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    Angry Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    Visto che nel forum abbiamo una discussione aperta per parlare della pedofilia fuori dal clero, apro anche una discussione per parlare di quei casi di pedofilia avvenuti nel clero. Visto che la pedofilia è un male gravissimo che in primis è combattuto dai cattolici, noi non abbiamo paura di parlare del problema in tutti i suoi aspetti, a differenza di certi ipocriti, che, manco condannando la pedofilia nella propria ideologia, cercando solo di attaccare la Chiesa.

    PER L'EUROPA NAZIONALE, CATTOLICA, REPUBBLICANA, POPOLARE
    Unica speranza per noi cittadini e lavoratori poveri è un vero governo di destra, che ripristini il potere di governo, riorganizzi l'economia, diffonda moralità, legge ed ordine. \o

  2. #2
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    Benedetto XVI parteciperà al raduno della gioventù a Sydney
    Sull'aereo parla di ecologia e poi affronta il tema degli abusi sessuali

    Il Papa verso l'Australia "No ai preti pedofili"
    ROMA - Vola in Australia il Papa. Del suo pontificato, questo è il viaggio più lungo, 9 giorni, e più distante dal Vaticano, 21 ore di aereo. Vola verso i giovani che da tutto il mondo si sono radunati per la XXIII Giornata mondiale della gioventù. "Vado perchè è una grande festa della fede e apre nuove frontiere di unione tra le culture", ha detto il Pontefice sull'aereo decollato alle 10.30 dallo scalo di Fiumicino.
    "Prete è incompatibile con abusi sessuali". Benedetto XVI annuncia che uno dei temi centrali del suo viaggio sarà gli abusi sessuali commessi da religiosi: "Essere prete è incompatibile con gli abusi sessuali: questo comportamento contraddice la santità. Ne parlai negli Stati Uniti, ne parlerò anche in Australia. Perchè è essenziale per la Chiesa - ha detto il Pontefice - rappacificare, prevenire, aiutare e vedere la colpa insita in questo problema".
    Repubblica online

    A SYDNEY LA GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTù
    Gmg, il Papa vola verso l'Australia
    E lancia un monito contro i preti pedofili
    «Essere sarcerdoti è incompatibile con gli abusi sessuali». Appello ai politici, dopo il G8: «Accettino sfida ecologica»
    MILANO - Benedetto XVI vola verso l'Australia a bordo dell'aereo che lo conduce a Sydney. Lì tutto è ormai pronto per dare ufficialmente il via alla 23/ma Giornata Mondiale della Gioventù. E ancora prima di atterrare Ratzinger coglie l'occasione per lanciare un duro monito contro i preti pedofil. «Essere prete - spiega il Pontefice - è incompatibile con gli abusi sessuali, con questo comportamento che contraddice la santità» dichiara Ratzinger rispondendo ai giornalisti che gli domandano se ha intenzione di chiedere scusa per gli abusi sessuali commessi da alcuni sacerdoti in Australia, come ha fatto recentemente negli Stati Uniti. Benedetto XVI non si tira indietro e ricorda che negli Usa è stato «portato a parlare degli abusi per la centralità del tema in America», aggiungendo che «anche in Australia sarà lo stesso».
    [...]
    Corriere online

    FONTE: http://paparatzinger-blograffaella.b...ey-essere.html
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  3. #3
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    Meglio stare zitti
    di Vania Lucia Gaito, 15 luglio 2008, da http://viaggionelsilenzio.ilcannocchiale.it/

