dal liberalismo cavouriano si mise a dichiarare che la separazione fra Stato e Chiesa era “assurda quanto la separazione tra spirito e corpo”. In realtà voleva che lo Stato diventasse Chiesa e lui, come Duce, il suo papa.

    Ma quello vero di Papa, Pio XI, cosa pensava di Mussolini? Cosa ne pensavano i gesuiti? Il peggio che si può dire è che considerarono il fascismo un male minore rispetto al bolscevismo ateo e materialista (le notizie che arrivavano dalla Russia certo non rassicuravano sul trattamento riservato ai cristiani…); almeno il movimento dei fasci non era fondato su di una dottrina strutturata e decisamente ostile. Forse era possibile emendarla, cristianizzarla; ci credettero in molti, compresi grandi intellettuali come Giuseppe Ungaretti e Giovanni Papini. Ma al Papa non sfuggiva certo il doppio gioco fascista: lusinghe alla curia romana ma bastonate e spedizioni squadriste a preti, attivisti, cooperative bianche nelle province. I gesuiti videro subito nelle camicie nere i continuatori delle politica laicista dei liberali con l’aggiunta dei metodi violenti tipici del socialismo massimalista. Insomma ci si fidò poco, anche se con i primi provvedimenti del governo Mussolini il crocefisso tornò sui muri dei luoghi pubblici.

    Il Vaticano poi criticò aspramente l’istituzione dell’Opera Nazionale Balilla, denunciandone la vocazione totalitaria nel campo educativo e criticando lo Stato etico come del tutto contrario alla dottrina cattolica. Da quel tentativo di plasmare le menti giovanili riuscì almeno a salvare l’esistenza dell’Azione cattolica che rimase l’unica organizzazione di massa non assorbita nella struttura del regime e al cui interno si poté sviluppare buona parte della futura classe dirigente repubblicana. In sintesi, la Chiesa di Roma operò con realismo e ponderazione. Forse con qualche prudenza di troppo ma è bene considerare che la dottrina cattolica tradizionale insegnava l’obbedienza all’autorità civile legittimamente investita del potere pubblico.

    Chi però esce meglio dalle vicende di quegli anni e dal libro di Sale che le racconta è don Luigi Sturzo. Il Partito Popolare da lui fondato nel 1919 aveva un programma economico-sociale riformatore, si ispirava alle verità cristiane ma non si definiva “partito cattolico”, non prendeva la religione “come elemento di differenziazione politica”, era indipendente e autonomo dalla gerarchia ecclesiastica e dalla organizzazioni di Azione cattolica. Si oppose alla legge Acerbo e Sturzo pagò con una violenta campagna giornalistica orchestrata dai fascisti (mentre molti militanti popolari sparsi per l’Italia assaggiarono più di un manganello). Il Ppi fu anche contrario alla ritirata sull’Aventino delle opposizioni dopo il delitto Matteotti, convinto che la violenza fosse da combattere politicamente senza lasciare campo aperto a Mussolini nelle sedi parlamentari.

    Il Duce però intendeva distruggere il cattolicesimo politico per conquistare le masse al fascismo e dunque pretese l’allontanamento dello scomodo sacerdote. Roma sacrificò Sturzo, costretto ad un esilio lungo ventidue anni, ma riuscì a strappare i Patti Lateranensi. Con il Trattato internazionale fu istituita la nascita dello Stato del Vaticano (sovranità territoriale che poteva dare “l’evidenza della libertà ed indipendenza della Chiesa”) con il Concordato che regolava i rapporti fra Stato e Chiesa finiva l’epoca del laicismo istituzionale ed intransigente. Fu Mussolini a raccogliere i primi benefici della pacificazione del 1929: ebbe inizio la fase del consenso più esteso alla sua politica. Ma quando si dovette ricostruire l’Italia dopo il disastro della Seconda Guerra mondiale lui non c’era più e stava passando alla storia come unico responsabile. La Chiesa era invece ancora in piedi, nei suoi conventi e fra le mura del Vaticano aveva nascosto e protetto più di un membro del Cln romano.


