Doni: altri corrotti confessino per tempo
'In carcere ho capito i miei errori'
ROMA - ''L'unica speranza e' che almeno la mia storia serva da lezione agli altri. Spero che gli altri calciatori vedano quello che mi e' successo e capiscano. Non siano tanto imbecilli e facciano quello che in queste ore sta facendo Masiello. E' stato molto coraggioso e, diversamente da me, ha avuto l'intelligenza di denunciare tutto per tempo. Spezzare quell'omerta' che sta devastando il calcio''. Lo afferma, in un'intervista a Repubblica, l'ex capitano dell'Atalanta Cristiano Doni, coinvolto nell'inchiesta sul calcioscommesse. Doni smentisce di aver fatto retrocedere apposta la squadra orobica.
''E' una bestemmia. Io per la maglia dell'Atalanta ho dato il sangue. E anche gli errori che ho commesso li ho commessi perche' volevo riportare l'Atalanta in A'', dichiara. ''Per me era un'ossessione. Avrei fatto qualsiasi cosa. Anzi, ho fatto qualsiasi cosa. Ho tradito lo sport''.
A tradire lo sport, prosegue Doni, sono ''molti, troppi. In B piu' che in A, perche' a parte 3 o 4 club gli altri pagano poco, anche 20mila euro l'anno. E cosi' i calciatori sono più corruttibili''.
Per Doni si tratta di ''un problema culturale: da noi c'e' l'abitudine di non infierire sull'avversario, di non mandare in B un collega in pericolo se non c'e' un motivo di classifica, di mettersi d'accordo. E su queste abitudini, da quando hanno legalizzato le scommesse, campano tutti: gli ingenui, gli amici, i balordi, i mafiosi. E il problema assume altre proporzioni. Ma il punto di partenza - sottolinea - e' un difetto culturale che non riguarda solo i calciatori, ma anche gli altri protagonisti: gli arbitri che vedono tutto e non fanno nulla, il quarto uomo, gli osservatori della Figc, i giornalisti.''. Nell'intervista l'ex capitano ribadisce che le sue colpe ''sono relative a due soli episodi: Ascoli-Atalanta e Atalanta-Piacenza''.
Nella seconda ''il portiere Cassano al momento di tirare il rigore mi disse: tira centrale che io mi tuffo''. Ad essere truccata, aggiunge, era anche la partita con la Pistoiese di Allegri nel 2000. ''Ci indagarono e poi ci assolsero. Se qualcuno mi vorra' chiedere spiegazioni gliene daro'''. Doni si dice ''pentito, anche perche' sono finito in carcere e il carcere aiuta molto a capire i propri errori''. ''La prigione vera e' peggio dei film. Avevo freddo e non dormivo mai'', racconta. ''Pensavo alla cazzata che avevo fatto, a come era potuto succedere, a mia figlia, a mia moglie, all'Atalanta. E non vedevo l'ora di andare dal giudice a raccontare tutto''.
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