    Altro giro, altra corsa. Il Papa vola in Australia e ripropone un copione già recitato negli Stati Uniti. E anche in questo caso, già sull'aereo dà la stura alle dichiarazioni, con i giornalisti lì pronti a raccogliere ogni parola. Argomento? Il solito: i preti pedofili. Novità? Sì, una esternazione di Ratzinger che definirei illuminante: il sacerdozio è incompatibile con la pedofilia.
    E i giornalisti lì a scrivere. Tant'è che l'hanno riportata tutti i giornali, questa dichiarazione papale. E nessun giornalista ha detto: "Scusi, sa, ma finora mica era compatibile! Eppure i preti pedofili si sprecano! Per non parlare di quanto sia incompatibile con la legge!". Io me lo sarei aspettato, un commento così. Fossi stata lì, io lo avrei detto. Invece nulla. Forse non è previsto dal protocollo Vaticano far presente al Pontefice che sta dicendo una castroneria.
    E, a riprova, è interessante un provvedimento emanato dal governo del Nuovo Galles del Sud, dove si svolgeranno gli eventi più importanti della Giornata Mondiale della Gioventù: disturbare le manifestazioni, o anche solo infastidire i partecipanti potrebbe costare caro, fino a un equivalente di circa 3.500 euro. Cosa si intende per disturbare? Anche mettersi una maglietta con la scritta "Il Papa si sbaglia: usate il preservativo". Ma l'Australia, considerata il Paese meno religioso al mondo, non è l'Italia. E il comitato "No al Papa" si è subito mobilitato: due attiviste, Amber Pike e Rachel Evans, sono state portate in tribunale, colpevoli di aver diffuso materiale relativo all'uso del preservativo. E il tribunale, che non essendo un tribunale italiano è veloce nell'emettere sentenza, ha subito messo in chiaro che limitare la libertà di parola è incompatibile (quello sì) con i diritti fondamentali dell'uomo e con le leggi dello Stato. Quindi le due ragazze sono state rilasciate, e con tante scuse.
    E, continuando sulla falsariga di quanto avvenuto negli Stati Uniti, ad accogliere Ratzinger c'era anche il cardinale George Pell, massimo esponente della Chiesa australiana e accusato di aver coperto i preti pedofili. Diversi preti pedofili. Ma in particolare, hanno molto da ridire le vittime di un sacerdote di Ballarat, Gerald Francis Ridsdale, che sta scontando 19 anni di carcere per aver abusato di 49 bambini, anche se sembra che le vittime siano oltre un centinaio.
    Risdale, che oggi ha 74 anni, apparteneva alla diocesi di Ballarat, a 120 chilometri da Melbourne negli anni in cui, sostiene la Broken Rites (l'associazione australiana delle vittime dei preti pedofili), vi era una "radicata cultura degli abusi sessuali nel clero, come dimostrato dai casi portati in tribunale negli anni Novanta".
    Gerald veniva da una famiglia di forte matrice cattolica, lasciò la scuola a 14 anni e si impiegò come contabile. Fu in quel periodo che prese coscienza dell'attrazione che provava per i ragazzini. Tuttavia, incoraggiato da un sacerdote, decise di entrare in seminario. Dopo un periodo di studi tra Melbourne, Genova e Dublino, fu ordinato sacerdote a Ballarat nel 1961. E, praticamente da subito, cominciarono gli abusi. Dagli anni Sessanta al 1993, anno in cui fu arrestato, Ridsdale fu spostato di parrocchia in parrocchia; i trasferimenti, qualche volta, arrivavano appena dopo qualche settimana dal suo insediamento. Così per oltre trent'anni.
    Gli abusi avvenivano all'interno della chiesa, nel presbiterio (la casa parrocchiale), nell'auto del sacerdote, in casa delle vittime, durante gite, e nei giorni festivi con il sacerdote. Molestò un bambino e sua sorella poche ore dopo il funerale del loro padre. Spesso gli abusi avvenivano durante la confessione, e Ridsdale provvedeva anche all'assoluzione. Molti reati si sono verificati prima e dopo la celebrazione della Messa, prima di comunioni, cerimonie, matrimoni e funerali. Molte delle vittime sono stati chierichetti. Uno di essi è stato ancora vittima di abusi sessuali presso l'altare, quando la chiesa era vuota e chiusa, dopo la Messa.
    A metà degli anni Sessanta, Ridsdale trascorse un periodo a Mildura, sotto la supervisione di monsignor John Day, uno dei più feroci pedofili nella storia della Chiesa. Altri trasferimenti, altre parrocchie, fino ad arrivare, nel 1971, a Ballarat. Alcune delle vittime denunciarono alla curia gli abusi subiti, tuttavia non furono presi provvedimenti, se non spedire il sacerdote a fare qualche seduta di psicoterapia, per poi assegnarlo ad una nuova parrocchia, dove tutto ricominciava da capo.
    Alla fine del 1971, Ridsdale fu assegnato alla parrocchia di San Alipius, come assistente del parroco. Nel 1973, arrivò un altro sacerdote, padre George Pell. I due sacerdoti condivisero perfino la casa, per un lungo periodo ed è assolutamente improbabile che Pell non fosse a conoscenza degli abusi commessi dal suo collega, soprattutto perchè la scuola parrocchiale (dove anche Ridsdale insegnava) era un vero e proprio covo di pedofili: padre Robert Best, padre Edward Dowlan, padre Fitzgerald, padre Stephen Francis Farrell, tutti in seguito condannati per abusi sessuali.
    Il 27 maggio 1993, molte parrocchie e molti abusi dopo, il tribunale di Melbourne aprì un processo a carico di Ridsdale, per aggressione sessuale ai danni di nove ragazzi. Il sacerdote fu accompagnato in tribunale e sostenuto da George Pell, che nel frattempo era divenuto vescovo ausiliario. Non c'erano invece nè vescovi nè sacerdoti a sostenere le vittime. Ridsdale fu condannato, ma uscì di prigione dopo appena tre mesi, "sulla parola". Un mese dopo, la Broken Rites aprì una linea telefonica alla quale potevano rivolgersi le vittime degli abusi sessuali commessi dai sacerdoti. L'associazione fu l'anello di collegamento tra le vittime e la polizia, che riaprì le indagini su Ridsdale.
    E, come accade in questi casi, il vescovo Ronald Mulkearns chiese al Papa la riduzione del sacerdote allo stato laicale, ottenendola immediatamente.
    Il 19 gennaio 1994 si aprì il nuovo precesso, ma stavolta non c'era alcun vescovo a sostenere Ridsdale. Fu condannato a 19 anni di carcere per un numero impressionante di abusi sessuali. E contestualmente fu aperta una nuova indagine, denominata Operazione Arcadia, al fine di stabilire le responsabilità del vescovo Mulkearns. Il rapporto Arcadia stabilì che il vescovo era a conoscenza delle "molestie" ma non fu in grado di provare che fosse a conoscenza degli abusi veri e propri, pertanto non fu possibile procedere. Tuttavia il rapporto Arcadia circolò, e meno di un anno dopo il vescovo si dimise. Al suo posto fu nominato George Pell.
    Il 6 agosto 2006, il tribunale di Melbourne aprì un nuovo procedimento a carico di Ridsdale, per altri abusi fino ad allora non denunciati. Fu condannato ad ulteriori 4 anni di carcere. Il giudice Bill White criticò la Chiesa cattolica per non aver preso seri provvedimenti, dopo aver saputo della condotta di Ridsdale, e soprattutto per non aver mostrato alcuna compassione per le vittime. Trasferire Ridsdale di parrocchia in parrocchia aveva solo dato la possibilità, al sacerdote, di continuare liberamente ad abusare dei bambini.
    In una conferenza stampa, il cardinale Pell ha affermato: “Una vita senza Dio e modelli sbagliati di famiglia, sessualità e matrimonio sono i pericoli da cui dobbiamo mettere in guardia i giovani”.
    Se almeno Ratzinger sapesse scegliere delle compagnie più credibili, forse qualcuno sarebbe anche disposto a credere alle sue scuse, alle sue esternazioni, alla sua vergogna. Ma stando le cose così come stanno, non sarebbe meglio stare zitti?
    (25 luglio 2008)
    Concedi alla ragione il privilegio di essere l'ultima pietra di paragone della verità. (Immanuel Kant)

