User Tag List

Pagina 26 di 29 PrimaPrima ... 16252627 ... UltimaUltima
Risultati da 251 a 260 di 289
  1. #251
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    La battaglia di Radio Spada, verso il Decennale. Lettera natalizia a soci e amici



    Cari soci, cari amici di Radio Spada,

    Corre voce negli ambienti tradizionalisti che io sia poco incline all’interventismo, al presenzialismo, all’omiletica laica, al comiziantismo telematico. E’ vero ed è una scelta voluta, ragionata, calcolata, direi quasi cullata quotidianamente.

    Viviamo un’epoca febbrile, scossa non solo dalle febbri della Pandemia ma dalle febbri del fare, dell’agitarsi, dell’urgenza apocalittica, del gettare sempre nuovo carbone nella caldaia di uno sferragliante treno, lanciato verso destinazioni incerte, pericolose, ignote. Faccio mio l’antico adagio “Operari sequitur esse”, ovvero per fare bisogna prima essere, essere pienamente cattolici, gustare quotidianamente di questo essere, questa meditata e voluta quiescenza permette anzitutto di leggere con più attenzione e minore foga la realtà quotidiana, permettere di incastonare il quotidiano nell’Eterno, permette infine di mettersi al riparo dalla frenesia di dire sempre qualcosa su tutto, il più delle volte sbagliando, data la nostra umana fallibilità e fragilità. A questa mia personale attitudine, a questo mio deliberato “desistere” (virgolette d’obbligo, s’intende) per ancora più fortemente “insistere”, si attiene anche, in un certo qual modo, Radio Spada.

    In questo 2021 che si conclude, avremmo potuto salire in mille ribalte, essere nominati polemicamente mille e mille volte e invece abbiamo preferito la via angusta di una continua formazione cattolica, orante, adorante, penitente, gridata quando serve, ponderata e silente quando serve ancora di più. Son queste le focacce esplosive che gettiamo nelle immense fauci del Leviatano dominante, son queste le leve inceppanti che cerchiamo di mettere nelle ruote della gioiosa e infernale macchina da guerra che dilania il nostro mondo. Altri non l’hanno fatto, anche legittimamente, ma noi abbiamo scelto questo e non lo rimpiangeremmo per nulla al mondo.

    Anche i fatti ci danno ragione: il nostro bilancio librario è quindi altamente positivo, la diffusione è più che incoraggiante, ci appuntiamo sul petto medaglie al valore come condanne penali (Io) e gogne mediatiche (il Professor Mora) con grande serenità. Questa mia nota mensile con cui vi aggiorniamo con le nostre iniziative e battaglie, vi giunge ormai in pieno tempo d’Avvento, tempo di gioiosa penitenza. A questo si deve aggiungere l’imprescindibile festa dell’Immacolata: attorno a questo Dogma e alla amorevole e inscalfibile catena di privilegi mariani che ne consegue, ruota l’intera azione di Radio Spada, il senso della sua (buona) battaglia.

    Se gioiosa è l’attesa per il rinnovellarsi della memoria dell’Incarnazione, non vorrei vi sfuggisse il fatto che Radio Spada è inserita a pieno titolo nel grande sistema dei doni natalizi. Siamo quindi necessitati ad essere “promozionali” e il generoso meccanismo delle nostre super offerte natalizie vi permetterà di regalarvi oppure di regalare a vostri amici conoscenti, famigliari, fedeli o antipatizzanti i nostri libri, anche tramite l’agevolissimo coupon. Attenzione solo al termine: il 20 dicembre, ovvero lunedì prossimo. Non ho mai avuto la vocazione ad “irregimentare” i nostri soci perchè la lieta famiglia di Radio Spada ha ben pochi vincoli ma sappiate che ogni vostro acquisto e dono è per Noi occasione di stampare nuovi libri e di offrire ai nostri lettori nuove occasioni di formazione e magari anche di santificazione.

    Il 2022 sarà per noi l’anno del Decennale e per questo cercheremo nell’operosità di un lavorio quotidiano, diuturno e inesauribile di raggiungere nuovi piccoli traguardi. Il 2022 sarà anche l’anno del sessantennale dell’apertura del “conciliabolo” vaticano II e siamo certi che il Neomodernismo intronizzato nella Rocca vaticana, con la furia dei grassatori e degli omicidi, starà allestendo nuovi carnascialeschi trionfi cui Radio Spada blog dovrà farsi trovare pronta.

    Da ultimo ricordo che è appena uscito il nostro ultimo nato “Ricever grazie da Rita da Cascia, Santa degli impossibili” e MAI COME ORA ci sembra giusto rivolgerci alla santa dei casi impossibili per sanare la Chiesa cattolica, quel che resta della società cristiana e il tremebondo e confuso tradizionalismo resistente o integristico dai tanti mali che li affliggono.

    A voi tutti, alle vostre famiglie un caro saluto e buon proseguimento del tempo d’Avvento. L’appuntamento per noi e per questa nota “tra amici” sarà tra l’Ottava della Natività e l’Epifania 2022.

    Piergiorgio Seveso – Presidente SQE di Radio Spada

  2. #252
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    [Pietro Ferrari] Recensione ad un opuscolo di Don Anthony Cekada



    Nota di RS: continua la collaborazione fattiva, amichevole e cordiale di Pietro Ferrari, già autore di tre libri per la nostra casa editrice ovvero “Fascismi”, la “Questione monetaria” e “Non Possumus”. Si tratta un esponente di punta del cattolicesimo integrale nostrano. Come ebbi modo di dire in passato: nel panorama del laicato “tradizionalista” di lingua italiana, piuttosto brullo e disadorno (per tacere di cuspidi acuminate e omicide), Pietro Ferrari spazia con passione e sprezzatura in vari campi: ecclesiologia, economia, diritto, politologia. Lo fa con prese di posizione anche fortemente polemiche e che possono suscitare dibattiti e controversie. Radio Spada esiste anche per questo: per ribadire le Verità cattoliche definite e certe e per incrementare dibattiti sulle materie libere. Come abbiamo sempre fatto e con successo. Oggi, come inizio dei festeggiamenti natalizi e come dono per santa Lucia, pubblichiamo una sua recensione importante che non è un'”importante recensione” perchè non siamo un gradino sotto Dio. Si tratta invece di un ulteriore omaggio alla figura di questo grande teologico americano. Piergiorgio Seveso, Presidente SQE di Radio Spada

    Vi furono ‘sante disubbidienze’ nel passato ecclesiale. A Tarragona in Spagna, sant’Ermenegildo, figlio di Leovigildo re dei Visigoti seguace dell’eresia ariana, si convertì alla fede cattolica per opera del vescovo san Leandro. Rinchiuso in carcere per essersi ribellato alla volontà del padre che pretendeva di fargli ricevere la comunione da un vescovo (vero e legittimo ma eretico ariano) nel giorno della solennità di Pasqua, per ordine del padre stesso morì sotto un colpo di scure.

