Gli Arya seggono ancora al picco dell'avvoltoio.
Una boccata d'aria fresca. Davvero un bel lavoro
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).
In effetti Severino dice spesso di vedere in Gentile una radicalizzazione di Nietzsche e Heidegger, il fatto è che a leggerlo non si nota.Partendo dunque dalla centralità del divenire nella speculazione gentiliana, Severino rileva come il filosofo di Castelvetrano sia il «distruttore
degli assoluti» e degli immutabili, giacché ha mostrato, più e meglio di Heidegger, l’«impossibilità che ci sia qualcosa (secondo la pretesa che era anche del fascismo) che abbia la capacità di fermare il movimento storico», sicché «il superuomo di Nietzsche e il pensiero in atto di Gentile hanno il compito di riconoscere, proteggere, liberare, salvare il divenire dagli immutabili che lo rendono impossibile». Quindi: Gentile come il fiume in piena del divenire che travolge le dighe dell’essere erette dalla metafisica occidentale, come «dinamite» nietzscheana della storia, la quale, pertanto, è destinata a rimanere aperta.
Riprenderselo per farne cosa? Giovanni Gentile fu sicuramente uomo impeccabile e coerente, ma Adriano Romualdi e Julius Evola avevano tutte le ragioni per liquidarne il sistema filosofico.
A meno che non si creda veramente nella validità dell'immanentismo neo-idealista gentiliano, non vedo motivi per riprendersi Gentile...se non forse per ribadire la necessità che lo Stato si faccia portatore di principi etico-spirituali da trasmettere ai propri cittadini. Ma la statolatria gentiliana lasciamola dov'è.
Ultima modifica di Giò; 24-01-12 alle 20:30
Credere - Pregare - Obbedire - Vincere
"Maledetto l'uomo che confida nell'uomo" (Ger 17, 5).
Mi sa che sono più accattivanti le interpretazioni di Del Noce e Severino rispetto alla fumosità del testo originale stesso