  4. #4
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    PAPA: PEDOFILIA, ORA TEMPO DI PURIFICAZIONE

    Folla per la messa di Benedetto nella cattedrale di St Patrick (ieri sera il Papa è sceso a salutare chi lo acclamava sotto le finestre del nunzio)
    MESSA VOTIVA PER LA CHIESA UNIVERSALE
    OMELIA DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI
    Cattedrale di Saint Patrick, New York
    Sabato, 19 aprile 2008

    Cari fratelli e sorelle in Cristo,
    con grande affetto nel Signore saluto tutti voi che rappresentate i Vescovi, i sacerdoti e i diaconi, gli uomini e le donne di vita consacrata e i seminaristi degli Stati Uniti. Ringrazio il Cardinale Egan per il cordiale benvenuto e per gli auguri che ha espresso in vostro nome per questo inizio del quarto anno del mio Pontificato. Sono lieto di celebrare questa Messa con voi che siete stati scelti dal Signore, che avete risposto alla sua chiamata e che dedicate la vostra vita alla ricerca della santità, alla diffusione del Vangelo e all’edificazione della Chiesa nella fede, nella speranza e nell’amore.

    Raccolti in questa cattedrale storica, come non pensare agli innumerevoli uomini e donne che ci hanno preceduti, che hanno lavorato per la crescita della Chiesa negli Stati Uniti, lasciandoci un patrimonio durevole di fede e di buone opere?

    Nella prima lettura di oggi abbiamo visto come gli Apostoli, nella forza dello Spirito Santo, uscirono dalla sala al piano superiore per annunziare le grandi opere di Dio a persone di ogni nazione e lingua.

    In questo Paese la missione della Chiesa ha sempre comportato un attrarre la gente “di ogni nazione che è sotto il cielo” (At 2,5) entro un’unità spirituale arricchendo il Corpo di Cristo con la molteplicità dei loro doni. Mentre ringraziamo per le benedizioni del passato e consideriamo le sfide del futuro, vogliamo implorare da Dio la grazia di una nuova Pentecoste per la Chiesa in America.