    Il Curato d’Ars fuggiva dalla Messa (comunque valida) celebrata in chiesa dai preti (comunque veri) che avevano giurato sulla Costituzione Civile del Clero nella Francia giacobina, per cercare nei boschi e clandestinamente la Messa vera celebrata da preti detti ‘refrattari’ ma (o proprio perché) integralmente cattolici. Lo zelo e il rispetto verso i sacramenti e la Messa, talvolta portavano al rifiuto di VERI sacramenti in quanto ritenuti privi di liceità. Cosa avrebbero fatto questi colossi della Chiesa davanti a sacramenti dubbi perché da ritenersi addirittura privi di validità? A questo punto occorre presentare la pubblicazione dell’opera “Del tutto invalido e assolutamente nullo” di Anthony Cekada, edita dal CLS, Verrua Savoia 2021.

    Perché la forma del nuovo rito di consacrazione episcopale renderebbe il sacramento nullo e invalido? Il reverendo Cekada risponde a questo quesito che sottende tremende conseguenze pratiche: necessità per un “vescovo” o un “presbitero” di farsi ri-ordinare validamente (da un vero vescovo e col rito precedente) sub-condicione, sostanziale invalidità per effetto domino di tutti i “sacramenti” (eccetto matrimonio e battesimo) amministrati da chi ha ricevuto quello dell’ordine montiniano, necessità dei fedeli di evitare la “comunione sacramentale” con falsi sacerdoti e di partecipare attivamente a riti invalidi, etc.

    Il Reverendo Anthony Cekada ci ha lasciati tempo fa. Nato nel 1951, entrò in monastero negli Stati Uniti e poi in Svizzera per poi trasferirsi nel 1975 presso il seminario di Econe dove venne ordinato sacerdote da Monsignor Lefebvre il giorno della festa di San Pietro del 1977. Tornato negli Stati Uniti insegnò in seminario occupandosi della rivista The Roman Catholic ma nel 1983 abbandonò la FSSPX trasferendosi poi nel 1989 a Cincinnati, collaborando con Monsignor Dolan (sedevacantista totalista), ma anche insegnando nel seminario diretto da Monsignor Sanborn (sedevacantista tesista).

    La traduzione di questi due articoli scritti tra il 2006 e il 2007 finalmente in lingua italiana, porta all’ attenzione dei lettori uno dei temi più importanti –se non Il – delle sciagurate riforme conciliari, in questo caso post-conciliari. Affrontare direttamente e con meticolosa e lucida analisi delle fonti la questione teologica della validità del nuovo rito di consacrazione episcopale inaugurato nel 1968, colpisce per l’effetto di togliere tonnellate di zavorra di sterile e fumoso chiacchiericcio in cui troppo frequentemente gli ambienti tradizionalisti cadono, e colpire al cuore il problema dell’ora presente. Infatti, quando l’occhio scandaglia in modo inequivocabile il problema drammatico perché sostanziale che pone il nuovo rito di consacrazione episcopale, si è meno portati a tergiversare riguardo le miriadi quanto svariate considerazioni sulla crisi del tutto soggettive che fanno del lettore colto tradizionalista talvolta un pedante opinionista, un cronico bastian contrario, per concentrarsi invece e finalmente sulle caratteristiche genetiche di un rito sacramentale che ha stravolto la continuità formale dell’ordine sacerdotale. Il nuovo rito consacra veri vescovi cattolici o no? Si inaugura un sacerdozio di natura non solo ambigua, ma addirittura incerta. Tornano quindi i concetti perfettamente insegnati dal catechismo di sempre sul requisito necessario della forma dei sacramenti, sulla loro efficacia significante e sul loro significato efficace, ex opere operato. Chi è cattolico DEVE credere che i sacramenti conferiscono la grazia santificante:

    Cardinale Pietro Parente; Mons. Antonio Piolanti; Mons. Salvatore Garofalo: Voci selezionate dal Dizionario di Teologia Dogmatica. «EX OPERE OPERATO»: il Concilio di Trento nel canone 8 della sessione VII ha definito «se alcuno dirà che i Sacramenti della Nuova Legge non conferiscono la grazia ex opere operato, sia scomunicato» (DB, 851).

    In buona sostanza il sacramento è sempre valido ex opere operato SE I requisiti necessari (ministro, intenzione, materia e forma) sono tutti correttamente presenti.

    E qui si badi bene, davvero sono fuori luogo le pigre prediche sul presunto donatismo dell’autore perché il tema non è quello delle qualità morali o intellettuali del cattivo chierico ma chierico, ma del tuziorismo in materia di teologia sacramentale. Evitare questo NECESSARIO scrupolo, significa scadere nella magìa per cui i sacramenti sarebbero sempre validi, comunque e a prescindere e con qualsiasi rito, materia, forma e intenzione.

    Quanto mai attuale è anche il riproporre la tematica della efficacia dei sacramenti nell’epoca in cui per troppo tempo, si è stati concentrati a scandagliare con miopi lenti deformate la metafisica maliziosità di farmaci prodotti per contenere un virus che colpisce il corpo. E’ dunque tempo che gli ambienti più consapevoli del cattolicesimo tradizionale tornino ad interessarsi della mutazione genetica, del tutto acattolica, dei riti sacramentali e nel caso specifico di quello della consacrazione episcopale, che sono diretti a nutrire l’anima dei fedeli. Lo zelo non va sprecato sugli altari sbagliati. Questo terribile opuscoletto ha dunque il pregio di trasformare una questione così complessa in un argomento reso divulgativo ed in questo si avverte tutta la lucidità pragmatica dell’indole americana, particolarmente adatta alla soluzione più premiante riguardo la scelta della comunicazione migliore.

