Originariamente Scritto da
adry571
e' evidente che in Grecia la crisi non ha colpito tutti, si sara' probabilemte allargata la famosa forbice, spazzando via la classe media
non redo che se una societa' va in malora, il 100% diventa povera
Non dimentico lo sguardo dei greci fisso nel vuoto | Linkiesta.it
Il mare di Astir, a pochi chilometri da Atene, è ancora bellissimo, come spesso capita da queste parti anche a settembre inoltrato. È l’ultimo fine settimana del mese, e per fuggire la calura opprimente della città non c’è di meglio che rifugiarsi per qualche ora tra il verde e l’azzurro abbaglianti di questa tranquilla località, dove ogni abitazione è bianca e le vetture scorrono silenziose lungo i viali.
Lo stabilimento sul lato nord della piccola penisola – attrezzato come un centro benessere, controllato da un discreto ma efficace servizio d’ordine, attraversato da eleganti passerelle in legno – è affollato di coppie e famiglie sin dalle prime ore del mattino. Si parla a bassa voce, si sfogliano i giornali senza apprensione, si ordina da bere e ci si bagna il busto per smorzare l’afa.
Tra gli spaziosi ombrelloni, dal tessuto candido e ordinati con rigore geometrico lungo cinque file, non c’è l’ombra d’un turista forestiero, salvo chi scrive, improvvisatosi cronista. Dalle facce rilassate dei bagnanti, dal vociare educato dei bambini sulla spiaggia e soprattutto dalle auto parcheggiate all’esterno si capisce che si tratta di ateniesi facoltosi e, all’apparenza, senza troppi pensieri. La Grecia rischia il default, ma i loro problemi, a vederli stesi sui lettini, sembrano altri: come riprendersi dalle fatiche d’una settimana di lavoro e come mantenere l’abbronzatura in vista dell’inverno. Non vogliono dimenticare la crisi che incombe sul loro Paese, semplicemente non ci pensano.
Ma basta risalire da Astir verso la capitale, attraverso un traffico meno caotico di quel che ci si aspetterebbe, per imbattersi in tutt’altro scenario. La prima cosa che colpisce arrivati ad Atene, non appena ci si sposta dai luoghi deputati al turismo, affollati come sempre ma senza allegria, è il senso di cupezza che vi domina. La gente cammina con passo svelto e apparentemente senza meta. Molti negozi sono chiusi e quelli aperti sembrano deserti. Ai bar siedono pochi avventori, quasi tutti in età matura. I taxi gialli sono fermi in lunghe code ai lati delle strade, senza clienti. Si incrociano spesso mezzi della polizia e uomini in divisa. Chiunque incroci ti appare sfuggente e nervoso.