    © http://www.loccidentale.it/ - 3 luglio 2011
    Ultima modifica di Cuordy; 05-07-11 alle 10:05
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  2. #2
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Sono tentativi un po' patetici di rifarsi una verginità.
    Lo dico a ragion veduta perché possiedo e ho già letto il libro in questione.
    Ultima modifica di Giò; 05-07-11 alle 10:25

  3. #3
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Voler rifarsi una verginità è perlomeno segno che sussiste un po' di vergogna per averla persa: è già qualcosa :sofico:

  4. #4
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Citazione Originariamente Scritto da Ludwig Feuerbach Visualizza Messaggio
    Voler rifarsi una verginità è perlomeno segno che sussiste un po' di vergogna per averla persa: è già qualcosa :sofico:
    il problema non è che la Chiesa culturalmente si sia fatta trascinare in parte nella scìa dell'euforia fascista (ma dire è che stata complice è una falsità) ma che si fa condizionare sempre dalla scìa del potere culturale egemone di turno.
    dopo il fascismo la Chiesa si è fatta condizionare dall'egemonia culturale marxista in italia (ricordo un esempio su tutti l'enciclica populorum progressio); poi attualmente dall'egemonia culturale del buonismo/hippismo morale (i vari pallosi discorsi vaghi sull'amore piuttosto che sulla disciplina, sul dovere, sull'ordine sociale).
    ovviamente questo condizionamento non è totale e non è tale da cambiare i principi assoluti della dottrina ma tuttavia è quel tanto che comunque è troppo (è la Chiesa che deve trascinare nella propria scìa, non la Chiesa che deve essere trascinata), perché appunto dà l'idea che la Chiesa "si adegui" alle cacchiate di moda nel momento (anche se, come ho precisato, in realtà questo adeguamento è ben parziale).

    la soluzione è che nella gerarchia dovrebbero starci persone con una forte e vasta preparazione culturale religiosa, politica e filosofica, in modo che grazie a questa solida preparazione mentale si eviti di venire condizionati dalle mode che inevitabilmente passano di volta in volta nella società.
    Ultima modifica di TEBELARUS; 05-07-11 alle 18:39
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  5. #5
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Dal mio punto di vista la LEGGENDA NERA

    è quella della complicità

    di alcuni preti con i


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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Citazione Originariamente Scritto da AURELIO AUGUSTO Visualizza Messaggio
    il problema non è che la Chiesa culturalmente si sia fatta trascinare in parte nella scìa dell'euforia fascista (ma dire è che stata complice è una falsità) ma che si fa condizionare sempre dalla scìa del potere culturale egemone di turno.
    dopo il fascismo la Chiesa si è fatta condizionare dall'egemonia culturale marxista in italia (ricordo un esempio su tutti l'enciclica populorum progressio); poi attualmente dall'egemonia culturale del buonismo/hippismo morale (i vari pallosi discorsi vaghi sull'amore piuttosto che sulla disciplina, sul dovere, sull'ordine sociale).
    ovviamente questo condizionamento non è totale e non è tale da cambiare i principi assoluti della dottrina ma tuttavia è quel tanto che comunque è troppo (è la Chiesa che deve trascinare nella propria scìa, non la Chiesa che deve essere trascinata), perché appunto dà l'idea che la Chiesa "si adegui" alle cacchiate di moda nel momento (anche se, come ho precisato, in realtà questo adeguamento è ben parziale).

    la soluzione è che nella gerarchia dovrebbero starci persone con una forte e vasta preparazione culturale religiosa, politica e filosofica, in modo che grazie a questa solida preparazione mentale si eviti di venire condizionati dalle mode che inevitabilmente passano di volta in volta nella società.
    Scusate, ma crediamo seriamente che Ratti e Pacelli o Gasparri e Tardini o Borgoncini Duca e Tacchi Venturi non avessero una vasta preparazione culturale, religiosa, teologica, filosofica, politica, ecc.?
    Loro sapevano benissimo ciò che facevano.
    Tant'è che quando fu necessario il buon Pio XI fece uscire l'Enciclica "Non abbiamo bisogno" (Giugno 1931) condannando lo scioglimento unilaterale dell'Azione Cattolica Italiana da parte delle autorità fasciste e costringendo il governo fascista ad un accordo con la Santa Sede nel rispetto del Concordato (accordo poi ribadito dal patto Vignoli-Starace del 1938).
    Se mai la cosa è un po' penosa è che si vogliano esaltare gli aspetti di contrasto o presunti tali fra Chiesa e Fascismo per far passare la vulgata che in realtà la Chiesa si oppose ai cosiddetti "totalitarismi di Destra" e che essa è perfettamente compatibile con il regime democratico.
    Il tutto poi ha sempre la solita finalità di ricostruire aritificiosamente ex post le premesse "culturali" che avrebbero portato la Chiesa al Concilio Vaticano II.
    Poi, per carità, padre Giovanni Sale è anche persona onesta e non certo stupida, però le mie perplessità sull'impostazione (oltre che sulle conclusioni) dei suoi lavori più recenti rimane.
    Ultima modifica di Giò; 05-07-11 alle 20:34