    Possano discendere su tutti i presenti lingue come di fuoco, fondendo l’amore ardente per Dio e il prossimo con lo zelo per la propagazione del Regno di Dio!

    Nella seconda lettura di questa mattina, san Paolo ci ricorda che l’unità spirituale – quell’unità che riconcilia ed arricchisce la diversità – ha la sua origine e il suo modello supremo nella vita del Dio uno e trino. Come comunione di amore puro e libertà infinita, la Santissima Trinità fa nascere incessantemente vita nuova nell’opera di creazione e redenzione. La Chiesa come “popolo adunato nell’unità del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo” (cfr Lumen gentium, 4) è chiamata a proclamare il dono della vita, a proteggere la vita e a promuovere una cultura della vita.

    Qui, in questa cattedrale, il nostro pensiero va naturalmente alla testimonianza eroica per il Vangelo della vita offerta dai defunti Cardinali Cooke ed O’Connor. La proclamazione della vita, della vita in abbondanza, deve essere il cuore della nuova evangelizzazione. Poiché la vera vita – la nostra salvezza – può essere trovata solo nella riconciliazione, nella libertà e nell’amore che sono doni gratuiti di Dio.

    È questo il messaggio di speranza che siamo chiamati ad annunziare e ad incarnare in un mondo in cui egocentrismo, avidità, violenza e cinismo così spesso sembrano soffocare la fragile crescita della grazia nel cuore della gente.

    Sant’Ireneo con grande penetrazione ha capito che l’esortazione di Mosè al popolo d’Israele: “Scegli la vita!” (Dt 30,19) era la ragione più profonda per la nostra obbedienza a tutti i comandamenti di Dio (cfr Adv. Haer. IV, 16, 2-5). Forse abbiamo perso di vista che in una società in cui la Chiesa a molti sembra essere legalista ed “istituzionale”, la nostra sfida più urgente è di comunicare la gioia che nasce dalla fede e l’esperienza dell’amore di Dio.

    Sono particolarmente lieto che ci siamo radunati nella cattedrale di san Patrizio. Forse più di ogni altra chiesa negli Stati Uniti, questo luogo è conosciuto ed amato come “una casa di preghiera per tutti i popoli” (cfr Is 56,7; Mc 11,17).

    Ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini entrano per le sue porte e trovano la pace dentro le sue mura. L’Arcivescovo John Hughes che – come ci ha ricordato il Cardinale Egan – è stato il promotore della costruzione di questo venerabile edificio, volle erigerlo in puro stile gotico. Voleva che questa cattedrale ricordasse alla giovane Chiesa in America la grande tradizione spirituale di cui era erede, e che la ispirasse a portare il meglio di tale patrimonio nella edificazione del Corpo di Cristo in questo Paese.

    Vorrei richiamare la vostra attenzione su alcuni aspetti di questa bellissima struttura, che mi sembra possa servire come punto di partenza per una riflessione sulle nostre vocazioni particolari all’interno dell’unità del Corpo mistico.

    Il primo aspetto riguarda le finestre con vetrate istoriate che inondano l’ambiente interno di una luce mistica. Viste da fuori, tali finestre appaiono scure, pesanti, addirittura tetre. Ma quando si entra nella chiesa, esse all’improvviso prendono vita; riflettendo la luce che le attraversa rivelano tutto il loro splendore.

    Molti scrittori – qui in America possiamo pensare a Nathaniel Hawthorne – hanno usato l’immagine dei vetri istoriati per illustrare il mistero della Chiesa stessa.

    È solo dal di dentro, dall’esperienza di fede e di vita ecclesiale che vediamo la Chiesa così come è veramente: inondata di grazia, splendente di bellezza, adorna dei molteplici doni dello Spirito. Ne consegue che noi, che viviamo la vita di grazia nella comunione della Chiesa, siamo chiamati ad attrarre dentro questo mistero di luce tutta la gente.

    Non è un compito facile in un mondo che può essere incline a guardare la Chiesa, come quelle finestre istoriate, “dal di fuori”: un mondo che sente profondamente un bisogno di spiritualità, ma trova difficile “entrare nel” mistero della Chiesa.

    Anche per qualcuno di noi all’interno, la luce della fede può essere attenuata dalla routine e lo splendore della Chiesa essere offuscato dai peccati e dalle debolezze dei suoi membri. L’offuscamento può derivare anche dagli ostacoli incontrati in una società che a volte sembra aver dimenticato Dio ed irritarsi di fronte alle richieste più elementari della morale cristiana.

