scrive Giancarlo Pagliarini
PARTITI COME ZIO PAPERONE MA NON CI PENSANO A CAMBIARE | L'Indipendenza
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Quando la legge era entrata in vigore se non altro, prevedeva che “in caso di scioglimento anticipato del Senato della Repubblica o della Camera dei Deputati il versamento delle quote annuali dei relativi rimborsi è interrotto”. Ma all’inizio del 2006 c’è stato un autentico colpo di mano. In una lunghissima e orribile legge chiamata “mille proroghe” (legge n 51/06) accanto a norme per l’edilizia pubblica, per gli ammortizzatori sociali, per il reclutamento dell’arma dei carabinieri, per la ricostruzione del Belice (quella del 1968), ecc ecc, nell’articolo 39 – quater decies (!) – il Parlamento ha cambiato un paio di parole nel comma relativo ai rimborsi elettorali nel caso dello scioglimento anticipato del Parlamento stesso. Le vecchie parole “il versamento è interrotto” sono state sostituite dalle nuove parole “il versamento è comunque effettuato”. È stato sufficiente cambiare “interrotto” con “comunque effettuato” per far incassare ai partiti politici, se non sbaglio i calcoli, circa 300 milioni di euro sulle elezioni del 2006 che con il vecchio testo i partiti non avrebbero incassato.
Grazie a quella piccola modifica approvata alla fine della legislatura il “rimborso” per le elezioni politiche del 9 e 10 aprile 2006 (499,6 milioni di euro) è stato incassato per cinque anni, fino al 2010, anche se la legislatura è stata interrotta nel 2008, dopo due soli anni. E anche il “rimborso” per le elezioni del 13 e 14 aprile 2008 (503,1 milioni) sarà incassato per 5 anni, fino al 2013, anche se la legislatura verrà interrotta prima.
Una curiosità: il testo della legge “mille proroghe” con dentro questo “colpo di mano” è stato approvato il 2 febbraio al Senato con l’AS (Atto Senato) n. 3717 e il 9 febbraio alla Camera con l’AC (Atto Camera) n. 6323. Poco dopo, l’ 11 febbraio, il presidente della Repubblica ha firmato il Decreto di scioglimento delle Camere. Sul testo il governo Berlusconi aveva chiesto la fiducia e questo significa che per lo straordinario regalo ricevuto i partiti politici devono ringraziare Berlusconi e i suoi ministri. Ma dai resoconti stenografici su questo punto non risultano particolari proteste nemmeno da parte dell’opposizione.
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