    Se è vero che in ogni dibattito successivo ad un convegno o alla lezione, avviene ancora meglio il chiarimento dei dubbi, questo lavoro non si sottrae alla medesima esigenza, dando ampio spazio alle risposte per tutte le maggiori e più serie obiezioni che vengono portate da coloro che invece difendono la validità del nuovo rito di consacrazione episcopale, difese molto spesso aprioristiche e apodittiche, simili ad un dovere d’ufficio adempiuto con riluttanza.

    Se il virus del modernismo ha trasfigurato la Chiesa con “sacramenti bastardi” e “preti bastardi” come ebbe a sostenere Monsignor Marcel Lefebvre, si rileva come fondamentale il dover approntare le migliori misure di contenimento per far sì che esso non si propaghi nelle anime, in quanto virus prodotto questo sì certamente, nelle torbide officine degli alchimisti conciliari. Una fiera autodeterminazione nel rifiutare riti geneticamente modificati da mRNA anticattolico a tutela della propria salute eterna, dovrebbe tornare ad essere quasi elemento di distinzione tra il cattolico tradizionale e il resto del circo conciliare.

    Ma abbiamo ancora un cattolicesimo tradizionale?

  3. #253
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    «Per Cristo il Natale in carcere.» Una lettera di Don Davide Albertario



    Nel 1898, a causa di un articolo sprezzante pubblicato su L’Osservatore Cattolico nei confronti del governo liberale per le profonde ingiustizie sociali da questo provocate, il sacerdote e giornalista cattolico intransigente don Davide Albertario (1846 – 1902) fu incarcerato per oltre un anno come nemico dello Stato in quanto ritenuto colpevole di aver fomentato i moti di Milano. Don Albertario subirà una reclusione durissima da cui uscirà soltanto con un indulto nel maggio del 1899; la salute ne risultò compromessa a tal punto da causare il suo decesso due anni dopo.
    Qui vi proponiamo una sua lettera che il sacerdote indirizzò, nell’Epifania del 1898, ai seminaristi e agli ex-compagni del Seminario Maggiore di Milano.
    Con prosa ispirata e toccante, don Albertario confessa ai suoi vecchi amici le amarezze della prigione, sommate alle infamie che la stampa avversa diffonde nei suoi confronti.
    Allo stesso tempo però, animato dalla consapevolezza di star combattendo per la santa causa del Vangelo, incoraggia pieno di zelo e commozione i giovani seminaristi di Milano che già lo vedono come un eroe della Fede e della causa cattolica in Italia, quale è senza dubbio stato.
    Una lettura con cui ispirarsi in questo tempo di Natale.

    A cura di Lorenzo Roselli

    RECLUSORIO DI FINALBORGO (SV)
    Lettera del detenuto politico Sacerdote Davide Albertario

    Lì 6 gennaio 1898, Epifania.
    REVERENDI SIGNORI E COMPAGNI DI SEMINARIO.

    La vostra lettera del 27 dicembre, consegnatami il 30, mi è giunta in uno dei più tristi momenti di questa serie ininterrotta di afflizioni, aumentate ora ineffabilmente di intensità.
    Mi dite: “sappiamo che ella ci ama; non possiamo esternarle tutto il nostro affetto; preghiamo per lei e partecipiamo alle sue pene” concludete: “oh, per Cristo si può ben passare il Natale in carcere!”
    Il fatto di sentire voi in voi stessi che v’amo e di essermene grati, mi dà la misura dell’affetto vostro; la preghiera è dell’amicizia vostra la più ambita manifestazione; il giudizio che date delle mie angustie come di un’immolazione a Cristo, mi sublima e mi circonda l’anima di splendori giocondi e di sorrisi d’angeli.
    Non potevate dunque, o carissimi, dirmi cose migliori; grande e cortese è il vostro affetto; chiara e benefica ne è la manifestazione; onorifica e consolante l’origine e la base; santo il termine, poiché voi mi confortate a rendermi degno di affetto e di stima col sostenere per la gloria del Salvatore l’aspra lotta.
    Davvero, ottimi giovani; la convinzione che mi esprimente con le parole “per Cristo si può passare il Natale in carcere!” mi reca dolcissimo sollievo.
    Che dovrebbe importare a me del giudizio degli uomini, quando sicura è la mia coscienza e mi è propizia la testimonianza del Capo della Chiesa e dei miei superiori più vicini?
    Eppure gli avvilimenti ai quali sono stato sottoposto sono così gravi e deprimenti, da tenermi sveglio, incessante nell’animo il timore non forse alcuno, delle cose ignaro e credulo, mi addebiti colpe disonoranti in me l’uomo, il cittadino, il sacerdote.
    Non tutti, come voi, si sentono liberi da certe ipocrisie che talvolta assumono le parvenze e le pose di profonda sagacia; e non in tutti vince il senso della cristiana carità e della giustizia, le quali non si lascino deviare da codarde riflessioni, ma dritte corrono allo sventurato che soffre e gli tendono la mano.
    Grazie delle vostra generosa schiettezza; essa non muta attraversando le muraglie del carcere che mi rinchiudono immutato.
    Al ringraziamento del cuore, egregi giovani, che cosa aggiungerò?
    Possiate compiere libero il ministero divino al quale siete chiamati; sia mite il vostro cielo e siano imbalsamate e salubri le vostre aure; siano la vostra terra feconda e fiorita, e calmo il vostro mare; scorrano sereni e ricchi di virtù, di meriti, di gaudi, i vostri giorni.
    Ma se Iddio, come dovete prevedere, permetterà che vi insegua la tribolazione, fate che vi raggiunga sulla via da Dio stesso tracciata e da Lui indicatavi, e sia il contrasto mondano all’opera di Dio e del Suo Vicario che coinvolga e colpisca voi ad essa fedeli, non il contrasto provocato dal capriccio vostro che coinvolga ed offenda l’opera di Cristo e del Suo Vicario.
    Al dolcissimo sollievo che mi recate rispondo augurandovi che, poiché è inevitabile il soffrire, soffriate con Dio e per Cristo.
    Certamente è duro il patire; sarebbe affermazione vanitosa e ridicola il negare che patire sia patire; io ne ho pianto e ne piango; le angustie fisiche non sono nulla, le morali incombono spaventevoli; però, quanti delicati compensi il Signore avvicina ai patimenti, a lenirli, a renderli tollerabili; a convertirli in gioia vera e intensa!
    Gesù vuole che noi si possa dire che con Lui si soffre volentieri.
    Non vi torni pertanto lugubre il mio augurio.
    Nella pietà soda, nello studio serio, nel proposito di servir Dio com’egli li desidera e di giovare al prossimo nostro, noi eviteremo quelle pene che sole abbattono l’uomo, le pene provenienti dalla colpa (qui ci sono alcune parole censurate dalla Direzione del carcere).
    Ho baciato le sbarre di ferro che mi contendono la libertà; tutta la vita nella desolazione del carcere innocente, anziché nel tripudio spensierato e delittuoso.
    Pregate Dio per me, affinché questi sentimenti no mai mi si affievoliscano; nella mia cara cappelletta (don Davide Albertario celebrava nella sua stessa cella ogni giorno come dichiara in altre lettere e a questa si riferisce quando parla di “cappelletta”, ndr), romita, deserta, oasi divina in mezzo a questi claustri del dolore; io pregherò per voi, giovani carissimi.
    Il saluto dell’ossequio ai vostri Superiori, il saluto dell’affetto e a voi e ai compagni vostri senza eccezioni.

