Bela da Albano don Davide Pagliarani sulla visita di quel "simpaticone" di Ratzinger in sinagoga; da Rimini gli risponde, su "Falsitas", pardon "Veritas", il belato di don Pierpaolo Pietrucci sulla visita dello stesso "simpaticone" al tempio luterano.
Il lettore non addentro rischia di smarrirsi: ma allora la FSSPX è sempre sulle stesse posizioni?
Riflettiamo un attimo: don Davide è colui che cacciò come un cane don Floriano dalla Fraternità per la "colpa" di aver rigettato, in linea con la posizione del fondatore e con quella quarantennale della stessa Fraternità, una "revoca di scomunica" la cui accettazione (entusiastica, per giunta) significava implicitamente riconoscersi rei del delitto di scisma, cioè sconfessare tutto quanto fatto e detto in quei quarant'anni. Don Pierpaolo è colui che, nonostante le proteste di amicizia e di piena sintonia, non mosse un dito per impedire quell'espulsione, particolarmente odiosa perché offerta quasi quale pegno per le benevolenza del Vaticano modernista.
Quindi queste due persone hanno scelto.
Tra don Floriano, loro confratello fino al giorno prima, e Ratzinger che va in visita alle sinagoghe, alle moschee e ai templi degli eretici, hanno scelto Ratzinger.
Tra don Floriano che brucia il Vaticano II e Ratzinger che lo esalta ogni giorno, tra don Floriano che celebra Messe di riparazione per quegli scandali e Ratzinger che quegli scandali perpetra, hanno scelto Ratzinger.
I loro belati a uso interno non cambiano questa realtà, e non ingannino quindi nessuno.
Franco Damiani (24 marzo 2010)
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