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La parola "onore" non esiste nel mio lessico,pertanto non rispondo ai "fasci",amanti di quella parola.
PS-Non rispondo alle "carogne" craxiane,agli "anarco-cazzari" e agli "adepti della setta del pluriomicida condannato in via definitiva"
Vi fate sequestrare una nave, vi fate arrestare due militari ed in più li mettete sotto inchiesta per omicidio VOLONTARIO mentre erano in servizio per difendere i sacri confini ( una nave italiana in acque internazionali).
Che figura di cacca!
"... e accenderemo un altro rogo il 4, al "fante ignoto" che non vuol più stare a Roma divenuta una Bisanzio putrefatta sempre più gonfia della sua putrefazione"
(G. D'Annunzio)
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La parola "onore" non esiste nel mio lessico,pertanto non rispondo ai "fasci",amanti di quella parola.
PS-Non rispondo alle "carogne" craxiane,agli "anarco-cazzari" e agli "adepti della setta del pluriomicida condannato in via definitiva"
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Ultima modifica di bator; 26-03-12 alle 13:40
Salviamo ogni albero come se fosse l'ultimo. Vento fresco tra i capelli.
Li libero io! Qui si lavora per scagionare i nostri ragazzi ingiustamente accusati.
Guardate un pò dove stava il peschereccio al momento in cui i nostri soldati hanno rintuzzato il tentativo di abbordaggio,
50km più a Sud!
E già cominciamo a far sapere agli indiani che è inutile che fanno gli indiani, tanto li sgamiamo e se insistono li sputtaniamo a livello planetario.
La perizia sui marò in India: «Non hanno sparato loro. L'accusa si basa su un proiettile inesistente» - Il Sole 24 ORE
Mo appena ho le foto satellitari gli trovo pure il vero colpevole (e già c'è uno che puzza, che ha fatto uno scalo in asia che non doveva fare)
Mi stò divertendo come quando ero piccolo!
Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.
Corte: 'Uccisione pescatori atto di terrorismo'
Lo riporta sito tv locale 'Zeenews', "erano disarmati"
24 marzo, 19:44
di Maria Grazia Coggiola
KOCHI - Un'osservazione shock dell'Alta Corte del Kerala, dove è in corso la battaglia legale per la liberazione dei marò e della petroliera Enrica Lexie, in cui si assimila l'uccisione dei due pescatori a "un atto di terrorismo" ha riacceso la tensione sul controverso caso giudiziario che da oltre un mese divide Italia e India. Riferendosi alle accuse contenute nella denuncia dei familiari dei pescatori Jelastine Valentine e Ajash Pink, il giudice P.S. Gopinathan ha detto che "le azioni dei due militari sono equivalenti a atti di terrorismo poiché hanno sparato contro il peschereccio senza alcun colpo di avvertimento e senza segnale di preavviso mentre i pescatori dormivano e in pieno giorno".
Le parole, pronunciate nell'ambito della seduta di ieri dedicata a esaminare una petizione dell'armatore in cui si chiede il "rilascio" della nave ancorata al largo della baia di Kochi, sono state ampiamente riprese da tutti i giornali locali. Si tratta di "dichiarazioni pretestuose riportate dalla stampa indiana per alimentare un certo sensazionalismo contro i marò ", è stata la reazione di una fonte italiana che segue l'inchiesta. Non è infatti un mistero che fin dall'inizio del caso, i media indiani hanno sposato la tesi colpevolista che ha influenzato anche l'opinione pubblica. Il rifermento al "terrorismo" del giudice P.S. Gopinathan é scaturito da una discussione con l'avvocato dell'armatore, la "Fratelli D'Amato", dopo che quest'ultimo aveva negato l'applicabilità al caso della Enrica Lexie di una convenzione internazionale del 1988 sul terrorismo marittimo. Il trattato, noto come "Sua Act" (Suppression of Unlawful Acts against the Safety of Maritime Navigation) è stato invocato dai legali dello Stato del Kerala e dei familiari dei pescatori per giustificare l'applicabilità della legge indiana in acque internazionali e su una nave battente bandiera italiana.
Le osservazioni "orali" non hanno alcun valore, ma potrebbero forse essere viste come un'anticipazione del verdetto che l'Alta Corte del Kerala dovrà pronunciare (in una data non ancora fissata) sul ricorso italiano sulla giurisdizione, a cui é appesa la sorte dei marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, detenuti nel carcere di Trivandrum. Dal medesimo giudice P.S. Gopinathan dipende anche la partenza della Lexie bloccata davanti a Kochi in attesa della conclusione delle indagini. Nella seduta di ieri è emerso che il via libera potrebbe venire quando sarà terminata la perizia balistica sulle armi dei marò (forse la prossima settimana).
La prossima udienza è fissata per martedì e, secondo fonti legali, potrebbe essere decisiva per la petroliera italiana e per il suo equipaggio composto da cinque italiani e 19 indiani, più i quattro militari dell'unità anti pirateria. Intanto l'agenzia indiana Tpi ha fatto sapere che a margine del vertice sulla Sicurezza nucleare che inizia lunedì a Seul é in agenda un incontro tra il premier Mario Monti e il primo ministro indiano Manmohan Singh. "Da entrambi le parti c'é l'esigenza di parlarsi per trovare una soluzione", hanno riferito fonti diplomatiche indiane. In una telefonata all'inizio del mese, Monti aveva ricordato al premier indiano che "ogni atteggiamento da parte indiana non pienamente in linea con il diritto internazionale rischierebbe di creare un pericoloso precedente in materia di missioni internazionali di pace e di contrasto alla pirateria".
Corte: 'Uccisione pescatori atto di terrorismo' - Mondo - ANSA.it
Si, ma l'Alto Magistrato invece di fare Rodomonte e trovare facili applausi deve indagare a casa sua, e verificare che:
- le autorità indiane sanno fin dal 16 febbraio che il proiettile repertato è calibro 7,62 e non 5,56;
- quando i nostri sparano per sventare il tentativo di abbordaggio il peschereccio St. Antony è ben 50km più a sud
Se insistono a imbastire processo e condanna di natura "politica", al di fuori di quanto risulta dalle analisi tecniche, si va all'ONU e si chiede una commissione di inchiesta internazionale a cui si forniscono le prove a discarico e l'elenco delle magagne indiane (che già hanno superato il lecito)
Basti pensare che con le prove raccolte dall'inchiesta sulla strage di Lokerbie (un Jumbo 747 della Pan Am sul quale era esplosa una bomba, le prove si basavano su frammenti del detonatore) gli USA fecero imporre alla Libia oltre dieci anni di embargo, fino a che il regime di Tripoli dovette consegnare alla giustizia scozzese il responsabile dell'attentato, ammettere pubblicamente la propria respnsabilità e indennizzare le famiglie delle vittime.
Forse laggiù nel Kerala pensano di risolvere tutto come ai tempi di Sandokan, ma sbagliano di grosso.
Io sono al bando da circoli, logge e sagrestie.
Ma col mio carattere e i miei gusti me ne consolo facilmente.