    Devotissimo

    Prete DAVIDE ALBERTARIO

    Tratto dal volume II di Un anno in carcere di Don Davide Albertario, Ufficio dell’Osservatore Cattolico, Milano, 1900, ristampato nel 2002 dal Comune di Filighera.

  4. #254
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    L’anno che verrà, malgrado tutto.



    Cari soci, cari amici di Radio Spada,

    E’ inutile nascondervi che in questi quasi due anni di limbo pandemico, questa è l’ora più incerta e più oscura, incerta per la ridda contrastante di analisi e controanalisi, di propagande e contropropagande, oscura perché l’assoluta incertezza e aleatorietà del momento rende difficilmente programmabile qualsiasi iniziativa pubblica da parte nostra e quindi rende incerto e lontano il giorno in cui potremo finalmente ritrovarci per approfondire gli innumerevoli temi della Buona battaglia.

    Se l’ora dell’uomo è incerta e vacillante, l’orologio di Dio scandisce le sue ore con lineare solarità. Infatti, se la dimensione pubblica e associativa (nostra e di chiunque) subisce le maggiori ingiurie del tempo presente, non possiamo passare sotto silenzio che l’anno appena trascorso ha visto incrementare e potenziare grandemente la nostra offerta libraria, soprattutto attraverso la ristampa di grandi e inusitati classici ma anche attraverso il “sangue fresco” di giovani scrittori (dopo l’uscita a fine anno del volume sulla devozione a Santa Rita, ci accingiamo nelle prossime settimane a lanciare il primo libro dell’anno: un altro capolavoro di Padre Eymieu, che abbiamo rieditato col suggestivo titolo Vincere la paura). Allo stesso tempo il nostro Blog, pur tutta la durata del 2021, attraversando ondate, marosi, mareggiate e uragani, ha mantenuto un ritmo di comunicazione e di analisi costante, leggendo la realtà politica e sociale italofona, con disincanto, senza faziosità e parossismi partigiani, senza accodarsi alle mode tribunizie del momento, senza applaudire a vecchi e nuovi Cola di Rienzo. Al contempo abbiamo letto la realtà del mondo cattolico tradizionalista (specie dopo la pubblicazione del monumentale documento bergogliesco “Traditionis custodes”) con altrettanta freschezza, con quel parlare schietto che vorrebbe risvegliare (con un bacio radiospadista) le molte “belle addormentate nel bosco” che infoltiscono le nostre file. Saremo stati utili, efficaci, avremo scosso qualcuno dal torpore, dal tenero abbraccio delle illusioni umane, dal routinario tedio di un’esistenza tradizionalisticamente corretta? Lo speriamo vivamente, esistiamo (anche e massimamente) per questo: se nulla è più esiziale dell’agitarsi invano, altrettanto mortifero è l’adagiarsi nel consueto, nei “commoda vitae” di un tradizionalismo cattolico che ignora la portata, il dramma e le conseguenze capitalissime della tragedia che stiamo vivendo (E NON STO parlando del covid).

    Sto parlando, cari amici, soci attuali e futuri, della più grave pandemia spirituale della storia dell’umanità di cui nel 2022 ricorre il sessantesimo anniversario ovvero il gran latrocinio del “concilio vaticano secondo”. A questo infausto anniversario Radio Spada dovrà dare il suo qualificato contributo, attraverso libri, articoli, conferenze, attraverso un quotidiano ESSERE cattolici integrali (nel web come nella vita reale). Quest’integralità cattolica, al di là delle piccole e grandi mende di ciascuno di noi, deve avere DUE assi portanti: una chiara e inequivocabile intransigenza dottrinale riguardo la rivoluzione conciliare (nel suoi capi come nei suoi accoliti) e una grande agilità e capacità di improvvisazione pratica in una quotidiana controguerriglia asimmetrica (fatta di controcultura e controinformazione cattolica), sia nei confronti del modernismo imperante come nei confronti di qualunque forma di tradizionalismo cattolicoide “diminuito”, connivente oppure tirannicamente autocefalo.

    Se saremo stati anche solo auroralmente fedeli a questo programma, avremo mantenuto alto (nel nostro piccolo) il vessillo del Cattolicesimo romano. Nel brevissimo inizierà la campagna per il tesseramento 2022 (ci sarà un articolo ad hoc, nel frattempo visitate pure la pagina dedicata): vi invito già sin d’ora (e sempre che vogliate essere della partita) a rinnovare la vostra iscrizione alla nostra piccola compagnia di ventura o di fare il “passo” ovvero iscrivervi, se non lo avete mai fatto prima.