  7. #7
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Citazione Originariamente Scritto da Teofilo74 Visualizza Messaggio
    Dal mio punto di vista la LEGGENDA NERA

    è quella della complicità

    di alcuni preti con i


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    Non sempre trattasi di leggenda nera, ahimè.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Scusate, ma crediamo seriamente che Ratti e Pacelli o Gasparri e Tardini o Borgoncini Duca e Tacchi Venturi non avessero una vasta preparazione culturale, religiosa, teologica, filosofica, politica, ecc.?
    Loro sapevano benissimo ciò che facevano.
    Tant'è che quando fu necessario il buon Pio XI fece uscire l'Enciclica "Non abbiamo bisogno" (Giugno 1931) condannando lo scioglimento unilaterale dell'Azione Cattolica Italiana da parte delle autorità fasciste e costringendo il governo fascista ad un accordo con la Santa Sede nel rispetto del Concordato (accordo poi ribadito dal patto Vignoli-Starace del 1938).
    non posso dire di conoscere quelle singole persone.
    e preciso anche questo: non credo che la Chiesa trascinata dall'euforia fascista fosse sto gran malaccio. ci dovrei riflettere parecchio per capire se erano peggio o meglio le dichiarazioni dei Papi under-fascism piuttosto che quelle dei Papi under-hippism di oggi.
    quello che critico è proprio il concetto che la Chiesa si adegua, trascinata dalla corrente del fiume.

    il mio giudizio rimane: se l'alta gerarchia fosse stata composta da persone solidamente preparate, allora la Chiesa avrebbe assunto un comportamento più autonomo, unito, chiaro e preciso, insomma non si sarebbero notati un trascinamento verso il fascismo.
    che successe invece? il solito balletto degli entusiasti del nuovo potere egemone, la parte di quelli che parla a mezza voce, la parte di quelli che abbozza qualche critica per ragioni puramente politiche di contrasto con quel potere.
    quello che vediamo anche oggi, insomma: il solito casino in cui comunque alla fine prevale la parte in linea col potere egemone.
    in pratica la Chiesa rispecchia a suo modo la confusione che c'è nella società io invece vorrei che fosse al di sopra.
    dopotutto posso capire che la società sia composta da persone confuse, visto che la gran parte è ignorante e non ha ne le capacità ne il tempo per acquisire saggezza ma santo Dio i vescovi dovrebbero essere persone che studiano e discutono tutto il giorno, che hanno anche un certa età, io mi aspetto una saggezza superiore, non che quasi quasi io sarei meglio al loro posto, visto che non mi adeguerei cosi facilmente al potere egemone.

    Citazione Originariamente Scritto da Giò91 Visualizza Messaggio
    Se mai la cosa è un po' penosa è che si vogliano esaltare gli aspetti di contrasto o presunti tali fra Chiesa e Fascismo per far passare la vulgata che in realtà la Chiesa si oppose ai cosiddetti "totalitarismi di Destra" e che essa è perfettamente compatibile con il regime democratico.
    Il tutto poi ha sempre la solita finalità di ricostruire aritificiosamente ex post le premesse "culturali" che avrebbero portato la Chiesa al Concilio Vaticano II.
    Poi, per carità, padre Giovanni Sale è anche persona onesta e non certo stupida, però le mie perplessità sull'impostazione (oltre che sulle conclusioni) dei suoi lavori più recenti rimane.
    si vabbè sulle finalità di quegli articoli posso essere d'accordo, è pura malafede strumentalizzante-revisionista-ideologica.
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  9. #9
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    Citazione Originariamente Scritto da AURELIO AUGUSTO Visualizza Messaggio
    non posso dire di conoscere quelle singole persone.
    e preciso anche questo: non credo che la Chiesa trascinata dall'euforia fascista fosse sto gran malaccio. ci dovrei riflettere parecchio per capire se erano peggio o meglio le dichiarazioni dei Papi under-fascism piuttosto che quelle dei Papi under-hippism di oggi.
    quello che critico è proprio il concetto che la Chiesa si adegua, trascinata dalla corrente del fiume.