    Voi che avete consacrato la vostra vita a rendere testimonianza all’amore di Cristo e all’edificazione del suo Corpo sapete dal vostro contatto quotidiano con il mondo intorno a noi, quanto a volte si sia tentati di cedere alla frustrazione, alla delusione e addirittura al pessimismo circa il futuro. Con una parola: non è sempre facile vedere la luce dello Spirito intorno a noi, lo splendore del Signore risorto che illumina la nostra vita ed infonde nuova speranza nella sua vittoria sul mondo (cfr Gv 16,33).
    La parola di Dio, tuttavia, ci ricorda che nella fede noi vediamo i cieli aperti e la grazia dello Spirito Santo illuminare la Chiesa e portare una speranza sicura al nostro mondo. “Signore, mio Dio”, canta il salmista, “se mandi il tuo Spirito, sono creati, e rinnovi la faccia della terra” (Sal 104,30). Queste parole evocano la prima creazione, quando “lo Spirito di Dio aleggiava sulle acque” (Gn 1,2). Ed esse spingono il nostro sguardo avanti verso la nuova creazione, a Pentecoste, quando lo Spirito Santo discese sugli Apostoli ed instaurò la Chiesa come primizia dell’umanità redenta (cfr Gv 20,22-23). Queste parole ci esortano ad una fede sempre più profonda nella potenza infinita di Dio di trasformare ogni situazione umana, di creare vita dalla morte e di rischiarare anche la notte più buia. E ci fanno pensare ad un’altra bellissima frase di sant’Ireneo: “Dov’è la Chiesa, lì è lo Spirito di Dio; dov’è lo Spirito di Dio, lì è la Chiesa e ogni grazia” (Adv. Haer. III, 24,1).

    Ciò mi conduce ad un'altra riflessione sull’architettura di questa chiesa. Come tutte le cattedrali gotiche, essa è una struttura molto complessa, le cui proporzioni precise ed armoniose simboleggiano l’unità della creazione di Dio. Gli artisti medievali spesso rappresentavano Cristo, la Parola creatrice di Dio, come un “geometra” celeste, col compasso in mano, che ordina il cosmo con infinita sapienza e determinazione.

    Una simile immagine non ci fa forse venire in mente il nostro bisogno di vedere tutte le cose con gli occhi della fede, per poterle in questo modo comprendere nella loro prospettiva più vera, nell’unità del piano eterno di Dio? Ciò richiede, come sappiamo, una continua conversione e l’impegno di “rinnovarci nello spirito della nostra mente” (cfr Ef 4,23), per acquistare una mentalità nuova e spirituale.

    Esige anche lo sviluppo di quelle virtù che mettono ciascuno di noi in grado di crescere in santità e di portare frutti spirituali nel proprio stato di vita. Non è forse questa costante conversione “intellettuale” altrettanto necessaria quanto la conversione “morale” per la nostra crescita nella fede, per il nostro discernimento dei segni dei tempi e per il nostro contributo personale alla vita e la missione della Chiesa?

    Una delle grandi delusioni che seguirono il Concilio Vaticano II, con la sua esortazione ad un più grande impegno nella missione della Chiesa per il mondo, penso, sia stata per tutti noi l’esperienza di divisione tra gruppi diversi, generazioni diverse e membri diversi della stessa famiglia religiosa. Possiamo andare avanti solo se insieme fissiamo il nostro sguardo su Cristo!

    Nella luce della fede scopriremo allora la sapienza e la forza necessarie per aprirci verso punti di vista che eventualmente non coincidono del tutto con le nostre idee o i nostri presupposti. Così possiamo valutare i punti di vista di altri, siano essi più giovani o più anziani di noi, e infine ascoltare “ciò che lo Spirito dice” a noi ed alla Chiesa (cfr Ap 2, 7). In questo modo ci muoveremo insieme verso quel vero rinnovamento spirituale che voleva il Concilio, un rinnovamento che, solo, può rinforzare la Chiesa nella santità e nell’unità indispensabili per la proclamazione efficace del Vangelo nel mondo di oggi.

    Non è forse stata questa unità di visione e d’intenti – radicata nella fede e nello spirito di continua conversione e personale sacrificio – il segreto della crescita sorprendente della Chiesa in questo Paese? Basti pensare all’opera straordinaria di quel sacerdote americano esemplare, il venerabile Michael McGivney, la cui visione e zelo conducevano alla fondazione dei Knights of Columbus, o all’eredità spirituale di generazioni di religiose, religiosi e sacerdoti che silenziosamente hanno dedicato la loro vita al servizio del popolo di Dio in innumerevoli scuole, ospedali e parrocchie.