    Un caro saluto a tutti e arrivederci con la prossima nota al tempo di Settuagesima

    Piergiorgio Seveso, presidente SQE di Radio Spada

  5. #255
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    Citazione Originariamente Scritto da Guelfo Nero Visualizza Messaggio
    Morte di don Ennio Innocenti (1932-2021): l’omaggio di Radio Spada



    Carico d’anni e di gravi malanni, ha concluso oggi il suo pellegrinaggio terreno, lasciando la desolata e scalcinata scena di questo mondo, Don Ennio Innocenti, studioso certamente insigne per continuità di pubblicazioni e per l’impegno “militante” al servizio di molte battaglie del cattolicesimo romano. E’ certamente anche grazie a Lui se l’attenzione del mondo cattolico tradizionalista, genericamente inteso, si è fissata sui pericoli storici dello gnosticismo e della nuova gnosi, ampiamente presente nella rivoluzione neomodernistica e conciliare. Con la sua benemerita e autonoma associazione editoriale “Sacra Fraternitas Aurigarum” ha spaziato nell’arco di decenni su temi di spiritualità, di storia ecclesiastica antica e contemporanea, su revisionismo storico e apocalittica coeva. Rimane memorabile la sua critica alla filosofia maritainiana e al suo incapacitante liberalismo. La stessa Radio Spada si onorò di ospitare una sua intervista a cura del carissimo Pietro Ferrari che ripresentiamo ai nostri lettori in calce a questo articolo.

    Alcuni di voi saranno stupiti dal tono fortemente encomiastico di questa commemorazione. Don Innocenti infatti non era “dei nostri”, era abbastanza lontano dalle battaglie del cattolicesimo integrale contro la sovversione conciliare e contro le “autorità” che l’avevano cullata, nutrita, amplificata e che oggi la custodivano. Se il suo sguardo storico su questo e quel periodo della storia della Chiesa era spesso spigoloso, ingeneroso o tranchant, giunto ai tempi correnti diveniva ben più sfumato e per nulla risolutorio. Anche Lui non ebbe quella forza, quei lumi, quella avventurata e spericolata determinazione per “fare quel passo” irrevocabile che ha segnato in maniera indelebile le nostre esistenze. Nondimeno stima, apprezzamento e preghiera per LUI per il bene compiuto rimangono intatti, nè mai ci sogneremmo di indulgere a stilemi da portineria o da lupanare pseudo-integristico per commemorarne la figura. Requiescat in pace.

    Piergiorgio Seveso – Presidente SQE di Radio Spada

    Intervista di Pietro Ferrari a don Ennio Innocenti: https://www.radiospada.org/2013/12/esclusiva-don-ennio-innocenti-intervistato-da-pietro-ferrari/

    Fonte immagine: sacromontedivarallo.org
    .

  6. #256
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    [ALBERTARIO: VENT'ANNI E UN GIORNO] Vent'anni e un giorno fa, il 28 gennaio 2002, nasceva a Milano, presso un notaio, il centro studi "Davide Albertario", centro studi cattolico integrale, antiliberale, antisocialsta, antirisorgimentale, antimassonico, emanazione dell'Istituto "Mater Boni Consilii", di cui ebbi la ventura e l'avventurato caso di essere cofondatore e poi segretario dal gennaio 2002 al giugno 2006, nonchè collaboratore per moltissimi anni. Si trattava della prima uscita pubblica del cattolicesimo romano integrale in Lombardia dopo decenni di silenzio, tra l'apostasia delle "gerarchie" moderniste. Furono anni meravigliosi, frenetici e sublimi, ancora oggi riguardando la mole di lavoro svolto, mi stupisco dell'energia inesauribile che mostrammo. Due cicli annuali di conferenze all'Università Cattolica del Sacro Cuore in Milano, in collaborazione con l'allora Movimento Universitario Padano, decine di trasmissioni e interviste a Radio Padania Libera (come si chianava allora), la fondazione del gemello Centro studi "GIacomo Margotti" a Torino, la fondazione del "Coordinamento cattolico" con conferenze a Firenze, Ferrara, Rovigo, Bologna, Roma. Formidabili anni degni di essere storicizzati e raccontati, in questo ventennale che coincide con i centovent'anni dalla morte del titanico Don Davide Albertario. Nell'immagine la seconda conferenza del centro studi a MIlano all'hotel Mithos "Contro il mandato di cattura europeo". Erano relatori il mai abbastanza compianto MARIO SPATARO, tra l'altro traduttore italiano di David Irving, e GIANLUCA SAVOINI de "La Padania", allora forse meno noto di oggi. Moderavo io, con capelli maledettamente più corti. Era la sera del 6 giugno 2002, vigilia del Sacro Cuore, e aveva piovuto tutto il giorno.

  7. #257
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    Vincere la paura e aderire a Radio Spada

    di Piergiorgio Seveso

    I soci e gli amici di Radio Spada conoscono l’elasticità temporale con cui invio loro la nostra nota informativa mensile: ben lungi dall’essere subita quest’incertezza è voluta, cercata quasi come sigillo della mia presidenza, nutrita ogni giorno dalla radicale e pressante complessità e drammaticità dei tempi che stiamo vivendo.

    E questa che funge per Voi da appello per aderire alla nostra associazione, per loro è invece il significativo ritrovarci mensile per fare il punto sulle nostre attività, sulle nostre battaglie, sulle nostre intessute schermaglie.

    In questi tempi di guerra e di guerre sarebbe facile cullarci con l’illusione che tutto alla fine sia al suo posto ma non è così, almeno in hac lacrymarum valle: già da due anni non teniamo una giornata di cultura radiospadista “regolare” (pur col mirabile ritrovo che abbiamo avuto a Rubiera nel settembre 2021) e certamente non si terrà nel prossimo aprile, come avremmo voluto e desiderato.

    Dovremo quindi attendere l’evolversi della situazione pandemico-legislativa per capire quando potremo, finalmente liberi dai ceppi certamente stringenti delle normative sanitarie, riabbracciarvi tutti e senza troppi vincoli, se non quelli della comune Fede cattolico romana e quelli della Buona Battaglia che su di essa naturalmente si innesta.

    Radio Spada intanto procede senza sosta la sua attività di pubblicazione e diffusione libraria, sia attraverso la vendita di grandi capolavori di apologetica nell’area dell’antiquariato che attraverso la pubblilcazione di nuovi libri, in quella marcia maestosa e operosa verso gli ottanta titoli presentati. La crescita della nostra realtà e i regolamenti sempre più abbondanti, del resto, ci spingeranno nel medio termine a ricalibrare la formula associativa, in modo da essere sempre compliant, per usare uno di quei fastidiosi anglicismi oggi di moda. I tempi e i modi ve li comunicheremo appena possibile.

