Possessione Divina e Spiritica in Asia Meridionale.






Frederick M. Smith in questo studio suggerisce che la positiva possessione oracolare o estatica è la più comune forma di espressione spirituale in India, e che è stata linguisticamente distinta per migliaia di anni dalla possessione negativa, producente malattia e disturbo.
Nell’Asia Meridionale la possessione è sempre stata allargata e più varia che in Occidente, dove è stata principalmente caratterizzata come “demoniaca”. Al meglio, la possessione spiritica è stata vista come una malattia psicologica trattabile medicalmente e al peggio, come una condizione che richiede esorcismo o punizione. Nell’Asia Meridionale (e Orientale), la possessione estatica o oracolare è stata largamente praticata attraverso tutta la sua lunga storia, occupando una posizione di rispetto nel primo e nel recente Induismo e in certe forme di Buddismo.
Smith analizza la letteratura Indiana di tutti i tempi – i primi testi Vedici; il Mahabharata; i testi Buddhisti, Giainisti, Ayurvedici, e Tantrici; la letteratura devozionale Indù; le opere, i drammi e la narrativa in Sanscrito; e più di un centinaio di etnografie.
Egli identifica diverse forme di possessione includendo quella festiva, iniziatoria, oracolare, devozionale, e dimostrando la loro polivalenza all’interno di un ampio raggio di sette e identità religiose.

Deity and Spirit Possession in South Asia di Frederick M. Smith


Anche Kathleen M. Erndl, nella sua ricerca riguardo i Shakti Pitha dell'India Nord-Occidentale, analizza i numerosi casi di "possessione divina" da lei incontrati.

Victory to the Mother di Kathleen M. Erndl