    Qui, nel contesto del nostro bisogno di una prospettiva fondata sulla fede e di unità e collaborazione nel lavoro dell’edificazione della Chiesa, vorrei dire una parola circa l’abuso sessuale che ha causato tanta sofferenza. Ho già avuto modo di parlare di questo e del conseguente danno per la comunità dei fedeli.

    Qui desidero semplicemente assicurare a voi, cari sacerdoti e religiosi, la mia vicinanza spirituale, mentre cercate di rispondere con speranza cristiana alle continue sfide presentate da questa situazione. Mi unisco a voi pregando affinché questo sia un tempo di purificazione per ciascuno e per ogni singola Chiesa e comunità religiosa, sia un tempo di guarigione.

    Vi incoraggio pure a cooperare con i vostri Vescovi, che continuano a lavorare efficacemente per risolvere questo problema. Che il Signore Gesù Cristo conceda alla Chiesa in America un rinnovato senso di unità e di decisione, mentre tutti – Vescovi, clero, religiosi, religiose e laici – camminano nella speranza e nell’amore per la verità e gli uni per gli altri.

    Cari amici, queste considerazioni mi conducono ad un’ultima osservazione riguardo a questa grande cattedrale in cui ci troviamo.
    L’unità di una cattedrale gotica, lo sappiamo, non è l’unità statica di un tempio classico, ma un’unità nata dalla tensione dinamica di forze diverse che spingono l’architettura in alto, orientandola verso il cielo. Anche qui possiamo vedere un simbolo dell’unità della Chiesa che è unità – come san Paolo ci ha detto – di un corpo vivo composto da molte membra diverse, ognuno con il proprio ruolo e la propria determinazione. Anche qui vediamo la necessità di riconoscere e rispettare i doni di ogni singolo membro del corpo come “manifestazioni dello Spirito per l’utilità comune” (1 Cor 12,7). Certo, nella struttura della Chiesa voluta da Dio occorre distinguere tra i doni gerarchici e quelli carismatici (cfr Lumen gentium, 4). Ma proprio la varietà e la ricchezza delle grazie concesse dallo Spirito ci invitano costantemente a discernere come questi doni debbano essere inseriti in modo giusto nel servizio della missione della Chiesa. Voi, cari sacerdoti, mediante l’ordinazione sacramentale siete stati conformati a Cristo, Capo del Corpo. Voi, cari diaconi, siete stati ordinati per il servizio di questo Corpo. Voi, cari religiosi e religiose, sia contemplativi che dediti all’apostolato, avete consacrato la vostra vita alla sequela del Maestro divino nell’amore generoso e nella piena fedeltà al suo Vangelo.

    Tutti voi che oggi riempite questa cattedrale, così come i vostri fratelli e sorelle anziani, malati o in pensione che uniscono le loro preghiere e i loro sacrifici al vostro lavoro, siete chiamati ad essere forze di unità all’interno del Corpo di Cristo. Mediante la vostra testimonianza personale e la vostra fedeltà al ministero o all’apostolato a voi affidato preparate la via allo Spirito. Poiché lo Spirito non cessa mai di effondere i suoi doni abbondanti, suscitare nuove vocazioni e nuove missioni e di guidare la Chiesa – come il Signore ha promesso nel brano evangelico di stamattina – alla verità tutta intera (cfr Gv 16, 13).

    Volgiamo dunque il nostro sguardo in alto! E con grande umiltà e fiducia chiediamo allo Spirito di metterci in grado ogni giorno di crescere nella santità che ci renderà pietre vive nel tempio che Egli sta innalzando proprio adesso in mezzo al mondo. Se dobbiamo essere forze vere di unità, allora impegniamoci ad essere i primi a cercare una riconciliazione interiore mediante la penitenza! Perdoniamo i torti subiti e soffochiamo ogni sentimento di rabbia e di contesa! Impegniamoci ad essere i primi a dimostrare l’umiltà e la purità di cuore necessarie per avvicinarci allo splendore della verità di Dio! In fedeltà al deposito della fede affidato agli Apostoli (cfr 1 Tm 6,20), impegniamoci ad essere gioiosi testimoni della forza trasformatrice del Vangelo!