    Ma lasciamo la burocrazia e torniamo alla sostanza: gli ultimi titoli che hanno raggiunto i nostri scaffali sono “Cristianesimo proprietà privata e grande Reset. Breve esame del mondo nuovo tra distopia e Tradizione” dell’ottimo amico e collaboratore Luigi Copertino e ”Vincere la paura. Ossessioni e scrupoli” di Padre Antonino Eymieu. Non lasciateveli sfuggire!

    E proprio prendendo le mosse da quest’ultimo titolo vorrei incoraggiarvi a tesserarvi senza paura per Radio Spada: potete essere nostri amici (AMICI!) in molti modi, con le segnalazioni di temi, con l’invio di articoli, con la diffusione dei nostri pezzi brevi o dei nostri saggi, con l’acquisto dei nostri libri e prodotti, con la condivisione del nostro Stile cattolico romano integrale (INTEGRALE!).

    Perchè proprio con noi?

    Perchè Radio Spada, pur in questi anni di catastrofica e luttuosa diffusione del morbo, di radicale messa in discussione delle nostre vite, di pena e di disagio non ha mai deflettuto un solo istante dal proprio impegno, preso con Voi nel 2012, ha compiuto fedelmente il proprio dovere di stato, non si è fatta distrarre dalle contingenze, per quanto cogenti e invasive, ma ha mantenuto il suo sestante puntato sul colossale oceano della crisi neomodernista che da tanti decenni ha invaso, in un diluvio senza soluzione di continuità, il grande edifizio del cattolicesimo romano, erodendo, corrodendolo, spesso sommergendolo.

    Lo ha fatto con forza e determinazione, senza piagnistei e senza autoillusioni consolatorie, senza risparmiare nulla e nessuno, senza rispetti e prudenze tutte umane in quella felice crasi tra vita reale e vita virtuale che è ormai è parte ineludibile delle nostre vite, di tutte le nostre vite (che lo si voglia o no).

    Se lo ho fatto Radio Spada, non potevo non farlo anche io, pur se con una declinazione diversa.

    Se infatti Radio Spada ha tenuto la barra a dritta di questo percorso editoriale, io stesso ho continuato a seguire e a coltivare giorno per giorno, ora per ora, le piccole (e grandi) diatribe del mondo cattolico integrista (e sedevacantista) di lingua italiana: nelle piccole e scalcinate periferie ecclesiali (che in una sorta di inevitabile riorientamento gestaltico diventano il centro irradiante di Tutto), ho continuato ad inseguire ombre nella notte, preparare agguati, tendere trappole, in un grande contorno di facce patibolari, mezzani, tenutari, lacchè fanatizzati e gangsters.

    Anche questa, cari amici, è la grande avventura quotidiana di Radio Spada che non è solo una casa editrice, non è solo un blog, non è solo una cosa tra le cose, non è solo un modo (uno tra tanti) con cui combattere oggi la Buona battaglia del cattolicesimo romano, è su tutto una manifestazione tangibile e concreta, viva e sanguinosa dell’essere cattolici oggi, un epifenomeno di “cristianesimo vissuto” , di quell’opus magnum che sono e dovrebbero essere le nostre vite all’ombra delle Croce, delle Chiavi, del Triregno.

    Vorremo condividere anche con voi questa grande avventura, cari amici e lettori: per noi Radio Spada è stata benefica “rivoluzione”, compimento, traguardo, magmatico impasto di Eternità e novità e nuovo punto di partenza verso grandi impegni e combattimenti (spirituali e non).

    Se lo è stato per noi, non potrebbe esserlo anche per Voi? Vi aspettiamo: mettetevi l’anima in guerra.

  8. #258
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    Tre errori tipici sulla vicenda russo-ucraina

    Tra i tanti errori che stanno emergendo nelle analisi che si leggono sulla vicenda russo-ucraina, tre in particolare balzano all’occhio. Vediamoli.

    Sentimentalismo decontestualizzante. I sentimenti hanno un ruolo importante, si sa. Ma esagerarli significa mettere a rischio la validità del ragionamento a cui si applicano. ”Sto dalla parte dell’Ucraina perché è la terra del grande cardinale Slipyi, perché ha una quota rilevante di popolazione che è battezzata cattolica!”. Embè? Anche Napoleone aveva la stragrande maggioranza dei suoi soldati che erano battezzati cattolici ma questo non porterebbe nessun cattolico assennato a dirsi un entusiasta filonapoleonico. Purtroppo l’Ucraina di oggi ha sì tanti fedeli della Chiesa tra i suoi cittadini (in ogni caso una frazione e comunque, fatta eccezione per una minoranza nella minoranza, ben allineati alla gerarchia neomodernista) ma risulta appoggiata dai peggiori caporioni della “società occidentale”, dalle conventicole più liberali e progressite e dai circoli europeisti che ben conosciamo. Chi ha un minimo di buona memoria ricorderà le vicende della rivoluzione arancione – una delle tante ”rivoluzioni colorate” – e dell’Euromaidan. Il cardinale Slipyi, un grande uomo, era ucraino più o meno come santa Gudula era belga (e patrona di Bruxelles) ma questo non ci basta per accodarci alle istanze che vengono da quel Paese. Discorso simile per la Russia: chi pensa che basti star ”contro Washington e Bruxelles” per essere dalla parte giusta fa lo stesso errore di chi qualche decennio fa pensava che bastasse essere contro l’URSS per aver ragione. Il fascino un po’ facilone per il Patriarcato di Mosca, tanto diffuso anche in ambienti tradizionalisti, non tiene conto del fatto che si tratti di un ente scismatico, che zoppica nell’errore. Chi idolatra il governo russo si scorda del ruolo degli oligarchi e delle tante influenze cui è soggetto. Insomma: a semplificare troppo si va a sbattere. Non siamo in uno scontro da fumetti dei buoni contro i cattivi, ma in un drammatico contesto bellico che si sviluppa su uno scacchiere complesso, dove soluzioni ottime non esistono, e forse nemmeno buone.
    Determinismo. In guerra fare i conti è complesso e l’irrazionalità (anche dei decisori) gioca un ruolo rilevante. Mettersi a stilare calcoli con la convinzione che i dati che abbiamo siano sufficienti a fornirci un risultato certo è semplicismo puro. Ne abbiamo avuto prove concrete anche questa volta, basti ricordare gli esperti di geopolitica che dalla Rai decretavano su Putin: “Non si ammassano truppe al confine per fare la guerra, è solo un’operazione psicologica, per trattare. Oggi le operazioni devono essere veloci e improvvise”. Il tutto poche ore prima degli spari. Anche oggi fare previsioni è scivoloso ed esiste un segmento non controllabile che influenzerà l’evoluzione del conflitto.
    Immedesimazione esagerata. Non siamo né russi, né ucraini e al momento (ripetiamo: al momento) il nostro primo dovere è pregare e, per ciò che ci è possibile, operare perché il nostro Paese non sia danneggiato da questi eventi. Si tratta del principio di prossimità: ciò che è (per ora) lontano non va ignorato ma va letto nella prospettiva più utile per preservare ciò che è prossimo. Il padre di famiglia non ignora ciò che succede di fianco a casa sua ma prima di tutto si occupa di sua moglie e dei suoi figli. Più che passare ore a litigare in modo sterile su domande del tipo: ”Tu da che parte stai?”, sarebbe opportuno interrogarsi e interrogare i propri interlocutori politici sulla saggezza di schierare di fatto il nostro Paese in questo conflitto, con tutte le conseguenze sociali, politiche ed economiche che la scelta implica. Detto questo, preveniamo una facile obiezione: ove fossimo costretti ad un bambinesco gioco della torre, è evidente che la compagnia filo-Kiev degli Schwab, dei Biden, delle Von der Leyen, dei Macron, ci rende quasi sopportabile la vicinanza ai barboni scismatici moscoviti e alle cordate degli oligarchi putiniani che con entusiasmi alterni reggono il moccolo al governo russo. Ma quanto detto fin qui è sufficiente a chiarire l’inutilità di questo esercizio.

