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  1. #11
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Citazione Originariamente Scritto da Mario Rossi Visualizza Messaggio
    E' dai tempi dell'abolizione della scala mobile che chiunque, che sia genuino, sa che in Italia ogni "riforma" del lavoro si ferma sempre alla prima fase, quella della perdita dei diritti. Per cui, siamo tutti consapevoli che se in Italia si riuscisse a cancellare la cig, così come l'art. 18, il "processo riformatore" si fermerebbe lì. Proprio per questo non siamo la Germania.
    guarda che la cassaintegrazione non è per niente un "diritto". E' una posta giro dalle tasche di un proletario che lavora ad un proletario che non lavora.
    Per giunta di questi tempi, anche la CIG straordinaria, è di fatto sempre sulle spalle dei proletari, non essendo le tasse pagate dai ricchi che evadano iddio li ingrassa.

    Poi c'è un altro ammortizzatore sociale di cui nessuno parla e che è stato già tolto: il prepensionamento con gli esodati.

    Anche quello era solo un modo degli industriale di scaricare i costi della mobilità sui lavoratori.
    Quindi non c'è Santo che possa fermare il governo adesso nel caricare i costi sociali dell'allungamento dell'età pensionabile sugli industriali.

    Non è che c'è da scegliere... confindustria adesso si trova costretta a ingoiare la pillola amara.
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  2. #12
    Francpolitik
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Scusate, io sono ignorante in materia.

    Ma è anche difficile capirci qualcosa, è una giungla infernale tra modelli danesi, tedeschi, austriaci o cinesi.

    Stefano mi stai dicendo che se un datore di lavoro in Germania licenzia il suo dipendente, per qualsiasi causa, deve pagargli per tre anni il sussidio? Finché non trova un altro lavoro? :gratgrat:
    L'uomo è nato libero ma ovunque è in catene

  3. #13
    100% sardu -2000€/annu
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Citazione Originariamente Scritto da Francpolitik Visualizza Messaggio
    Scusate, io sono ignorante in materia.

    Ma è anche difficile capirci qualcosa, è una giungla infernale tra modelli danesi, tedeschi, austriaci o cinesi.

    Stefano mi stai dicendo che se un datore di lavoro in Germania licenzia il suo dipendente, per qualsiasi causa, deve pagargli per tre anni il sussidio? Finché non trova un altro lavoro? :gratgrat:
    Esatto.
    3 anni di stipendi a carico del datore del lavoro o bloccavano la vendita.
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  4. #14
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Citazione Originariamente Scritto da stefaboy Visualizza Messaggio
    Esatto.
    3 anni di stipendi a carico del datore del lavoro o bloccavano la vendita.
    E anche non ci fossero stati i sindacati a contrattare avrebbero preso comunque l'indennizzo di disoccupazione da parte dello stato.

  5. #15
    100% sardu -2000€/annu
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Citazione Originariamente Scritto da Patto Visualizza Messaggio
    E anche non ci fossero stati i sindacati a contrattare avrebbero preso comunque l'indennizzo di disoccupazione da parte dello stato.
    qui si guarda una caratteristica fondamentale del mercato del lavoro tedesco. E' RIGIDISSIMO!
    le aziende vengono tenute incollate con l'attack al loro territorio eppure la Germania va... come mai???

    forse che il più grande sindacato della Germania è proprio lo Stato tedesco? che condiziona pesantemente le scelte delle aziende a rimanere sul territorio imponendo la cogestione dei sindacati nelle grandi fabbriche?

