Yara, "Oggi": l'auto di Fikri
non fu controllata
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I carabinieri volevano far esaminare dal Ris di Parma l'auto di Mohamed Fikri, ma il pubblico ministero Letizia Ruggeri non ritenne necessario quel tipo di riscontro. E' quanto rivela il settimanale "Oggi" nel numero che sarà in edicola domani, in un servizio che ribadisce una serie di dubbi sul piastrellista marocchino e in particolare sull'atteggiamento della procura di Bergamo nei suoi confronti. "Oggi" ricorda che il giorno prima di venire arrestato, ovvero il 3 dicembre, Mohamed Fikri disse al telefono alla fidanzata: "L'hanno uccisa davanti al cancello". Ma quella frase, com'è noto e come ricorda "Oggi", non fu mai contestata dal magistrato al marocchino di 23 anni. Agli atti dell'interrogatorio dopo il quale il gip liberò Fikri, finì solo l'altra frase: "Allah mi perdoni non l'ho uccisa io". Una traduzione che trovava concordi tre periti sui sette nominati dal pubblico ministero. Altri tre tradussero diversamente: "Allah fa che risponda, non ho ucciso nessuno..." (Fikri forse stava attendendo la risposta di un connazionale), e un settimo perito non riuscì a dare una versione precisa delle parole pronunciate in arabo, a quanto pare con un accento dialettale. In base alle traduzioni il pm Letizia Ruggeri si convinse che Fikri era l'uomo sbagliato e che per lui non serviva nemmeno al custodia cautelare in carcere. Solo un paio di mesi dopo i carabinieri vennero a sapere che il piastrellista aveva imbarcato sulla nave da Genova a Tangeri anche un furgone bianco, oltre alla sua auto che, secondo "Oggi", non fu mai controllata.
Il 26 novembre del 2010 a brembate una ragazzina di nome Yara Gambirasio scompare e verrà ritrovata morta a febbraio del 2011. Non mi addentro nella cronaca dato la cospicua argomentazione in materia.
Quello che ho notato e mi ha colpito, ma non era una novità, sono state le accuse dirompenti e cattive di razzismo verso gli abitanti della città, per avere manifestato animosità verso gli immigrati, in parte magrebini.
Il sistema tramite i media e giornali e i saccenti opinionisti di tendenze progressiste, tra cui il noto salvo sottile e la livorosa borghese palombelli, hanno mostrato la solita saccenza da superiori nell’ affrontare il caso. Ci si è preoccupato di più per due cartelli issati da 4 o 6 razzisti invece che di Yara, e questo per diversi giorni. Tutto perché di mezzo c’è stato un indagato arrogante arabo-marocchino di nome Mohamed Fikri.
Infatti dopo tante riluttanze e ipocrisie da parte della magistratura, non si è indagato sul cantiere mapello perché diversi dipendenti erano stranieri. Sul marocchino si è fatto a gara per discolparlo, basta vedere le giornalaie che lo interrogavano come erano preoccupate per le accuse che gli erano state rivolte, per poi alla fine sembra non estaneo ai fatti e se ne parla poco.
Accusati anche questa volta i padani di essere freddi, indifferenti, razzisti, e omertosi come i figli del sole, insomma i soliti stereotipi che dominano la scena ormai da molti anni. Tutto in nome di un’ideologia antirazzista suprematista pronta a bastonare e strapazzare gli autoctoni dalla cute bianca in difesa degli scuri.