    a cura della redazione di Radio SPada

  9. #259
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    [RITORNARE PER RESISTERE] Cari soci, cari amici di Radio Spada,

    La nota mensile di Radio Spada vi giunge con ritardo ma le grandi ed impressionanti evenienze di quest’ultimo mese ci hanno totalmente assorbiti e avvolti. La scoppio della Guerra sul suolo d’Europa, con tutte gli imperscutabili accadimenti ad essa collegata, ha trovato Radio Spada al suo posto di osservazione e di analisi della contemporaneità e della cronaca con uno sguardo il più possibile cattolico integrale.

    Accanto alle preci in suffragio per chi combatte e muore su entrambi i fronti, accanto alle orazioni per vittime civili, per gli esuli e sfollati, non abbiamo fatto mancare ai nostri lettori una continua e incessante informazione chiara e veritativa (ovviamente non asservita né al totalitarismo liberale degli occidentali, né all’autocrazia e all’autocefalia russa), abbiamo poi cercato di dare uno sguardo sovrannaturale agli eventi in corso, cercando di inquadrarli nella complessa e delicata questione del terzo segreto di Fatima.

    Non vi è nulla di più difficile, lo sappiamo, da sistematizzare della Storia, imperiosa e terribile, che si spiega vorticosamente sotto i nostri occhi. Anche (ma non solo) su questo argomento verterà la giornata culturale di RS del prossimo 2 giugno, a Rubiera, con tanti relatori e ospiti da tutta Italia. Il titolo dell’evento sarà: FATIMA, LA RUSSIA E NOI: QUALI PROSPETTIVE. Valga per tutti voi il motto tanto in auge alla fine degli esercizi ignaziani: PERSEVERARE (nell’amare Radio Spada e il suo impegno indefesso e coraggioso), RITORNARE (perchè una giornata di cultura radiospadista è un appuntamento imperdibile sia contenusticamente che umanamente) e RECLUTARE (perchè certamente molti, anche solo per semplice ignoranza o per malizioso condizionamento, non verrebbero mai ad un nostro appuntamento senza l’incoraggiamento di un amico o di un conoscente). Soprattutto: iniziate a prenotarvi perché è prevista alta affluenza (vedere collegamento).

    Nel frattempo, come al tempo del Bellum goticum o delle grandi invasioni barbariche, sopra un monte, scrutando le pianure lontane, annotiamo ciò che accade senza sensazionalismi, senza patetismi, senza lirismi, senza tatticismi, usando in pieno della Libertas Ecclesiae nel commentare ciò che accade. In tutto questo ignoriamo ancora la portata geopolitica ed anche economica di ciò che sta accadendo: i prossimi mesi ci diranno come e in che misura tutto questo inciderà sulle nostre vite e (cosa non secondaria) sulla produzione e sul mercato librario: vi terremo aggiornati, ma già possiamo dirvi che è da poco disponibile il (meraviglioso) IV volume della Storia Universale del Card. Hergenröther La Chiesa educatrice nella società medievale e l’Impero carolingio ed è in arrivo (già prenotabile) La qualità delle cose destinate a cadere o perire di Alessio “Augusto” Toniolo. Seguiranno altre novità che faranno discutere, tra cui un libro del nostro Martino Mora.

    Radio Spada, per il resto, continuerà in serenità la propria opera di formazione spirituale e dottrinale, mantenendosi saldamente ancorata al Depositum Fidei sulle questioni definite e certe, lasciando come di consueto spazio alla questioni disputate.

    A voi tutti buon compimento della Santa Quarantena.

    A peste, fame et bello, libera nos Domine.

    Piergiorgio Seveso, Presidente SQE di Radio Spada

  10. #260
    Moderatore
    Data Registrazione
    31 Mar 2009
    Località
    Cermenate (CO)
    Messaggi
    23,258
     Likes dati
    134
     Like avuti
    264
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: Prose cattoliche romane integrali

    Radio Spada e i suoi nemici: dici anni di battaglie
    di Piergiorgio Seveso, Presidente SQE di Radio Spada


    Dieci anni per un sito web e un gruppo non vengono tutti i giorni: mi permetterete quindi di spendere qualche parola in più per segnalarvi questo gioioso anniversario.