    il mio giudizio rimane: se l'alta gerarchia fosse stata composta da persone solidamente preparate, allora la Chiesa avrebbe assunto un comportamento più autonomo, unito, chiaro e preciso, insomma non si sarebbero notati un trascinamento verso il fascismo.
    che successe invece? il solito balletto degli entusiasti del nuovo potere egemone, la parte di quelli che parla a mezza voce, la parte di quelli che abbozza qualche critica per ragioni puramente politiche di contrasto con quel potere.
    quello che vediamo anche oggi, insomma: il solito casino in cui comunque alla fine prevale la parte in linea col potere egemone.
    in pratica la Chiesa rispecchia a suo modo la confusione che c'è nella società io invece vorrei che fosse al di sopra.
    dopotutto posso capire che la società sia composta da persone confuse, visto che la gran parte è ignorante e non ha ne le capacità ne il tempo per acquisire saggezza ma santo Dio i vescovi dovrebbero essere persone che studiano e discutono tutto il giorno, che hanno anche un certa età, io mi aspetto una saggezza superiore, non che quasi quasi io sarei meglio al loro posto, visto che non mi adeguerei cosi facilmente al potere egemone.
    Beh, la Chiesa ha dovuto rapportarsi gioco-forza, nel corso della storia, con i più disparati sistemi politici e di governo. Essendo a suo modo una potenza, la Chiesa ha sempre avuto una sua strategia in politica estera, a cui subordinava - a seconda delle circostanze - una determinata tattica di azione.
    La differenza però è che all'epoca la Chiesa Cattolica faceva quello che diceva il Papa, mentre oggi no. Potevano esserci visioni politiche più o meno diverse (crediamo forse che all'epoca non ci fossero prelati cattolici fascisti, filofascisti, semifascisti, afascisti o antifascisti?), ma se il Papa decideva che tutti dov'essero dire e fare "A" si diceva e faceva "A", altrimenti si rischiava di finire ai margini, nella migliore delle ipotesi, se non addirittura fuori.

    si vabbè sulle finalità di quegli articoli posso essere d'accordo, è pura malafede strumentalizzante-revisionista-ideologica.
    Il revisionismo storico può essere cosa buona e giusta, purché fatto onestamente ed in maniera obiettiva, senza voler per forza piegare alle proprie convinzioni certi dati storici.

  10. #10
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    Predefinito Rif: Quella della Chiesa complice del Fascismo è una leggenda nera

    La Chiesa non è una setta spiritualista
    o una associazione di predicatori moralisti (come il caso delle non-chiese luterane)
    ma è una realtà presente nella storia.

    Le radici in cielo,
    i rami e i frutti sulla terra.

    Non stupiamoci se essa agisca con diplomazia.

    Certo o volte certi incontri suscitano perplessità.


    Un conto è
    Giovanni Paolo II che incontra il generale Pinochet.
    Uomo retto, ottimo governante, salvatore del Cile.

    Un conto è invece
    l'incontro con l'affarista caraibico (di origini non spagnole...) Castro:

    spacciatore di droga internazionale, pappone della prostituzione di stampo pedofila maschile e femminile.


    Per quanto avessero alcuni riformabilissimi limiti
    i regimi europei di Italia e Germania erano ben degni di stabilire concordati con la Chiesa.

    Viceversa noi temiamo per l'anima di quei clerici giuda che si fecero artefici della immonda Ostpolitik...
    ovvero sottomissione al regime ateo-anticristico-frankista-bolscevico.

 

 
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