    Inoltre il paradosso è che da loro funziona all'esatto contrario che da noi. Più si obbliga l'azienda a pagare la mobilità, più diventa poco conveniente licenziare, più le aziende faranno di tutto per reimpiegare i dipendenti che sono in esubero in altri settori con la formazione, pur di non pagare loro la disoccupazione.
    Ed ecco che magicamente il lavoratore non viene mai messo fuori dal ciclo produttivo fino al giorno prima della pensione.
    Ultima modifica di stefaboy; 16-02-12 alle 05:38
    Ferrara era comunista poi il comunismo è morto, allora è diventato Craxiano e Craxi è morto, poi è diventato Berlusconiano. PORTA SFIGA
    (brunik - 25/09/2011)

  6. #16
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Citazione Originariamente Scritto da stefaboy Visualizza Messaggio
    qui si guarda una caratteristica fondamentale del mercato del lavoro tedesco. E' RIGIDISSIMO!
    le aziende vengono tenute incollate con l'attack al loro territorio eppure la Germania va... come mai???

    forse che il più grande sindacato della Germania è proprio lo Stato tedesco? che condiziona pesantemente le scelte delle aziende a rimanere sul territorio imponendo la cogestione dei sindacati nelle grandi fabbriche?

    Inoltre il paradosso è che da loro funziona all'esatto contrario che da noi. Più si obbliga l'azienda a pagare la mobilità, più diventa poco conveniente licenziare, più le aziende faranno di tutto per reimpiegare i dipendenti che sono in esubero in altri settori con la formazione, pur di non pagare loro la disoccupazione.
    Ed ecco che magicamente il lavoratore non viene mai messo fuori dal ciclo produttivo fino al giorno prima della pensione.
    Per poterti permettere un sistema del genere però devi essere attrattivo per le grandi imprese, insomma, per le imprese deve valere la pena rimanere o espandere nonostante la politica restrittiva.

  7. #17
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    Citazione Originariamente Scritto da stefaboy Visualizza Messaggio
    guarda che la cassaintegrazione non è per niente un "diritto". E' una posta giro dalle tasche di un proletario che lavora ad un proletario che non lavora.
    Per giunta di questi tempi, anche la CIG straordinaria, è di fatto sempre sulle spalle dei proletari, non essendo le tasse pagate dai ricchi che evadano iddio li ingrassa.

    Poi c'è un altro ammortizzatore sociale di cui nessuno parla e che è stato già tolto: il prepensionamento con gli esodati.

    Anche quello era solo un modo degli industriale di scaricare i costi della mobilità sui lavoratori.
    Quindi non c'è Santo che possa fermare il governo adesso nel caricare i costi sociali dell'allungamento dell'età pensionabile sugli industriali.

    Non è che c'è da scegliere... confindustria adesso si trova costretta a ingoiare la pillola amara.
    Affermare che Confindustria debba ingoiare una pillola amara in un'Italia in cui è stato smantellato lo statuto dei lavoratori, sono state cancellate le pensioni di anzianità e innalzate alla soglia dei 70 anni tutte le altre, il mercato del lavoro "cinesizzato" da Treu, Bassolino, Biagi, Maroni, Sacconi e ora la Fornero, non solo non mi fa ridere, e contrario mi riempie di rabbia. Le cose che scrivi sulla cig, che sarebbero "un furto di un proletario ai danni di un altro proletario" sono dello stesso identico tenore del mantra sulla guerra generazionale in nome della quale devono morire di fame tanto i giovani quanto gli anziani, non avendo né i primi né i secondi alcuna possibilità di ritiro e sicurezza sociale. Qualsiasi riforma si sbandieri, si tratta solo di un ennesimo colpo a quel poco, pochissimo che resta ai lavoratori.

    Al lavoro 12 ore sottozero. Protestano diciannove operai di una cooperativa: licenziati - Milano

    Questa è la realtà che vivono gli ultimi di questa povera, povera Italia. Ormai è stato tolto loro tutto, perché non anche la cig?
    "Io non intendo sostenere una moralità basata sull'evoluzione: dico come le cose si sono evolute e non come noi esseri umani dovremmo comportarci.", Richard Dawkins

  8. #18
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    Predefinito Re: a proposito di articolo 18 e di quella Germania che l'Italia non è

    in impianti come l'acciaieria di terni il costo del lavoro incide meno del 10% del costo totale.
    poi l'acciaieria di terni è molto più moderna sia di krefeld che di muenchengladbach che sono gli impianti tedeschi da chiudere.
    in ogni caso il costo del lavoro italiano è più alto di quello tedesco:sono i prelievi fiscali che fanno guadagnare l'operaio italiano la metà di quello tedesco.

 

 
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