    Cari fratelli e sorelle, in conformità con le tradizioni più nobili della Chiesa in questo Paese, siate anche i primi amici del povero, del profugo, dello straniero, del malato e di tutti i sofferenti! Agite come fari di speranza, irradiando la luce di Cristo nel mondo ed incoraggiando i giovani a scoprire la bellezza di una vita donata completamente al Signore e alla sua Chiesa! Rivolgo questo appello in modo speciale ai tanti seminaristi e giovani religiose e religiosi qui presenti. Ciascuno di voi ha un posto particolare nel mio cuore. Non dimenticate mai che siete chiamati a portare avanti, con tutto l’entusiasmo e la gioia che vi dona lo Spirito, un’opera che altri hanno cominciato, un patrimonio che un giorno anche voi dovrete passare ad una nuova generazione. Lavorate con generosità e gioia, perché Colui che servite è il Signore!
    Le punte delle torri della cattedrale di san Patrizio vengono di gran lunga superate dai grattacieli del profilo di Manhattan; tuttavia, nel cuore di questa metropoli indaffarata esse sono un segno vivo che ricorda la costante nostalgia dello spirito umano di elevarsi verso Dio. In questa Celebrazione eucaristica vogliamo ringraziare il Signore perché ci permette di riconoscerlo nella comunione della Chiesa e di collaborare con Lui, edificando il suo Corpo mistico e portando la sua parola salvifica come buona novella agli uomini e alle donne del nostro tempo. E quando poi usciremo da questa grande chiesa, andiamo come araldi della speranza in mezzo a questa città e in tutti quei luoghi dove la grazia di Dio ci ha posto. In questo modo la Chiesa in America conoscerà una nuova primavera nello Spirito ed indicherà la via verso quell’altra città più grande, la nuova Gerusalemme, la cui luce è l’Agnello (cfr Ap 21,23). Poiché Dio sta preparando anche ora un banchetto di gioia e vita infinite per tutti i popoli. Amen

    FONTE: http://magisterobenedettoxvi.blogspo...-parte-di.html

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    Smile Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    VATICANO: VESCOVI IRLANDA, PAPA CI HA CHIESTO DI FARE GIUSTIZIA SU ABUSI

    (ASCA) - Citta' del Vaticano, 11 giu


    Papa Benedetto XVI ha esortato la Chiesa irlandese e i cattolici dell'isola ''a continuare a stabilire la verita' di cio' che e' accaduto e perche'; a garantire che venga fatta giustizia per tutti; a vedere se le misure messe in atto per prevenire il ripetersi degli abusi siano pienamente applicate e aiutare il processo di guarigione alle vittime degli abusi ancora in vita''. E' quanto affermano la Conferenza episcopale irlandese nel comunicato finale del suo ''Summer General Meeting''.
    Nel comunicato, i vescovi di Irlanda ricordano gli incontri che il card. Sea'n Brady, arcivescovo di Armagh e primate di Irlanda e mons. Diarmuid Martin, arcivescovo di Dublino, hanno avuto la scorsa settimana in Vaticano con papa Ratzinger e con i responsabili di Congregazioni vaticane per parlare del ''contenuto e dell'impatto del rapporto Ryan'', che ha mostrato come, per decenni, abusi e violenze a danni dei minori siano stati 'endemici' nelle scuole cattoliche dell'isola.
    ''Abbiamo vergogna, siamo umiliati e chiediamo scusa se il nostro popolo si e' allontanato cosi' tanto dagli ideali cristiani'', scrivono i vescovi irlandesi nel comunicato, esprimendo ''profonda tristezza'' per gli abusi che migliaia di minori hanno subito negli anni '40-80' in istituti religiosi irlandesi. Proprio mentre i vescovi si riunivano, a Dublino migliaia di persone sono scese per strada per manifestare la loro solidarieta' alle vittime.
    ''Il Rapporto Ryan - si legge ancora nel comunicato - rappresenta la piu' recente e inquietante incriminazione di una cultura che e' stata prevalente nella Chiesa cattolica in Irlanda, per troppo tempo. Crimini odiosi sono stati perpetrati contro i piu' innocenti e i piu' vulnerabili, e sono stati commessi atti vili con effetti duraturi nella vita con il pretesto della missione di Gesu' Cristo. Questo rappresenta un grave atto di tradimento della fiducia, che il nostro popolo ha riposto da sempre nella Chiesa. Per questo chiediamo perdono''.
    ''Abbiamo bisogno di tempo per riflettere ulteriormente sui dettagli'' del Rapporto Ryan, a cui i vescovi hanno dedicato ampio spazio durante il loro incontro. ''La nostra prima reazione - si legge nel comunicato - e' di una profonda tristezza per le sofferenze di tanti, provate per cosi' lungo tempo. Vogliamo invitare le vittime ad impegnarsi con noi per vedere come possiamo aiutare coloro che sono stati abusati.
    Vogliamo rispondere come pastori, nonostante le carenze a volte delle nostre precedenti risposte pastorali. Invitiamo tutta la Chiesa ad unirsi con noi in preghiera per il benessere e la pace della mente per tutti coloro che hanno sofferto''.


