Egregio Signor Milan.
Durante in vostro confortevole soggiorno a Dubai avrete notato, ai bordi del campo di allenamento, uno striscione con la seguente scritta:
لقدسرقتلكالجانبتوشاتالانتا.
Naturalmente il vostro interprete prezzolato, a domanda, ve lo avrà tradotto come:
Dubai saluta i campioni del Milan che ci onorano della loro presenza.
Oppure:
Grazie Milan, Dubai è lieta di porgervi il suo benvenuto.
Sbagliato!
La traduzione corretta è:
Voi avete rubato una touche laterale all'Atalanta.
E indovinate chi dovete ringraziare per la scomoda pubblicità negativa nel Golfo Persico? Il sottoscritto.
Da 21 anni vi tallono come un funzionario di Equitalia per avere reso quanto ci appartiene, ma senza risultati.
Ogni tentativo è stato vano.
Per giunta, nell’imminenza dell’incontro avete soggiornato, guarda caso, all’estero, in un paese ove l’Italia non può chiedere l’estradizione di tangheri quali voi siete.
Da circa 5 anni ho cambiato metodo: parlare a suocera perché nuora intenda.
Mi spiego meglio. Ogni volta che incontro un tifoso milanista, generalmente tronfio e supponente per i risultati della sua squadra, gli ricordo l’episodio.
L’effetto è miracoloso. Con gli occhi che si abbassano spariscono le coppe e gli scudetti dai suoi pensieri.
Giustificazioni generiche e stentoree si intelligono nell’attacco di balbuzie che li assale.
Rossore e mani sudate accompagnano il fenomeno.
Non ne ho mai trovato uno che non fosse a conoscenza dell’accaduto.
Ecco dunque svelata la mia strategia: utilizzare il vostro popolo, incolpevole, per esercitare una moral suasion stile Giorgio Napolitano, per forzarvi a fare un passo indietro: restituirci una rimessa laterale qualsiasi nel prossimo incontro.
Cade anche questa volta in gennaio la repetita eppure, nonostante le mie 36 precedenti missive, anche questa volta farete orecchie da mercante.
Possibile che non avvertiate alcun rimorso? Alcuna resipiscenza? Alcun bisogno di espiare?
Prevengo eventuali vostre peregrine allusioni a fatti recenti connessi al nostro ex capitano, a pulpiti e prediche.
Sappiate che, nel nostro caso, al reato segue l’accusa, quindi l’incriminazione, la condanna, l’espiazione e la riabilitazione. Su questo viatico noi ci siamo incamminati.
Voi siete ancora fermi al reato.
Sono giovane, ci sentiremo ancora.
Mauro Andreini
Bergamo 7 gennaio 2012
Se aveste già bruciato le mie precedenti missive all’arrivo della Finanza, scambiandole per fatture, vi allego l’indirizzo del mio blog ove reperirne alcune: http://mauroandreini1965.blogspot.com/