Sante Carriere/ Scola, pole position verso San Pietro - Affaritaliani.it
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Sante Carriere/ Scola, pole position verso San Pietro
Sabato, 4 febbraio 2012 - 09:27:00
Angelo Scola, il Cardinale Arcivescovo di Milano, potrebbe essere uno dei papabili più quotati in un possibile Conclave. Anzi, secondo indiscrezioni raccolte in Curia da Affaritaliani.it, potrebbe essere IL papabile in grado di raggiungere il Soglio di Pietro.
UN TEAM PER L’ELEZIONE – “A differenza dei suoi predecessori, Carlo Maria Martini e Dionigi Tettamanzi, che disponevano di pochi collaboratori stretti e fidati, il cardinale ha con sé una serie di collaboratori fidati in grado di far pensare ad un vero e proprio team al suo servizio”. In effetti, Scola si è portato a Milano quattro Memores Domini, Carla, Dina, Gianna e Rita, collaboratrici appartenenti all’omonima associazione nata in seno a Comunione e Liberazione negli anni ’60 e riconosciuta dalla Santa Sede (precisamente dal Pontificio Consiglio per i Laici) nel 1988 come associazione internazionale di fedeli di diritto Pontificio che oggi racchiude circa 1.600 persone e 400 Aspiranti con una presenza in 32 paesi (13 quelli europei). Le Memores, ufficialmente “governanti” del porporato, risulterebbero in una posizione di estrema vicinanza a Scola (hanno iniziato a seguirlo al tempo del Patriarcato di Venezia, nel 2002), tanto da essere indicate Oltretevere come dotate di un’influenza simile a quella della mitica Suor Pascalina Lehnert, la religiosa per decenni al fianco di Pio XII (1876-1958). Il riferimento a Oltretevere non è casuale, dal momento che le Memores fanno parte anche della Famiglia Pontificia, ossia l’insieme di persone che assiste il Papa nella sua vita “privata” nell’Appartamento Papale. Accanto a loro c’è don Luciano Capra, compaesano del Cardinale (sono entrambi Malgrate, il paese in provincia di Lecco dove Scola è nato nel 1941) e da settembre suo segretario particolare: una posizione che gli permette di coordinare l’agenda del porporato, scandire gli impegni, tenere i rapporti esterni. Ci sarebbe poi un sacerdote in funzione di assistente/revisore delle omelie e degli interventi pubblici del cardinale e un religioso. In totale sette persone, un entourage ristretto superiore a quello del predecessore Tettamanzi.
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UN CARDINALE CONOSCIUTO DA TUTTI – Se questo è il team, discreto ed efficiente, la figura del porporato alla guida della Diocesi ambrosiana è di prim’ordine. Teologo, da patriarca di Venezia ha svolto un ottimo lavoro: in Laguna ha creato nel 2003 lo Studium Generale “Marcianum”, polo pedagogico-accademico del Patriarcato che, grazie alla Fondazione Internazionale Oasis per il sostegno culturale delle minoranze cristiane nei Paesi a maggioranza musulmana, mostra di essere un ottimo ponte per il dialogo con l’Oriente e il mondo islamico in generale; o l’ASSET, Alta Scuola Società Economia e Teologia eretta nel 2009; a Milano sta iniziando un percorso di presenza nella Diocesi e, in particolare, ascolto della città. Ma, soprattutto, secondo alcuni in Vaticano la promozione da Venezia a Milano obbedirebbe al desiderio papale di “indicare” un possibile successore. E Scola è in grado di essere un buon papabile: oltre all’attività in Veneto, è presente in numerosi organismi della Curia Romana: già rettore della Pontificia Università Lateranense, è membro – tra gli altri incarichi - della Congregazione per il Clero, della Commissione Episcopale per l’Educazione Cattolica, la Scuola e l’Università della Cei; è Consultore del Pontificio Consiglio per la Famiglia e della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, oltre che del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione; insomma, ha avuto la possibilità, in quasi un ventennio, di incontrare e conoscere confratelli da tutto il mondo e i cardinali all’ombra del Cupolone. Conosce quindi la macchina della Curia ed è molto stimato da Benedetto XVI, con cui c’è un’amicizia nata all’inizio degli anni ’70 quando Scola era un fresco sacerdote (è stato ordinato nel 1970) e Joseph Ratzinger l’enfant prodige della teologia conciliare: si incontrarono nel 1972 in quel caleidoscopio che fu la mitica Communio, rivista di teologia di cui Ratzinger fu il fondatore. A Milano, inoltre, Scola si sta ispirando alla figura di Papa Paolo VI (1897-1978), che dal 1954 al 1963 fu Arcivescovo della città e cui si è richiamato al momento dell’omelia tenuta in occasione, nel settembre scorso, della Messa d’ingresso in Diocesi. Tanto che qualcuno, scherzosamente, lo ha soprannominato come “Paolo VII”. Un presagio?
PROVE DI PAPATO? – “A questo punto – dice una fonte vaticana che parla con Affari - occorre un evento in grado di proiettare Scola sul palcoscenico mondiale. Un evento che, se riuscirà bene, potrà indicarlo come un serio papabile, in futuro”. Quest’evento è il VII incontro mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 29 maggio al 3 giugno prossimi. Sera del 2 giugno Benedetto XVI – stando al programma – parteciperà alla “Festa delle Testimonianze” al Parco Nord – Aeroporto di Bresso mentre il 3 giugno alle ore 10.00 vi si terrà la Santa Messa solenne che sarà presieduta dal Papa. Secondo quanto risulta ad Affari, agli organizzatori dell’evento sarebbe giunta da Roma una richiesta ben precisa in merito agli spostamenti del Pontefice sull’altare organizzato per la celebrazione: dovrà contenere i movimenti e, soprattutto, non superare troppi gradini. Da tempo, del resto, papa Ratzinger è costretto a utilizzare una pedana mobile per i suoi spostamenti all’interno della Basilica di San Pietro. Certo, un Papa che non deambula bene – o che comunque deve contenere i suoi movimenti – non è un Papa in difficoltà grave né eccessivamente impedito nel suo pontificato (del resto, lo stesso Giovanni Paolo II ha dato in questo prove eroiche di volontà e coraggio, continuando a viaggiare nonostante un corpo che lo ha gradualmente abbandonato negli ultimi anni del suo lungo pontificato). Ma è probabile che Milano segnerà una svolta per la figura di Angelo Scola. E non è escluso, come fece nel 1972 Paolo VI con l’allora Patriarca di Venezia Albino Luciani (in seguito suo successore come Giovanni Paolo I) un gesto simbolico d’investitura (Papa Montini, come ricorderà poi nel 1978 il neoeletto Luciani, si tolse la stola papale e gliel’avvolse al collo).
di Antonino D'Anna