    Davanti a me si squadernano, come una tempesta di lucciole in una notte estiva, fresca e oscura, circa diecimila articoli pubblicati su blog che da tempo ha raggiunto visite a 7 zeri, una pagina facebook che esiste con decine di migliaia di iscritti, aggiorntata OGNI GIORNO da lunghi anni, un profilo instagram vivacizzato da post coloratissimi e ricchi di contenuti, dibattute chat su telegram e scambi molteplici su altri social (citiamo ad esempio Twitter e Gloria.tv), sette giornate di cultura radiospadista e molti altri eventi “minori” che abbiamo realizzato in varie città, ottanta libri (e che libri!) di cui alcuni tradotti in altre lingue (si noti che le Edizioni Radio Spada sono nate dopo, nell’ottobre 2013), un’Enciclopedia cattolica organizzata e composta con dedizione, una giovane associazione che sta crescendo di anno in anno. Molto altro ci sarebbe da aggiungere, ma fermiamoci qui.

    Non posso che ringraziare la Provvidenza che ci ha aiutato a compiere queste piccole e grandi opere, gli uomini (e le donne) di buona volontà che le hanno rese possibili, l’aiuto e la collaborazione di sostenitori e amici. E se persino noi, strumenti vilissimi, abbiamo potuto realizzare tutto questo, pensate che quanto avremmo potuto realizzare se avessimo avuto un poco più di zelo, di fervore, di fermezza nei nostri propositi, di intelligenza e scienza e collaboratori ancora più numerosi. Proprio qui sta però il senso e l’accettazione dei limiti della nostra iniziativa (essere una cosa tra le cose), appunto costretta in anni difficili e terribili, di acefalia e svuotamento dell’autorità pontificia, di trionfo del neomodernismo, di dispersione e polverizzazione atomistica del cattolicesmo romamo.

    In questo deserto popolato di statue di sale (grosso) e di insani banditori sulle sedie ad Hyde Park, abbiamo cercato di mantenere salda la nostra fedeltà al Depositum Fidei, la nostra attenzione alla realtà e al buon senso, il nostro essere INTEGRALMENTE cattolici (marchio non soggetto OGGI ad alcun copyright) in un mondo in rovina, senza necessariamente trasformarci in tegole rotte e calcinacci. E se abbiamo avuto tanti amici (e li ho ringraziari largamente nell’ultima nota per i soci di Radio Spada), abbiamo avuto anche tanti nemici ed è proprio a loro che dedico con (per nulla celata) soddisfazione questa vittoria.

    Siamo ancora qui anche grazie a Voi, carissimi ed amatissimi nemici, perché ci avete insegnato a essere migliori, correggendo i nostri difetti, implementando il nostro zelo, forgiandoci un cuore d’acciaio pronto ad affrontare ogni tempesta.

    I moderatini, i professorini del giusto mezzo, i cultori dell’esicasmo del proprio ego, gli esteti estenuati del tradizionalismo che si erano formatti un cattolicesimo tradizionalista “comodo” a propria immagine e somiglianza, ci hanno stimolato a diffondere la dottrina romana tutta intera senza contaminazioni, sotterfugi, contubernalità ancillari, cedimenti al Nemico trionfante. I “fermi tutti per carità”, i “non muovete nulla”, i “non spostate i soprammobili” nei nostri polverosi salotti, pieni di gatti impagliati e teche opacizzate, ci hanno insegnato la grande mobilità, i propositi esuberanti e ambiziosi di tracciare vie nuove ed eterne, il desiderio di scompigliare le carte e di rovesciare i tavoli (e se permettete, anche di passare l’aspirapolvere). I “tengo famiglia” e i “tengo cappella” che non si possono e non si potevano esporre e che, una volta esposti, sono più o meno rapidamente tornati sui loro passi, ci hanno insegnato a “mantenere la posizione” contro tutto e contro tutti. I “ras del quartiere”, i “boss del condominio” del tradizionalismo e dell’integrismo nostrano ci hanno insegnato che non esistono santuari (umani) inviolabili per noi e che la miglior difesa è al contempo il silenzio e l’attacco. I parossisti “home alone”, i paranoici professionali, gli ossessi dalla paura, i travolti dalla fobia dei complotti (che beninteso esistono e sono diffusi ma non piovono dal cielo come la rugiada mattutina) ci hanno insegnato il senso della misura, il desiderio di vagliare le fonti, il preferire il silenzio alla ciarla infondata e continua che toglie valore ad ogni cosa. I “non leggo Radio Spada perchè sono…” (e metteci l’aggettivo ed il sostantivo che preferite) hanno reso più lieta la nostra fatica, spazzando la nostra aia dalle foglie riarse e dandoci invece la consapevolezza di scrivere solo per chi ha la voglia generosa e l’infrenabile desiderio di inseguire (e costruire) un sogno: la Restaurazione del cattolicesimo romano nella sua complessa integrità e nella sua variegata unità, non un Eden perduto ma una Chiesa cattolica concreta, sanguinante e in trincea.

    Certamente Radio Spada subirà col tempo trasformazioni, migliorie, adattamenti e, come ogni opera umana, ad un certo punto, completerà la sua parabola ma a questa stella polare farà sempre riferimento ogni giorno della sua vita. A proposito: le cataste di norme e codici di questa “Repubblica” ci spingeranno a breve a modificare la nostra forma associativa, i soci si preparino al riassetto istituzionale, ma stiano certi che la sostanza dell’azione non muterà.

    E Voi, cari amici, sapete dove trovarci; fate un fischio, gettate un sasso alle nostre finestre e troverete un calda comunità di profondi affetti e di fedeltà virile, innervata dal sangue fresco della Fede cattolica, che vi attende.

    Auguri Radio Spada e grazie di tutto!

    Viva Cristo Re! Viva Maria Regina!


 

 
Pagina 26 di 29 PrimaPrima ... 16252627 ... UltimaUltima

Discussioni Simili

  1. Risposte: 18
    Ultimo Messaggio: 14-06-05, 01:02
  2. Ernst Jünger “L’albero: quattro prose”
    Di Harm Wulf nel forum Etnonazionalismo
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 15-05-03, 23:09
  3. Ernst Jünger “L’albero: quattro prose”
    Di Harm Wulf nel forum Centrodestra Italiano
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 15-05-03, 23:05
  4. Ernst Jünger “L’albero: quattro prose”
    Di Harm Wulf nel forum Paganesimo e Politeismo
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 15-05-03, 22:55
  5. lErnst Jünger “L’albero: quattro prose”
    Di Harm Wulf nel forum Destra Radicale
    Risposte: 0
    Ultimo Messaggio: 15-05-03, 22:52

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito