Morto l'artigiano che si era dato fuoco
Dopo nove giorni di agonia in prognosi riservata
Merola: «Occorre prevenire situazioni di disagio»
Alla fine non ce l’ha fatta. Giuseppe C., l'uomo che si era dato fuoco davanti alle sedi delle commissioni tributarie in via Paolo Nanni Costa a Bologna, è morto. Da nove giorni era ricoverato in Rianimazione all'ospedale Maggiore di Parma, dove era stato trasportato d’urgenza in elicottero la mattina del 28 marzo, dopo un breve ricovero a Bologna. Era subito stato trasferito nel Centro grandi ustionati dell’ospedale parmigiano, visto che le sue condizioni era no da subito sembrate disperate: il fuoco lo aveva dilaniato provocandogli ustioni di terzo grado su tutto il corpo.
LA VICENDA – La mattina del 28 marzo Giuseppe C., piccolo imprenditore di Ozzano, si era dato fuoco dentro la sua Fiat Punto parcheggiata davanti al palazzone che fino a pochi mesi fa ospitava anche la sede della Agenzia delle Entrate. Aveva lasciato accanto alla vettura delle lettere, una proprio alla Commissione tributaria, in cui spiegava di aver «sempre pagato le tasse» e chiedeva di «lasciar in pace» almeno la moglie, cui aveva rivolto una commovente lettera di addio. L'uomo era tormentato dalle pendenze con il fisco, che gli chiedeva almeno 104.000 euro
LE REAZIONI – «Ognuno deve fare la propria parte per prevenire situazioni di disagio che portino le persone a togliersi la vita». Con queste parole il sindaco di Bologna, Virginio Merola, ha commentato la notizia della morte di Giuseppe C. «Esprimo condoglianze alla famiglia a nome mio e dell’amministrazione comunale. Una morte che colpisce tutti, già troppe persone hanno compiuto gesti estremi in questo periodo di crisi». Sulla tragedia, con una nota, è intervenuta anche la Confederazione degli artigiani di Bologna: «Fatti come questo non devono più accadere. Abbracciamo affettuosamente la moglie dell’imprenditore. Le siamo stati accanto in questi giorni e continueremo a farlo».
«NON PARLAVA MAI DEI SUOI PROBLEMI» - All’oscuro dei problemi con il Fisco del marito, la moglie di Giuseppe C. ha sempre dichiarato che lui non parlava mai in casa di questioni legate al lavoro. «Non ne sapevo nulla, ultimamente era felice perché aveva ripreso a lavorare dopo due mesi di stop» erano state le sue parole dopo aver saputo del tragico gesto. A causa dello shock per la notizia la signora era stata ricoverata all’ospedale di Budrio per un lieve malore. Anche il fratello del muratore, che lo aveva visto alcuni giorni prima, lo ha definito «una persona tranquilla»
Morto l'artigiano che si era dato fuoco - Corriere di Bologna