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L'Isola delle Rose rivive sullo schermo
e riemerge nelle acque di Rimini
Il bolognese Giorgio Rosa dichiarò l'indipendenza dallo Stato italiano nel maggio del 1968

di Micol Lavinia Lundari

Per i turisti fu un'attrazione eccezionale nel suo genere, per la gioia degli operatori alberghieri della Riviera romagnola; per i giornalisti fu un caso divertente e bizzarro, per Giorgio Rosa e le autorità italiane una faccenda tremendamente seria. Fu una piattaforma di quattrocento metri quadrati a turbare, nell'estate del 1968, non pochi sonni. Quando, soprattutto, quella struttura al largo di Bellaria-Igea Marina si autoproclamò una Repubblica indipendente dall'Italia. A quarant'anni di distanza, un documentario racconta la storia dell'"Insulo de la Rozoj", e proprio pochi giorni fa sono emersi dal mare i resti di quella struttura, come accertato dal club subacqueo Dive Planet di Rimini.

Estate 1968. "L'Isola delle rose" è un sogno che l'ingegnere bolognese Giorgio Rosa coltiva da tempo, da almeno dieci anni, da quando con la moglie ha iniziato a progettare la piattaforma artificiale. I lavori di armamento sono durati diversi anni, nel 1967 l'apertura al pubblico. Questo è all'inizio l'Isola delle rose: un'attrazione turistica, facilmente raggiungibile dalla riva, visto che dista solo sei miglia, nemmeno dodici chilometri.

Finalmente Giorgio Rosa riesce a portare a compimento il suo piano: il 1° maggio 1968 l'isola artificiale dichiara l'indipendenza dallo Stato italiano; Rosa ne diventa presidente e sceglie l'esperanto come lingua ufficiale. Fu emesso anche un francobollo, che raffigurava lo stemma ufficiale dell'"Esperanta respubliko de la Insulo de la Rozoj", tre rose rosse, e che oggi è considerato una rarità dai filatelici.

Per le autorità italiane è davvero troppo. Le intimazioni della Capitaneria di porto di Rimini, a lavori ancora da ultimare, non sono servite a niente; e ora ci si ritrova con uno stato autoproclamatosi autonomo, in quelle che all'epoca sono ancora acque internazionali. E' all'alba del 25 giugno 1968, 55 giorni dopo la dichiarazione d'indipendenza, che un plotone di forze dell'ordine circonda la piattaforma e ne prende possesso senza ricorso alla violenza.

Il Governo dell'Isola delle Rose protesta, scrive anche al presidente della Repubblica Giuseppe Saragat. Nulla da fare: nel gennaio 1969 la Marina militare italiana piazza del materiale esplosivo per abbattere la piattaforma. Diversi tentativi non bastano, sarà poi la tempesta del 26 febbraio 1969 a inabissare l'Isola delle Rose e con essa i sogni di Giorgio Rosa.

Quarant'anni dopo i resti di quella struttura sono emersi nel mare, in concomitanza con la proiezione del documentario che racconta l'intera vicenda, "La Insulo de la Rozoj", alla Corte degli Agostiniani di Rimini.


(03 luglio 2009)