    FONTE: http://paparatzinger2-blograffaella....a-chiesto.html

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  6. #6
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    Citazione Originariamente Scritto da LEONIDA Visualizza Messaggio
    [B][SIZE="4"]VATICANO: VESCOVI IRLANDA, PAPA CI HA CHIESTO DI FARE GIUSTIZIA SU ABUSI
    Dovevano attendere che parlasse il papa per chiedere giustizia? :mmm:
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    Intanto distinguerei tra pedofilia e atti di pedofilia.

  8. #8
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    .
    Ultima modifica di UgoDePayens; 01-07-09 alle 20:19 Motivo: Off topic
    Concedi alla ragione il privilegio di essere l'ultima pietra di paragone della verità. (Immanuel Kant)

  9. #9
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    LA CHIESA DI RATZINGER

    Il Papa contro i preti pedofili "Colpevoli di crimini enormi"

    Ratzinger: scoprire la verità e aiutare le vittime di abusi

    Duro intervento davanti ai vescovi irlandesi in udienza "Minata la fiducia nella Chiesa, occorre ricostruirla"

    ORAZIO LA ROCCA

    CITTÀ DEL VATICANO


    Gli abusi sessuali sui bambini «sono crimini abominevoli» che vanno perseguiti «con forza, determinazione e tempestività» per «punire i colpevoli e aiutare le piccole vittime». Ma quando i colpevoli sono «religiosi, questo particolare crimine diventa ancora più grande e la Chiesa deve fare tutto il possibile per assicurare alla giustizia chi lo commette, e nello stesso tempo dare sostegno alle vittime ed evitare che altre violenze simili possano ripetersi». Benedetto XVI davanti ad uno dei più grandi scandali esplosi negli ultimi anni in alcune diocesi della Chiesa cattolica: le violenze sessuali sui minori da parte dei preti pedofili. Tema scomodo e scottante affrontato ieri dal Papa per la prima volta, pubblicamente, da quando è asceso al soglio di Pietro, il 19 aprile 2005, ricevendo in Vaticano i vescovi irlandesi.
    Era stato, nel marzo scorso, l´arcivescovo di Dublino, monsignor Diarmuid Martin, a rivelare che, secondo una inchiesta svolta tra i 2800 preti della sua diocesi, dagli anni ‘40 i casi di pedofilia accertati erano stati 350 e che i sacerdoti sospettati di aver compiuto violenze sessuali sono circa il 3 per cento del clero irlandese. Ieri l´arcivescovo Sean Bredy, primate d´Irlanda, ne ha parlato al Papa, e il pontefice ne ha tratto lo spunto per esortare tutta la Chiesa ad essere più «vigile ed attenta» verso un problema - gli abusi sui bambini - che scuote le coscienze e lacera le vite di tanti innocenti. «Voi - ha ricordato tra l´altro il Papa - , avete dovuto fare fronte negli anni recenti a molti e terribili casi di abusi sessuali su minori. Questi sono ancora più tragici quando ad abusare è un uomo di Chiesa. Le ferite causate da tali atti agiscono in profondità ed è un´operazione urgente ricostruire la fiducia e la sicurezza là dove esse sono state compromesse».

    Di fronte a simili violenze, avverte Ratzinger, occorre «stabilire la verità per adottare qualsiasi misura necessaria per prevenire la possibilità che i fatti si ripetano, garantire che i principi di giustizia siano pienamente rispettati e, soprattutto, portare sostegno alle vittime colpite da questi enormi crimini».

    «Parole giuste e sacrosante», commenta il cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità della Santa Sede, nativo del Messico, uno dei paesi maggiormente colpiti da casi di abusi sessuali di preti. «Quando ero arcivescovo - ricorda il cardinale - di fronte a casi simili ero inflessibile e per niente tollerante. Occorre essere vigili, attenti, a partire dalla formazione nei seminari. Ma non va dimenticato che ci sono anche persone che denunziano la Chiesa solo per cercare di trarre vantaggi economici con l´inganno e la menzogna».


    Repubblica, 29 ottobre 2006


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  10. #10
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    Predefinito Riferimento: Il Papa: "Tolleranza zero contro la pedofilia".

    mi sono accorto che i link sono diverse decine e cosi posto il linkone principale

    http://paparatzinger-blograffaella.b...anza-zero.html

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