Inchiesta mazzette sul polo tecnologico Cnr a Napoli, un leghista in contatto con la “cricca” | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano
Inchiesta mazzette sul polo tecnologico Cnr a Napoli, un leghista in contatto con la “cricca”
In manette per corruzione aggravata otto persone, tra le quali il responsabile provinciale del Provveditorato alle opere pubbliche, Angelo Palazzo, e il mediatore Carlo Romano. Giuseppe Cantoni, esponente del Carroccio della provincia di Sondrio, coinvolto nelle manovre per "scalare" il provveditorato e ottenere nuovi appalti
Spunta il nome di un esponente leghista di Livigno, Giuseppe Cantoni, legato all’ex ministro Roberto Castelli, nell’inchiesta sulle tangenti per la costruzione del polo di ricerca tecnologica del Cnr a Napoli, nel quartiere Fuorigrotta, un appalto da 18 milioni di euro. Una vicenda per la quale carabinieri del Noe hanno eseguito otto misure cautelari contro imprenditori e funzionari del Provveditorato delle opere pubbliche Campania-Molise, emesse dal gip del capoluogo campano Egle Pilla su richiesta del pm Antonello Ardituro, con l’accusa di corruzione aggravata.
Tra gli arrestati c’è Angelo Palazzo, responsabile provinciale di Napoli del Provveditorato. L’uomo sarebbe stato il punto di riferimento di una cordata organizzata da un faccendiere locale, Carlo Romano, per condizionare l’aggiudicazione dei lavori pubblici anche attraverso un presunto accordo con ambienti politici, secondo il quale Palazzo sarebbe stato poi nominato provveditore alle opere pubbliche, al posto dell’attuale provveditore per la Campania e il Molise Giovanni Guglielmo, completamente estraneo alla vicenda.
A ‘tramare’ per la nomina di Palazzo, a quanto si legge nell’ordinanza, era in particolare Pasquale Pedana, segretario locale dell’Unione sindacati autonomi (Unsiau), nonché esponente della Lega Sud-Ausonia. D’accordo con Carlo Romano, già indagato nell’ambito di un’inchiesta sulle attività del clan dei casalesi, Pedana aveva sollecitato la candidatura di Palazzo a Giuseppe Cantoni, di Livigno (Sondrio), segretario nazionale dell’Unsiau ed esponente della Lega Nord. Cantoni si era impegnato a proporlo ai vertici del ministero delle Infrastrutture. L’esponente della Lega Nord non è indagato, ma, scrive il gip, “ha avanzato ai vertici della Lega, suo partito di riferimento, la candidatura di Angelo Palazzo a nuovo provveditore interregionale alle Opere pubbliche per la sede di Napoli e, pur non potendo assicurare la nomina di Palazzo con assoluta certezza, fornisce ampie rassicurazioni in merito a Pasquale Pedana. Anche Cantoni sembra trarre un vantaggio da tale nomina, convenendo proprio con Pasquale Pedana sulla convenienza di avere un proprio uomo di riferimento in quell’incarico strategico”. Una volta nominato, Palazzo avrebbe garantito ai costruttori l’aggiudicazione dei futuri appalti.
Secondo l’accusa, Romano aveva la funzione di fare da mediatore tra imprenditori e funzionari e dirigenti del Provveditorato alle Opere Pubbliche di Campania e Molise. Per l’appalto relativo al Polo tecnologico di Fuorigrotta, il mediatore avrebbe ricevuto un compenso di 20 mila euro, cinquemila dei quali sono stati sequestrati dai carabinieri. Il tentativo di alterare la gara per l’assegnazione dell’appalto della sede partenopea di Fuorigrotta del Cnr era la ‘prova generale’ del sistema, condotta, secondo gli uomini del Noe, anche “in maniera maldestra”, con la visura preventiva delle offerte dei partecipanti e l’alterazione delle buste. Il beneficiario di questo appalto, nelle intenzioni della cordata, doveva essere la società Coppola costruzioni, con sede in via dei Mille. Ma la società di Carlo Coppola non se l’è aggiudicato perché Palazzo ha fornito dati imprecisi sulle altre imprese che avevano concorso.
Il nome di Romano compare anche nell’inchiesta del Noe sull’allestimento della discarica di Napoli nel quartiere di Chiaiano, legato alla vicenda dell’Ibi, società poi colpita da un’interdittiva antimafia. Secondo gli investigatori, Romano ha rapporti con la criminalità organizzata. Oltre a Palazzo e Romano, sono stati arrestati anche due direttori tecnici del Provveditorato, un addetto all’Ufficio tecnico e un impiegato.
Per cortesia, datemi una tazza per vomitare.