Siria, la CGIL è con la Nato
Dopo le manifestazioni indette dalla leader del sindacato “più a sinistra” della triplice, la Camusso, in occasione della crisi in Libia, anche quest’anno un sindacato sempre meno rappresentativo del mondo del lavoro non trova niente di meglio che occuparsi di politica mondiale.
Lo fa intervenendo sulla crisi siriana, dichiarandosi de facto sostenitore dei gruppi armati clandestini, che – su ordini ben precisi provenienti dalle intelligence britanniche e statunitensi e dal Qatar – stanno devastando interi quartieri della Siria, con lo scopo di imporre un nuovo governo islamista, satellite di Ankara e di Washington nella regione. Il comunicato ufficiale si richiama ad un atteggiamento etico che vede apparentemente privilegiato un ipotetico primato dei diritti umani, che si dice al di là ed al di sopra degli interessi e dei calcoli strategici delle principali nazioni del mondo.
Eppure, la versione secondo cui il governo di Bashar al-Assad starebbe massacrando il suo popolo è già di per sé una versione di parte in quanto unicamente sostenuta dalle principali potenze Nato (Usa, Gran Bretagna e Francia) in sede Onu. La Russia e la Cina hanno infatti bocciato la bozza e posto il veto al documento presentato da Hilary Clinton e dai suoi sodali, sulla base della non-veridicità delle premesse, che individuavano nel governo siriano il responsabile principale delle violenze, preannunciando un nuovo scenario libico con interventi militari diretti e costanti contro il Paese mediterraneo. La contraddizione tra il socialismo apparente, proposto nelle manifestazioni del contesto interno (Italia), e l’imperialismo sostenuto (più o meno implicitamente) su scala mondiale, appare evidente.
Come possono dirsi tutelati i nostri lavoratori da un sindacato che propone la stessa versione dei fatti elaborata nelle tesi presentate dallo stato maggiore del polo egemone dell’imperialismo nord-atlantico, principale responsabile della crisi finanziaria e delle contraddizioni economiche globali?
Ecco il comunicato di oggi del sindacato:
Siria: mobilitazione della società civile per fermare il massacro
10/02/2012
La tragedia che sta vivendo la popolazione siriana, da undici mesi alla mercé della violenza e della repressione del regime di Bashar Assad, non è ancora sufficiente affinché la comunità internazionale trovi un accordo per esercitare tutte le pressioni politiche e diplomatiche per porre fine a quella che oramai è una guerra civile. Di nuovo, lo spettro di soluzioni armate e di interventi funzionali agli interessi geo-politici delle diverse potenze, sullo sfondo nella stessa inconcludente discussione nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, richiede una forte presa di posizione della società civile. E’ urgente riportare la responsabilità dei governi e degli stati all’azione prioritaria di protezione della popolazione civile ed alla responsabilità di tutta la comunità internazionale per la tutela dei diritti umani, prima ancora di ogni calcolo o interesse particolare. Le notizie che provengono dalla Siria sono un bollettino di guerra, ogni giorno decine e decine di morti. Questo massacro va fermato, subito e senza un nuovo intervento armato. La CGIL, insieme alla Tavola della Pace, aderisce quindi alla manifestazione del 19 febbraio a Roma, a convocata dal Consiglio Nazionale Siriano.
Siria, la CGIL è con la Nato - Stato & Potenza
Ennesima dimostrazione dell'inutilità e dell'idiozia del sindacato.