La "responsabilità", in termini di diritto, è semplicemente il dover rispondere della violazione, colposa o dolosa, di un obbligo. La vita sociale, la convivenza civile, sono garantite da questo impegno, che ogni cittadino assume nei confronti degli altri cittadini. E' titolo di onore, di rispettabiiltà, per ognuno, assumere la propria responsabilità per ogni proprio atto che determini una conseguenza nella vita altrui. Quando si voglia magnificare un comportamento umano, si sentenzia: "si è assunto le sue responsbilità". Insomma, la capacità di essere responsabile, dichiarata o presunta, di un individuo, ne determina credibilità. affidabilità. Tutti sono chiamati ad essere "responsabili", tutti vantano la loro responsabilità, dal ciabattino al chirurgo, dal fornaio al contadino, all'insegnante, all'ingegnere. Tutti, proprio tutti, tutti tranne i magistrati.
L'evidente, maniacale abuso, di principio e di fatto, è motivato, da parte dei diretti interessati, con la logica per la quale l'obbligo della responsabilità causerebbe la mancanza della sacrale autonomia dei giudici. In sostanza, la paura di dover rispondere del proprio operato implicherebbe difficoltà di un giudizio sereno o, persino, l'impossibilità ad esprimerlo. Il concetto, l'argomentazione è grave e, nel contempo, assurdo e ridicolo. Un medico dovrebbe esentarsi dall'elaborare una diagnosi, dal compiere un intervento sanitario, perchè l'eventuale errore lo chiamerebbe a doverne rispondere, all'assunzione della conseguente responsabilità.
La cosa che più rende paradossale il persistere di tanta rovinosa anomalia è che, questa, è preservata da uno schieramento politico di sostegno. Schematizzando per necessità di sintesi, si può affermare che, in Parlamento, la Sinistra ha sempre ostacolato che, finalmente, sulla questione si procedesse, sanandola, in termini di normativa adeguata. Quella parte politica, purtroppo, ha ritenuto conveniente trarre vantaggio da un tacito accordo con la Magistratura, lasciando a questa la sua tanto gelosamente conservata "irresponsabiltà", aspettandosi, in contraccambio, favori politici di diversa natura.
Un referendum non antichissimo ha sancito la volontà plebiscitaria dei cittadini a ricondurre, anche i magistrati, a condizioni di normalità, di legalità. Ma detto referendum è stato disatteso, e nessuna normativa è mai intervenuta ad onorarlo.
Oggi si tenta un ulteriore provvedimento, che porti riparo alla insopportabile prepotenza dei magistrati. Ma questi, con i loro sindacati, strani pure questi, già alzano le barricate del rifiuto ad ogni riduzione del loro status di preminenza, trovando in troppa parte della Sinistra sponda protettiva. Penosamente giocando, magistrati e "sinistri", sul timore, infondato, e lo sanno, che il tentativo in atto sia per disconoscere, ai virtuosissimi togati, la loro voglia di ricondurre a legalità le malefatte di troppi politici!...
Milioni di cittadini piangono disperazione e soprusi, ad opera di sentenze sbagliate, lente, assenti. I magistrati non ne rispondono, e vogliono continuare a non risponderne, esercitando il diritto peggiore, vantando la loro "irresponsabilità", appunto...